Luisa al centro commerciale

di
genere
tradimenti

Luisa al Centro Commerciale


Aldo, mio marito, da tempo, mi spingeva a fare l’amore con degli sconosciuti, ma io mi ero sempre rifiutata. Io, Luisa ho 38 anni, mio marito 55. Non sono una donna bellissima, ma ho un bel culo, due gambe diritte e formose ed un seno florido. Quello di me che più fa eccitare gli uomini è il mio viso e la mia espressione ambigua, quando incrocio il loro sguardo. Una volta mio marito mi disse: “Quando guardi gli uomini, fai rizzare l’uccello a loro, ma anche a me; la cosa a cui pensa un uomo quando ti guarda è scoparti fino allo sfinimento”.
Da un pò di tempo Aldo dice che non crede di poter più soddisfare il mio normale appetito sessuale e cerca sempre di escogitare qualcosa di nuovo. Ha incominciato ad usare un cazzo finto durante i nostri rapporti, fingendo di scoparmi in compagnia di un’altra persona. “Ti piace? – mi diceva- il mio amico ti fa godere più di me, lo sento; dillo che ti piace, che ora finalmente sei soddisfatta”.
“Sei un porco” – gli rispondevo sorridendo, ma godevo quando me lo introduceva tutto nella fica e poi nel culo. “ E’ vero, il tuo amico è molto bravo – continuavo nella finzione - ma ha le palle vuote non lo sento sborrare, mi piaci più tu, e poi io ti amo”.
“ So bene che mi ami, ma sai altrettanto bene che è sempre più difficile per me soddisfarti appieno”.
“Non temere – ribattevo – sei il solito stallone, non ho altre esigenze, e poi non potrei mai tradirti”.
“ Parliamo pure di tradimento, - mi disse una volta - quando è che una moglie tradisce il marito? Pensaci, quando lo fa di nascosto una o più volte, tradendo la fiducia del coniuge, quando si fa un amante fisso, o peggio ancora quando si innamora di un altro, rimanendo sempre con il marito, Ovviamente questo vale anche per il marito nei confronti della moglie. Questo non lo sopporterei, se tu mi tradissi così, romperei subito il nostro rapporto, anche se ti amo moltissimo”.
Mentre parlava io andai con il pensiero a quanto mi era capitato un paio di settimane prima.
Aldo, mio marito, si era assentato per lavoro ed io non avevo niente da fare, e allora mi recai a fare compere, ma soprattutto per curiosare, al Centro Commerciale. Dopo aver girovagato un pò, mi sedetti ad una bar dove si poteva mangiare qualcosa. Feci l’ordinazione e nell’attesa, mi misi a leggere una rivista. Al tavolino accanto sedeva un uomo di circa 30 anni, molto elegante che mi stava guardando sempre più insistentemente. Dopo un pò si avvicinò e mi disse” Mi scusi signora, se la stavo fissando, ma lei è molto bella; le chiedo perdono e se non le dà fastidio, mi siederei al suo tavolo, perché odio mangiare da solo” Io rimasi un pò interdetta, ma i modi gentili e soprattutto l’avvenenza dell’uomo mi spinse ad accettare la sua offerta. “ Prego – gli dissi – si accomodi pure”. L’uomo mi ringraziò, si presentò e cominciammo a conversare del più e del meno. Mentre parlavamo l’uomo mi guardava le cosce che, a causa del corto vestito che portavo, erano quasi completamente scoperte. Anche la scollatura era ampia e lasciava intravedere gran parte del mio seno. Guido, quello era il suo nome, mi propose di brindare al nostro incontro ed ordinò una bottiglia di vino che ci scolammo completamente durante il pasto. Io non reggo molto gli alcolici e così, dopo un bicchiere di grappa che mi portò come ammazzacaffè, ero un pò brilla e su di giri. Ridevo e mi muovevo scompostamente lasciando intravedere la parte superiore delle autoreggenti che quel giorno avevo indossato. Improvvisamente Guido smise di ridere, mi guardò negli occhi e mi disse, serio: ” Giù nel garage sotterraneo ho la mia macchina, ampia e comoda, perché non ci andiamo insieme ?”
