Il segreto di Sandra (4 L'incontro)
di
maks
genere
tradimenti
Squilla il telefono:
-Stefano!
- chi parla?
- sono Chiara, mi hai detto tu di chiamarti, no?
La sua voce era femminile e squillante, sebbene si sforzasse di parlare a bassa voce.
Resto un attimo senza parole poi sparo:
- quando possiamo vederci, vorrei incontrarti Chiara!
- non so, perché incontrarsi? comunque stasera sarò al Sunset Pub, se vuoi... ti dirò tutto quello che vuoi sapere.
Riaggancia senza precisarmi come riconoscerla o a che ora sarà là.
A cena con Sandra non riesco a spiccicare una parola, totalmente preso dell'imminente uscita alla ricerca di Chiara. Non è solo il timore di individuarla, nemmeno di ciò che potrà dirmi, quanto la prospettiva di uscire e conoscere una nuova ragazza, un evento che non accade da anni e che non avevo più nemmeno immaginato. L'entusiasmo monta, mi sento pieno di energie. Indosso gli abiti casual migliori che ho, una scusa con Sandra, che in realtà è felice che ogni tanto mi conceda una serata con gli amici, in macchina mi improfumo e parto. Il pub è buio e pieno di gente, suonano rock dal vivo, un caos, e come la riconosco ora? Di colpo mi sento un coglione: sicuro Chiara non sarà così carina come dalla foto di Facebook e poi non è interessata a me, ma solo a sputarmi addosso qualche verità su mia moglie che potrebbe farmi male. Sconsolato mi reco al bancone senza nemmeno tentare di guardarmi in giro, ordino una birra, faccio appena un sorso che una voce accogliente mi sorprende di fianco:
- eccomi Stefano! ma che fai qui da solo? Dai vieni a sentire il concerto, son forti!
Rimango di sasso nello scoprire che si trattava di Laura, socia e collaboratrice storica di mia moglie Sandra. Temo di essere in una trappola, ma Laura mi prende la mano e mi guida tra la folla. Sculetta in una minigonna di jeans, canotta e calze nere e stivaletti. Bassina, ma le forme ben proporzionate e la voce squillante le donano carattere. Ha i capelli a caschetto e un viso sorridente ma aggressivo, complice mascara e matita abbondanti sulla pelle abbronzata. Mi tratta come un amico di vecchia data, anche se avevamo condiviso solo qualche serata insieme, in occasione di qualche loro traguardo lavorativo. Perché tutta questa confidenza, cosa ha in mente? Ma stasera comanda il cazzo e lui non ha coscienza né cervello. E non gli poteva andar meglio con accanto una ragazza estroversa, tipico delle donne in carriera sicure di sé e con ottime capacità commerciali, e stasera evidentemente incline al divertimento. Tra una canzone e una birra, agevolato dal ritmo, riesco a starle sempre più stretto, ad abbracciarla e riempirla di complimenti, fino ad azzardare carezze tra interno coscia e sedere. Quando esagero si gira lasciandomi un'occhiata tra il sorpreso e il malizioso ma non mi interrompe e continua a ballare. Accenna allo scopo del nostro incontro, come se volesse tenermi sulle spine per svelarmi qualcosa, ma l'alcol prova indifferenza verso la cosa, donandomi entusiasmo per la bella serata che stavo vivendo: "rock, birra e una splendida ragazza accanto, cosa vuoi che mi freghi del resto! "; mixo battute al corteggiamento e ci divertiamo. Dopo due birre, ovviamente grandi, ovviamente doppio malto, le offro la terza "No, andiamo in macchina, qui c'è troppa gente che mi conosce" ribatte sfiorandomi il fianco con la mano. Dalla fretta con cui esce deduco che le mie carezze erano riuscite nell'intento, non riesco a contenere la gioia e la seguo di corsa alla sua auto. Salgo e subito le cingo il viso con le mani accompagnando il mio assalto con complimenti sinceri al suo look sexy. Vorrebbe sussurrare qualcosa ma la interrompo "sei irresistibile, lasciati baciare!". Ce l'ho fatta, il desiderio trova sua piena realizzazione in un intenso bacio, passionale ed esplosivo. Le mie mani, svergognate ed esperte, esplorano il suo collo, la schiena, il piccolo e giovane seno che sento rabbrividire al mio contatto, mentre Laura indugia sulle mie spalle e i miei fianchi, finché non guido, sfacciato e volottuoso, le sue mani al mio cazzo in pieno tiro. Limoniamo come due adolescenti per diversi minuti. D'un tratto mi ferma " Scusa... ma... devo andare in bagno!". Per un attimo avevo temuto il peggio, invece era semplicemente l'effetto collaterale della birra. Scoppiamo a ridere, vorrebbe rientrare nel pub per pisciare ma non appena fuori dall'auto si accascia nel parcheggio, esco e la vedo vestita con gusto pisciare appoggiata con una mano alla portiera mentre l'altra scostava di lato il perizoma, soffocando tra le risate parole sbronze: "scusa ma stavo per esplodere! ". A quella vista non resisto più e mentre ancora posso sentire gli ultimi spruzzi di urina raggiungere la ghiaia del parcheggio, le confesso che anch'io devo esplodere, anzi più precisamente il mio cazzo! Chiara si aggrappa con entrambe le mani alla mia cintura come per alzarsi, la trattengo lì
- non vuoi vedere che effetto mi fai?
