Fantasia
di
vittoria
genere
incesti
Scivolare nell’abitudine fa male e noi arricchiamo il nostro fare sesso con numerose fantasie erotiche rendendolo sempre caldo e nuovo. Spesso è Dario, qualche volta sono io a immaginare situazioni che accendono i sensi, in quel momento vivendole come se fossero reali; con la fantasia non ci sono limiti a quello che posso fare o lasciarmi fare, immagini che mi scaldano e mi fanno bagnare; senza confessarlo neanche a me stessa alcune vorrei che capitasse l’occasione perché non rimanessero solo fantasia.
Abbiamo un figlio, Luigi, da tempo con gli ormoni a mille come è normale alla sua età. Ci siamo accorti che non perde occasione per spiare quando possibile i nostri momenti intimi e sappiamo che ha una ragazza che gli permette quasi tutto; ma la sua passione neanche troppo segreta sono io, la sua mamma.
C’è confidenza fra noi, forse per vedere la mia reazione mi parla dei suoi rapporti intimi con la sua ragazza e alle volte mi chiede consigli anche spinti. Mi ha raccontato di aver fatto un sogno molto erotico, di avermi sognato non come mamma, diceva di non ricordare bene ma era stato un sogno intrigante e molto piacevole. Ai sogni non si comanda gli ho detto ma ha ancora aggiunto che gli sarebbe piaciuto che non fosse solo un sogno. Non ho indagato ma sentirmelo dire mi ha fatto un certo effetto.
Per Dario, nulla di nuovo sotto il sole, pochi i figli maschi che non hanno fatto qualche pensierino. Sapevo già di lui e della sua mamma, il piacere di sbirciare nella sua scollatura, di sorprenderla quando si stava spogliando e trovare tutte le occasioni per abbracciarla non proprio in modo filiale. Di quando alzatosi una notte aveva seguito con invidia ed una fortissima eccitazione, dietro la porta socchiusa della loro camera a un caldo 69 fra mamma e papà non perdendo nessun particolare; sognando nel vederla con le gambe aperte, il sesso accarezzato, leccato e penetrato e contraccambiare succhiando a sua volta di poter essere almeno una volta al posto di papà. Ed anche l’impressione e la paura - per uno sguardo incrociato un solo istante - solo l’impressione però, che mamma si fosse accorta della sua presenza. Il suo ricordo più dolce ma non l’unico, un massaggio per un crampo, poi carezze leggere che non erano volute ma glielo avevano fatto diventare molto duro. Poi alcuni toccamenti più espliciti, senza che fosse scambiata una parola, erano continuati fino a farlo venire. Il ricordo di quel braccio che muovendosi con leggerezza sui pantaloncini estivi lo sfiorava e sentire la mano che abbandonato il massaggio alla gamba si era appoggiata per stringerlo e accompagnarlo nell’orgasmo, ancora a distanza di tanto tempo, provocavano in lui una evidente reazione.
Dario riusciva benissimo a stuzzicarmi parlando dell’atteggiamento di Luigi nei mie confronti, ricevere qualche palpatina passando o lasciargli luccicare gli occhi per un accappatoio aperto o la gonna un po’ sollevata meglio se senza intimo quando ero in poltrona – diceva - non gli avrebbero fatto certamente male. Quasi un invito a essere provocante. E per la verità quando ero in camicia da notte o uscivo dal bagno coperta solo da un asciugamano non mi dispiacevano affatto gli sguardi di Luigi e una sua evidente reazione.
C’è stata una volta in cui Luigi era entrato in camera e si era seduto su uno sgabello per parlarmi di qualcosa di cui non ricordo mentre in accappatoio dopo una doccia mi davo lo smalto alle unghie dei piedi; il suo sguardo si è puntato proprio fra le gambe e piegata come ero davo una visione diretta del mio sesso. La prima reazione è stata quella di coprirmi richiudendo i lembi ma poi, come se avessi ricevuto una muta richiesta, ho lasciato che si riaprissero forse più di prima.