Rimasi zitta un momento e poi: “Hai un preservativo – gli chiesi fissandolo - perché io non ne ho”.
“Ne tengo sempre qualcuno in auto - mi disse sorridendo – aspetta, vado a pagare e torno”.
Entrò nel bar, mentre io lo aspettai nervosamente al tavolo. Che cosa mi era successo, incominciai a pensare; l’uomo mi piaceva, erano dieci giorni che Aldo era assente ed io non avevo fatto sesso. La mia voglia di scopare era grande, ancor più accentuata anche dall’alcol che avevo bevuto; quando lo vidi uscire dal bar, sentii che la mia fica si stava bagnando, ed io pregustavo già l’imminente chiavata che avrei fatto con lui.
Improvvisamente sentii una voce che mi stava chiamando: “Luisa, cosa ci fai qua, sola soletta ?” Era la mia amica Vera che mi aveva visto da lontano e si avvicinava verso di me. Io guardai verso il mio compagno di pranzo e con un cenno gli feci capire che tutto sarebbe andato all’aria. Lui mi guardò con uno sguardo desolato, poi scrisse frettolosamente un biglietto e lo mise, piegato, sopra il tavolo. Mentre Vera stava arrivando lo lessi.
“Sei una donna stupenda, - c’era scritto - tutti i giorni feriali sono sempre qua durante la pausa pranzo. Spero di rivederti presto, e se succederà mangeremo ancora insieme.....dopo, però”.
Io seguii Vera, che non si era accorta di nulla, e dopo essere stata un pò con lei, tornai a casa.
Tutto questo mi passò in testa velocemente, mentre mio marito mi parlava di tradimento. Fu allora che mi accorsi che ero stata ad un passo dal tradirlo anch’io, senza che l’avessi né premeditato né veramente cercato; era stata solo un’occasione capitata in un particolare momento.
Mio marito intanto continuava :” Se invece il marito acconsentisse che la moglie avesse rapporti sessuali con un altro uomo, questo non sarebbe assolutamente tradire, anzi sarebbe una forma di rispetto, di devozione e di amore nei confronti del coniuge, ammesso che lui non potesse più soddisfarla. Secondo la mia opinione, è un modo per rafforzare ancora di più l’unione fra i coniugi. Vedi cara, se tu volessi scopare con una persona che ti piace per godere con lui, non avrei niente in contrario purché lo sappia e che possa partecipare anch’io, anche solo da spettatore. La possibilità di vederti godere anche se con un altro sarebbe anche per me una fonte di godimento ”.
Quest’ultima frase mi fece un pò riflettere sulle reali intenzioni di mio marito, Comunque, non me la sentivo di scopare con un altro davanti a lui, ma mio marito ogni volta che parlavamo di sesso, continuava a chiedermi che almeno ci pensassi.
Poi, a letto, i nostri rapporti divennero meno frequenti ed io cominciai a sentirne la mancanza. Una volta, sorridendo gli dissi :” Amore, è tanto che non scopiamo, facciamolo insieme al tuo “amico” di gomma”. “Credimi, ti ci vorrebbe un cazzo di un altro uomo – mi rispose serio – quello ti darebbe molta più soddisfazione; mi dispiace vederti così insoddisfatta, ma più di così, mia cara, non riesco a fare”. Ed anche quella sera restai in bianco.
L’astinenza cominciava veramente a pesarmi e sempre più spesso, quando rimanevo sola mi spogliavo e mi masturbavo pensando alla scopata che avrei potuto fare con l’uomo del Centro Commerciale. “Si, scopami, fammi godere – gridavo, mentre mi infilavo tre dita all’interno della fica – sborrami dentro, riempimi tutta, ahah come godo si... ti voglio più dentro, vieni, dai godi anche te ahah.... vengo....vengo .....” e dopo aver raggiunto l’orgasmo, sempre più spesso ricominciavo di nuovo. Nonostante tutto non me la sentivo di fare ciò che Aldo mi chiedeva.
