Il mio genecolo
di
monellina89
genere
etero
Era un caldo giorno estivo, una di quelle giornate che ti passa la voglia anche di uscire e staresti tutto il giorno in casa con l'aria condizionata, ma purtroppo oggi non potevo, dovevo per forza uscire avevo prenotato la visita ginecologica di controllo.
Ero un pò agitata perché la mia dottoressa di sempre era in ferie e mi avevano dato appuntamento con il sostituto, avrei voluto rimandare, perché non ero mai stata da un ginecologo maschio e l'idea di mettermi nuda e così esposta davanti ad uno sconosciuto, anche se dottore mi mandava in agitazione e rendeva estremamente timida.
Scacciai questi pensieri e mi feci una bella doccia, poi presi i vestiti e l'intimo, decisi di non mettere il reggiseno anche se non era da me, ma faceva veramente troppo caldo e ogni indumento mi pesava addosso come un macigno.
Indossai un vestitino color panna, che mi sosteneva il seno leggermente, così da non far notare più di tanto che non avessi il reggiseno, mentre sul resto del corpo scendeva morbido fino a sopra le ginocchia, poi indossai un paio di culotte di pizzo bianche e mi misi un sandalino nero che mostrava i miei piedini curati con il french bianco. Guardandomi allo specchio mi accorsi di essere bella e di non aver bisogno nemmeno del trucco, perché la leggera abbronzatura che avevo mi rendeva ancora più bella.
Camminando per arrivare allo studio mi sentivo osservata, il fatto di avere il seno libero, fasciato solo dal leggero tessuto del vestito, mi faceva sentire tutti gli occhi addosso e il leggero venticello caldo spostava ogni tanto la gonna del mio abito, lasciando poco all'immaginazione. Mi piaceva essere guardata, adoravo sentire gli sguardi su di me.
Quando fui dentro lo studio mi ritorno in mente quel pensiero, oggi non c'era la mia solita dottoressa ma un dottore e quando fù il mio turno e vidi un ragazzo giovane e bello, l'imbarazzo crebbe ancora di più.
Era moro occhi blu, molto alto e dal camice bianco si notava il suo fisico asciutto e scultoreo, era proprio bello.
Mi salutò con molta professionalità dandomi del lei, nonostante fossimo coetanei, poi mi chiese di accomodarmi dietro la separè e di levarmi il vestito e gli slip mentre il reggiseno potevo lasciarlo, mi maledii di non averlo e mi chiesi il perché di farmi spogliare completamente, quando alla fine bastava levare solo l'intimo.
Con molto imbarazzo uscii da dietro il separè, indossando ancora i saldati ai piedi; se non fosse stato per l'abbronzatura, si sarebbe notato di più il fatto che in viso fossi rossa per l'imbarazzo.
Lui era di spalle, ma potevo vedere che mi stava guardando dallo specchio posto davanti a lui, anche se lo faceva con non curanza sapevo che mi guardava, lo sentivo.
Mi fece accomodare sulla poltrona e divaricate bene le gambe, adesso ebbe una visione completa della mia vagina, e di tutto il mio corpo nudo e oscenamente esposto ai suoi occhi.
Si spostò da davanti a me e nel farlo credo volutamente, andò sfiorando la mia mano con il tessuto dei suoi jeans e anche se fù per un secondo, ebbi la certezza che sotto quel tessuto ci fosse il suo membro duro e già molto eccitato.
Anche io ero molto eccitata e sentivo la mia intimità calda e pulsante. Le sue mani finalmente mi toccarono, ero sicura che non usasse guanti lo sentivo dal suo tocco, mi avvertì che avrebbe potuto farmi male e un attrezzo gelato mi allargò il buco della mia fichetta ormai umida, trattenni un gemito e le mie gambe si irigidirono al contatto gelido.
Il leggero dolore e bruciore che sentivo, mi faceva intuire che stesse usando certamente un dilatatore, di quelli di metallo, non era la prima volta, ma questa fù diversa e sembrò che fossi più dilatata.