Raccontandolo la sera a Dario mentre mi stava rendendo morbida, e dicendogli anche che sotto il suo sguardo mi ero sentita bagnare e che avrei voluto vederlo masturbarsi, mi ha sussurrato, potresti dargli qualcosa di più e di cui si ricorderà, pensa di averlo vicino, stiracchiarti contro di lui, e sentire il suo desiderio. Poi tenerlo sulla corda come sai fare tu, che sia tutto apparentemente come al solito ma con qualcosa di diverso, far salire la tensione fino farlo sfogare nelle tue mani o contro il tuo corpo.
Ed ecco che i pensieri galoppano e le volte che Luigi arriva nel lettore o sul divano per qualche coccola, i grattini in testa e qualche carezza sul viso, diventa la possibilità di lasciarmi andare a un gioco di seduzione, lasciarmi toccare e fare vibrare il suo corpo.
Chiudendo gli occhi, come iniziare…. essere un poco scoperta, la camicia da notte corta e un po’ aperta, un seno che fa capolino, sonnecchiare e aspettare che si distenda anche lui e non sottrarmi al suo starmi abbracciato.
Avrebbe allungato il braccio per stringermi, la mano si sarebbe spostata sul seno e non l’avrei tolta. Pensavo alla scossa che gli avrebbe dato sentirlo nudo e per la prima volta sfiorare il capezzolo indurito. Mi sarei girata sul fianco verso di lui aspettando di sentire la sua bocca e mi piaceva pensare che avrei spinto un ginocchio contro di lui per sentire la sua eccitazione.
La presenza di Dario che sonnecchiava accanto e che avrebbe dovuto far finta di nulla mi rendeva la cosa ancora più erotica ed anche tranquillizzante, perché sarebbe stato un giochino senza nulla più. Piccoli movimenti vista la situazione, una complicità silenziosa ma anche prendergli una mano e fargliela appoggiare fra le gambe mentre avrei infilato la mia dentro il pigiama per accarezzarlo e farlo spruzzare.
La fantasia galoppa con la voglia di qualcosa di più: un classico, approfittare di una crema dopo una giornata di mare. Farmi massaggiare sulle spalle, ma poi anche sul resto del corpo, facendogli capire che il suo massaggio mi piace, come sto godendo con le carezze che Dario mi sta facendo fra le gambe.
Il top del costume avrebbe facilitato le cose, slacciarlo e spostarsi è un attimo e Luigi avrebbe avuto sotto gli occhi il mio seno nudo su cui spalmare il solare; chissà se avrebbe osato di più? Avrei fatto in modo, girandomi che non trascurasse le cosce, le natiche, l’inguine. Qualche movimento delle gambe che si aprono e si chiudono, inarcarsi leggermente, sarebbe stato, se necessario più di un invito.
Ed ecco che le carezze di Dario erano diventate quelle di Luigi. Inizialmente si sarebbe mosso con esitazione e anche se l’attesa è eccitante dopo un poco avrei appoggiato la mia mano sulla sua per guidarlo, fargli approfittare dell’occasione per fare quello che non avrebbe mai pensato di poter fare. Fargli sentire come si bagna e diventa accogliente la micetta davanti, lo avrei fatto giocare con le pieghine del mio sesso, esplorarlo dall’alto fino al solco fra le natiche, farlo indugiare sul buchino dietro forse anche spingere e poi stringere come a trattenere il suo dito impertinente. Ed il mio erotismo erano si le sue carezze e quello che mi stava facendo ma ancora di più cercare di immaginare come lui stesse provando tutto questo attraverso le pulsazioni del suo corpo.
Dario, ma no per me era Luigi, aveva adesso appoggiato la bocca fra le gambe, leccatine leggere seguite da vere e proprie penetrazioni della lingua. Lo immaginavo guardarmi in quella posizione; avrei piegato e sollevato le ginocchia per essere bene aperta, avrei sentito prima i suoi capelli sfiorarmi, poi forse le labbra appoggiarsi e poi la lingua e non so se avrei potuto trattenermi. Avrei voluto poter vedere il suo sesso eccitato, toccarlo, sfiorarlo nei punti giusti, far scorrere anche un solo dito leggero sul filetto, vederlo vibrare, farlo venire e sentire i suoi spruzzi sulla pelle.
