Una splendida estate calda
di
Scintillah
genere
tradimenti
Michela aveva appena superato i 40 anni, sposata da 14, 2 figli, una vita agiata,, una piccola casa al mare in cui passare due o tre volte l'anno, delle vacanze rilassanti.
Michela, veniva da un periodo felice, in cui era riuscita a perdere quei kg di troppo che aveva accumulato. Era riuscita ad azzeccare la dieta giusta, accompagnata da attività fisica e finalmente cominciava piacersi. Il suo corpo che prima vedeva orrendo, ora migliorava ogni giorno, invogliandola a continuare. L'estate venne a pennello per sfoggiare un fisico migliorato e vedere la reazione della gente.
A luglio tutta la famiglia più la sua sorella piccola, 22enne e il fidanzato, si trasferirono nella loro casetta delle vacanze per un mesetto di totale relax.
Tra i vicini c'erano una coppia, che ormai aveva superato la cinquantina, con cui spesso si vedevano e mangiavano assieme, nelle ricorrenze estive più importanti.
Lui, Marco, era un tipo molto allegro, sempre pronto alla battuta e col quale aveva sempre avuto una certa confidenza
Al loro arrivo ci furono i classici saluti dopo mesi in cui non si vedevano. La forma fisica ritrovata di Michela, fu argomento di complimenti da parte dei vicini.
Michela non era alta, era ancora un po' rotondetta, ma al punto giusto, ora le sue forme risaltavano meglio e Marco lo notò subito, pur non potendolo dire direttamente davanti a tutti.
In più c'era la sorella piccola, molto carina, fisico giovane, anche lei, come la sorella maggiore, formosa e con due occhi azzurri che rendevano il suo sguardo come angelicale.
Fu un giorno in spiaggia, mentre Michela era da sola a prendere il sole, che capitò l'occasione per Marco di attaccare bottone, senza il disturbo delle altre persone.
"Oh eccola la Michela ad arrostirsi al sole", esordì lui col suo solito tono scherzoso.
"Ciao Marco, anche tu in spiaggia?".
Michela era sempre stata un po' particolare, difficile da decifrare, a volte nelle sue uscite un po' sguaiate sembrava un po' oca, altre volte era più seria e riflessiva. Amava vestirsi in modo sempre piuttosto vistoso, con scarpe cn tacchi alti per sopperire alla sua statura sotto la media e abbondanti scollature per valorizzare la sua quarta, di cui evidentemente andava orgogliosa.
"Che bel costumino, Michela, bisogna sfoggiarlo ora eh".
"Grazie, ora finalmente me lo posso permettere"
"Ma va, hai sempre avuto un bel fisico. Piuttosto tua sorella, l'ho vista prima in spiaggia col suo ragazzo, in topless, che tette spettacolari che ha!"
"Eh lei è giovane, se lo può permettere", disse lei.
"Ma anche tu, non fare la modesta, potresti stare tranquillamente in topless. E' un dono di famiglia quel seno eh".
"Eh sì, grazie, ma io non lo farei mai, mio marito si incazzerebbe",
"Che peccato!", chiosò lui.
Michela rise e lo guardò, era per lei un gran complimento. Da quando aveva perso parecchi kg, riceveva qualche bel complimento, sia da colleghi di lavoro sia in palestra e risvegliava in lei quell'atteggiamento da 'oca' maliziosa, che amava sentirsi osservata.
Dopo anni in cui era arrivata a non sentirsi più una donna, appesantita da kg e da anni di un matrimonio felice, ma che cominciava a mostrare i classici alti e bassi.
Marco non aveva mai pensato a Michela in un certo modo, ma questa volta era diverso, lei era diversa, non solo fisicamente, era chiaro che amava essere guardata e ricevere i complimenti, decise dunque di avanzare piano piano, con descrizione per vedere cosa poteva succedere. Chiaramente la situazione era particolare, c'era sua moglie, la famiglia di lei, doveva stare molto attento a tutto.
Abitando a pochi metri di distanza si incrociavano spesso e sapeva quando lei era sola in casa. Un pomeriggio quasi per caso, vide che il marito di lei e i figli stavano uscendo e ne approfittò per fingere una visita improvvisata.
"Ciao Marco, come va?", disse lei appena lo vide.
"Ciao, mi invitate il caffè?", disse lui, fingendo di non sapere che era sola.
"Certo, ma mio marito non c'é, accomodati, ti faccio il caffé".
"Come va l'abbronzatura?", iniziò lui.
