La signora Paola
di
Joshua
genere
etero
Quando mi separai mi ritrovai fuori casa da un giorno all’altro in piena pandemia .
Inizialmente andai a vivere a casa di mia sorella che in quel periodo lavorava all’estero , il che fu una “fortuna “ perché vivere in un monolocale con lei sarebbe equivalso a stare in un reparto psichiatrico, ma nonostante sia brontolona, incazzosa e tritacoglioni a livelli olimpionici è pur sempre la mia sorellina e cosa ancora più importante l’unica parente in vita.
I primi giorni li passai tra smart working e i lavoretti in casa che già da tempo avevo promesso di farle , dopo una settimana però, finito di sistemate tutta casa la monotonia iniziò a farsi strada , le giornate sembravano interminabili e cosi spostai le mie attenzioni al box e alla cantina , mentre riordinavo tutto il ciarpame che quell’accumulatrice seriale di mia sorella aveva accatastato a membro di cane mi sentii chiamare per nome, era una signora che dovendo entrare nella sua cantina si era ritrovato davanti alla porta lo scatolone che avevo momentaneamente parcheggiato , io mi scusai e le liberai immediatamente il passaggio.
“ Lei è Francesco, il fratello della Silvia, piacere io sono Paola abito allo stesso piano … sua sorella mi ha parlato molto di lei …“
Mi presentai scusandomi dell’inconveniente e di non portele dare la mano , ma ero sporco e sudato , le chiesi se nei giorni precedenti l’avessi disturbare con i miei lavoretti, lei scosse la testa dicendomi che praticamente si era accorta della mia presenza solo in quel momento , la nostra chiacchierata sostanzialmente finì li e tornammo alle nostre cose.
Nel primo pomeriggio suonarono alla porta , era Paola .
“Ciao scusami per il disturbo ma ho un piccolo problema, mi salta continuamente la corrente , potresti venire a dare un occhiata, magari ci capisci qualcosa “
La seguii e arrivati nel suo appartamento iniziai la ricerca del problema, non era nulla di che , la tv della camera da letto aveva deciso che era giunto il momento di andare in pensione , la staccai dal supporto al muro promettendole che le avrei dato un occhiata , non avendo altro da fare iniziai subito la ricerca del guasto che trovai e risolsi usando una tv buttata in cantina , dopo un paio d’ore gliela riportai perfettamente funzionante , Paola che non sapeva come ringraziarmi e Il mattino seguente lo fece portandomi una torta fatta in casa , la invitai ad entrare per prendere un caffè e così iniziammo a chiacchierare , scoprii che era vedova da qualche anno e che viveva con sua figlia Valentina che lavorava come cassiera in un supermercato , lei invece faceva l’impiegata e lavorava quasi sempre da casa.
Nonostante fosse vicina ai sessanta e vestita con una tuta era incredibilmente attraente, il carattere solare e spigliato facevano il resto , ma vista la differenza d’età e soprattutto il mio momento difficile non mi passò neanche per l’anticamera del cervello provarci.
Verso mezzogiorno andò via per preparare il pranzo alla figlia ringraziandomi ancora, nel pomeriggio andai a prendere le sigarette e nel rientrare la vidi fuori con il cane , scambiammo ancora quattro chiacchiere e parlando dei lavori che avevo fatto in casa mi disse che aveva la cassetta del wc che non funzionava bene e che il rivolo d’acqua che continuava a scendere le aveva macchiato il sanitario.
Il mattino seguente andai da lei , mi aprì la figlia , Paola aveva portato fuori il cane , riparai la cassetta e tolsi la macchia dal sanitario facendolo ritornare come nuovo , quando lei rientrò avevo già finito , indossava sempre la stessa tuta ma questa volta la zip della felpa completamente slacciata metteva in evidenza un petto prosperoso, il suo profumo e la sua allegria riempirono la stanza come una giornata di primavera .
“ questa è la seconda gentilezza in due giorni …Sei un tesoro “
Non nascondo che quell’apprezzamento mi fece arrossire e balbettando risposi
“Ma va per così poco … ora vado , se avete bisogno chiamatemi pure , non createvi problemi “
Tutte è due sorrisero più per il mio imbarazzo che per la mia sincera gentilezza , nei giorni successivi mi ritrovai a farle altri lavoretti ; la presa difettosa, la tapparella che non funzionava correttamente o l’anta dell’armadio che non chiudeva bene,ma per me era solo un modo come un altro per distrarsi e fare due chiacchiere ,in pochissimo tempo si creò un bel rapporto di vicinato e praticamente non c’era giorno che uno di noi non andasse dall’altro per bere un caffè o per scambiare due chiacchiere .
