Una puttanella sotto casa 3

di
genere
dominazione

Una fighetta depilata.

Avevo orientato e zoommato la telecamera sotto la tettoia per inquadrare meglio il suo posto auto. Non mi ha fatto aspettare molto, all'una ho sentito il cancello aprirsi e ho aperto l'app dal televisore. La vedevo in bianco e nero. Era appoggiata alla portiera dell'auto, un'eccitante troietta con le gambe nude che guardava verso il suo uomo che stava arrivando. Per la prima volta ho visto Ale, un tipo grosso con la camicia slacciata, un palestrato di trent'anni o più. Si sono detti qualcosa, non so cosa, lui si massaggiava il pacco. L'ha presa per i capelli in cima alla testa e l'ha costretta a inginocchiarsi. Marina stringeva in mano un cazzo impressionante da negro e succhiava la cappella girando gli occhi verso la teleecamera in alto. Ale gliel'ha spinto piano tutto in gola e le stringeva la testa per farla soffocare. L'ha tenuta forse un minuto, Marina lo picchiava come poteva sullo stomaco. Quando l'ha liberata l'ha rialzata per i capelli, voltata verso l'auto, abbassato le mutandine a metà coscia, l'ha stretta per i fianchi e gliel'ha picchiato in figa. Marina aveva gli occhi chiusi stretti e la bocca spalancata come per urlare. Avevo la finestra aperta, chiusa con le persiane, sentivo solo qualcosina, i gemiti di Marina e gli insulti di Ale che capivo appena. L'ha bastonata da ucciderla con delle botte che la staccavano da terra, la macchina dondolava. Marina ha perso una scarpa. Poi s'è tolto, la riabbassata per i capelli e le ha sborrato in bocca e sul viso. Io sborro di più. L'ha rialzata, rigirata e picchiato tre botte da paura che l'ho sentita urlare. Urli brevi, soffocati in gola ogni volta che il cazzo le picchiava tutto dentro.
Sono spariti dallo schermo, Ale se l'è trascinata via, Marina inciampava, tentava di rialzarsi le mutandine. Non so cosa mi ha preso, non sono sceso giù in lavanderia, mi sentivo in colpa, era da segaiolo sfigato spiare una puttanella. Me lo tenevo in mano duro. Ce l'ho grosso, non come Ale, ma la mia ex ha resistito dieci anni con me solo per il mio cazzo. Ci univa solo quello, nemmeno nostra figlia ci univa. Ancora adesso crede che sia solo sua.
Ho riavviato la registrazione e mi sono segato al ritmo di Ale che la sbatteva, sempre più profondo e veloce. Ho schizzato da paura contro il video. Schizzi densi che avrei voluto farli leccare da Marina. E di nuovo mi sono sentito una merda. Ho cancellato la registrazione e quelle vecchie, anche quella della settimana scorsa di Marina a novanta con un cazzo in gola e uno in figa. Mi son sentito meglio, devo essere corretto con Marina.
Sono andato a letto, non potevo dormire. Ho guardato qualcosa in tv, ho aspettato ancora un po' e sono sceso a spiare. Ale deve far uso di cialis, non è possibile trombare due ore di seguito senza sosta. Marina aveva la voce flebile, il letto ballava regolarmente, la stava trapanando in culo. Aveva il fiatone, ogni tanto si fermava e Marina gemeva lungo col cazzo spinto in culo.
- Ti faccio il culo a caverna.
- Fa' piano, fa male.
- Ma a te piace in culo, vero? Sei una cagna.
- Sì, spingilo, lo voglio sentire tutto, vieni, non ne posso più.
Riprende a saltare. Marina singhiozza. Si rifermano.
- Mi fanno male i coglioni, poi te li do da leccare. Li vuoi?
- Sì, te li succhio ma ora togliti.
- Zitta zitta, sto per venire!.... Whowww...Uh...Uh, uh... Tu mi uccidi, Mia.
È un coglione ma Mia è un bel diminutivo di Marina.
Li sento muoversi, porte che si aprono, la doccia, passi scalzi, ancora la doccia, una lattina che si apre.
- Brava, mi fanno male, lecca piano... Certo che sei messa bene qui, cosa paghi d'affitto?
- Poco. È di mio zio.
- Sei una troia, lo so che non è tuo zio. Ti scopa?
- No.
- Non farmi incazzare!
- Ahi ahi! Gli faccio solo pompini.
- Sei troppo troia, Mia... Che ne dici? Potrei venire a stare qui.
- No.
- Perché no? Ci divertiamo e ti lascio scopare con quello.
- È tardi. Devi andartene.
- Decido io quando me ne vado. Ho il cazzo ancora duro.
Ho l'impulso di picchiare contro il muro ma sento la voce di Marina.
- Mhmm, hai ancora voglia?... Ecco, mmm, così, ma fa' piano.
- Ti porto tre giorni al mare. Vieni?
- Non posso.
- Ma se non ti ho nemmeno detto quando.
- Non possiamo. Non rovinare tutto, tra noi va bene così.
- Non ti piaccio? Sei una cagna, tu vuoi solo il mio cazzo.
Marina ride.
- Dimmi se è poco!
- Ti piace il mio cazzone?
- Non fare il pirla.
- Dimmi che ti piace!
Lo bacia.
- È troppo grosso.
Ride come una puttanella.
- E lui come ce l'ha.
- Lui chi?
- Lo sai.
- Tu sei troppo pirla.
- Se non me lo dici ti violento e t'inculo fino a domani.
- Allora non te lo dico.
Si ribaltano sul letto.