"Bene, sto attenta a non scottarmi ma sto prendendo colore finalmente"
"Hai dato retta al mio consiglio, hai tolto il reggiseno?",
"No, ma sei matto, figurati mio marito cosa direbbe",
"Ma se vai negli scogli, dove c'è poca gente, neppure lo viene a sapere. Scusa se mi permetto, ma sono curioso di vederti in topless, devi essere uno spettacolo."
Erano questi i complimenti che piacevano a Michela, che la stuzzicavano profondamente.
"Mi vuoi vedere le tette eh?", disse lei ridendo.
"Perché no? Non piacerebbe a te?",
"Fai da buono, cosa direbbe tua moglie?", disse lei portandogli il caffè ormai pronto.
Lui cercò di fare un passo indietro, ma sapeva che il colpo aveva funzionato.
"Come va il lavoro, Michela, tutto ok?", del lavoro non poteva essere particolarmente interessato, ma in quel momento bisognava cambiare discorso.
"Bene, bene, non mi lamento".
"Cosa dicono i colleghi, ci provano?", provocando la risatina di lei.
"Ma va là",
"Mi vuoi dire che non vorrebbero vederti con poca roba addosso con quel fisichino?", osò lui, sapendo di pungerla nell'orgoglio.
"Ma forse, qualcuno", rispose lei ridacchiando.
"Ahhh vedi, dimmi la verità, tanto siamo soli, qualcuno ti ha portata a letto?".
"Ma Marco!", disse lei accennando un sorrisino malizioso.
"Ahhh, ho capito, brava, hai fatto bene, ogni tanto ci vuole", rispose lui anticipando la risposta di lei.
Lei diventò rosso ma non negò.
"Dai, non ti preoccupare, con me puoi parlare. Non c'è niente di strano, ti hanno fatta divertire almeno?"
"Sì, vabbé, mi sono divertita, ma mi imbarazza parlarne".
"Hai ragione dai, non ti preoccupare, grazie per il caffè, però ora ti immagino mentre ti facevano divertire" e rise, assieme a lei.
Marco aveva capito che lei ci sarebbe stata prima o poi, ma non voleva esagerare e per il momento era giusto smetterla.
Aveva già ottenuto molto, la fiducia di lei soprattutto, tant'è che quando si rividero in compagnia, gli sguardi di lei erano diversi, più complici.
E se la immaginava mentre i colleghi la facevano divertire, chissà quanti e chissà se assieme o uno alla volta. Di certo qualche collega si era scopato la nuova Michela.
Fu di nuovo in spiaggia che Marco riuscì a trovare Michela sola, era una gran fatica sperare che il marito, o qualcuno della famiglia, non ci fosse. Ed era anche frustrante perché ormai non riusciva a togliersi dalla testa la vicina che durante l'anno prendeva qualche uccello extra. Immaginava a come la cavalcassero e ai suoi gridolini di piacere.
"Finalmente ci si ritrova", disse lui.
"Ma se ci vediamo sempre ...",
"Beh soli, intendevo. Mi hai sorpreso l'altro giorno, non pensavo che potessimo parlare liberamente di certe cose".
"Eh lo so, a volte fa bene parlarne", fece lei aprendo a un approfondimento di quei discorsi.
"Perché non ne parliamo negli scogli, ben nascosti, così nessuno ci disturba?".
"Ma come faccio? Ci vedrebbero sicuramente andare assieme".
"Non andiamo assieme, tu vai e poi io ti raggiungo".
Non era molto convinta lei, ma alla fine accettò e andò negli scogli, in un punto che Marco le aveva indicato, lotano da occhi indiscreti e lui la raggiunse qualche minuto dopo, senza destare sospetti.
"Eccoci, Michela, finalmente, avevo proprio voglia di stare con te", disse lui, in modo molto diretto e sincero.
"Grazie, mi fa piacere, ma non vorrei che pensassi male", si giustificò lei.
"Ma figurati, è solo per parlare un po' liberamente, anzi perché non togli il reggiseno?"
Lei rise e ripeté "Mi vuoi proprio vedere le tette eh".
Quando lei rimase in topless, lui la riempì di complimenti.
"Che spettacolo, Michela, che tettone, sei proprio da ...",
"Da cosa??" interruppe lei, ridendo.
"Davvero ti piaccio?", disse poi col solito atteggiamento da oca, che non si capiva se fosse naturale o forzato.
"Sì, davvero, sei uno spettacolo. Beati i tuoi colleghi che hanno potuto toccarle. Dai raccontami di loro".
"Ma cosa dovrei dire?"
"Ma niente, come ti hanno conquistata, come ti hanno convinta, come ti hanno fatta urlare", osò lui ridacchiando.
Intanto si sdraiarono per prendere il sole.