Una mattina dopo essere andato a prendere il pane e le sigarette passai a prendere il caffè da lei portando due brioches , suonai il campanello .
“ è aperto entra pure”
Aprii la porta intenzionato ad andare in soggiorno per attenderla .
“Ho portato la colazione “
Istintivamente buttai lo sguardo in corridoio , in fondo al quale c’era la sua camera da letto ,dal riflesso dello specchio la viti in tanga e senza reggiseno mentre indossava una vestaglia bianca con un motivo floreale , io che non vedevo una donna da più di sei mesi rimasi a guardarla per qualche secondo per poi andare ad attenderla vicino al tavolo , rimproverandomi per aver sbirciato
Quando entrò nella stanza rimasi senza parole, si era truccata leggermente e aveva sciolto i suoi capelli .
“Come siamo belle oggi … vai da qualche parte?”
Lei ridacchiò.
“No … oggi la giornata è talmente calda e bella che ho pensato di vestirmi più leggera”
Effettivamente la giornata era stupenda e la temperatura quasi estiva.
“Ho portato qualcosa per fare colazione “
Mangiammo parlando sulle ultime novità della pandemia e sulle scelte discutibili del governo, ad una certa però ritornai a casa per finire delle cose di lavoro, prima di varcare la soglia pero Paola mi chiese se avevo voglia di pranzare con lei
“sai Vale è a lavoro e dopo andrà dal fidanzato, ti va di mangiare un boccone insieme? ”
Accettai e andai via dandoci appuntamento per le 13 .
All’ora convenuta ritornai con una bottiglia di vino , l’odore di lasagna lo si sentiva dal pianerottolo , lei era vestita come la mattina ma aveva qualcosa di diverso , qualcosa in più , rimasi a guardarla mentre finiva gli ultimi preparativi in cucina e alla fine realizzai “le unghie ,un po’ di trucco e i sandali “
Canticchiava qualcosa che non conoscevo.
“Posso fare qualcosa?”
“Si caro , apri la bottiglia di vino che hai portato, versarlo nei bicchieri e siediti che arrivo subito “
Stappai la bottiglia e versai il vino , lei arrivò , posò la terrina sul tavolo e prese un calice , brindammo e ci sedemmo per mangiare, la lasagna era buonissima e lei era incredibilmente sexy , il vestito, il leggero trucco la facevano sembrare una ragazzina , io se pur fossi attratto all’inverosimile cercavo di non darlo a vedere, ma più parlavamo più mi sentivo attratto da quella donna dal fascino irresistibile , sembrava che quel cibo e in quel vino fossero drogati , il modo in cui parlava , mangiava o si muoveva mi inebriavano .
Finito di mangiare le diedi una mano a sparecchiare, lei dava una sciacquata io le riponevo i piatti nella lavastoviglie , il suo profumo mi stava dando il colpo di grazia , lei ovviamente lo capi e da brava cacciatrice iniziò a tirare a se la preda che aveva preso all’amo , perché parliamoci chiaro era lei a condurre il gioco e la storia della figlia era solo un pretesto, ero io che mi ostinavo a non volerlo capire o per lo meno accettare.
Mise su la moka e finì di raccogliere le ultime cose , bevemmo il caffè sul divano , ero così vicino che le nostre ginocchia si sfioravano , quando andai per posare la tazzina lei la prese sfiorandomi la mano con la punta delle dita riponendola sul tavolino , un brivido mi attraversò la schiena , come se qualcuno mi avesse spinto le diedi un bacio sulla guancia mentre era ancora girata, lei si voltò apparentemente stupita , in imbarazzo cercai di rimediare con un “grazie per il pranzo” si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e posatami una mano sulla coscia mi diede un bacio sfiorandomi le labbra
“Prego …” le presi l’altra mano tirandola delicatamente a me e la baciai pure io sulle labbra ma senza usare la lingua, quando mi staccai tolse la mano sulla coscia mettendola dietro la mia testa e mi tirò a se,ma questa volta le nostre lingue si incontrarono , non so quanto durò quel bacio , un secondo? Un minuto?so solo che me la ritrovai sulle ginocchia con le sue labbra carnose che accarezzavano le mie , prese il mio viso tra le mani e lo fece sprofondare tra i suoi seni caldi e morbidi .
