Agnese la forza della scoperta

di
genere
saffico

CON QUESTO RACCONTO SI CONCLUDE, PER ORA, LA SAGA DI "REGALO DI COMPLEANNO", ANCHE QUESTO RACCONTO E' UN MIO PICCOLODONO PER DEBBY

La natura gioca alle persone degli strani scherzi. Agnese, la bella e sensuale Agnese è nata in Sicilia lei era il classico maschiaccio, giocava a pallone, correva sudava, non badava minimamente all’aspetto fisico.

Al liceo Agnese si infagottava tutta e non amava mostrarsi in pubblico, sembra quasi vergognarsi del suo florido seno e delle forme invidiabili dei suoi fianchi e del suo splendido culetto. Agnese sembrava una sorta di pulcino che appena era uscito dall’uovo si era ritrovata abbandonata a se stessa senza nessuno che la sapesse guidare. I genitori erano due brave persone, in particolar modo la madre era, anche una bella donna, che al contrario della figlia teneva molto al suo aspetto, ma era gente alla buona, per nulla montati e senza grilli per la testa, anche se estremamente danarosi, insomma nessuno aveva mai montato la figlia. La vita di Agnese cominciò a cambiare verso i 18 anni momento in cui, per la prima volta cercò la madre per chiederle se anche lei poteva diventare una ragazza carina. Alla madre non parve vero di poter, finalmente, modellare il corpo della figlia, ma soprattutto, non le parve vero di poterla vedere nuda senza gli orribili vestiti che abitualmente indossava e poi con dei vestiti degni di una giovane donna, anche di buona famiglia, e non di un maschiaccio.

Agnese e i suoi genitori vivevano in una villa sul mare e avevano anche una piscina in parte posizionata all’interno della casa e in parte, veramente la maggior parte della piscina, era all’esterno della villa circondata da una natura lussureggiante. Dalla camera da letto di Agnese si vedeva il mare e tutto il verde degli alberi che al mare scendevano.

Quando la madre le chiese di spogliarsi completamente nuda lei istintivamente si andò a coprire i seni, se ne vergognava, per lei erano troppo grossi la sua quarta le pareva un’esagerazione, fu allora che la madre si sbottonò la camicetta e si tolse il reggiseno per mostrare alla figlia il suo decolté florido e ben sostenuto da un seducente reggiseno a balconcino.

Le madre di Agnese le spiegò che per essere carina doveva cominciare a prendersi un po’ cura di se stessa, che doveva cominciare ad usare il reggiseno per metterlo in evidenza invece delle fasce per appiattirlo, doveva cominciare ad indossare delle mutandine sexy, il perizoma sarebbe stato l’ideale. Poi si offrì di portarla in centro estetico per farle assumere l’aspetto di una donna. Agnese cercò di forzarsi e iniziare una nuova fase della sua vita. Dopo circa dieci giorni in cui Agnese non uscì dalla proprietà di famiglia era un’altra ragazza, aveva imparato a indossare la gonna, anche gonne che mettessero in evidenza la sensualità delle sue gambe, lunghe, sode e ben tornite. Agnese aveva imparato ad accettare e a valorizzare il suo seno, importante e maestoso, come lo definì la madre. Agnese che per tutta la vita aveva indossato scarpe da ginnastica imparò a camminare con scarpe decisamente femminili, con tanto di tacco a spillo, la madre le fece indossare solo scarpe con il tacco di almeno 10 centimetri, ma per lei l’ideale erano quelle da quindici centimetri.
Il tocco finale fu, quando la nostra piccola Agnese imparò a truccarsi e in questo modo a mettere in evidenza i suoi belli e profondi occhi neri, con il rossetto, di giorno rosa e di sera rosso metteva in evidenza la sensuale carnosità delle sue labbra. Di li a pochi giorni tutti i maschi della sua scuola le caddero ai piedi stregati da tanta sconvolgente sensualità.