"Eh sai, dopo la dieta ho ricominciato a sentire certe cose, certi complimenti mi hanno cominciato a fare un certo effetto. C'era un collega che faceva sempre battutine, una sera dopo una cena aziendale mi ha riaccompagnata a casa e ci siamo baciati."
"Vabbé baciati, ti avrà anche toccato le tette", interruppe lui con le sue solite battutine.
"Sì, in effetti", rispose lei ridendo.
"Dimmi, quanti colleghi hanno toccato le tue tette?"
"Due",
"Ah però e quanti uccelli hai toccato tu?"
"Sempre due"
"Ah brava e quanti uccelli hai preso nella passerina?", disse lui sempre più malizioso guardando gli slip di lei.
"Due, sempre due".
"Domanda finale, quanti uccelli ha preso Michelina nel culetto?",
"Aahaha che maiale, Marco. Comunque sempre due".
"Brava, servizio completo. Comunque questi discorsi mi hanno fatto un certo effetto, meglio se facciamo un bagno no?"
Così si immersero un po', dopo tanto caldo.
In acqua ci fu qualche contatto fisico quasi involontario e quando tornarono a riva, Marco non smetteva di guardarla, tutta bagnata, quasi nuda.
"Beh permettimi di asciugarti io", la avvolse nell'asciugamano e cominciò ad asciugarla, arrivato al seno, prese coraggio e assaggiò un capezzolo.
"Che buon sapore di tette con sale", rise lui.
"Dai, Marco, qui no, ci possono vedere"
"Allora andiamo lì dietro, nascosti, però ti fai mangiare le tette!".
Ormai Michela era eccitata, ma il luogo era pericoloso, potevano vederli in qualsiasi momento e non c'era un posto totalmente nascosto.
Si appartarono un po', Marco continuò a magiare le tette di Michela, poi si abbassò i boxer mostrando il suo pene in erezione.
"Fatti schizzare sulle tette, dai", chiese lui quasi implorando.
"Dai sbrigati", disse lei guardandosi intorno spaventata.
"Succhiamelo un po'",
"Non posso, dai", ma cominciò a prenderlo in bocca e a leccargli le palle.
"Mettimelo nelle tette, dai, sbrigati".
Marco, quando sentì il cazzo in mezzo alle tette calde di lei, non poté resistere ed esplose in una sborrata abbondantissima addosso a lei.
Mentre cercava di nascondersi, Michela si sentì inondata di sperma e quasi di istinto ripulì il cazzo di Marco con la bocca.
Quando si rimisero un po', lei frettolosamente e visibilmente imbarazzata si lavò, si rivestì e andò via, quasi senza salutare.
Marco era soddisfatto, ce l'aveva fatta, non se l'era scopata, ma almeno aveva ottenuto qualcosa, lei invece tornò a casa turbata, eccitata ma turbata.
Se prima gli sguardi in presenza di altre persone tra Michela e Marco erano sorridenti e quasi maliziosi, dopo quel che accadde cambiarono. Lei era vistosamente imbarazzata, lui anche, soprattutto perchè non capiva cosa passava per la mente di lei.
Riuscì a incrociarla furtivamente un pomeriggio e a chiederle cosa pensava di quel che era successo.
"Sì, sono in imbarazzo, abbiamo fatto una cazzata",
"Ma dai, è successo, siamo adulti",
"Ma non doveva succedere",
"Ma di cosa ti vergogni? Eri stupenda in topless e quando ti sei lasciata andare"
Ormai Marco aveva capito che i complimenti erano fondamentali per convincerla.
"Davvero mi trovavi stupenda?"
"Sì, e succhi da dio", disse lui sotto voce.
Lei rise "scemo", disse.
"Quando lo rifacciamo?", provò lui.
"Ma qui non si può, mi dà l'ansia",
"Però ti andrebbe una bella scopata?"
"Sì, però dove?",
"Ci penso io".
In spiaggia, benchè nascosti da qualche parte, era improponibile, in casa, cercando di ritagliarsi qualche momento soli, era ancora più utipistico, senza contare l'ansia di essere scoperti, con tutte le conseguenze del caso.
Ma Marco aveva la soluzione: c'era un appartamento di un suo amico, di cui aveva le chiavi e il suo amico non c'era, bastava trovarsi lì e nessuno avrebbe sospettato, visto che entrambi andavano in spiaggia in certi orari da soli.
Riuscì di nascosto a comunicarlo a Michela e le diede appuntamento per il pomeriggio successivo.
E Michela si presentò puntuale, in tenuta da spiaggia.
"Finalmente, entra, siamo soli".
Michela, per niente imbarazzata, entrò e si mise a dare un'occhiata al piccolo appartamento da vacanze.