Ero eccitata e non potevo trattenerlo, lui sembrò leggere il mio animo e mi rassicurò dicendomi che era normale di lasciarmi andare e così feci mi abbandonai alla sua mano esperta che esplorava la mia intimità oscenamente dilatata, sentivo che ero bagnata e che avevo voglia, in quel momento mi sarei fatta fare qualsiasi cosa e quel dottore sconosciuto lo sapeva fin troppo bene, nonostante continuasse a mantenere la sua professionalità, che mi faceva eccitare ancora di più. La sue dita esplorano dentro di me, alla ricerca di qualcosa che appena trovò non riuscì a trattenermi e sussultai di piacere. Le sue dita uscirono da me troppo presto, avevo bisogno di lui, di eccitarmi ancora, ma lui aveva altro in serbo per me è infatti avvicinò le sue dita umide sulle mie labbra e cominciò a strusciarcele sopra e a spalmare il mio liquido su di esse come fosse un rossetto, dopo di che le riallontanò e le rimmerse nel mio nettare per poi tornare sulle mie labbra forzandone l'entrata molto facilmente, permettendomi così di succhiare le sue tre dita zuppe dei mie umori.
Le spingeva dentro quasi a soffocarmi e io le pompavo con ingordigia, in cerca di quel contatto eccitante e quasi proibito tra paziente e dottore. La sua "tortura" non era finita aveva altro in serbo per me.
Sfilò il dilatatore da me, colante dei miei umori e senza ulteriori indugi la sua lingua umida e calda incominciò a leccarmi partendo da Monte di Venere per poi arrivare fino al buchetto del culo, dove la fece ruotare intorno per poi spingerla un pò dentro.
Non avevo mai provato niente di così eccitante, ero in preda agli spasmi di piacere e solo un piccolo passo mi separava dal godere, ma lui non voleva ancora.
Risalì lentamente dal mio culetto al clitoride, dove i suoi denti affondarono un morso che mi fece gemere, mentre la sua lingua nel frattempo non mi dava tregua e continuava a torturare il mio clitoride indolensito dal piacere.
La sua lingua fù sostituita dalle sue dita, che come prima esperte danzavano nella mia intimità, provocandomi un piacere assurdo mai provato.
Finalmente ebbi il piacere di vedere i suoi occhi e non c'era nessun velo d'imbarazzo solo la voglia di fottermi e farmi godere, avvicinò le sue labbra alle mie e con mia sorpresa assaporai di nuovo il mio nettare misto alla sua saliva. Le nostre lingue s'intrecciavano e giocavano, allo stesso modo in cui la sua mano armeggiava esperta nella mia fichetta bagnata. Gli ansimi di piacere erano ammutoliti dalla sua bocca, che continuava a baciarmi senza sosta. Le sua mano si allontanò dalla mia intimità e fece spazio a qualcos'altro di più duro e più grosso che mi penetro di botto, senza darmi modo di abituarmi al quel nuovo contatto, fù allora che smise di baciarmi e le sue mani si posarono sopra i miei seni, ed anche la sua bocca non tardò a raggiungerle.
Ormai gli spasmi di piacere erano sempre più frequenti, godevo e ansimavo.
Un gridolino di piacere uscii dalla mia bocca, quando mi morse i capezzoli duri e turgidi, fino a farli indolensire e poi mi obbligo a non chiudere gli occhi e a guardarlo fisso nei suoi e io lo feci e non fù affatto uno sforzo perdermi in quell'oceano blu.
Rimasi estasiata in quel oblio di piacere per pochi secondi, perché il suo membro duro non mi deva tregua, infatti aumentò il ritmo e cominciò a sbattermi con irruenza e forza fino a farmi urlare di piacere.
Quando finalmente ebbi l'orgasmo, tutto un calore mi pervase il corpo, fino ad esplodere fuori dalla mia intimità in un fluido bollente, che colò da me non appena lui estrasse il suo pene, che poi posizionò nella mia bocca, venendo quasi subito.
Io da vera ingorda, ingoiai tutto, non sprecando nemmeno una goccia di quel piacere che lui aveva voluto riservare solo a me. Mi fece una carezza sul viso e poi si allontanò, quando tornò s'era già ricomposto, mi pulì dolcemente la mia intimità e poi senza dire una parola mi fece la visita ordinaria, quando ebbe finito, scesi a difficoltà dalla sedia, ero tutta intorpidita e ancora piacevolmente scossa da quello che era successo.
Mi rivestitii e quando fui pronta per uscire mi diede solo un bigliettino da visita, ci salutammo freddamente come paziente e dottore e solo quando fui sulla via di casa girando il bigliettino, mi accorsi di ciò che c'era scritto.