Così trasformata Agnese cominciò i suoi primi approcci al mondo dell’amore, i primi flirt, regolarmente la interessavano ragazzi più grandi di lei, ma certamente non si poteva dire che la lasciassero senza fiato. Le cose sembrava che stessero migliorando, quando incontrò un ragazzo di Verona che era venuto al mare, lui sembrava impazzito per lei, e a lei piaceva il modo in cui questo ragazzone biondo e così diverso da tutti quelli che aveva conosciuto fino a quel momento la toccava. Le sensazioni di agitazione e di fiato corto di quando con la mano le toccava le cosce, o di quando, sempre meno distrattamente, le sfiorava il seno fino quasi a stringerglielo in modo sempre gentile. Christian si tratteneva in Sicilia per circa un mese, le ferie estive e poi sarebbe tornato a casa, quindi apparve naturale che dopo un corteggiamento assiduo, ma pur sempre galante, lui le chiese se volessero fare l’amore insieme, tutti gli altri ragazzi avevano parlato di sesso, di scopare, lui di fare l’amore e lei accettò felice di donarsi ad un uomo così dolce e tenero.

L’incontro amoroso avvenne, una sera di fine estate, nell’albergo di Christian, i due salirono in camera insieme e appena chiusa la porta lui iniziò a spogliarla, poi lui la fece adagiare sul letto e le disse che ci avrebbe pensato lui e che lei non si doveva preoccupare. Così avvenne, Agnese rientrò a casa tutta sconvolta, ma felice quasi alle 6 del mattino, lì trovò la madre che volle sapere come era andata a serata. Lei non tralasciò alcun particolare di quella notte d’amore. La madre fu felice di vedere la figlia così entusiasta e le due donne se ne andarono a letto soddisfatte per i cambiamenti che stavano avvenendo nel corpo di Agnese. Il giorno della partenza del traghetto da Palermo Agnese volle regalare il suo primo pompino al suo amore, il quale dopo aver abbondantemente goduto disse alla sua giovane amante che lui di li a pochi mesi si sarebbe sposato e che quindi la loro storia d’amore sarebbe finita lì. La nostra eroina era una persona tutta di un pezzo già da allora, e allora sciacquandosi la bocca dal suo sperma gli disse che lei non aveva nessuna intenzione di innamorarsi di un uomo che viveva cos lontano da lei e che per lei era importante fare esperienza con un uomo vissuto, ma che il ragazzo della vita lo avrebbe voluto diverso.

L’estate finì senza grandi trambusti e Agnese si riprese dal dolore di essere stata abbandonata, in realtà nei mesi successivi si sentì altre volte con Christian e i due fecero la pace, a volte capitava che quando lui era solo a casa la chiamasse e che andava a finire che facessero sesso a telefono, ma ad Agnese le cose andavano bene così.

Ormai la ragazzina tutta infagottata non esisteva più c’era solo la giovane e sensuale donna a cui piaceva essere ammirata dagli uomini e quindi capitava sempre più spesso che per andare a scuola indossasse seducenti minigonne e scarpe con il tacco molto alto e a volte si metteva delle camice di quando era più piccola in modo che i bottoni facessero fatica a contenere il suo splendido seno.

La svolta inaspettata e deflagrante avvenne un giorno di primavera quando si sparse la voce che era arrivata a scuola una giovane ricercatrice dell’Università di Milano che avrebbe fatto lezione, solamente agli studenti del V anno. Tutti ragazzi impazzirono per quella splendida e giovane donna. Angela era alta 1,75, per 50 chili, portava una terza di reggiseno e una seconda di mutandine. Angela era esattamente il contrario di Agnese per certi versi spigolosa e con i tratti somatici duri, non comunicava, a prima vista sensualità, ma in lei c’era una lato oscuro una certa luce che ad Agnese parve di intravedere in più circostanze. Angela era la classica donna settentrionale bionda, anche se affascinante, in senso assoluto, non era una donna che, quando vedeva un uomo cercava di farsi notare, a lei degli uomini non importava più di tanto.

Un giorno la classe di Agnese rimase per una lezione supplementare, quel giorno Agnese si era fatta prestare dalla madre un suo completo di pelle, che lei non poteva più mettere ma che alla figlia stava d’incanto, l’abbigliamento era completato da un paio di stivali con i tacchi a spillo di quindici centimetri, quando Angela la vide passare non riuscì a trattenere di leccarsi le labbra.