"Per fortuna sei qui, sei venuta a prenderti una bella ... abbronzatura?", disse lui con una delle sue solite battutine e continuò.
"Poco sesso in vacanza?",
"Poco? Niente! Come si fa con tutta la gente che c'é in casa?",
"Hai ragione, meglio ritagliarci questo spazio tutto per noi no? Vieni fatti spogliare".
Marco le tolse il vestito e poi il reggiseno.
"Mamma che tette!", esclamò dedicandosi a riempirle di baci e carezze.
Poi Michela si lasciò sfilare gli slip, senza opporre resistenza, rimanendo solo con le scarpe con tacco alto.
"Oh finalmente di vedo tutta nuda, che bel ciuffetto", disse ridendo e guardandole le fica, curata e con una striscina molto eccitante.
"Ti piace? Un po' da pornostar eh?"
"Aahaha sì, effetti, a tuo marito piace?"
"Mah, non so se se ne sia neppure accorto lui", aggiunse lei, rimanendo in piedi e mostrando senza vergogna la sua fica.
"Ma i tuoi colleghi che dicono?",
"A loro piace. Dov'é il bagno?", chiese e si diresse a cercare il bagno e senza alcun pudore, quando lo trovò si sedette nel wc ed esclamò
"Che voglia di pisciare che avevo".
Marco, rimase impietrito, eccitato, quasi sconvolto da Michela che faceva l'oca e si offriva in quel modo indecente.
Si lavò la passerina e poi disse "cosa facciamo?", con un'espressione quasi innocente.
"Bhe non so te, io penso che ti scoperò di brutto", disse lui ridendo e accompagnandola a forza di piccole sculacciate nella camera da letto.
Fu lei, senza dire nulla, a spogliare Marco e cominciare un pompino. Lo faceva in modo naturale, senza curarsi se fosse gradito, lo prese e cominciò il suo show.
Quando ebbe messo a punto l'arnese di Marco, indietreggiò nel letto, aprì le gambe e disse "Ora cosa mi fai?".
E fu così che Michela si prese una gran bella scopata pomeridiana, sempre spudoratamente con le gambe aperte, pronta farsi sbattere. Anche il suo modo di parlare diventava spudorato, quasi sguaiato e Marco ne approfittava per provocarla.
"Sono il primo che ti scopa qui in vacanza?" e le rispondeva distrattamente una specie di si.
"Verrai a trovarmi spesso per farti sbattere?"
"Quanta voglia di cazzo avevi, Michelina?".
Lei sembrava non fare attenzione a quelle domande, ma in realtà le sentiva e le facevano aumentare l'eccitazione. Per lei il sesso era essere al centro di tutto, essere ammirata, desiderata e poi scopata.
Non provava nessun tipo di attrazione che non fosse fisico nei confronti di Marco, dava la sensazione come se al posto suo ci potesse essere qualsiasi altro uomo, purché con un bel cazzo.
Michela, continuò a godersi la scopata, muovendosi, cercando la posizione migliore per sentirlo dentro, finché non ebbe un gran bel orgasmo e si distese ansimante nel letto.
Non si accorse neppure che Marco le era venuto propria sopra il sedere.
Se ne accorse solo dopo, quando fece per alzarsi
"Ehi, mi ha sborrata tutta nel culo", disse con la sua consueta eccitante sfrontatezza.
"Sì, signora, si rivesta magari la vanno a cercare in spiaggia. Cosa direbbe a suo marito? Che le hanno sborrato il culetto?".
Risero un po', si ripulirono, nel bagno lei non faceva altro che guardarsi allo specchio, si sistemava i capelli, il viso, ma era ancora completamente nuda, se non fosse per le scarpe con tacco.
Marco la osservò un po' da dietro, la vedeva come faceva la civetta, come muoveva il culo in modo sexy senza fare caso che da dietro lui lo guardava. Intravedeva quella fica che qualche minuto prima si era goduto, così calda, così predisposta a essere penetrata.
E non poteva resistere, si avvicinò e cercò di prenderla da dietro.
"Che fai, è tardi, devo andare", lo interruppe lui.
"Solo una sveltina, non resisto" e questa volta fu lui a fare i suoi comodi e mentre lei si teneva al lavabo, la scopò di nuovo, con più furia di prima. Lei sebbene all'inizio fosse riluttante, si lasciò scopare di nuovo, questa volta in piedi. Fu tutto più rapido, una volta finito, lei si ripulì rapidamente e sgattaiolò fuori da quel piccolo appartamento.