Io non capivo più nulla ero come una manciata di creta nelle sue mani, pronto ad essere plasmato a suo piacimento, inizialmente pensai che quell’eccitazione , quel desiderio erano dovuti alla mia lunga astinenza , ma come scoprii di li a poco era lei ad essere entrata nella mia testa come un bulldozer, sarebbe stata la persona che più di ogni altra mi avrebbe insegnato il significato di amore sacro e amore profano .
“ piano , piano tesoro … non avere fretta”
Cercai di essere più delicato, poggiai le mani sui suoi fianchi , feci un respiro e iniziai ad accarezzare il suo corpo con molta delicatezza , quasi sfiorandolo.
“Bravo cosi … così “
Si alzò in piedi e mi prese per mano portandomi in camera da letto,la stanza era semi buia e il sole che entrava dalla tapparella abbassata per metà illuminava quel tanto che bastava per cogliere ogni dettaglio dei nostri corpi e creare un atmosfera quasi surreale , ci fermammo di fronte al letto riprendemmo a baciarci ,nel frattempo mi sbottonò la camicia , lo fece con estrema lentezza assaporando il mio desiderio, si voltò e scostando i suoi capelli vidi la cerniera del suo vestito, la tirai con la stessa lentezza con cui lei mi aveva sbottonato la camicia, voltandosi fece cadere il suo vestito ai suoi piedi e facendo un passo avanti mi fece indietreggiare sfilandomi la camicia , rimisi le mani sui suoi fianchi e le baciai i seni , con un colpo di mano mi sbottonò i pantaloni e tiró giù la patta, li feci cadere con un colpo di reni , ora eravamo tutti e due in mutande , mi guardò dalla testa ai piedi con un gesto d’approvazione , prese le mie mani e le fece scendere fino al tanga tenendomele bloccate con le sue , mi fece inginocchiare , io eseguii , mi ritrovai a pochissimi centimetri dal suo pube , poggiando il naso nel tessuto sottile che ancora lo copriva ne sentii l’odore, il calore e la morbidezza di una folta peluria , quando le diedi alcuni baci mi liberò le mani , tirai giù le mutandine scoprendo un pube rigoglioso ma curato come un prato inglese, mi tirai su e le diedi un bacio In bocca.
“Molto bene tesoro molto bene”
Disse quelle parole facendo un disegno immaginario sul mio corpo con la punta del suo dito indice , si sedette sui talloni e baciandomi in punti così sensibili che non sapevo neanche di avere ,si fermò poco sotto l’ombelico , mi sfilò i boxer prendendoli dal basso,prima di rialzarsi mi diede una serie di baci dal pube fino alla punta del mio membro ormai turgido e sul punto di esplodere.
Ora eravamo completamente nudi…..
Continua….
Inizialmente andai a vivere a casa di mia sorella che in quel periodo lavorava all’estero , il che fu una “fortuna “ perché vivere in un monolocale con lei sarebbe equivalso a stare in un reparto psichiatrico, ma nonostante sia brontolona, incazzosa e tritacoglioni a livelli olimpionici è pur sempre la mia sorellina e cosa ancora più importante l’unica parente in vita.
I primi giorni li passai tra smart working e i lavoretti in casa che già da tempo avevo promesso di farle , dopo una settimana però, finito di sistemate tutta casa la monotonia iniziò a farsi strada , le giornate sembravano interminabili e cosi spostai le mie attenzioni al box e alla cantina , mentre riordinavo tutto il ciarpame che quell’accumulatrice seriale di mia sorella aveva accatastato a membro di cane mi sentii chiamare per nome, era una signora che dovendo entrare nella sua cantina si era ritrovato davanti alla porta lo scatolone che avevo momentaneamente parcheggiato , io mi scusai e le liberai immediatamente il passaggio.
“ Lei è Francesco, il fratello della Silvia, piacere io sono Paola abito allo stesso piano … sua sorella mi ha parlato molto di lei …“
Mi presentai scusandomi dell’inconveniente e di non portele dare la mano , ma ero sporco e sudato , le chiesi se nei giorni precedenti l’avessi disturbare con i miei lavoretti, lei scosse la testa dicendomi che praticamente si era accorta della mia presenza solo in quel momento , la nostra chiacchierata sostanzialmente finì li e tornammo alle nostre cose.
Nel primo pomeriggio suonarono alla porta , era Paola .