Agnese non riuscì più a pensare ad altro, sembrava incredibile, fino a quel momento l’unica cosa a cui lei aveva pensato era di fare colpo sugli uomini, anche alcuni amici ninfomani del padre, ma mai nella sua testa aveva pensato ad una donna. La sera tornata a casa prese l’enciclopedia e cominciò a cercare tutto quello che poteva sull’attrazione fisica tra donne, rimase stupita nel ricollegare il termine lesbica con la poetessa greca. La notte non riuscì a chiudere occhio fino a quando la madre non si accorse che la figlia era sveglia e volle sapere cosa stesse succedendo. Agnese allora raccontò alla madre il turbamento che provò, quando Angela si leccò le labbra con fare voluttuoso. Luisa non rimase stupita dal racconto della figlia e le disse che anche lei da giovane aveva avuto un’esperienza lesbica, ma che poi finì tutto di li a breve. Agnese sembrò confortata dallo scoprire che anche la madre aveva avuto un turbamento come il suo, ma che alla fine era rientrato nei canoni di quella normalità che tanto cercava.

Il giorno dopo, venerdì, Angela non venne a scuola, ma lasciò alla preside del liceo un biglietto chiuso in cui le scriveva che le avrebbe fatto piacere rivederla con quei pantaloni di pelle e magari con qualcosa di molto particolare sopra, nulla di più venne specificato, ma tanto valse che Agnese visse tutta la giornata, ma in realtà tutto il weekend in attesa di incontrare il suo chiodo fisso, non riusciva, ma in realtà non voleva ancora, chiamarla amore. Presto non ne avrebbe più fatto a meno. Approfittando del fatto che i genitori erano fuori per un matrimonio, Agnese passò tutto il weekend sdraiata al sole completamente nuda, alle soglie dell’estate poteva già vantare una splendida abbronzatura integrale, con la pelle lucida e scurita dal sole si sentiva ancora più bella e desiderabile del solito.

Lunedì mattina Agnese si alzò di buon ora si fece una lunga rilassante doccia, poi si asciugò e si cosparse il corpo di un olio al biancospino, che tanto successo aveva sui maschi, poi così oleata si infilò i pantaloni di pelle, quando li ebbe indossati si girò di trequarti e non potè fare a meno di notare che aveva proprio un gran bel culetto, poi si mise un bello strato di gel sui capelli che pettinò tutti all’indietro e li raccolse in un romanticissimo chignon, si truccò in maniera molto lieve a contrasto c’erano solo le labbra voluttuosamente rosse, anche le unghie delle mani e dei piedi erano rosso vermiglio, ai piedi indossava un paio di stivali con il tacco a spillo di 15 centimetri, sopra indossò una camicetta di pizzo bianca e un bolerino che si allacciava appena sotto le tette, tanto per evidenziare tutto quel ben di Dio, insomma una visione veramente mozzafiato.
Quando arrivò a scuola tutti i suoi compagni rimasero folgorati, Angela stava parlando con la preside, cercò di controllarsi, ma risultò molto difficile non gettarle uno sguardo lussurioso, Agnese notò quello sguardo e ne fu piacevolmente colpita. Il resto della mattinata, fino al memento della lezione di Angela trascorse più o meno in serenità, con tutti i maschi della scuola quasi sempre i erezione quando la vedevano passare.

La lezione di Angela fu un continuo giuoco di sguardi, di allusioni e di ammiccamenti. Spesso capitava che quando le due donne incrociavano gli sguardi gli ammiccamenti erano sempre più espliciti, ma per fortuna nessuno si accorse mai di niente. Finita la lezione Angela chiese ad Agnese di restare e li le due donne cominciarono le loro schermaglie amorose decisamente più esplicite. Angela convinse Agnese ad andare con lei a Palermo in macchina e in questo modo potevano passare un po’ di tempo insieme senza essere disturbati da nessuno. Il pomeriggio lo passarono per negozi, alcuni anche piuttosto espliciti, come quando Angela chiese alla sua nuova amica di accompagnarla a comprare un completino intimo sexy, Agnese fu molto felice di vedere Angela a seno scoperto, tutte le volte che provava un nuovo reggiseno, poi trovato quello giusto le chiese se le avrebbe fatto piacere toglierlo una di quelle notti. Agnese le sussurrò all’orecchio che non vedeva l’ora di toglierle tutto.

Le due si imbarcarono in macchina per tornare a casa di Agnese, la loro piccola gita palermitana si concluse con l’annuncio da parte di Angela che sarebbe andata Milano per qualche giorno e alla fine con il loro primo bacio dato prima timidamente sulle labbra e poi sempre più arrapate con le lingue che scavavano tutti i meandri più nascosti delle bocche dell’altra. Tornata a casa raccontò tutto alla madre, la quale la pregò di andarsi a cambiare prima dell’arrivo del padre e di certi suoi amici, troppo interessati alla sua avvenenza. Controvoglia Agnese accettò il consiglio della madre.