Mio marito si accorse del mio disagio, ma non parlò più della faccenda, però incominciò a portarmi sempre più spesso fuori la sera, in locali molto frequentati anche se talvolta non molto eleganti. Andavamo dove si ballava, in osterie dove potevamo mangiare e bere, e qualche volta anche in locali notturni. Mi proponeva di indossare vestiti che, come diceva lui, valorizzavano la mia persona. Gonne strette e corte, ampie scollature, tacchi alti e trucco piuttosto vistoso. Ci sedevamo ad un tavolo e mio marito non faceva altro che guardarsi intorno per vedere se qualcuno mi notava o faceva apprezzamenti. Gli occhi su di me, anzi sulle mie cosce scoperte, erano molti, e le occhiate che mi lanciavano gli uomini erano piene di libidine. “Sono tutti affascinati da te – mi sussurrava mio marito – non ti senti eccitata ? Quello là ti sta mangiando con gli occhi, ti vorrebbe scopare, non lo vorresti anche tu ? Io credo che la tua fica sia già bagnata, sento il suo profumo da sotto il vestito” . “Sei un porco – smettila di dire certe cose – non lo farò mai”.
Dentro di me sapevo che quello che mi diceva Aldo era vero, mi sentivo eccitata, ma qualcosa mi impediva di lasciarmi andare, ed ogni sera tornavamo a casa con mio marito sempre più accigliato. In qualsiasi posto andavamo, mi diceva sempre le stesse cose, ma io non cedevo.
Ma una volta, andammo in un locale da ballo molto frequentato e, come al solito ci sedemmo ad un tavolo , guardando le persone a noi vicine e quelle che ballavano. Mio marito non ballava mai, si limitava a mettermi in mostra e non perdeva occasione di dirmi come mi guardavano e come sarebbero stati contenti di scoparmi. All’improvviso sentii una voce dietro di me : ”Mi permetta signora, potrei avere il piacere di invitarla a ballare ?” Poi rivolgendosi a Aldo : ” Se lei è il marito, ovviamente con il suo permesso” . Mio marito si volse verso lo sconosciuto :” Non ho niente in contrario – gli disse – dipende da mia moglie se accettare o no, cosa ne pensi cara ?”
Io ero senza parole, perché, in piedi davanti a me, Guido, il protagonista delle mie fantasie erotiche, l’uomo che avevo incontrato al Centro Commerciale mi stava guardando fisso.
Improvvisamente, tutti i dubbi che avevo su quello che mi chiedeva mio marito, sparirono e mi sentii pronta a buttarmi tra le braccia di Guido anche in quel momento, se me lo avesse chiesto.
Sorridendo ed ammiccando a mio marito gli dissi :“Grazie, caro, accetto con piacere – e mi alzai dirigendomi verso la pista affollata di ballerini, sotto lo sguardo enigmatico e speranzoso di Aldo.
Arrivati nel mezzo della pista Guido mi cinse la vita e mi disse :” Appena ti ho vista al tavolo non credevo ai miei occhi; credo che tu debba farti perdonare qualcosa. Da quel giorno in cui sei andata via con la tua amica, ti ho cercata per settimane al Centro Commerciale, ma invano; spesso di notte mi svegliavo eccitato pensando a te. Ti ricordi quando ti proposi di andare in auto, cosa mi dicesti?”. Io lo guardai e lo strinsi forte “Ti chiesi se avevi il preservativo, perché ero pronta ad offrirmi completamente a te”. Poi continuai : “Non ti preoccupare ti risarcirò con gli interessi”. E avvinghiandomi a lui, gli ficcai la lingua in bocca. Lui rispose al mio bacio e incominciò ad accarezzarmi il culo ed il seno, mentre mi baciava sul collo e dietro l’orecchio.
“Ma come facciamo – si staccò da me - ci diamo appuntamento al Centro e finiamo quello che avevamo iniziato? Non ce la faccio più a stare accanto a te, senza saltarti addosso; senti il mio cazzo è duro come il legno, se ti strusci ancora sono certo che vengo nei pantaloni”.