Dario mi conosceva troppo bene e aveva capito: fammi partecipare, mi ha detto. Si, Luigi ti faccio sentire la mia bocca, e attirandolo a me ho preso a succhiarlo.
Abbiamo un figlio, Luigi, da tempo con gli ormoni a mille come è normale alla sua età. Ci siamo accorti che non perde occasione per spiare quando possibile i nostri momenti intimi e sappiamo che ha una ragazza che gli permette quasi tutto; ma la sua passione neanche troppo segreta sono io, la sua mamma.
C’è confidenza fra noi, forse per vedere la mia reazione mi parla dei suoi rapporti intimi con la sua ragazza e alle volte mi chiede consigli anche spinti. Mi ha raccontato di aver fatto un sogno molto erotico, di avermi sognato non come mamma, diceva di non ricordare bene ma era stato un sogno intrigante e molto piacevole. Ai sogni non si comanda gli ho detto ma ha ancora aggiunto che gli sarebbe piaciuto che non fosse solo un sogno. Non ho indagato ma sentirmelo dire mi ha fatto un certo effetto.
Per Dario, nulla di nuovo sotto il sole, pochi i figli maschi che non hanno fatto qualche pensierino. Sapevo già di lui e della sua mamma, il piacere di sbirciare nella sua scollatura, di sorprenderla quando si stava spogliando e trovare tutte le occasioni per abbracciarla non proprio in modo filiale. Di quando alzatosi una notte aveva seguito con invidia ed una fortissima eccitazione, dietro la porta socchiusa della loro camera a un caldo 69 fra mamma e papà non perdendo nessun particolare; sognando nel vederla con le gambe aperte, il sesso accarezzato, leccato e penetrato e contraccambiare succhiando a sua volta di poter essere almeno una volta al posto di papà. Ed anche l’impressione e la paura - per uno sguardo incrociato un solo istante - solo l’impressione però, che mamma si fosse accorta della sua presenza. Il suo ricordo più dolce ma non l’unico, un massaggio per un crampo, poi carezze leggere che non erano volute ma glielo avevano fatto diventare molto duro. Poi alcuni toccamenti più espliciti, senza che fosse scambiata una parola, erano continuati fino a farlo venire. Il ricordo di quel braccio che muovendosi con leggerezza sui pantaloncini estivi lo sfiorava e sentire la mano che abbandonato il massaggio alla gamba si era appoggiata per stringerlo e accompagnarlo nell’orgasmo, ancora a distanza di tanto tempo, provocavano in lui una evidente reazione.
Dario riusciva benissimo a stuzzicarmi parlando dell’atteggiamento di Luigi nei mie confronti, ricevere qualche palpatina passando o lasciargli luccicare gli occhi per un accappatoio aperto o la gonna un po’ sollevata meglio se senza intimo quando ero in poltrona – diceva - non gli avrebbero fatto certamente male. Quasi un invito a essere provocante. E per la verità quando ero in camicia da notte o uscivo dal bagno coperta solo da un asciugamano non mi dispiacevano affatto gli sguardi di Luigi e una sua evidente reazione.
C’è stata una volta in cui Luigi era entrato in camera e si era seduto su uno sgabello per parlarmi di qualcosa di cui non ricordo mentre in accappatoio dopo una doccia mi davo lo smalto alle unghie dei piedi; il suo sguardo si è puntato proprio fra le gambe e piegata come ero davo una visione diretta del mio sesso. La prima reazione è stata quella di coprirmi richiudendo i lembi ma poi, come se avessi ricevuto una muta richiesta, ho lasciato che si riaprissero forse più di prima.
Raccontandolo la sera a Dario mentre mi stava rendendo morbida, e dicendogli anche che sotto il suo sguardo mi ero sentita bagnare e che avrei voluto vederlo masturbarsi, mi ha sussurrato, potresti dargli qualcosa di più e di cui si ricorderà, pensa di averlo vicino, stiracchiarti contro di lui, e sentire il suo desiderio. Poi tenerlo sulla corda come sai fare tu, che sia tutto apparentemente come al solito ma con qualcosa di diverso, far salire la tensione fino farlo sfogare nelle tue mani o contro il tuo corpo.