Quella sera non si fece vedere dagli amici del padre voleva sentire le labbra della sua amata sulle sue. Il resto della settimana trascorse senza grandi avvenimenti, ogni tanto si sentivano telefonicamente ed una notte Angela chiese ad Agnese di accarezzarsi e di raccontarle cosa avesse in dosso, sembrava che Angela fosse in preda ad una sorta di raptus sessuale. Poi le disse che le aveva mandato a scuola, con una busta dell’Università Statale di Milano le sue chiavi di casa, e che lei avrebbe dovuto, se voleva, aspettarla a casa e che si doveva mettere comoda, e con meno roba a dosso possibile. Il giorno dopo uscita da scuola andò dall’estetista per un’accurata depilazione della zona vaginale, poi si voleva far mettere bene lo smalto alle unghie sia delle mani che dei piedi e così li passò un paio d’ore poi andò a comprarsi un completino intimo che definire super sexy è definirlo casto e al termine del piccolo shopping finalmente arrivò a casa di Angela, si spogliò, mise lo champagne in frigo e poi aspettò l’arrivo dell’amica., la quale quando arrivò la trovò placidamente sdraiata su un divano, Agnese senza dire una parola si alzò andò verso l’amica le diede un bacio sulle labbra e poi con voce sognante ma carica di erotismo: “Ben tornata a casa amore!!!”, anche lei si stupì del saluto, ma poi le due si abbracciarono e si baciarono a lungo mentre Agnese spogliava Angela e si spostavano verso il letto. Nessuna delle due donne voleva perdersi in lunghi preliminari, ma entrambe volevano arrivare al sodo, il sesso!!!

Arrivate sul letto Agnese si distese, mentre Angela le si mise sopra, i seni delle due donne a contatto diventavano sempre più duri. Non fecero l’amore, Angela con un supremo sforzo riuscì a fermarsi, proseguirono solo a darsi baci e a leccarsi i capezzoli. Angela propose ad Agnese di passare il weekend successivo a Taormina in modo da poter essere più libere di essere loro stesse, Angela aveva l’impressione di non essere sempre totalmente libera in quei luoghi. Agnese a malincuore dovette concordare che era meglio così.

La sera quando tornò a casa trovò i suoi genitori in compagnia di uno degli amici del padre sempre arrapati, Agnese aveva bisogno di sfogare la sua voglia di sesso e la sua immensa carica erotica, allora propose all’amico dei suoi di far finta di andare via e poi, visto che anche i genitori passavano la serata e anche la nottata fuori casa, di rientrare per divertirsi insieme, all’uomo non parve vero e così fecero. Agnese rimase con il completino intimo che aveva comprato per Angela, quando l’uomo entrò in casa si eccitò ancora di più di quanto non fosse i due cominciarono subito a baciarsi lei sentita tutta l’eccitazione che l’uomo aveva in corpo decise di passare subito alle vie di fatto gli tirò giù i pantaloni e le mutande e gli fece una rapida sega e poi gli prese in bocca il suo uccello sempre più dritto e duro, contemporaneamente Agnese cominciò anche a farsi un ditalino, ma la cosa che le fece impressione fu che mentre si faceva il servizzietto lei pensava ad Angela e non al maschio che aveva di fronte, ma l’eccitazione ormai e talmente elevata che non le importava più se la sua mente sognava una femmina e il suo corpo possedeva un maschio. Quando giudicò che il cazzo dell’uomo davanti a lei era sufficientemente duro si sdraiò sul divano di pelle del salotto di casa e si fece penetrare dal cazzo dell’uomo. Ormai Agnese aveva completamente perso il controllo di se la doppia scena che lei stava vivendo la portò presto ad avere un fortissimo orgasmo, gli spasmi del suo utero e i continui gemiti che uscivano dalla sua bocca portarono anche l’uomo di fronte a lei all’orgasmo che anche in questo caso fu assolutamente sensazionale. I due si rivestirono si bevvero qualcosa e poi lui tornò dalla moglie e tutto finì li.