La vedo uscire il pomeriggio. È in bikini. Scosta il lettino al sole e ci si stende. Attendo dieci minuti e vado da lei con la scarpa in mano.
- Ho trovata questa vicino alla Panda.
- Grazie.
La metto sul davanzale della finestra. La osservo dall'alto, ha proprio un fisichino niente male, fianchi stretti e belle bocce. Le gambe sono bellissime ma ha un ginocchio spelato. Ieri che spompinava in ginocchio.
- Non c'è nessuno, ti rimane il segno del costume.
Senza guardarmi si leva il reggipetto. Ha i capezzoli grandi, scuri sulle bocce chiare. Ale le ha lasciato un succhiotto sul seno sinistro. Ne ha uno anche sulla coscia a pochi centimetri dal monte di venere.
- Tutto qui? Hai vergogna di me?
Si leva anche le mutandine piegando le gambe. Ha la fighetta depilata, gonfia come una bella pesca. Mi fissa mentre la fisso tra le cosce. Le allarga leggermente.
- Non ti capisco, zio.
- Ti faccio pena?
- No! anzi... ma non ti capisco, a me sta bene, lo sai, ma tu non...
- Non hai già scopato abbastanza stanotte?
- Lascia perdere!
Ride e si rigira sulla pancia lasciando il culetto alto. Le chiappe hanno ancora i segni della maratona con Ale. Il buchetto è infossato, vedo solo l'incavo tra le chiappe rotonde, ma la figa è esposta che mi fa male al cazzo.
- Vuole portami al mare.
- Lo so.
- Che faccio?
- Devi decidere tu, ma tre giorni con quel coglione mi sembrano troppi.
- Mi fai morire, ride.
- Sei uno schianto, piccola.
- Dai zio, vieni, ce l'hai duro.
Si siede e me lo tira fuori dai bermuda. Ci strofina il viso tenendolo fermo. La guardo negli occhi lucidi, è sorpresa e soddisfatta del mio cazzo. È felice, mi mostra da brava cagnetta come sa prendersi cura del cazzo, ma non finge, è eccitata davvero. La eccito io.
- Mi piaci, zio.
- Non far la scema e succhia prima che arrivi qualcuno.
Ride e finalmente chiude le labbra sul mio cazzo.
scritto il
2024-09-21
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