La visita medica scolastica
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prime esperienze
La visita medica scolastica
La scorsa settimana la nostra scuola ha organizzato per tutti gli studenti una visita medica per gli studenti dell'ultimo anno. Le famiglie sono state avvisate ed era richiesta la loro autorizzazione, anche se noi studenti di quinta eravamo tutti maggiorenni.
Nel corso della mattinata noi ragazzi della quinta B saremmo stati chiamati in ordine alfabetico: una dottoressa avrebbe visitato le ragazze e un dottore i ragazzi. Per accelerare le procedure ognuno dei due medici aveva un assistente.
Furono chiamate Chiara Bandelli e Elisa Cavazzi; poi Luca Bondini e Stefano Corretti.
- Due alla volta ? – chiese la nostra insegnante.
-Sì, professoressa. Così acceleriamo i tempi. – precisò la dottoressa – Io e il collega abbiamo due assistenti che svolgeranno le procedure di tipo amministrativo con un ragazzo, mentre l’altro viene visitato. Abbiamo messo delle paratie, per la privacy. Quindi non appena un ragazzo rientra, un altro scenderà in vicepresidenza per i maschi, in aula di scienze per le ragazze. –
Circa 20 minuti e Luca Bondini rientrò:
- Hanno detto che scenda il prossimo.-
Toccava a Alberto Davì, poi sarebbe stato il mio turno.
Non seguivo affatto la lezione, un po’ in apprensione: rientrò Corretti e io scesi.
C’era un’assistente donna sulla porta: questo non me l’aspettavo proprio. Mi fece entrare nell’aula e mi fece accomodare. Lesse sul computer tutti i miei dati anagrafici forniti dalla scuola, chiedendomi una conferma della loro correttezza.
Mi chiese poi di togliere la maglia: mi misurò il torace e i fianchi.
Non vedevo Alberto ma sentivo la voce del dottore: una tenda separava l’angolo abbastanza stretto in cui mi trovavo io dal resto dell’aula.
L’assistente mi fece restare in slip e mi disse di salire sulla bilancia poco distante per pesarmi e misurare l’altezza.
Andai verso la bilancia e in quel momento intravidi Alberto, completamente nudo e il medico che gli stava visitando i genitali: rivolsi distrattamente lo sguardo verso di lui e vidi con imbarazzo che aveva un’erezione. Il medico stava controllando il suo pene e gli diceva che forse avrebbe dovuto sottoporsi ad un lieve intervento perché il glande non si scopriva bene. Intanto il medico cercava di fare scendere la pelle lungo l’asta mentre il pene di Alberto era completamente in erezione.
Il medico chiamò l’assistente, dicendole: -Io devo proseguire con le altre visite, altrimenti tardiamo troppo. Non sono certo che sia fimosi, forse è solo la pelle del prepuzio poco elastica. Provi per qualche istante a facilitare l’uscita del glande al ragazzo, mentre io continuo le visite.-
Alberto arrossì come un pomodoro. Era in piena erezione davanti al medico e ora pure davanti all’infermiera.
Io fra me pensai che per fortuna a me si scappellava tutto, sempre.
Cominciò così la mia visita.
Nel frattempo l’assistente, indossati i guanti, seduta davanti ad Alberto riprese a fare scorrere la pelle del suo pene e a tirarla verso il basso. Mentre mi visitavano, non la vedevo ma la sentivo parlare con Alberto:
- Devi cercare di farlo indurire tutto, più che puoi. Aiutati anche con l’immaginazione-
Alberto mi raccontò poi che l’infermiera con le dita gli stimolava leggermente la zona sotto i testicoli, così lui raggiunse in fretta un’erezione eccezionale: gli era diventato durissimo e lei riuscì piano piano a scappucciarglielo per metà, bagnandogli la cappella ogni tanto con una sostanza forse lubrificante, forse disinfettante, non so .