La scuola chiuse per dieci giorni e le due amiche decisero di dare seguito al loro proposito di passare una settimana da sole a Taormina. Il padre di Agnese acconsentì che la figlia andasse qualche giorno fuori con delle amiche a cui chiese il favore di coprirla inventandosi una storia con un uomo sposato. Al loro arrivo all’Hotel consegnarono le chiavi della loro stanza e le due donne si cominciarono a baciare prima teneramente poi con sempre maggiore passione e voluttà. Ad Agnese non parve vero di risentire il sapore delle labbra di Angela, nello stesso tempo anche nei momenti in cui chiaramente si percepiva quanto fossero arrapate il modo di baciare di Angela era sempre più delicato e foriero di dolcezza e di delicatezza di quanto non fossero mai stati i maschi con cui aveva avuto dei rapporti. Quando Agnese iniziò a spogliare la sua amante rimase affascinata dalla bellezza del corpo di Angela, dalla sensualità che promanava la sua pelle, Agnese si dedicò con tutta la passione di cui era capace alle magnifiche tette dell’amica, non avendo mai avuto a che fare con un seno femminile Agnese decise di fare all’amica tutto quello che lei avrebbe gradito ricevere, quel tipo di attenzioni e di dolcezza che nessun uomo era mai stato in grado di darle. Mentre con quel misto di avidità e di profonda dolcezza succhiava e strizzava i capezzoli di Angela, con le mani procedette al togliere i pantaloni e i collant alla sua donna per poi spogliarsi pure lei e andarsi a sdraiare sul letto pronta per fare l’amore con la sua donna. Quando si trovarono sdraiate a letto si misero immediatamente nella posizione de 69, Agnese disse ad Angela che lei non sapeva cosa fare, allora la donna le consigliò di chiudere gli occhi e di farle tutto quello che le avrebbe fatto piacere ricevere, poi le disse con un filo di malizia, come le aveva succhiato le tette. Agnese sprofondò in un mare di piacere, la lingua dell’amica la mandava in estasi e le dita della donna la toccavano ovunque in modo delicato e ritmato, ma senza mai arrivare ad un punto di monotonia. Sembrava sempre che Angela sapesse dove toccare la sua amante, sembra sempre che sapesse dove poterle provocare più piacere, Agnese si sentiva come un libro aperto, completamente alla mercè della sua amane, uno stato di abbandono e sudditanza che considerava sempre estremamente dolce e piacevole. Gli orgasmi ormai si susseguivano ad un ritmo vertiginoso. Agnese era entrata in un trip di grande erotismo. Smisero di fare l’amore dopo circa 3 ore e dopo che la passione e il desiderio di possedersi che le due avevano accumulato nei mesi di schermaglie aveva trovato un minimo di pace.

Angela ed Agnese allora si prepararono per la cena e poi pensarono di andarsene in discoteca, quindi si vestirono in modo molto sexy, ad entrambe piaceva essere ammirate dalle altre persone e a tutte e due piaceva, far girare la testa agli uomini, in fondo sapendo che mai avrebbero soddisfatto l’appetito erotico degli uomini che avrebbero provocato.

Il loro rapporto si interruppe solo i mesi estivi, in cui Agnese provò ad avere dei rapporti sessuali con dei maschi, quasi tutti gli amici del padre e alcuni ex compagni di classe, ma ormai era chiaro che per Agnese il sesso non poteva che essere solo che declinato al femminile.

Agnese interruppe i rapporti con la sua famiglia prima di andare a vivere a Milano, lei non voleva più vivere in Sicilia lo disse chiaramente al padre il quale accettò la scelta della figlia non condividendola a pieno, ma quando lei era a Milano loro non l’avrebbero mai chiamata, e anche quando lei fosse tornata in Sicilia i loro rapporti non sarebbero mai stati troppo stretti. Agnese aveva paura che la sua diversità non sarebbe mai stata accettata a pieno dai genitori, la madre aveva fatto sesso una volta con un’amica ma nulla di più ormai Agnese aveva intrapreso una certa strada che non riteneva che sarebbe mai stata capita. La nostra piccola Agnese si sbagliava di grosso, i genitori volevano solo la sua felicità e a loro andava bene che la figlia fosse lesbica purché felice e appagata.