"Spero che da oggi il tuo ginecologo sarò io e che le visite saranno più frequenti..un bacio umido Andrea".
Ero un pò agitata perché la mia dottoressa di sempre era in ferie e mi avevano dato appuntamento con il sostituto, avrei voluto rimandare, perché non ero mai stata da un ginecologo maschio e l'idea di mettermi nuda e così esposta davanti ad uno sconosciuto, anche se dottore mi mandava in agitazione e rendeva estremamente timida.
Scacciai questi pensieri e mi feci una bella doccia, poi presi i vestiti e l'intimo, decisi di non mettere il reggiseno anche se non era da me, ma faceva veramente troppo caldo e ogni indumento mi pesava addosso come un macigno.
Indossai un vestitino color panna, che mi sosteneva il seno leggermente, così da non far notare più di tanto che non avessi il reggiseno, mentre sul resto del corpo scendeva morbido fino a sopra le ginocchia, poi indossai un paio di culotte di pizzo bianche e mi misi un sandalino nero che mostrava i miei piedini curati con il french bianco. Guardandomi allo specchio mi accorsi di essere bella e di non aver bisogno nemmeno del trucco, perché la leggera abbronzatura che avevo mi rendeva ancora più bella.
Camminando per arrivare allo studio mi sentivo osservata, il fatto di avere il seno libero, fasciato solo dal leggero tessuto del vestito, mi faceva sentire tutti gli occhi addosso e il leggero venticello caldo spostava ogni tanto la gonna del mio abito, lasciando poco all'immaginazione. Mi piaceva essere guardata, adoravo sentire gli sguardi su di me.
Quando fui dentro lo studio mi ritorno in mente quel pensiero, oggi non c'era la mia solita dottoressa ma un dottore e quando fù il mio turno e vidi un ragazzo giovane e bello, l'imbarazzo crebbe ancora di più.
Era moro occhi blu, molto alto e dal camice bianco si notava il suo fisico asciutto e scultoreo, era proprio bello.
Mi salutò con molta professionalità dandomi del lei, nonostante fossimo coetanei, poi mi chiese di accomodarmi dietro la separè e di levarmi il vestito e gli slip mentre il reggiseno potevo lasciarlo, mi maledii di non averlo e mi chiesi il perché di farmi spogliare completamente, quando alla fine bastava levare solo l'intimo.
Con molto imbarazzo uscii da dietro il separè, indossando ancora i saldati ai piedi; se non fosse stato per l'abbronzatura, si sarebbe notato di più il fatto che in viso fossi rossa per l'imbarazzo.
Lui era di spalle, ma potevo vedere che mi stava guardando dallo specchio posto davanti a lui, anche se lo faceva con non curanza sapevo che mi guardava, lo sentivo.
Mi fece accomodare sulla poltrona e divaricate bene le gambe, adesso ebbe una visione completa della mia vagina, e di tutto il mio corpo nudo e oscenamente esposto ai suoi occhi.
Si spostò da davanti a me e nel farlo credo volutamente, andò sfiorando la mia mano con il tessuto dei suoi jeans e anche se fù per un secondo, ebbi la certezza che sotto quel tessuto ci fosse il suo membro duro e già molto eccitato.
Anche io ero molto eccitata e sentivo la mia intimità calda e pulsante. Le sue mani finalmente mi toccarono, ero sicura che non usasse guanti lo sentivo dal suo tocco, mi avvertì che avrebbe potuto farmi male e un attrezzo gelato mi allargò il buco della mia fichetta ormai umida, trattenni un gemito e le mie gambe si irigidirono al contatto gelido.
Il leggero dolore e bruciore che sentivo, mi faceva intuire che stesse usando certamente un dilatatore, di quelli di metallo, non era la prima volta, ma questa fù diversa e sembrò che fossi più dilatata.
