La sexy reporter

di
genere
sentimentali

Era sempre stata una bella ragazza, la tipica bella ragazza di provincia, desiderata da tutti e considerata una specie di sex symbol.
Il problema é che si era talmente abituata a quel ruolo che ne era diventata prigioniera, tanto che quando tentò fortuna in qualche concorso di bellezza a livello nazionale, ebbe delle grosse delusioni.
A quel livello era una delle tante, non arrivava neppure a sfiorare i premi. Fu un brusco risveglio, dopo sogni di grandezza effimera.
Ma Gaia, non era tipa da mollare facilmente, ormai si era autoconvinta di poter diventare famosa.
Il suo fisico non era da modella, aveva delle forme troppo abbondanti, era la classica bionda maggiorata che stuzzica la fantasia dei maschietti, ma non aveva altro tipo di talente, se non la parlantina.
Era spigliata, simpatica, spontanea, divertente e molto determinata, consapevole di poter ottenere qualcosa dal suo fisico.
Passò per qualche letto di qualche mezzo produttore e finalmente ottenne il primissimo risultato, quando in una tele locale di buona diffusione, fu scelta per un programma estivo, in cui andava a fare interviste allegre in spiaggia.
Non passava certo inosservata con la sua mini in jeans estiva e i suoi bikini, che mostravano inequivocabilmente le sue forme. I maschietti facevano la fila per essere intervistati da lei e il programma ebbe per il suo tocco leggero e frizzante un buonissimo successo di pubblico. Gli sponsor, sia pure a livello regionale, si moltiplicarono.
Arrivarono anche molte proposte a Gaia, alcune anche interessanti dal punto di vista economico, ma quasi tutte erano per foto sexy, alcune anche decisamente osé.
Era consapevole che il suo fisico fosse la cosa che più accendeva la fantasia, ma sapeva anche che la sua spigliatezza potesse conferire al personaggio qualcosa in più che la solita bionda oca maggiorata. Ecco perché l'idea era solo quella di continuare con la televisione e non certo solo a livello regionale, ambiva a molto di più.
Bisognava attirare l'attenzione ma senza bruciarsi. Un servizio di foto nuda, a meno che non fosse Playboy, non la convincevano.
Nel canale dove lavorava le proposero un'idea che poteva essere intrigante: fare le solite interviste in spiaggia, ma su una spiaggia per nudisti. Naturalmente anche lei nuda ma con oscurate le parti intime di tutti (e anche il viso in alcuni casi). Era un modo per stuzzicare la fantasia ma senza esagerare. Lei accettò, stare nuda non era un problema, tanto più in una spiaggia nudista, sarebbe stata lei e il cameraman. La reporter sexy, questo era il personaggio che si voleva ritagliare; sexy, desiderata, carina, ma non volgare.
Andò col suo solito cameraman, quello che la accompagnava di solito in spiaggia; il canale aveva contattato la gestione della spiaggia nudista e avevano concordato un'intervista simpatica.
I gestori erano marito e moglie, nel bungalow che fungeva da ufficio la accolsero gentilmente, preparandosi per l'intervista-
Erano persone più vicine ai 50 che ai 40, lei era già nuda quando arrivarono mentre lui aveva dei boxer rossi.
Andarono in spiaggia assieme ad altre persone e cominciò l'intervista vera e propria. Il gestore tolse subito i boxer e per Gaia fu inevitabile guardare le sue parti intime, non era abituata e gli occhi caddero lì. Poi fu la volta del cameraman, che era quello che si vergognava maggiormente, infine dissero a Gaia di togliersi tutto e correre in acqua. Lei prese coraggio, tolse prima gli slip, sotto lo sguardo incredulo del cameraman, poi il reggiseno e corse in acqua col microfono in mano, finalmente tutta nuda.
Dopo l'imbarazzo iniziale, si sentì a suo agio, le altre persone erano simpatiche e nessuna era un guardone squallido con la bava alla bocca. I corpi nudi non erano francamente un grande spettacolo, ma la loro esibita nudità non voleva essere uno spettacolo.
Le spiegarono lo spirito del naturismo, che non ha niente a che vedere col sesso. Fu così che cominciarono le domande di Gaia, soprattutto alla signora che sembrava la più propensa a parlare.