Io non guardavo ma sentii ad un certo punto: - Signorina, piano, piano. –
- Ti faccio male ? Guarda che si è quasi scoperto tutto. –
-No, no, non mi fa male ... è che se continua vengo.-
-Ok, mi fermo un attimo, ma non perdere l’erezione, altrimenti dobbiamo ricominciare –
Pochi istanti e lei riprese la manipolazione:
- Ecco, vedi che la punta è praticamente tutta fuori, c’è solo la base coperta; pochi secondi ancora … -
- Non resisto più. Scusi!! Ah, ah … -
Sentii un sospiro profondo. Da non credere! Alberto era venuto davanti all’infermiera!
Questa dopo averlo pulito, con molta professionalità, continuò a far scendere la pelle fino a che la cappella fu del tutto scoperta. Solo si raccomandò: “Non perdere l’erezione, che ci siamo quasi”.
“Ok, mi sforzo” rispose Alberto.
Qualche istante di silenzio, poi sentii solo il commento della donna: “Perfetto!”
Poco dopo l’infermiera si avvicinò al dottore per comunicargli che non c’era bisogno di intervento perché la pelle era scesa.
Il medico interruppe per un istante la mia visita e ad Alberto consigliò solo qualche esercizio per rendere più elastico il prepuzio: doveva “scappellarlo” con le dita per un paio di minuti, senza premere troppo, con l’uso di una crema lubrificante che rendeva più elastico il prepuzio.
Non credevo a quello che era accaduto.
Nel frattempo era entrato Monzini: lo sentivo mentre rispondeva alle domande dell’infermiera.
Monzini era già un uomo: aveva quasi 20 anni perché ripetente.
Salì sulla bilancia: mi vide proprio mentre il medico mi visitava i testicoli e avevo un accenno di erezione. Anche a me poi diventò quasi del tutto duro quando il medico mi fece scoprire il glande: come prevedevo non avevo problemi di fimosi, si scappellò subito. Mi era diventato però ben duro e nel frattempo Monzini mi osservava ridacchiando un po’.
Finalmente era finita. Stavo rivestendomi: era il turno di Monzini che si avvicinò al medico per la visita.
La scorsa settimana la nostra scuola ha organizzato per tutti gli studenti una visita medica per gli studenti dell'ultimo anno. Le famiglie sono state avvisate ed era richiesta la loro autorizzazione, anche se noi studenti di quinta eravamo tutti maggiorenni.
Nel corso della mattinata noi ragazzi della quinta B saremmo stati chiamati in ordine alfabetico: una dottoressa avrebbe visitato le ragazze e un dottore i ragazzi. Per accelerare le procedure ognuno dei due medici aveva un assistente.
Furono chiamate Chiara Bandelli e Elisa Cavazzi; poi Luca Bondini e Stefano Corretti.
- Due alla volta ? – chiese la nostra insegnante.
-Sì, professoressa. Così acceleriamo i tempi. – precisò la dottoressa – Io e il collega abbiamo due assistenti che svolgeranno le procedure di tipo amministrativo con un ragazzo, mentre l’altro viene visitato. Abbiamo messo delle paratie, per la privacy. Quindi non appena un ragazzo rientra, un altro scenderà in vicepresidenza per i maschi, in aula di scienze per le ragazze. –
Circa 20 minuti e Luca Bondini rientrò:
- Hanno detto che scenda il prossimo.-
Toccava a Alberto Davì, poi sarebbe stato il mio turno.
Non seguivo affatto la lezione, un po’ in apprensione: rientrò Corretti e io scesi.
C’era un’assistente donna sulla porta: questo non me l’aspettavo proprio. Mi fece entrare nell’aula e mi fece accomodare. Lesse sul computer tutti i miei dati anagrafici forniti dalla scuola, chiedendomi una conferma della loro correttezza.
Mi chiese poi di togliere la maglia: mi misurò il torace e i fianchi.
Non vedevo Alberto ma sentivo la voce del dottore: una tenda separava l’angolo abbastanza stretto in cui mi trovavo io dal resto dell’aula.