Passarono altri pomeriggi assieme, lei sempre spudoratamente nuda e con le gambe aperte, pronta a prendersi delle belle scopate e ogni tanto anche qualche inculata.
Fu una splendida estate calda.
Michela, veniva da un periodo felice, in cui era riuscita a perdere quei kg di troppo che aveva accumulato. Era riuscita ad azzeccare la dieta giusta, accompagnata da attività fisica e finalmente cominciava piacersi. Il suo corpo che prima vedeva orrendo, ora migliorava ogni giorno, invogliandola a continuare. L'estate venne a pennello per sfoggiare un fisico migliorato e vedere la reazione della gente.
A luglio tutta la famiglia più la sua sorella piccola, 22enne e il fidanzato, si trasferirono nella loro casetta delle vacanze per un mesetto di totale relax.
Tra i vicini c'erano una coppia, che ormai aveva superato la cinquantina, con cui spesso si vedevano e mangiavano assieme, nelle ricorrenze estive più importanti.
Lui, Marco, era un tipo molto allegro, sempre pronto alla battuta e col quale aveva sempre avuto una certa confidenza
Al loro arrivo ci furono i classici saluti dopo mesi in cui non si vedevano. La forma fisica ritrovata di Michela, fu argomento di complimenti da parte dei vicini.
Michela non era alta, era ancora un po' rotondetta, ma al punto giusto, ora le sue forme risaltavano meglio e Marco lo notò subito, pur non potendolo dire direttamente davanti a tutti.
In più c'era la sorella piccola, molto carina, fisico giovane, anche lei, come la sorella maggiore, formosa e con due occhi azzurri che rendevano il suo sguardo come angelicale.
Fu un giorno in spiaggia, mentre Michela era da sola a prendere il sole, che capitò l'occasione per Marco di attaccare bottone, senza il disturbo delle altre persone.
"Oh eccola la Michela ad arrostirsi al sole", esordì lui col suo solito tono scherzoso.
"Ciao Marco, anche tu in spiaggia?".
Michela era sempre stata un po' particolare, difficile da decifrare, a volte nelle sue uscite un po' sguaiate sembrava un po' oca, altre volte era più seria e riflessiva. Amava vestirsi in modo sempre piuttosto vistoso, con scarpe cn tacchi alti per sopperire alla sua statura sotto la media e abbondanti scollature per valorizzare la sua quarta, di cui evidentemente andava orgogliosa.
"Che bel costumino, Michela, bisogna sfoggiarlo ora eh".
"Grazie, ora finalmente me lo posso permettere"
"Ma va, hai sempre avuto un bel fisico. Piuttosto tua sorella, l'ho vista prima in spiaggia col suo ragazzo, in topless, che tette spettacolari che ha!"
"Eh lei è giovane, se lo può permettere", disse lei.
"Ma anche tu, non fare la modesta, potresti stare tranquillamente in topless. E' un dono di famiglia quel seno eh".
"Eh sì, grazie, ma io non lo farei mai, mio marito si incazzerebbe",
"Che peccato!", chiosò lui.
Michela rise e lo guardò, era per lei un gran complimento. Da quando aveva perso parecchi kg, riceveva qualche bel complimento, sia da colleghi di lavoro sia in palestra e risvegliava in lei quell'atteggiamento da 'oca' maliziosa, che amava sentirsi osservata.
Dopo anni in cui era arrivata a non sentirsi più una donna, appesantita da kg e da anni di un matrimonio felice, ma che cominciava a mostrare i classici alti e bassi.
Marco non aveva mai pensato a Michela in un certo modo, ma questa volta era diverso, lei era diversa, non solo fisicamente, era chiaro che amava essere guardata e ricevere i complimenti, decise dunque di avanzare piano piano, con descrizione per vedere cosa poteva succedere. Chiaramente la situazione era particolare, c'era sua moglie, la famiglia di lei, doveva stare molto attento a tutto.
Abitando a pochi metri di distanza si incrociavano spesso e sapeva quando lei era sola in casa. Un pomeriggio quasi per caso, vide che il marito di lei e i figli stavano uscendo e ne approfittò per fingere una visita improvvisata.
"Ciao Marco, come va?", disse lei appena lo vide.
"Ciao, mi invitate il caffè?", disse lui, fingendo di non sapere che era sola.
"Certo, ma mio marito non c'é, accomodati, ti faccio il caffé".
"Come va l'abbronzatura?", iniziò lui.
"Bene, sto attenta a non scottarmi ma sto prendendo colore finalmente"
"Hai dato retta al mio consiglio, hai tolto il reggiseno?",
"No, ma sei matto, figurati mio marito cosa direbbe",
"Ma se vai negli scogli, dove c'è poca gente, neppure lo viene a sapere. Scusa se mi permetto, ma sono curioso di vederti in topless, devi essere uno spettacolo."
