Alice, conosce Pat per caso (dedicato a Patrizia V. per la "fusion" di cui avevamo parlato😊)

di
genere
saffico

Era da qualche giorno che la osservavo da sotto gli occhiali da sole, facevo finta di nulla sul mio lettino ma con la coda dell'occhio non potevo fare a meno di notarla.
Una bella stangona, almeno 1m e 80 se non di più, capelli di un bel biondo naturale, schiarito dal sole, corti con un lungo ciuffo ad incorniciare un viso accattivante, ammaliante che trasudava sensualità, un bel fisico scolpito, il poco seno le conferiva un aspetto androgino, in contrasto con l'abbronzatura, insomma pur essendo io una donna non riuscivo a staccare gli occhi da " quella" donna.
Mi trovavo in vacanza, una settimana prima del mio compagno che per problemi di lavoro aveva dovuto tardare la partenza. In realtà non mi dispiaceva affatto, mi prendevo i miei tempi i miei spazi, potevo andare in palestra prendere il sole leggere... Insomma fare ciò che volevo in tranquilla autonomia.
Ma quella donna dal primo giorno aveva catturato la mia attenzione, emanava una sensualità disarmante, qualcosa che va' oltre, fino a sfiorare quasi la soggezione. Un pomeriggio al bar dello stabilimento mentre aspettavo il mio turno, incrociammo i nostri sguardi mentre si allontanava mangiando un gelato insieme ad una ragazzina, pensai fosse la figlia, un attimo uno sguardo di una frazione di secondo, ero in imbarazzo non so perché, forse dopo averla scrutata così a lungo mi sono sentita come fossi stata smascherata, ad ogni modo quella sensazione non mi abbandonò sino al giorno dopo.
La mattina dopo decisi che un po' di palestra mi avrebbe fatto bene, magari mi avrebbe liberata da quel chiodo fisso. Mi sentivo anche stupida a dirla tutta, una sconosciuta che mi turbava in quel modo ma perché poi?
Entrando mi accorgo che é praticamente vuota, forse é presto... O forse la gente non ne ha per il cazzo di andare in palestra durante le ferie, anche questa é un ottima deduzione, sorrido tra me e me, e mi avvicino allo spogliatoio, ma sentendo parlare non entro, sposto la porta leggermente, tanto da consentirmi di vedere cosa succedeva, e non credo ai miei occhi! Cazzo! Lei!!! Proprio lei, e resto a bocca aperta perché la scena che mi si propone é da film porno, e di un certo livello anche.
Non riesco a smettere di guardare, lei, lei che affonda la faccia nella fica di una ragazza che stimo non abbia avuto più di vent'anni, e mentre é a carponi a deliziare la ventenne tutta ansimi e gridolini, un ragazzo che lavora li, l' avevo già visto, e in più la canottiera col logo della palestra dava una nota inequivocabile a quale fosse il suo impiego li dentro... Oltre a quello che stava facendo ovviamente, insomma se la stava scopando di brutto,onestamente non so a quale dei suoi orifizi stava infliggendo quel trattamento, ma cazzo era una scena sconvolgente che non ti aspetti certo di vedere alle 9 di mattina in palestra.
Resto li un tempo che poteva essere dall' infinito, ad un secondo, ipnotizzata quando, di scatto ,Lei, solleva lo sguardo dalle cosce tremanti della ragazza, e cazzo mi vede.
Sono sicura che mi vede, ho sentito quello sguardo come una lancia nello stomaco, prendo lo zaino in fretta e furia e scappo in spiaggia.
Arrivo trafelata, vedo le sue vicine di ombrellone, poso la roba mi spoglio e mi vado a buttare in acqua, solo dopo un quarto d'ora abbondante di nuotata ritrovo la calma.
Che figura di merda... Guardona, lesbica, depravata, curiosa, pervertita...non sapevo più quale aggettivo mi si addicesse.
Ma tu guarda uno va in vacanza per rilassarsi... O forse mi stavo facendo troppi film? Magari non mi aveva vista!-improbabile- vabbè ma magari non mi ha riconosciuta, sono io a soppesare lei, non lei me.
Me ne convinco, mi rilasso e mi stendo al sole, mi appisolo perfino. Mi sveglio dopo un tempo che ignoro, accaldata sudata, e assetata, cosi mi alzo per andare al bar a prendere qualcosa per rendere meno arsa la gola.
Al bancone opto per una granita al mango, pago, sistemo il resto nel portafogli e mentre mi giro ,Lei. Davanti a me quasi le rovescio la granita sulle tette. -Scusa, cazzo non ti ho vista, perdonami- sorriso ebete, senza guardarla negli occhi. - Sicura che non mi hai vista? Avrei giurato di si- dice lei, facendomi l' occhiolino. Resto di pietra, la guardo sempre con la faccia da imbecille e me ne vado a rifugiarmi sotto il mio ombrellone. Non passa un minuto che un ombra mi oscura. -Ciao! Ti spiace se mi siedo?- dice Lei.-no no accomodati pure!- le rispondo, scostando le gambe per farle spazio.
-Patrizia, piacere... E tu?- deglutisco, mi sento come un condannato sotto interrogatorio, con la sensazione che la banale conversazione diventi a breve qualcosa di imbarazzante...- Alice, mi chiamo Alice- sorrido impacciata. Lei mi squadra, sul volto ha un incrocio tra un sorriso e una smorfia, io non so che dire, lei prende la palla in mano-Bene, Alice, bel nome mi piace- sorride- E dimmi... Alice... Stamattina eri per caso, in palestra?- Ecco lo sapevo, stavolta ero io che ce l' avevo nel culo, e mi stava piacendo molto meno che a lei sicuro. Cosa cazzo dico, e se questa esplode e mi insulta, che situazione di merda, gioco nervosamente col bordo dell' asciugamano, do una golata alla granita, e rispondo- No, cioè si... Ma me ne sono andata subito, perché, cioè...- cazzo volevo solo dirle che non giudicavo, non mi interessava che erano affari suoi, e invece annaspavo come un barboncino. Lei blocca la mia agonia, mi posa una mano sulla coscia e mi dice-tranquilla!! Alice, non ti agitare! Non sono preoccupata, né arrabbiata, piuttosto dimmi...- fa una pausa, stringe un poco la mia coscia, e si avvicina al mio orecchio, percepisco il suono della sua lingua quando se la passa sulle labbra per inumidirle, e mi chiede- ti é piaciuto? ... Quello che hai visto? - si allontana da me, a rallentatore, con un sorriso stronzo, goduto, ma carismatico, con la sfida negli occhi, con qualcosa che gli frulla in mente un obbiettivo che conosce solo lei, dove vuole arrivare? A mettermi in imbarazzo? Già fatto. Resto in silenzio, la guardo, non dico nulla sono in completa soggezione. Quando riesco nuovamente a respirare, prendo fiato ma lei mi blocca, avvicina il suo indice al mio naso,-ssshhhttt!- mi dice. - ora no! Alice. Me lo spiegherai in un altro momento, sempre se sei d'accordo naturalmente - mi stringe la coscia si alza e mi scannerizza, dalla testa ai piedi-Ciao, Alice- dice, allontanandosi da me...

Ciao Pat, come ti avevo anticipato mi stuzzicava questa cosa e l ho fatta, non sono andata oltre perché l' approccio di Pat, deve essere di Pat!! Se ti va' aspetto il seguito! Baci, Milli
Ah mi scuso per gli eventuali errori di scrittura, ahimè Smartphone 😞.
scritto il
2016-09-08
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