-"Chi viene in questo circolo?".
-"Vengono tutti i tipi di persona, di tutte le età, tutti appassionati al naturismo o perché vogliono provare. Qui nessuno giudica".
-"Ma può capitare che venga qualcuno solo per esibizionismo o per guardare donne nude?".
-"Sì, certo che può capitare".
""E voi lo accettate?".
-"Certo, perché no? Finché rispetta le normali norme di civiltà, tutti sono accettati."
-"Anche se viene solo per guardare?"
-"Sono affari suoi, basta che non infastidisca. Poi che c'é di male nel guardare? Pensi che nessuno ti abbia guardato la passerina in questo momento?".
Risero tutti e Gaia sentì che l'attenzione degli sguardi concentrarsi sulla sua vagina.
-"Tu non guardare", disse lei ridendo al cameraman e poi proseguì.
-"Avete detto che il nudismo non ha niente a che fare col sesso, ma qui fare sesso all'aperto é permesso?".
-"No, non é permesso, non per moralismo, quanto perché questa é semplicemente una spiaggia per naturisti, che potrebbero non gradire certe visioni, non tutti sono uguali. In altri posti, soprattutto in Francia, é permesso, ma sono scelte, ognuno fa le sue e vanno rispettate".
Fecero una pausa.
-"Come ti é sembrato? Strano eh?", disse Gaia al suo cameraman.
-"Non dirlo a me. Comunque bene, sei stata spigliata, ma copriti per favore", disse in tono serio, quasi non reggesse più la vista di Gaia tutta nuda.
Lei rise e si mise una magliettina bianca, da cui però si notava troppo l'assenza di mutandine.
Andarono al bar a prendere qualcosa e nonostante cercasse di fare finta che fosse tutto normale, Gaia si sentiva a disagio, stava col cameraman vicino, col gestore e con altre persone, tutte nude. Non é che fosse eccitata, ma non poteva evitare di guardare gli uccelli. Alcuni erano brutti, quello del gestore lo aveva visto da subito che era notevole e anche quello del cameraman non era male. Fisicamente non le piaceva per niente lui, che si chiamava Marco, era su di peso, troppo peloso per i suoi gusti, lei che ambiva a molto di più. Però non poteva negare che avesse un bel pene e una sbirciatina ogni tanto, quasi inconsapevolmente la dava.
Tornarono in spiaggia e tornò nuda, proseguì con le domande ai passanti, nel via vai sentì anche che il cameraman la sfiorò col suo coso.
Si stufò presto delle interviste, si era stancata, aveva voglia di coprirsi e chiese al cameraman se era il caso di andare via, ormai avevano filmato abbastanza.
Andarono nello stanzino dove avevano lasciato la roba per rivestirsi, ma l'ennesima occhiatina di lei al pene, fece prendere coraggio a Marco che si avvicinò a lei sfiorandola.
-"Non vestirti, rimani così e fatti toccare tutta", lei rimase immobile, non poteva dire di sì, ma non poteva negare che era eccitata.
Sentì il pene dietro, che si appoggiava su di lei, sentì le mani di Marco che salivano e le prendevano il seno, sentì il suo respiro sul collo mentre inarcava il corpo in avanti segno di resa.
-"Hai preservativi?", disse lei, accettando l'abbraccio intimo.

-"No, ma vengo fuori, non ti preoccupare", chiuse a chiave la porta dello stanzino e tornò nella posizione di prima.
Lei accettò e rimanendo di spalle, dopo che la mano di lui passò in mezzo alle sue gambe, non oppose resistenza e si lasciò penetrare.
Fu più che altro una sveltina, lui la montò tenendole le tette, lei cerco la migliore posizione per sentirlo bene dentro, poi si lasciò andare all'orgasmo e lui fece lo stesso, vendendole sulla schiena.
Lui poi la aiutò a pulirsi un po', ma quasi non parlarono, salutarono tutti presero l'auto e se ne andarono. Lui la accompagnò a casa sua, nel viaggio parlarono d'altro, lei era visibilmente giù di morale e lui non avendo coraggio di chiedere il perché, non sfiorò mai l'argomento. Né lo fece nei giorni successivi quando tornarono nelle spiagge normali.