“ Non ti preoccupare, è più semplice di quello che pensi – gli dissi mentre la mia fica si stava bagnando tutta – io penso che già stasera potrò darti quello che desideri”. Ballando lentamente ci spostammo verso il tavolo dove era seduto Aldo; giunto davanti a lui abbracciai Guido e gli misi la lingua in bocca baciandolo appassionatamente. Guido, sorpreso, si staccò da me e sussurrò :” Cosa stai facendo, tuo marito ci sta guardando”. “ Stai tranquillo – gli dissi , toccandogli il cazzo che si stava un pò ammoscendo – guarda ed osserva bene”. Volsi lo sguardo verso Aldo che ci stava fissando e continuando a baciare Guido, gli sorrisi, poi gli dissi :” Sono pronta a fare con lui, tutto quello che mi hai sempre chiesto, sei d’accordo, sei finalmente contento?”. “ Certo, cara – mi rispose – però conosci le mie condizioni; spiegale anche a lui, presentami il tuo amico e andiamo a casa nostra”. Io gli presentai Guido e Aldo si alzò per uscire dalla sala.
“Aspetta ancora un pò – gli dissi – non è ancora l’ora di andare, vieni con noi anche tu caro”
Presi per mano Guido e mi diressi in un angolo del locale, distante dalla zona dove tutti ballavano. Quella parte era in penombra e non c’era nessuno. Seguendo ritmicamente la musica, ci recammo furtivamente nella zona scelta; arrivati nella penombra, presi la mano di Guido e me la misi tra le cosce. Lui allora mi scostò il perizoma dalla fica e ci introdusse prima un dito poi un altro ancora, iniziando un ditalino sempre più veloce. Il suo cazzo era tornato duro e lo sentivo crescere sempre di più, allora lo estrassi dai pantaloni ed incominciai a masturbarlo. Guido era eccitatissimo, smise di muoversi, mi sdraiò sulla moquette del pavimento, mi strappò le mutandine ed incominciò a leccarmi la fica. Io non resistetti per molto ed ebbi il primo orgasmo. Solo il volume alto della musica impedì a tutti i presenti di sentire i miei gemiti. Guido incurante del mio movimento convulso, continuò a leccarmi la fica ed io continuai a godere. “L’hai voluto – dissi rivolgendomi a Aldo – non mi hai toccato per settimane, facendomi scoppiare di desiderio, ma stasera voglio rifarmi, voglio godere come una troia, e voglio che Guido mi riempia la fica di sborra calda e continui finché non si sarà svuotato completamente le palle; dai, ora scopami” – lo incitai allargando le gambe. Guido non se lo fece ripetere, introdusse il suo cazzo nella mia fica spingendolo fino in fondo e incominciò a chiavarmi sempre più intensamente. I suoi colpi mi facevano sobbalzare e ben presto Giulio arrivò al limite e iniziò a godere “ Sborro....sborro ...prendilo tutto....ah come godo.....ahah.....ahah... che bella fica sei e come mi fai godere “
I fiotti di sborra erano talmente intensi che mi riempirono la fica, facendomi godere ancora.
Per un pò io e Guido rimanemmo l’uno sopra all’altra in silenzio per recuperare le forze mentre una notevole quantità di sborra dalla fica mi colava sulle cosce Nella penombra vidi Carlo con il cazzo in mano, che si stava segando con gli occhi fissi su di me. Io lo guardai e gli sorrisi e fu allora che accelerò il movimento e sborrò velocemente sul pavimento con il volto stravolto dal piacere.
“Te l’avevo detto – mi apostrofò – che sarebbe stato stupendo; non dirmi che non ti è piaciuto, ho visto come hai goduto, mugolavi come una troia e sono sicuro che sei venuta più di una volta”. Poi continuò :” Ora però, andiamo via, non vorrei che ci vedessero, continuiamo a casa”.
Velocemente ci rimettemmo a posto e andammo fuori dove erano parcheggiate le nostre auto. “Fai strada – dissi a mio marito – io monto con Guido e ti seguiamo”.
“Io salgo con voi, lascio qui la mia auto – disse Guido – vengo domani a prenderla”.
Ci dirigemmo veloci verso casa; ci voleva circa mezz’ora per arrivare perché le località che sceglievamo erano sempre piuttosto distanti dalla nostra città, quindi io e Guido prendemmo posto nel sedile posteriore e iniziammo a baciarci e a toccarci dappertutto. “ Tu guida e non ti voltare - dissi a Aldo in modo brusco - hai tutta la notte per guardarci scopare, stai attento e non ti distrarre”.