Erano questi i complimenti che piacevano a Michela, che la stuzzicavano profondamente.
"Mi vuoi vedere le tette eh?", disse lei ridendo.
"Perché no? Non piacerebbe a te?",
"Fai da buono, cosa direbbe tua moglie?", disse lei portandogli il caffè ormai pronto.
Lui cercò di fare un passo indietro, ma sapeva che il colpo aveva funzionato.
"Come va il lavoro, Michela, tutto ok?", del lavoro non poteva essere particolarmente interessato, ma in quel momento bisognava cambiare discorso.
"Bene, bene, non mi lamento".
"Cosa dicono i colleghi, ci provano?", provocando la risatina di lei.
"Ma va là",
"Mi vuoi dire che non vorrebbero vederti con poca roba addosso con quel fisichino?", osò lui, sapendo di pungerla nell'orgoglio.
"Ma forse, qualcuno", rispose lei ridacchiando.
"Ahhh vedi, dimmi la verità, tanto siamo soli, qualcuno ti ha portata a letto?".
"Ma Marco!", disse lei accennando un sorrisino malizioso.
"Ahhh, ho capito, brava, hai fatto bene, ogni tanto ci vuole", rispose lui anticipando la risposta di lei.
Lei diventò rosso ma non negò.
"Dai, non ti preoccupare, con me puoi parlare. Non c'è niente di strano, ti hanno fatta divertire almeno?"
"Sì, vabbé, mi sono divertita, ma mi imbarazza parlarne".
"Hai ragione dai, non ti preoccupare, grazie per il caffè, però ora ti immagino mentre ti facevano divertire" e rise, assieme a lei.
Marco aveva capito che lei ci sarebbe stata prima o poi, ma non voleva esagerare e per il momento era giusto smetterla.
Aveva già ottenuto molto, la fiducia di lei soprattutto, tant'è che quando si rividero in compagnia, gli sguardi di lei erano diversi, più complici.
E se la immaginava mentre i colleghi la facevano divertire, chissà quanti e chissà se assieme o uno alla volta. Di certo qualche collega si era scopato la nuova Michela.
Fu di nuovo in spiaggia che Marco riuscì a trovare Michela sola, era una gran fatica sperare che il marito, o qualcuno della famiglia, non ci fosse. Ed era anche frustrante perché ormai non riusciva a togliersi dalla testa la vicina che durante l'anno prendeva qualche uccello extra. Immaginava a come la cavalcassero e ai suoi gridolini di piacere.
"Finalmente ci si ritrova", disse lui.
"Ma se ci vediamo sempre ...",
"Beh soli, intendevo. Mi hai sorpreso l'altro giorno, non pensavo che potessimo parlare liberamente di certe cose".
"Eh lo so, a volte fa bene parlarne", fece lei aprendo a un approfondimento di quei discorsi.
"Perché non ne parliamo negli scogli, ben nascosti, così nessuno ci disturba?".
"Ma come faccio? Ci vedrebbero sicuramente andare assieme".
"Non andiamo assieme, tu vai e poi io ti raggiungo".
Non era molto convinta lei, ma alla fine accettò e andò negli scogli, in un punto che Marco le aveva indicato, lotano da occhi indiscreti e lui la raggiunse qualche minuto dopo, senza destare sospetti.
"Eccoci, Michela, finalmente, avevo proprio voglia di stare con te", disse lui, in modo molto diretto e sincero.
"Grazie, mi fa piacere, ma non vorrei che pensassi male", si giustificò lei.
"Ma figurati, è solo per parlare un po' liberamente, anzi perché non togli il reggiseno?"
Lei rise e ripeté "Mi vuoi proprio vedere le tette eh".
Quando lei rimase in topless, lui la riempì di complimenti.
"Che spettacolo, Michela, che tettone, sei proprio da ...",
"Da cosa??" interruppe lei, ridendo.
"Davvero ti piaccio?", disse poi col solito atteggiamento da oca, che non si capiva se fosse naturale o forzato.
"Sì, davvero, sei uno spettacolo. Beati i tuoi colleghi che hanno potuto toccarle. Dai raccontami di loro".
"Ma cosa dovrei dire?"
"Ma niente, come ti hanno conquistata, come ti hanno convinta, come ti hanno fatta urlare", osò lui ridacchiando.
Intanto si sdraiarono per prendere il sole.
"Eh sai, dopo la dieta ho ricominciato a sentire certe cose, certi complimenti mi hanno cominciato a fare un certo effetto. C'era un collega che faceva sempre battutine, una sera dopo una cena aziendale mi ha riaccompagnata a casa e ci siamo baciati."