Allargo le sue mani verso i miei fianchi in modo da avere accesso alla zip e sbottonarla. Senza indugi, come felice di potermi accontentare, intrufola le dita all'interno della zip per estrarne il cazzo, ma non riesce per via delle dimensioni; devo slacciare anche cinta e bottone, le sobbalza davanti un membro al limite dell'erezione, grosso e venoso. Laura smette il sorriso ed emette un gemito di ammirazione e desiderio, iniziando a segarlo lentamente, come per realizzarne e gustarne meglio forma e dimensioni, me lo scappella fino al limite, provocandomi una forte sollecitazione al prepuzio. Altri pochi movimenti di mano che la supplico di accelerare. Ubbidisce e mi fa godere da matti: le vengo addosso, prima ancora che abbia tempo di prenderlo in bocca. Rientrati in auto noto di averle sborrato in faccia, sulle sopracciglia, tra i capelli e sul vestito: " ti giuro che è stata la sborrata più forte di tutta la mia vita!" la bacio, lei si asciuga con un'espressione seriosa e mette in moto. Nemmeno le chiedo dove andiamo, sono suo.
-Stefano!
- chi parla?
- sono Chiara, mi hai detto tu di chiamarti, no?
La sua voce era femminile e squillante, sebbene si sforzasse di parlare a bassa voce.
Resto un attimo senza parole poi sparo:
- quando possiamo vederci, vorrei incontrarti Chiara!
- non so, perché incontrarsi? comunque stasera sarò al Sunset Pub, se vuoi... ti dirò tutto quello che vuoi sapere.
Riaggancia senza precisarmi come riconoscerla o a che ora sarà là.
A cena con Sandra non riesco a spiccicare una parola, totalmente preso dell'imminente uscita alla ricerca di Chiara. Non è solo il timore di individuarla, nemmeno di ciò che potrà dirmi, quanto la prospettiva di uscire e conoscere una nuova ragazza, un evento che non accade da anni e che non avevo più nemmeno immaginato. L'entusiasmo monta, mi sento pieno di energie. Indosso gli abiti casual migliori che ho, una scusa con Sandra, che in realtà è felice che ogni tanto mi conceda una serata con gli amici, in macchina mi improfumo e parto. Il pub è buio e pieno di gente, suonano rock dal vivo, un caos, e come la riconosco ora? Di colpo mi sento un coglione: sicuro Chiara non sarà così carina come dalla foto di Facebook e poi non è interessata a me, ma solo a sputarmi addosso qualche verità su mia moglie che potrebbe farmi male. Sconsolato mi reco al bancone senza nemmeno tentare di guardarmi in giro, ordino una birra, faccio appena un sorso che una voce accogliente mi sorprende di fianco:
- eccomi Stefano! ma che fai qui da solo? Dai vieni a sentire il concerto, son forti!