Non so cosa mi fosse preso, era come se tutte le mie paure precedenti si fossero trasformate in una voglia frenetica che mi spingeva a diventare di essere troia a completa disposizione di Guido. Si era capovolta la situazione , ero io che desideravo essere chiavata e che l’avrei fatto anche se mio marito non me l’avesse chiesto. Aldo guardava nello specchietto, allora per farmi vedere da lui, accesi la luce posteriore e tirai fuori il cazzo di Guido, incominciando a succhiarlo, prima delicatamente, poi sempre più a fondo fino alle palle che leccai golosamente. Guido mi prese la testa e mi aiutò a pompare sempre più velocemente, ma quando stava per venire smetteva, per ricominciare dopo poco ogni volta più a lungo e più a fondo. Dopo poco vidi dall’espressione del suo volto che era arrivato al limite e non avrebbe resistito oltre. Tolsi per un istante il cazzo di bocca e gli dissi “Quando vieni non lo togliere di bocca perché voglio sentire tutta la tua sborra calda in bocca e te la voglio ingoiare fino all’ultima goccia”. E ricominciai a succhiare il suo cazzo. Guido non tardò molto ad esplodermi in bocca e mi fece ingoiare un’enorme quantità di sborra che bevvi avidamente; una parte mi colò lungo la gola e una parte la trattenni in bocca, assaporandola.
“Fermati un attimo e guarda quanto mi piace la sua sborra – dissi a Aldo.
Lui frenò si mise da una parte e si rivolse a me:” Questo era quello che volevo, ora sei diventata proprio la puttana che desideravo..e come ti avevo detto anche tu godi come una vera maiala; guarda, a vederti con tutta la bocca piena di sborra mi è venuto il cazzo duro; succhialo anche a me” – continuò avvicinando il suo cazzo al mio viso, cercando di infilarmelo in bocca.
Io voltai il viso di lato rifiutando di succhiarglielo, allora mi baciò ficcandomi la lingua in bocca . Così facendo leccò tutta la sborra di Guido rimasta nella mia bocca e poi, visto che non avevo intenzione di fargli un pompino si fece una sega veloce e quando venne mi sborrò sul viso.
Io mi pulii con la mano e gli dissi “ Sono una puttana, ma non la tua puttana; da ora in avanti se vuoi godere lo devi fare solo con le tue mani, io faccio la troia solo con gli altri, come mi hai chiesto più volte di fare. Bene, lo farò, e con le tue regole, ma per quanto riguarda il modo di essere troia, sono io che scelgo il modo di chiavare, dove prenderlo, quante volte farlo e con quanti”.
“Va bene – mi rispose Carlo - mi hai reso finalmente felice, e non interferirò mai né sulle tue scelte né su come preferisci godere. Sappi che non mi importa partecipare, però voglio guardare”.
Detto questo, mise in moto e ci dirigemmo verso casa dove arrivammo in breve tempo.
Mio marito parcheggiò l’auto mentre io e Guido abbracciati ci recammo all’interno e ci accomodammo in soggiorno, dove dopo poco, ci raggiunse anche Aldo.
“ Preparo un drink” – disse Aldo a Guido, che nel frattempo si era seduto in una poltrona. Io ero seduta su divano di fronte a lui e lo guardavo con una espressione vogliosa. Visto che lui non si muoveva, incominciai a spogliarmi lentamente; prima mi tolsi la maglia poi il reggiseno, rimanendo con la sola sottana e le calze autoreggenti. Mentre stavo per togliermi la sottana, Guido mi fermò.
“ Fermati – mi disse – Aldo ha detto che sei diventata una vera puttana, allora dimostralo. Tirati su la sottana ed allarga le cosce, fammi vedere la fica completamente aperta e comincia a masturbarti”.