All’Università si iscrisse alla facoltà di legge alla Cattolica di Milano, dove arrivò alcuni mesi prima dell’inizio delle lezioni e non disse nulla all’amica, lasciò le valige alla stazione e andò in facoltà. Arrivata si mise in fila per il ricevimento, come gli altri studenti. Angela era in stanza con una collega che essendo l’ora di pranzo dovette tornare a casa dai figli e quindi la nostra bella assistente rimase da sola, all’inizio non la vide, ma sentì l’odore, quel inconfondibile profumo di mandorle che le faceva perdere il controllo, allora chiese ad una studentessa che stava uscendo dalla stanza se poteva dire alla collega di nome Agnese di aspettare, che visto che avevano parecchie cose di cui discutere l’avrebbe ricevuta per ultima. Agnese non si scompose minimamente e rimase in attesa, poi quando dopo circa mezz’ora uscì l ultimo studente questi le disse che la dottoressa era andata un attimo in bagno e di entrare e di chiudere la porta. Agnese entro ed eseguì gli ordini ricevuti, poi dal bagno arrivò la voce calda e suadente di Angela che le disse di chiudere la porta chiave e di mettersi comoda, in genere questo voleva dire di spogliarsi, e così lei fece, appena rimase in reggiseno e tanga comparve subito Angela vestita, o forse è meglio dire svestita, allo stesso modo, le due donne si baciarono e si fecero uno primo ditalino giusto per allentare la tensione, le due vennero contemporaneamente. Poi si rivestirono e andarono alla stazione dove presero i bagagli e andarono a casa di Angela dove vissero per circa due anni. Poi la loro storia finì, una sera d’estate senza un vero perché nella seducente e calda Sicilia da cui tutto aveva avuto inizio.

Mi permetto di farvi ancora un piccolo accenno a quando Agnese incontrò la bella Sara.
L’incontro avvenne la prima volta in tribunale a Milano e poi nella severa formalità dello studio in cui Agnese lavorava da ormai 4 anni, all’inizio le due donne non provarono nulla per l’altra se non una certa antipatia, Agnese era diffidente nei confronti delle altre donne, aveva paura di essere scoperta e che la sua vera natura la mettesse in serie difficoltà, nel suo studio non amavano gli scandali e l’omosessualità sotto tutte le sue forme, non era tollerata. I rapporti tra le due si cominciarono ad allentare durante una cena di lavoro, ma soprattutto nel dopo cena, in discoteca dove vennero portate dai rispettivi capi, che cercavano in questo modo di costruire un clima più sereno e proficuo per la conclusione della trattativa che avevano intavolato per conto dei rispettivi clienti.

Al ritorno a casa in taxi le due donne cominciarono ad ammirare i rispettivi corpi, ma prima che potessero scogliere il ghiaccio arrivò il momento per Sara di scendere dal taxi per andare in albergo.

La mattina dopo Agnese telefonò a studio per annunciare che non si sentiva bene e che avrebbe preferito stare a casa, allora il titolare dello studio le disse che non c’erano problemi e che anche gli ospiti liguri avevano chiesto un giorno di tregua, poi il capo propose ad Agnese di cercare la collega e portarla a fare acquisti nelle strade eleganti di Milano e che questo avrebbe favorito il clima disteso che serviva per chiudere la trattativa. Agnese accettò e andò da Sara sperando di poter parlare con quella donna e capire se tra di loro poteva nascere qualcosa oppure non sarebbe nato proprio niente. Le due passarono tutta la giornata e la serata assieme e la loro intesa diventava sempre più profonda, ormai il weekend si avvicinava e Sara voleva portare Agnese in costa Azzurra per un weekend tranquillo, e nella speranza di Sara il fine settimana sarebbe dovuto essere come piatto a base di sesso e con il contorno di sesso, ovviamente tra donne. Quando Sara chiese ad Agnese se le avesse fatto piacere passare il weekend insieme in Costa Azzurra la bruna Agnese accettò con entusiasmo, poi colta dall’eccitazione per l’inaspettata richiesta diede un bacio sulle labbra dell’altra donna, la quale rispose con tutto l’entusiasmo del mondo al bacio.

Dopo quelle giornate calde e quelle notti bollenti in cui le due donne scoprirono quanto avevano in comune e quanto le loro differenze anche fisiche le affascinassero le due donne non si separarono mai più. Agnese lasciò Milano per Genova e, come detto, andarono a vivere assieme. Devo dire che passare del tempo con quelle due donne e la mia Roberta è veramente un’esperienza molto piacevole.

Fine

scritto il
2010-10-21
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