“Ciao scusami per il disturbo ma ho un piccolo problema, mi salta continuamente la corrente , potresti venire a dare un occhiata, magari ci capisci qualcosa “
La seguii e arrivati nel suo appartamento iniziai la ricerca del problema, non era nulla di che , la tv della camera da letto aveva deciso che era giunto il momento di andare in pensione , la staccai dal supporto al muro promettendole che le avrei dato un occhiata , non avendo altro da fare iniziai subito la ricerca del guasto che trovai e risolsi usando una tv buttata in cantina , dopo un paio d’ore gliela riportai perfettamente funzionante , Paola che non sapeva come ringraziarmi e Il mattino seguente lo fece portandomi una torta fatta in casa , la invitai ad entrare per prendere un caffè e così iniziammo a chiacchierare , scoprii che era vedova da qualche anno e che viveva con sua figlia Valentina che lavorava come cassiera in un supermercato , lei invece faceva l’impiegata e lavorava quasi sempre da casa.
Nonostante fosse vicina ai sessanta e vestita con una tuta era incredibilmente attraente, il carattere solare e spigliato facevano il resto , ma vista la differenza d’età e soprattutto il mio momento difficile non mi passò neanche per l’anticamera del cervello provarci.
Verso mezzogiorno andò via per preparare il pranzo alla figlia ringraziandomi ancora, nel pomeriggio andai a prendere le sigarette e nel rientrare la vidi fuori con il cane , scambiammo ancora quattro chiacchiere e parlando dei lavori che avevo fatto in casa mi disse che aveva la cassetta del wc che non funzionava bene e che il rivolo d’acqua che continuava a scendere le aveva macchiato il sanitario.
Il mattino seguente andai da lei , mi aprì la figlia , Paola aveva portato fuori il cane , riparai la cassetta e tolsi la macchia dal sanitario facendolo ritornare come nuovo , quando lei rientrò avevo già finito , indossava sempre la stessa tuta ma questa volta la zip della felpa completamente slacciata metteva in evidenza un petto prosperoso, il suo profumo e la sua allegria riempirono la stanza come una giornata di primavera .
“ questa è la seconda gentilezza in due giorni …Sei un tesoro “
Non nascondo che quell’apprezzamento mi fece arrossire e balbettando risposi
“Ma va per così poco … ora vado , se avete bisogno chiamatemi pure , non createvi problemi “
Tutte è due sorrisero più per il mio imbarazzo che per la mia sincera gentilezza , nei giorni successivi mi ritrovai a farle altri lavoretti ; la presa difettosa, la tapparella che non funzionava correttamente o l’anta dell’armadio che non chiudeva bene,ma per me era solo un modo come un altro per distrarsi e fare due chiacchiere ,in pochissimo tempo si creò un bel rapporto di vicinato e praticamente non c’era giorno che uno di noi non andasse dall’altro per bere un caffè o per scambiare due chiacchiere .
Una mattina dopo essere andato a prendere il pane e le sigarette passai a prendere il caffè da lei portando due brioches , suonai il campanello .
“ è aperto entra pure”
Aprii la porta intenzionato ad andare in soggiorno per attenderla .
“Ho portato la colazione “
Istintivamente buttai lo sguardo in corridoio , in fondo al quale c’era la sua camera da letto ,dal riflesso dello specchio la viti in tanga e senza reggiseno mentre indossava una vestaglia bianca con un motivo floreale , io che non vedevo una donna da più di sei mesi rimasi a guardarla per qualche secondo per poi andare ad attenderla vicino al tavolo , rimproverandomi per aver sbirciato
Quando entrò nella stanza rimasi senza parole, si era truccata leggermente e aveva sciolto i suoi capelli .
“Come siamo belle oggi … vai da qualche parte?”
Lei ridacchiò.
“No … oggi la giornata è talmente calda e bella che ho pensato di vestirmi più leggera”
Effettivamente la giornata era stupenda e la temperatura quasi estiva.
“Ho portato qualcosa per fare colazione “
Mangiammo parlando sulle ultime novità della pandemia e sulle scelte discutibili del governo, ad una certa però ritornai a casa per finire delle cose di lavoro, prima di varcare la soglia pero Paola mi chiese se avevo voglia di pranzare con lei
“sai Vale è a lavoro e dopo andrà dal fidanzato, ti va di mangiare un boccone insieme? ”
Accettai e andai via dandoci appuntamento per le 13 .
All’ora convenuta ritornai con una bottiglia di vino , l’odore di lasagna lo si sentiva dal pianerottolo , lei era vestita come la mattina ma aveva qualcosa di diverso , qualcosa in più , rimasi a guardarla mentre finiva gli ultimi preparativi in cucina e alla fine realizzai “le unghie ,un po’ di trucco e i sandali “
Canticchiava qualcosa che non conoscevo.