Io gli sorrisi e allargai le cosce completamente; non avevo le mutandine perché Guido me le aveva strappate nel locale dove ballavamo, quindi la mia fica era nuda e spalancata al massimo. Guardandolo sempre negli occhi ci introdussi due dita e cominciai un lento ditalino; con l’altra mano mi accarezzavo il seno e mi toccavo i capezzoli che erano diventati duri come sassi. La mia fica era bagnata e favorì facilmente anche l’introduzione del terzo dito, cosa che feci sempre lentamente, passandomi voluttuosamente la lingua sulle labbra. Guido era in silenzio e mi guardava eccitatissimo; d’improvviso si alzò e si tolse tutti i vestiti rimanendo nudo. Io credevo che volesse chiavare e feci l’atto di alzarmi, ma lui mi fermò e mi disse : “Continua ancora così sei la donna più eccitante che abbia mai conosciuto, voglio vederti venire”. Si rimise a sedere sulla poltrona e iniziò a toccarsi il cazzo che anche senza sollecitazione era già diventato grosso e duro. Mentre ero impegnata a sditalinarmi sempre di più, arrivò Aldo con alcune bottiglie di liquore; vedendomi in azione, si fermò come impietrito, poggiò le bottiglie sul tavolo e si accomodò nell’altra poltrona davanti al divano, accanto a Guido.
“L’ho sempre saputo che dentro di te c’era una troia che non voleva saperne di uscir fuori; è merito mio averti mostrato la tua vera indole; non sei fatta per un solo uomo, devi far godere più uomini possibile, e godere tu stessa. Sto vedendo davanti a me, la donna che ho sempre sognato, libidinosa, vogliosa e disponibile a tutto con tutti; spero che ora capirai che avevo ragione a spingerti a darti ad altri uomini”. Mentre mi parlava aveva tirato fuori il cazzo e se lo stava menando, ma nonostante ce la mettesse tutta, aveva difficoltà a rizzarsi.
Era una situazione anomala: io che mi stavo masturbando davanti a due uomini, molto prossima all’orgasmo, Guido che non staccava gli occhi da me con il cazzo durissimo senza che nemmeno se lo toccasse, Aldo che si segava inutilmente per farselo rizzare. Incominciai a pensare che Aldo aveva avuto ragione fin da principio; un uomo solo non mi sarebbe mai bastato, lo sapevo fin dall’inizio, ma non lo volevo ammettere. Ora ne ero certa e non mi sarei fermata più, avrei messo da parte falsi pudori e puttanate sulla fedeltà coniugale. Mentre avevo accelerato il movimento che mi avrebbe sicuramente portato all’orgasmo, vidi Aldo che si alzava: “ Aspetta ancora un pò, ti prego, amore mio, torno subito” ; si alzò, tornò con una bustina bianca e ne versò una parte sul tavolino di fronte, facendone una striscia di pochi centimetri. Mi accorsi che era cocaina; arrotolò un pezzetto di carta, la aspirò velocemente con il naso, e ritornò a toccarsi il cazzo delicatamente. Io non ce la facevo più e lo gridai ai miei due compagni che sempre in silenzio, mi guardavano con desiderio.
“Ahah .....che bello....sto godendo....ahah... è vero io sono una puttana, ma voi siete due maiali egoisti perché mi avete obbligato a masturbarmi mentre io volevo un cazzo grosso e duro....ahaha .... vengo..... non ce la faccio più”. E dopo due, tre scossoni caddi dal divano con la faccia completamente disfatta dal piacere.
Quando aprii gli occhi, vidi Aldo con il cazzo in mano che gli era tornato duro, e Guido che si avvicinava a me. “ Hai ragione Luisa, sono stato un egoista, ma lo spettacolo che ci hai offerto è qualcosa di sublime, mi si è rizzato l’uccello senza che nemmeno me lo toccassi e ho dovuto pensare ad altro per evitare che venissi anch’io. Non voglio sprecare forze perché ti ripagherò facendoti urlare di piacere finché non mi dirai basta”. Poi rivolgendosi a Aldo : “ Non ne avresti un pò anche per me, di quella polverina ? Mi aiuterebbe e aiuterebbe anche te, perché, se è quello che credo, potrei chiavare meglio e più a lungo tua moglie, così la vedresti godere più volte”. “Accomodati pure, Guido ce n’è a sufficienza per tutti, ora falla urlare di piacere” - sentii che gli diceva Aldo – che continuava a masturbarsi lentamente guardandomi con occhi spiritati.