La trasmissione ebbe grande successo, le fantasie che avevano scatenato con quelle interviste fece clamore. Ne parlarono anche a livello nazionale, parlando della reporter sexy.
Lui, Marco, il cameraman, aveva un gran debole per lei, che cominciava dal fisico, ma andava oltre. Non era solo sesso per lui, era innamorato di Gaia, come molti telespettatori, ma avendola vista molto più da vicino e avendola sentita così bene, non riusciva a togliersela dalla testa.
L'esatto opposto succedeva a lei, che voleva dimenticarsi al più presto dell'episodio. A lei Marco non piaceva per nulla, né in generale aveva alcuna intenzione di avere un fidanzato fisso.
Amava il sesso, ma non era la sua prima esigenza, usciva ogni tanto con qualche amicizia ed essendo single, finiva a letto ogni tanto con qualcuno.
IL discreto interesse suscitato anche a livello nazionale, le fece ottenere una intervista per un periodico, con qualche foto in spiaggia in costume da bagno, ma non oltre.
Certo non fu un successo clamoroso, non si poteva neppure pretendere visto che la tematica non era né particolarmente originale né particolarmente sconvolgente. Però oltre al normale programma in spiaggia, decisero che ogni tanto avrebbero fatto un servizio un po' più sexy, tipo quello nella spiaggia per nudisti.
Il seguente fu in un club swinger, dove fece le solite interviste divertenti e finì anche lei in intimo, come tutte le altre donne, ma non andò oltre. Fu molto ammirata con un completino intimo nero, che però non mostrava molto, se non il fatto già noto che Gaia era una bella e sexy maggiorata esplosiva.
Poi alla produzione venne un'idea più hard: fare un servizio nel set di un film porno.
Lei non si metteva certo problemi, non aveva timore, anche perché quando le fu proposto era a letto con un produttore del canale, quindi accettò entusiasta.
Non solo, ma visto che in Italia girare film porno é più o meno vietato, per evitare problemi, decisero di andare in un set, con produzione italiana, ma che si trovava in Ungheria, esattamente in una località sul lago Balaton.
In viaggio sarebbe andata con Marco, il cameraman, fatto che non la entusiasmava, mentre a lui faceva grande piacere.
Fu anche un viaggio lungo, tra auto, aereo e treno. Il loro hotel era un brutto hotel ungherese a 3 stelle, ma che non ne meritava forse neppure uno. Solamente l'odore fresco e pulito delle lenzuola, rassicurò Gaia, che storcendo il naso provò ad adattarsi.
Il set era in un casolare un po' isolato, proprio sul lago. Dopo i soliti convenevoli cominciò l'intervista, al regista, agli attori e alle attrici.
Attirò la sua attenzione un'attrice, probabilmente ungherese, biondissima, alta, con un seno esageratissimo e chiaramente rifatto, con dei labbroni improponibili. Spiccava fra tutte, sembrava una bambola gonfiabile, ebbe una sensazione sgradevole.
Video le scene di sesso del film, tutte piuttosto convenzionali.
Col regista pararono del mercato del porno, in forte crisi con Internet. Alla domanda "perché non vi adattate invece di continuare a fare film classici?", il regista rispose parlando di qualità, di professionalità, come se un casolare grigio in un posto isolato come quello fosse garanzia di qualità e professionalità.
Poi i discorsi diventarono più leggeri e divertenti, le chiesero anche se voleva provare la carriera dell'attrice porno, cosa che non le passava per l'anticamera per la testa.
-"Chiedete a lui se vuole provare", sorridendo e facendo cenno al cameraman.
-"Beh si vede che hai provato tu stessa", disse il regista divertito.
-"Ops, beccata", disse lei fingendo timidezza.
Marco, fu felice di quelle parole, era la prima volta che ne riparlavano, seppur indirettamente.
-"E' fuoco la biondina eh?", chiese il regista e lui annuì sorridente, nascondendosi dietro la sua fidata telecamera.
A lui la biondina piaceva troppo ed era geloso che le facessero quelle proposte, anche perché sapeva, che pur dicendo di no, lei gradiva, ormai la conosceva. In spiaggia migliaia di volte aveva ricevuto complimenti e proposte, non così esplicite, ma che fosse vanitosa era ovvio e comprensibile.