Ed ecco che i pensieri galoppano e le volte che Luigi arriva nel lettore o sul divano per qualche coccola, i grattini in testa e qualche carezza sul viso, diventa la possibilità di lasciarmi andare a un gioco di seduzione, lasciarmi toccare e fare vibrare il suo corpo.
Chiudendo gli occhi, come iniziare…. essere un poco scoperta, la camicia da notte corta e un po’ aperta, un seno che fa capolino, sonnecchiare e aspettare che si distenda anche lui e non sottrarmi al suo starmi abbracciato.
Avrebbe allungato il braccio per stringermi, la mano si sarebbe spostata sul seno e non l’avrei tolta. Pensavo alla scossa che gli avrebbe dato sentirlo nudo e per la prima volta sfiorare il capezzolo indurito. Mi sarei girata sul fianco verso di lui aspettando di sentire la sua bocca e mi piaceva pensare che avrei spinto un ginocchio contro di lui per sentire la sua eccitazione.
La presenza di Dario che sonnecchiava accanto e che avrebbe dovuto far finta di nulla mi rendeva la cosa ancora più erotica ed anche tranquillizzante, perché sarebbe stato un giochino senza nulla più. Piccoli movimenti vista la situazione, una complicità silenziosa ma anche prendergli una mano e fargliela appoggiare fra le gambe mentre avrei infilato la mia dentro il pigiama per accarezzarlo e farlo spruzzare.
La fantasia galoppa con la voglia di qualcosa di più: un classico, approfittare di una crema dopo una giornata di mare. Farmi massaggiare sulle spalle, ma poi anche sul resto del corpo, facendogli capire che il suo massaggio mi piace, come sto godendo con le carezze che Dario mi sta facendo fra le gambe.
Il top del costume avrebbe facilitato le cose, slacciarlo e spostarsi è un attimo e Luigi avrebbe avuto sotto gli occhi il mio seno nudo su cui spalmare il solare; chissà se avrebbe osato di più? Avrei fatto in modo, girandomi che non trascurasse le cosce, le natiche, l’inguine. Qualche movimento delle gambe che si aprono e si chiudono, inarcarsi leggermente, sarebbe stato, se necessario più di un invito.
Ed ecco che le carezze di Dario erano diventate quelle di Luigi. Inizialmente si sarebbe mosso con esitazione e anche se l’attesa è eccitante dopo un poco avrei appoggiato la mia mano sulla sua per guidarlo, fargli approfittare dell’occasione per fare quello che non avrebbe mai pensato di poter fare. Fargli sentire come si bagna e diventa accogliente la micetta davanti, lo avrei fatto giocare con le pieghine del mio sesso, esplorarlo dall’alto fino al solco fra le natiche, farlo indugiare sul buchino dietro forse anche spingere e poi stringere come a trattenere il suo dito impertinente. Ed il mio erotismo erano si le sue carezze e quello che mi stava facendo ma ancora di più cercare di immaginare come lui stesse provando tutto questo attraverso le pulsazioni del suo corpo.
Dario, ma no per me era Luigi, aveva adesso appoggiato la bocca fra le gambe, leccatine leggere seguite da vere e proprie penetrazioni della lingua. Lo immaginavo guardarmi in quella posizione; avrei piegato e sollevato le ginocchia per essere bene aperta, avrei sentito prima i suoi capelli sfiorarmi, poi forse le labbra appoggiarsi e poi la lingua e non so se avrei potuto trattenermi. Avrei voluto poter vedere il suo sesso eccitato, toccarlo, sfiorarlo nei punti giusti, far scorrere anche un solo dito leggero sul filetto, vederlo vibrare, farlo venire e sentire i suoi spruzzi sulla pelle.
Dario mi conosceva troppo bene e aveva capito: fammi partecipare, mi ha detto. Si, Luigi ti faccio sentire la mia bocca, e attirandolo a me ho preso a succhiarlo.
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Commenti dei lettori al racconto erotico