La tregua durò poco, Guido, dopo aver fatto una tirata su per il naso, si avvicinò a me, sdraiata a terra, mi tolse la sottana ed incominciò a leccarmi la fica, spingendo la sua lingua anche dentro il mio culo. Ricominciai subito a godere mentre Guido continuava a leccarmi senza sosta. La sua lingua si incuneava nella mia fica, per poi scivolare nel mio culo sempre più veloce e dopo alcune leccate più lunghe incominciai a godere e venni urlando di piacere. “Ora mi devi sfondare il culo, Guido – lo implorai – fammi sentire il tuo cazzo fino in fondo. Dai fa’ vedere allo stronzo di mio marito come chiava un vero uomo, dai inculami ora”. E mi voltai alzando il culo e aprendolo per agevolare l’ingresso del cazzo di Guido. Lui non se lo fece ripetere, lo mise prima nella fica per lubrificarlo bene, e poi con un colpo secco lo introdusse nel mio culo lasciando fuori solo le palle. Incominciò a chiavarmi con foga. “Sei una troia, ma ora sei solo mia, voglio godere con te tutta la notte e riempire tutti i tuoi buchi con la mia sborra; godi puttana, fai vedere al tuo maritino come lo prendi tutto....guardalo negli occhi e digli quanto ti piace “
“Si, mi piace, ahah come godo, guardami Aldo come sto godendo.....ahah.... il suo cazzo è più grosso del tuo, senti che rumore fa quando le sue palle sbattono nel mio culo..... lo senti? Ti piace anche a te vecchio porco; vedo che ti stai segando, stai godendo, ma è nulla rispetto a quello che godo io....” Nel frattempo Guido mi aveva messo sopra di lui e, mentre continuava ad incularmi, aveva infilato quattro dita nella mia fica spingendoli più a fondo possibile. Era come se fossi posseduta da due cazzi ed il godimento stava aumentando sempre di più, finché non arrivai al limite ed incominciai ad urlare di piacere. “Vengo... ahah.... come godo spingi Guido ti prego, spaccami il culo non resisto più.....ahah vengo....vengo....”. Anche Guido era arrivato al culmine ed in cominciò a gridare:” Sborro, troia, non ho mai goduto tanto così, ma come fai a prenderlo tutto nel culo e a muoverti perché ti arrivi sempre più a fondo; le puttane sui viali sono educande rispetto a te....sei una grandissima maiala degna di quel cornuto di tuo marito; guardala Aldo, la troia come gode, sei contento anche te eh? Ora te la riempio”
E con un ruggito di piacere Guido svuotò le sue palle nel mio culo, ma la sborra era talmente tanta che, parte di essa mi colò lungo le cosce, lasciandomi una lunga striscia calda e appiccicosa.
Aldo intanto finì la sua sega con un rantolo di piacere e corse a sborrarmi sul corpo. “ Bravi – diceva – siete stati stupendi, ho goduto tantissimo a vedervi chiavare; che spettacolo stupendo mi avete offerto. Grazie Luisa è proprio questo che volevo da te, guarda il mio cazzo, solo a parlare della tua inculata mi è ritornato duro, spero che continuerete, non vorrete mica finirla qui?
Non la finimmo lì, per tutta la notte Guido, aiutato anche dalla polverina di Aldo, mi chiavò in tutti i buchi e solo alla fine, tutti stremati ci concedemmo qualche ora di riposo.
La mattina dopo ci salutammo e Guido, prima di andarsene mi chiese quando ci saremmo rivisti.
“Vedi , Guido, questa nuova Luisa, molto troia, mi piace molto, ma per essere tale, devo seguire le regole di Aldo. E’ lui che sceglie i locali dove trovare le nostre, anzi le sue prede. Può darsi che ci rivedremo, ma qualsiasi incontro non deve essere mai fissato in anticipo, è la sua prima regola; quindi, ciao Guido è stato bellissimo e credo di averti dato quello che ti dovevo, con un’altissima percentuale di interessi”. Lo baciai, mettendogli la lingua in bocca e lo salutai.