"Vabbé baciati, ti avrà anche toccato le tette", interruppe lui con le sue solite battutine.
"Sì, in effetti", rispose lei ridendo.
"Dimmi, quanti colleghi hanno toccato le tue tette?"
"Due",
"Ah però e quanti uccelli hai toccato tu?"
"Sempre due"
"Ah brava e quanti uccelli hai preso nella passerina?", disse lui sempre più malizioso guardando gli slip di lei.
"Due, sempre due".
"Domanda finale, quanti uccelli ha preso Michelina nel culetto?",
"Aahaha che maiale, Marco. Comunque sempre due".
"Brava, servizio completo. Comunque questi discorsi mi hanno fatto un certo effetto, meglio se facciamo un bagno no?"
Così si immersero un po', dopo tanto caldo.
In acqua ci fu qualche contatto fisico quasi involontario e quando tornarono a riva, Marco non smetteva di guardarla, tutta bagnata, quasi nuda.
"Beh permettimi di asciugarti io", la avvolse nell'asciugamano e cominciò ad asciugarla, arrivato al seno, prese coraggio e assaggiò un capezzolo.
"Che buon sapore di tette con sale", rise lui.
"Dai, Marco, qui no, ci possono vedere"
"Allora andiamo lì dietro, nascosti, però ti fai mangiare le tette!".
Ormai Michela era eccitata, ma il luogo era pericoloso, potevano vederli in qualsiasi momento e non c'era un posto totalmente nascosto.
Si appartarono un po', Marco continuò a magiare le tette di Michela, poi si abbassò i boxer mostrando il suo pene in erezione.
"Fatti schizzare sulle tette, dai", chiese lui quasi implorando.
"Dai sbrigati", disse lei guardandosi intorno spaventata.
"Succhiamelo un po'",
"Non posso, dai", ma cominciò a prenderlo in bocca e a leccargli le palle.
"Mettimelo nelle tette, dai, sbrigati".
Marco, quando sentì il cazzo in mezzo alle tette calde di lei, non poté resistere ed esplose in una sborrata abbondantissima addosso a lei.
Mentre cercava di nascondersi, Michela si sentì inondata di sperma e quasi di istinto ripulì il cazzo di Marco con la bocca.
Quando si rimisero un po', lei frettolosamente e visibilmente imbarazzata si lavò, si rivestì e andò via, quasi senza salutare.
Marco era soddisfatto, ce l'aveva fatta, non se l'era scopata, ma almeno aveva ottenuto qualcosa, lei invece tornò a casa turbata, eccitata ma turbata.
Se prima gli sguardi in presenza di altre persone tra Michela e Marco erano sorridenti e quasi maliziosi, dopo quel che accadde cambiarono. Lei era vistosamente imbarazzata, lui anche, soprattutto perchè non capiva cosa passava per la mente di lei.
Riuscì a incrociarla furtivamente un pomeriggio e a chiederle cosa pensava di quel che era successo.
"Sì, sono in imbarazzo, abbiamo fatto una cazzata",
"Ma dai, è successo, siamo adulti",
"Ma non doveva succedere",
"Ma di cosa ti vergogni? Eri stupenda in topless e quando ti sei lasciata andare"
Ormai Marco aveva capito che i complimenti erano fondamentali per convincerla.
"Davvero mi trovavi stupenda?"
"Sì, e succhi da dio", disse lui sotto voce.
Lei rise "scemo", disse.
"Quando lo rifacciamo?", provò lui.
"Ma qui non si può, mi dà l'ansia",
"Però ti andrebbe una bella scopata?"
"Sì, però dove?",
"Ci penso io".
In spiaggia, benchè nascosti da qualche parte, era improponibile, in casa, cercando di ritagliarsi qualche momento soli, era ancora più utipistico, senza contare l'ansia di essere scoperti, con tutte le conseguenze del caso.
Ma Marco aveva la soluzione: c'era un appartamento di un suo amico, di cui aveva le chiavi e il suo amico non c'era, bastava trovarsi lì e nessuno avrebbe sospettato, visto che entrambi andavano in spiaggia in certi orari da soli.
Riuscì di nascosto a comunicarlo a Michela e le diede appuntamento per il pomeriggio successivo.
E Michela si presentò puntuale, in tenuta da spiaggia.
"Finalmente, entra, siamo soli".
Michela, per niente imbarazzata, entrò e si mise a dare un'occhiata al piccolo appartamento da vacanze.
"Per fortuna sei qui, sei venuta a prenderti una bella ... abbronzatura?", disse lui con una delle sue solite battutine e continuò.
