Un mondo nuovo, a due passi da casa - capitolo 2

di
genere
trans

Roberto non fece parola con nessuno della sua esperienza con Carla. Non lo disse al suo più caro amico e neppure alla sua fidanzata con la quale, ultimamente, il sesso non era più lo stesso.
Roberto sentiva che nei loro rapporti mancava ormai qualcosa, la voglia di sperimentare lo assillava.

Fu per questo che, appena una settimana dopo il primo incontro, Roberto si ritrovò a tarda sera a fare di nuovo il giro del piazzale, alla ricerca di Carla. Al solito posto non c’era.
Il ragazzo fece qualche altro giro ma non la vide. Certo, non era l’unica trans in quel posto, ma lui aveva bisogno di qualcuno che sapesse che non era un abitué, qualcuno che prendesse l’iniziativa. Voleva solo lei.

Si era quasi scoraggiato quando una macchina, dall’altra parte della strada, si fermò per far scendere qualcuno: era proprio Carla, vestita in maniera ancora più provocante di quando l’aveva conosciuta. Il tanga nero era in bella vista sotto ad un vestitino a rete con maglie larghe. I seni, enormi e completamente in vista fecero trasalire il ragazzo.
Roberto non perse tempo, fece di nuovo il giro ed accostò.

Carla lo riconobbe subito.
“Sei tornato alla fine…”
Roberto, questa volta completamente sobrio, poté guardare meglio Carla. Il grosso tatuaggio su suo braccio destro gli era sfuggito la volta precedente, il seno enorme, invece, se lo ricordava benissimo. Il viso era molto femminile e solo qualche piccolo dettaglio poteva far pensare al suo passato maschile. Il ragazzo scacciò subito quel pensiero della sua mente e riprese a considerarla una ragazza a tutti gli effetti, anche se speciale.
“Sì, e cercavo proprio te. Vuoi salire?”
Carla non perse tempo e montò in macchina con Roberto.

Nel tragitto verso il parcheggio in cui si erano appartati anche la volta scorsa, il ragazzo non poté fare a meno di buttare un occhio tra le gambe di Carla. Il ventre era totalmente piatto, e sotto al tanga non si vedeva nessuna protuberanza. Che avesse immaginato tutto la scorsa volta? Forse era stato l’alcol a favorire la sua immaginazione. No, impossibile.

Per rompere il ghiaccio fece qualche domanda a Carla.
“Vengono molti clienti da te?”
“La sera c’è un bel traffico al piazzale”
“Anche ragazzi giovani?”
“Tantissimi amore, ma non tutti carini come te”
Roberto si sentì lusingato, anche se immaginava che Carla facesse complimenti a tutti i suoi clienti.
“E quello con cui eri prima che arrivassi?”
“Quello è un uomo sposato, viene perché io faccio una cosa che la moglie non fa…e a lui fa impazzire”
Roberto immaginava che ci fossero cose che Carla potesse fare e che una donna no, in fondo aveva toccato con mano la sua diversità appena una settimana prima. Quando la ragazza aggiunse “Se vuoi posso farlo provare anche a te” Roberto non seppe cosa rispondere. Non voleva rifiutare quella proposta, in fondo era lì per provare qualcosa di nuovo, ma allo stesso tempo aveva paura di cosa sarebbe potuto essere. Nonostante le recenti esperienze si sentiva un uomo, e non voleva perdere la sua virilità.

Arrivarono al parcheggio senza che Roberto ebbe dato una risposta. Si rese conto di non aver parlato di compenso con Carla, così domandò: “Quanto ti devo oggi?”.
“Vediamo dopo, amore”, rispose lei.
Appena Roberto si fu abbassato i pantaloni, Carla si mise nella stessa posizione della volta precedente, a pecora sul sedile del passeggero, e prese a pompare il ragazzo, questa volta senza preservativo.
Roberto rimase interdetto ma aveva deciso che si sarebbe lasciato guidare senza obiettare, dopotutto non era andata così male la volta scorsa.

Mentre Carla si infilava il suo cazzo avidamente fin dentro la gola, facendo cadere la sua saliva fino ai testicoli, che nel frattempo massaggiava con una mano, Roberto decise che si sarebbe spinto oltre a dove si era fermato la volta precedente.
Mentre con la cappella, senza preservativo, riusciva a sentire distintamente le tonsille di Carla, iniziò a toccarle il culo tondo e sodo, finendo per infilare da dietro una mano nel suo tanga. Si ritrovò tra le mani le sue palle lisce, non le aveva sognate, ma questa volta non ritrasse la mano, anzi, iniziò a palparle. Carla capì le intenzioni del ragazzo e decise di agevolarlo. Smise per un momento di succhiargli il cazzo, si tirò su e si fece calare lo slip fino alle ginocchia. Roberto poté finalmente vedere cosa aveva di tanto speciale la sua nuova amica. Un cazzo scuro e ciondolante gli apparve davanti. Non era più grosso del suo, ma la differenza era che quello di Carla non era ancora in erezione. Non aveva un pelo e, come attratto da una forza superiore, Roberto volle sentire se anche il suo cazzo era liscio come le sue palle.

Mentre il pompino riprendeva, Roberto inizio a segare lentamente Carla. La sensazione di un cazzo che non fosse il suo tra le mani lo sorprese. Non era per niente male. Ne poteva sentire la consistenza, e il movimento che faceva provocava, in qualche modo, piacere anche a lui. A questo pensava mentre venne sorpreso dalla mano di Carla che, lasciando i suoi testicoli, scese più in basso. Un dito arrivò fino al suo buchetto e lo iniziò a massaggiare. Roberto non sapeva cosa fare ma decise di non obiettare.
Obbedì anche quando Carla gli chiese di voltarsi e di mettersi a pecora.

Lasciò il cazzo della ragazza ancora moscio ed immaginò cosa stesse per succedere. Aveva una paura fottuta.
Aveva quasi perso l’erezione per l’angoscia quanto sentì qualcosa poggiarsi sul buchetto del suo culo. Chiuse gli occhi ma, con sua sorpresa, sentì che non era così duro come immaginava. Ci mise qualche secondo per capire che non si trattava del cazzo di Carla, ma della sua lingua. La ragazza gli stava leccando il buco del culo mentre lo segava. La lingua gli passava tutto intorno e a volte gli scivolava dentro. Roberto non aveva mai provato una sensazione simile, il piacere era incontenibile. La sua erezione riprese vigorosa come non mai. Carla si interruppe solo per dire: “È questo che le mogli non fanno” poi infilò ancora di più il suo muso nel culo del ragazzo mentre non smetteva di mungerlo.
Roberto era in estasi. In quella posizione, con una mano sul sedile ed una poggiata sul finestrino, non si sentiva più così uomo come avrebbe voluto, ma non gli importava, il piacere che stava provando era indescrivibile. Non ci volle molto perché iniziasse a venire copiosamente. Il cazzo pulsava tra le mani di Carla come se dovesse esplodere da un momento all’altro, e lei non lo mollò finché Roberto non spruzzò tutto il suo seme sul sedile. Con un ultima passata di lingua allontano anche la sua bocca dal culo del ragazzo.

Le gambe gli tremavano, Roberto non aveva mai provato un piacere così intenso. Carla lo aiutò a pulire via lo sperma dal sedile, con delle salviettine umide. Roberto continuava a guardarla come si guarda un alieno.
“Sei stata fantastica stasera”, le disse sulla via del ritorno.
“Questo non è niente”, rispose lei.
“Quanto ti devo?”
“Promettimi solo che tornerai”
“Tornerò”
di
scritto il
2016-06-23
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