Continuammo con questi incontri in vari posti e molte volte lo facemmo con più persone. Una volta trovammo per strada quattro studenti che avevano forato. Fermammo la macchina ed offrimmo loro il nostro aiuto. Quando Aldo uscì di macchina, loro lo guardarono e dissero : “Grazie, molto gentile, ma ce ne occupiamo noi”. Allora io scesi, mi avvicinai ai ragazzi, e sorridendo dissi loro : “ Dopo esservi occupati della ruota, che ne pensate di occuparvi anche di me?” E mentre dicevo questo mi tirai su la sottana fino all’altezza della fica, che era nuda perché non portavo le mutandine.
“E lui ? – mi chiese uno dei ragazzi indicando mio marito- “Lui è d’accordo, vero caro ? Ed ovviamente Aldo annuì soddisfatto.
Quella fu una delle più belle nottate che abbia mai passato da quando io e Aldo andiamo a caccia di sconosciuti. Non so quante volte venni; i ragazzi erano insaziabili e ....poi erano in quattro e non erano mai sazi. Ricordo il giorno dopo ero talmente stanca che dormii tutto il giorno, ma il godimento che provai quella volta non l’ho più provato.
Ero cambiata a tal punto che le due tre volte alla settimana in cui organizzavamo incontri, non mi bastavano più. Ma la regola di mio marito che mi imponeva di non cercare amanti di nascosto mi impediva di avere rapporti giornalieri. Mio marito da quella volta con Guido non mi aveva toccato più, godeva solo a vedermi chiavare con altri.
Una mattina, mio marito era fuori città ed io andai al Centro Commerciale a fare compere. Dopo aver fatto gli acquisti mi misi a sedere nello stesso bar da cui era praticamente iniziato tutto. Accanto a me c’era un signore maturo, distinto e piuttosto affascinante che leggeva il giornale. Mi venne in mente quello che mi diceva mio marito rispetto al tradimento. “Mai di nascosto, questo è tradire”.
Qualcosa scattò nella mia testa. “ Al diavolo il tradimento e al diavolo quel cornuto di mio marito”.
Mi tirai su la sottana lasciando intravedere le autoreggenti e lo fissai con uno sguardo invitante. L’uomo mi guardò e si rivolse a me :” Quanto mi costa bella signora la tua compagnia” . Mi aveva presa per una puttana; puttana ero ma non per soldi. Comunque feci finta di niente e gli dissi. “Fallo tu il prezzo, ma dopo, e se sarai soddisfatto mi darai quello che riterrai giusto, hai la macchina ?
“ E’ giù nel garage sotterraneo, è molto grande e staremo veramente comodi”. Sorrisi al ricordo delle stesse parole che mi aveva detto quel giorno Guido; ci alzammo ed andammo nella sua auto. Quella volta superai me stessa; volevo che facesse la più bella scopata della sua vita. Presi il suo cazzo in bocca, lo cavalcai, glielo feci mettere nel culo; tutto il mio repertorio fu eseguito alla perfezione. Quando venne incominciò a mugolare dicendo: ”Bella, bellissima donna, nessuna puttana può fare meglio di te godo......vengo.....sborro....prendilo tutto.... ahah” , e mi riempì la bocca di sborra che inghiottii senza lasciarne fuori nemmeno una goccia.
“Non ho mai goduto così prima, sei stata bravissima, spero di rivederti presto”. E mi dette 300 euro. “Se pensi siano pochi la prossima volta te ne darò di più” .
“Va bene così, ho goduto molto anch’io” – gli dissi e ci separammo.
Mentre tornavo a casa pensavo tra me :” Ho tradito mio marito, sono una puttana, hai intenzione di dirglielo ? Certamente no. Oltretutto l’ho fatto anche per soldi, quindi sono una puttana vera. Mi dispiace ? Assolutamente no, anzi siccome mio marito mi utilizza solo due tre volte la settimana, vorrà dire che gli altri giorni verrò a ....fare compere al Centro Commerciale; se capita qualcosa vorrà dire che farò un pò di straordinario, oltretutto mi pagano anche. Una nuova vita mi aspetta”.
E con questi pensieri ritornai sorridendo verso casa.


scritto il
2016-07-27
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