Rimango di sasso nello scoprire che si trattava di Laura, socia e collaboratrice storica di mia moglie Sandra. Temo di essere in una trappola, ma Laura mi prende la mano e mi guida tra la folla. Sculetta in una minigonna di jeans, canotta e calze nere e stivaletti. Bassina, ma le forme ben proporzionate e la voce squillante le donano carattere. Ha i capelli a caschetto e un viso sorridente ma aggressivo, complice mascara e matita abbondanti sulla pelle abbronzata. Mi tratta come un amico di vecchia data, anche se avevamo condiviso solo qualche serata insieme, in occasione di qualche loro traguardo lavorativo. Perché tutta questa confidenza, cosa ha in mente? Ma stasera comanda il cazzo e lui non ha coscienza né cervello. E non gli poteva andar meglio con accanto una ragazza estroversa, tipico delle donne in carriera sicure di sé e con ottime capacità commerciali, e stasera evidentemente incline al divertimento. Tra una canzone e una birra, agevolato dal ritmo, riesco a starle sempre più stretto, ad abbracciarla e riempirla di complimenti, fino ad azzardare carezze tra interno coscia e sedere. Quando esagero si gira lasciandomi un'occhiata tra il sorpreso e il malizioso ma non mi interrompe e continua a ballare. Accenna allo scopo del nostro incontro, come se volesse tenermi sulle spine per svelarmi qualcosa, ma l'alcol prova indifferenza verso la cosa, donandomi entusiasmo per la bella serata che stavo vivendo: "rock, birra e una splendida ragazza accanto, cosa vuoi che mi freghi del resto! "; mixo battute al corteggiamento e ci divertiamo. Dopo due birre, ovviamente grandi, ovviamente doppio malto, le offro la terza "No, andiamo in macchina, qui c'è troppa gente che mi conosce" ribatte sfiorandomi il fianco con la mano. Dalla fretta con cui esce deduco che le mie carezze erano riuscite nell'intento, non riesco a contenere la gioia e la seguo di corsa alla sua auto. Salgo e subito le cingo il viso con le mani accompagnando il mio assalto con complimenti sinceri al suo look sexy. Vorrebbe sussurrare qualcosa ma la interrompo "sei irresistibile, lasciati baciare!". Ce l'ho fatta, il desiderio trova sua piena realizzazione in un intenso bacio, passionale ed esplosivo. Le mie mani, svergognate ed esperte, esplorano il suo collo, la schiena, il piccolo e giovane seno che sento rabbrividire al mio contatto, mentre Laura indugia sulle mie spalle e i miei fianchi, finché non guido, sfacciato e volottuoso, le sue mani al mio cazzo in pieno tiro. Limoniamo come due adolescenti per diversi minuti. D'un tratto mi ferma " Scusa... ma... devo andare in bagno!". Per un attimo avevo temuto il peggio, invece era semplicemente l'effetto collaterale della birra. Scoppiamo a ridere, vorrebbe rientrare nel pub per pisciare ma non appena fuori dall'auto si accascia nel parcheggio, esco e la vedo vestita con gusto pisciare appoggiata con una mano alla portiera mentre l'altra scostava di lato il perizoma, soffocando tra le risate parole sbronze: "scusa ma stavo per esplodere! ". A quella vista non resisto più e mentre ancora posso sentire gli ultimi spruzzi di urina raggiungere la ghiaia del parcheggio, le confesso che anch'io devo esplodere, anzi più precisamente il mio cazzo! Chiara si aggrappa con entrambe le mani alla mia cintura come per alzarsi, la trattengo lì
- non vuoi vedere che effetto mi fai?
Allargo le sue mani verso i miei fianchi in modo da avere accesso alla zip e sbottonarla. Senza indugi, come felice di potermi accontentare, intrufola le dita all'interno della zip per estrarne il cazzo, ma non riesce per via delle dimensioni; devo slacciare anche cinta e bottone, le sobbalza davanti un membro al limite dell'erezione, grosso e venoso. Laura smette il sorriso ed emette un gemito di ammirazione e desiderio, iniziando a segarlo lentamente, come per realizzarne e gustarne meglio forma e dimensioni, me lo scappella fino al limite, provocandomi una forte sollecitazione al prepuzio. Altri pochi movimenti di mano che la supplico di accelerare. Ubbidisce e mi fa godere da matti: le vengo addosso, prima ancora che abbia tempo di prenderlo in bocca. Rientrati in auto noto di averle sborrato in faccia, sulle sopracciglia, tra i capelli e sul vestito: " ti giuro che è stata la sborrata più forte di tutta la mia vita!" la bacio, lei si asciuga con un'espressione seriosa e mette in moto. Nemmeno le chiedo dove andiamo, sono suo.
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