Ero eccitata e non potevo trattenerlo, lui sembrò leggere il mio animo e mi rassicurò dicendomi che era normale di lasciarmi andare e così feci mi abbandonai alla sua mano esperta che esplorava la mia intimità oscenamente dilatata, sentivo che ero bagnata e che avevo voglia, in quel momento mi sarei fatta fare qualsiasi cosa e quel dottore sconosciuto lo sapeva fin troppo bene, nonostante continuasse a mantenere la sua professionalità, che mi faceva eccitare ancora di più. La sue dita esplorano dentro di me, alla ricerca di qualcosa che appena trovò non riuscì a trattenermi e sussultai di piacere. Le sue dita uscirono da me troppo presto, avevo bisogno di lui, di eccitarmi ancora, ma lui aveva altro in serbo per me è infatti avvicinò le sue dita umide sulle mie labbra e cominciò a strusciarcele sopra e a spalmare il mio liquido su di esse come fosse un rossetto, dopo di che le riallontanò e le rimmerse nel mio nettare per poi tornare sulle mie labbra forzandone l'entrata molto facilmente, permettendomi così di succhiare le sue tre dita zuppe dei mie umori.
Le spingeva dentro quasi a soffocarmi e io le pompavo con ingordigia, in cerca di quel contatto eccitante e quasi proibito tra paziente e dottore. La sua "tortura" non era finita aveva altro in serbo per me.
Sfilò il dilatatore da me, colante dei miei umori e senza ulteriori indugi la sua lingua umida e calda incominciò a leccarmi partendo da Monte di Venere per poi arrivare fino al buchetto del culo, dove la fece ruotare intorno per poi spingerla un pò dentro.
Non avevo mai provato niente di così eccitante, ero in preda agli spasmi di piacere e solo un piccolo passo mi separava dal godere, ma lui non voleva ancora.
Risalì lentamente dal mio culetto al clitoride, dove i suoi denti affondarono un morso che mi fece gemere, mentre la sua lingua nel frattempo non mi dava tregua e continuava a torturare il mio clitoride indolensito dal piacere.
La sua lingua fù sostituita dalle sue dita, che come prima esperte danzavano nella mia intimità, provocandomi un piacere assurdo mai provato.
Finalmente ebbi il piacere di vedere i suoi occhi e non c'era nessun velo d'imbarazzo solo la voglia di fottermi e farmi godere, avvicinò le sue labbra alle mie e con mia sorpresa assaporai di nuovo il mio nettare misto alla sua saliva. Le nostre lingue s'intrecciavano e giocavano, allo stesso modo in cui la sua mano armeggiava esperta nella mia fichetta bagnata. Gli ansimi di piacere erano ammutoliti dalla sua bocca, che continuava a baciarmi senza sosta. Le sua mano si allontanò dalla mia intimità e fece spazio a qualcos'altro di più duro e più grosso che mi penetro di botto, senza darmi modo di abituarmi al quel nuovo contatto, fù allora che smise di baciarmi e le sue mani si posarono sopra i miei seni, ed anche la sua bocca non tardò a raggiungerle.
Ormai gli spasmi di piacere erano sempre più frequenti, godevo e ansimavo.
Un gridolino di piacere uscii dalla mia bocca, quando mi morse i capezzoli duri e turgidi, fino a farli indolensire e poi mi obbligo a non chiudere gli occhi e a guardarlo fisso nei suoi e io lo feci e non fù affatto uno sforzo perdermi in quell'oceano blu.
Rimasi estasiata in quel oblio di piacere per pochi secondi, perché il suo membro duro non mi deva tregua, infatti aumentò il ritmo e cominciò a sbattermi con irruenza e forza fino a farmi urlare di piacere.
Quando finalmente ebbi l'orgasmo, tutto un calore mi pervase il corpo, fino ad esplodere fuori dalla mia intimità in un fluido bollente, che colò da me non appena lui estrasse il suo pene, che poi posizionò nella mia bocca, venendo quasi subito.
Io da vera ingorda, ingoiai tutto, non sprecando nemmeno una goccia di quel piacere che lui aveva voluto riservare solo a me. Mi fece una carezza sul viso e poi si allontanò, quando tornò s'era già ricomposto, mi pulì dolcemente la mia intimità e poi senza dire una parola mi fece la visita ordinaria, quando ebbe finito, scesi a difficoltà dalla sedia, ero tutta intorpidita e ancora piacevolmente scossa da quello che era successo.
Mi rivestitii e quando fui pronta per uscire mi diede solo un bigliettino da visita, ci salutammo freddamente come paziente e dottore e solo quando fui sulla via di casa girando il bigliettino, mi accorsi di ciò che c'era scritto.
"Spero che da oggi il tuo ginecologo sarò io e che le visite saranno più frequenti..un bacio umido Andrea".
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