"Poco sesso in vacanza?",
"Poco? Niente! Come si fa con tutta la gente che c'é in casa?",
"Hai ragione, meglio ritagliarci questo spazio tutto per noi no? Vieni fatti spogliare".
Marco le tolse il vestito e poi il reggiseno.
"Mamma che tette!", esclamò dedicandosi a riempirle di baci e carezze.
Poi Michela si lasciò sfilare gli slip, senza opporre resistenza, rimanendo solo con le scarpe con tacco alto.
"Oh finalmente di vedo tutta nuda, che bel ciuffetto", disse ridendo e guardandole le fica, curata e con una striscina molto eccitante.
"Ti piace? Un po' da pornostar eh?"
"Aahaha sì, effetti, a tuo marito piace?"
"Mah, non so se se ne sia neppure accorto lui", aggiunse lei, rimanendo in piedi e mostrando senza vergogna la sua fica.
"Ma i tuoi colleghi che dicono?",
"A loro piace. Dov'é il bagno?", chiese e si diresse a cercare il bagno e senza alcun pudore, quando lo trovò si sedette nel wc ed esclamò
"Che voglia di pisciare che avevo".
Marco, rimase impietrito, eccitato, quasi sconvolto da Michela che faceva l'oca e si offriva in quel modo indecente.
Si lavò la passerina e poi disse "cosa facciamo?", con un'espressione quasi innocente.
"Bhe non so te, io penso che ti scoperò di brutto", disse lui ridendo e accompagnandola a forza di piccole sculacciate nella camera da letto.
Fu lei, senza dire nulla, a spogliare Marco e cominciare un pompino. Lo faceva in modo naturale, senza curarsi se fosse gradito, lo prese e cominciò il suo show.
Quando ebbe messo a punto l'arnese di Marco, indietreggiò nel letto, aprì le gambe e disse "Ora cosa mi fai?".
E fu così che Michela si prese una gran bella scopata pomeridiana, sempre spudoratamente con le gambe aperte, pronta farsi sbattere. Anche il suo modo di parlare diventava spudorato, quasi sguaiato e Marco ne approfittava per provocarla.
"Sono il primo che ti scopa qui in vacanza?" e le rispondeva distrattamente una specie di si.
"Verrai a trovarmi spesso per farti sbattere?"
"Quanta voglia di cazzo avevi, Michelina?".
Lei sembrava non fare attenzione a quelle domande, ma in realtà le sentiva e le facevano aumentare l'eccitazione. Per lei il sesso era essere al centro di tutto, essere ammirata, desiderata e poi scopata.
Non provava nessun tipo di attrazione che non fosse fisico nei confronti di Marco, dava la sensazione come se al posto suo ci potesse essere qualsiasi altro uomo, purché con un bel cazzo.
Michela, continuò a godersi la scopata, muovendosi, cercando la posizione migliore per sentirlo dentro, finché non ebbe un gran bel orgasmo e si distese ansimante nel letto.
Non si accorse neppure che Marco le era venuto propria sopra il sedere.
Se ne accorse solo dopo, quando fece per alzarsi
"Ehi, mi ha sborrata tutta nel culo", disse con la sua consueta eccitante sfrontatezza.
"Sì, signora, si rivesta magari la vanno a cercare in spiaggia. Cosa direbbe a suo marito? Che le hanno sborrato il culetto?".
Risero un po', si ripulirono, nel bagno lei non faceva altro che guardarsi allo specchio, si sistemava i capelli, il viso, ma era ancora completamente nuda, se non fosse per le scarpe con tacco.
Marco la osservò un po' da dietro, la vedeva come faceva la civetta, come muoveva il culo in modo sexy senza fare caso che da dietro lui lo guardava. Intravedeva quella fica che qualche minuto prima si era goduto, così calda, così predisposta a essere penetrata.
E non poteva resistere, si avvicinò e cercò di prenderla da dietro.
"Che fai, è tardi, devo andare", lo interruppe lui.
"Solo una sveltina, non resisto" e questa volta fu lui a fare i suoi comodi e mentre lei si teneva al lavabo, la scopò di nuovo, con più furia di prima. Lei sebbene all'inizio fosse riluttante, si lasciò scopare di nuovo, questa volta in piedi. Fu tutto più rapido, una volta finito, lei si ripulì rapidamente e sgattaiolò fuori da quel piccolo appartamento.
Passarono altri pomeriggi assieme, lei sempre spudoratamente nuda e con le gambe aperte, pronta a prendersi delle belle scopate e ogni tanto anche qualche inculata.
Fu una splendida estate calda.
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