Andarono a pranzo, in un ristorante vicino, mostrarono un po' il posto, bello, agreste ma molto poco curato.
Proseguirono nel pomeriggio con qualche alta intervista, poi smisero per una pausa.
Il regista la spogliava con gli occhi e lei si lasciava spogliare, come faceva sempre, con un sorriso. Le sue curve amava mostrarle, si sentiva mille volte più bella delle attrici porno. Continuò a parlare a lungo, anche senza telecamera, Marco nel frattempo era andato in hotel a riportare tutto per poi uscire la sera.
Gaia li faceva avvicinare piano piano, coi suoi sorrisi, con i suoi sguardi celestiali. Non diceva mai di no, almeno non direttamente, quando lo diceva era sempre un sì.
Fuori dalle telecamere, cominciò a fare domande al regista, sugli attori, su come si preparavano, lui continuava a mangiarla con gli occhi e a provocarla.
-"Vuoi provare un attore?", disse lui, affondando il colpo.
-"Ma ci mancherebbe",
-"Figurati, che c'é di strano, sei qui", fece chiamare uno che parlicchiava italiano.
Era completamente nudo e stava per girare una scena.
-"Ecco come si preparano, vuoi dargli una mano?".
Gaia era facilmente infiammabile e guardandosi intorno, non vedendo l'amico Marco, osò prendere in mano l'arnese dell'attore e masturbarlo.
-"Dai, bella, ciucciaglielo questo cazzo", continuò il regista, incitando Gaia, che si ammorbidì subito, trastullando l'uccello xl dell'attore.
-"Ne hai mai preso uno così grosso?",
-"No, mai", disse Gaia, continuando poi a divorarlo.
Gaia ormai era partita e nessuno la avrebbe fermata.
-"Facci vedere come scopa una giornalista troia come te", proseguì il regista, diventando sempre più volgare.
Gaia fu presto completamente nuda, ma non controllava più la situazione, anzi fu presa di peso e portata su un divano e con gli incitamenti e le dritte del regista fu scopata.
Proprio mentre veniva cavalcata, rientrò Marco che la vide in quella situazione, per lui sconvolgente. Non disse niente, uscì e cominciò nervosamente a passeggiare avanti e indietro e a fumare.
Dentro si sentiva Gaia godere, mentre lui impazziva.
La sua dolce e stupenda Gaia, era in balia di qualche stronzo, che la scopava a piacimento e le diceva qualsiasi porcata. E lei invece di dire basta e di venire da lui, continuava a farsi sbattere e chiedeva sempre di più. Sentiva la sua voce quando le chiedevano se voleva smettere ma lei volevo proseguire, sempre, ancora.
Poi dopo un po' sentì che lei salutava e li ringraziava, poi uscì, tutta spettinata, guardò in faccia lui con uno sguardo perplesso e senza dire una parola tornarono assieme in hotel.
Lui non le rivolgeva la parola, lei ebbe il coraggio di dire solo "Sei incazzato?", domanda che non ebbe nessuna risposta.
In hotel, il silenzio fu interrotto proprio mentre salivano per andare in camera.
-"Ma cosa cazzo avevi da ringraziarli? Perché ti hanno scopata come una troia?".
Lei abbassò il capo e aggiunse "E' quello che pensi?".
-"E cosa devo pensare?", disse innalzando il tono della voce.
-"Shh non urlare, vieni in camera mia e ne parliamo".
-"Si cosa dobbiamo parlare? Di come apri le gambe con tutti?", urlò lui.
Entrarono in camera, lui si calmò, ci furono vari minuti di silenzio totale, finché lui disse
-"Scusa". E basta.
Continuò il silenzio, a lei caddero due enormi lacrime, che asciugò immediatamente per non farsi notare.
Lui si sentiva distrutto, ma si trovava con la persona con cui sognava spesso di poter stare. In una situazione assurda, ma pur sempre con lei.
Lei invece si sentiva la persona più sola al mondo.
Dormirono assieme, dormirono e basta. Anzi, si sdraiarono e basta. Nessuno dei due dormì veramente.
Testa all'insù nello stesso letto, sentirono i rumori della notte ungherese sul lago Balaton.
scritto il
2016-05-11
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