L’assistente mi fece restare in slip e mi disse di salire sulla bilancia poco distante per pesarmi e misurare l’altezza.
Andai verso la bilancia e in quel momento intravidi Alberto, completamente nudo e il medico che gli stava visitando i genitali: rivolsi distrattamente lo sguardo verso di lui e vidi con imbarazzo che aveva un’erezione. Il medico stava controllando il suo pene e gli diceva che forse avrebbe dovuto sottoporsi ad un lieve intervento perché il glande non si scopriva bene. Intanto il medico cercava di fare scendere la pelle lungo l’asta mentre il pene di Alberto era completamente in erezione.
Il medico chiamò l’assistente, dicendole: -Io devo proseguire con le altre visite, altrimenti tardiamo troppo. Non sono certo che sia fimosi, forse è solo la pelle del prepuzio poco elastica. Provi per qualche istante a facilitare l’uscita del glande al ragazzo, mentre io continuo le visite.-
Alberto arrossì come un pomodoro. Era in piena erezione davanti al medico e ora pure davanti all’infermiera.
Io fra me pensai che per fortuna a me si scappellava tutto, sempre.
Cominciò così la mia visita.
Nel frattempo l’assistente, indossati i guanti, seduta davanti ad Alberto riprese a fare scorrere la pelle del suo pene e a tirarla verso il basso. Mentre mi visitavano, non la vedevo ma la sentivo parlare con Alberto:
- Devi cercare di farlo indurire tutto, più che puoi. Aiutati anche con l’immaginazione-
Alberto mi raccontò poi che l’infermiera con le dita gli stimolava leggermente la zona sotto i testicoli, così lui raggiunse in fretta un’erezione eccezionale: gli era diventato durissimo e lei riuscì piano piano a scappucciarglielo per metà, bagnandogli la cappella ogni tanto con una sostanza forse lubrificante, forse disinfettante, non so .
Io non guardavo ma sentii ad un certo punto: - Signorina, piano, piano. –
- Ti faccio male ? Guarda che si è quasi scoperto tutto. –
-No, no, non mi fa male ... è che se continua vengo.-
-Ok, mi fermo un attimo, ma non perdere l’erezione, altrimenti dobbiamo ricominciare –
Pochi istanti e lei riprese la manipolazione:
- Ecco, vedi che la punta è praticamente tutta fuori, c’è solo la base coperta; pochi secondi ancora … -
- Non resisto più. Scusi!! Ah, ah … -
Sentii un sospiro profondo. Da non credere! Alberto era venuto davanti all’infermiera!
Questa dopo averlo pulito, con molta professionalità, continuò a far scendere la pelle fino a che la cappella fu del tutto scoperta. Solo si raccomandò: “Non perdere l’erezione, che ci siamo quasi”.
“Ok, mi sforzo” rispose Alberto.
Qualche istante di silenzio, poi sentii solo il commento della donna: “Perfetto!”
Poco dopo l’infermiera si avvicinò al dottore per comunicargli che non c’era bisogno di intervento perché la pelle era scesa.
Il medico interruppe per un istante la mia visita e ad Alberto consigliò solo qualche esercizio per rendere più elastico il prepuzio: doveva “scappellarlo” con le dita per un paio di minuti, senza premere troppo, con l’uso di una crema lubrificante che rendeva più elastico il prepuzio.
Non credevo a quello che era accaduto.
Nel frattempo era entrato Monzini: lo sentivo mentre rispondeva alle domande dell’infermiera.
Monzini era già un uomo: aveva quasi 20 anni perché ripetente.
Salì sulla bilancia: mi vide proprio mentre il medico mi visitava i testicoli e avevo un accenno di erezione. Anche a me poi diventò quasi del tutto duro quando il medico mi fece scoprire il glande: come prevedevo non avevo problemi di fimosi, si scappellò subito. Mi era diventato però ben duro e nel frattempo Monzini mi osservava ridacchiando un po’.
Finalmente era finita. Stavo rivestendomi: era il turno di Monzini che si avvicinò al medico per la visita.
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