“Posso fare qualcosa?”
“Si caro , apri la bottiglia di vino che hai portato, versarlo nei bicchieri e siediti che arrivo subito “
Stappai la bottiglia e versai il vino , lei arrivò , posò la terrina sul tavolo e prese un calice , brindammo e ci sedemmo per mangiare, la lasagna era buonissima e lei era incredibilmente sexy , il vestito, il leggero trucco la facevano sembrare una ragazzina , io se pur fossi attratto all’inverosimile cercavo di non darlo a vedere, ma più parlavamo più mi sentivo attratto da quella donna dal fascino irresistibile , sembrava che quel cibo e in quel vino fossero drogati , il modo in cui parlava , mangiava o si muoveva mi inebriavano .
Finito di mangiare le diedi una mano a sparecchiare, lei dava una sciacquata io le riponevo i piatti nella lavastoviglie , il suo profumo mi stava dando il colpo di grazia , lei ovviamente lo capi e da brava cacciatrice iniziò a tirare a se la preda che aveva preso all’amo , perché parliamoci chiaro era lei a condurre il gioco e la storia della figlia era solo un pretesto, ero io che mi ostinavo a non volerlo capire o per lo meno accettare.
Mise su la moka e finì di raccogliere le ultime cose , bevemmo il caffè sul divano , ero così vicino che le nostre ginocchia si sfioravano , quando andai per posare la tazzina lei la prese sfiorandomi la mano con la punta delle dita riponendola sul tavolino , un brivido mi attraversò la schiena , come se qualcuno mi avesse spinto le diedi un bacio sulla guancia mentre era ancora girata, lei si voltò apparentemente stupita , in imbarazzo cercai di rimediare con un “grazie per il pranzo” si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e posatami una mano sulla coscia mi diede un bacio sfiorandomi le labbra
“Prego …” le presi l’altra mano tirandola delicatamente a me e la baciai pure io sulle labbra ma senza usare la lingua, quando mi staccai tolse la mano sulla coscia mettendola dietro la mia testa e mi tirò a se,ma questa volta le nostre lingue si incontrarono , non so quanto durò quel bacio , un secondo? Un minuto?so solo che me la ritrovai sulle ginocchia con le sue labbra carnose che accarezzavano le mie , prese il mio viso tra le mani e lo fece sprofondare tra i suoi seni caldi e morbidi .
Io non capivo più nulla ero come una manciata di creta nelle sue mani, pronto ad essere plasmato a suo piacimento, inizialmente pensai che quell’eccitazione , quel desiderio erano dovuti alla mia lunga astinenza , ma come scoprii di li a poco era lei ad essere entrata nella mia testa come un bulldozer, sarebbe stata la persona che più di ogni altra mi avrebbe insegnato il significato di amore sacro e amore profano .
“ piano , piano tesoro … non avere fretta”
Cercai di essere più delicato, poggiai le mani sui suoi fianchi , feci un respiro e iniziai ad accarezzare il suo corpo con molta delicatezza , quasi sfiorandolo.
“Bravo cosi … così “
Si alzò in piedi e mi prese per mano portandomi in camera da letto,la stanza era semi buia e il sole che entrava dalla tapparella abbassata per metà illuminava quel tanto che bastava per cogliere ogni dettaglio dei nostri corpi e creare un atmosfera quasi surreale , ci fermammo di fronte al letto riprendemmo a baciarci ,nel frattempo mi sbottonò la camicia , lo fece con estrema lentezza assaporando il mio desiderio, si voltò e scostando i suoi capelli vidi la cerniera del suo vestito, la tirai con la stessa lentezza con cui lei mi aveva sbottonato la camicia, voltandosi fece cadere il suo vestito ai suoi piedi e facendo un passo avanti mi fece indietreggiare sfilandomi la camicia , rimisi le mani sui suoi fianchi e le baciai i seni , con un colpo di mano mi sbottonò i pantaloni e tiró giù la patta, li feci cadere con un colpo di reni , ora eravamo tutti e due in mutande , mi guardò dalla testa ai piedi con un gesto d’approvazione , prese le mie mani e le fece scendere fino al tanga tenendomele bloccate con le sue , mi fece inginocchiare , io eseguii , mi ritrovai a pochissimi centimetri dal suo pube , poggiando il naso nel tessuto sottile che ancora lo copriva ne sentii l’odore, il calore e la morbidezza di una folta peluria , quando le diedi alcuni baci mi liberò le mani , tirai giù le mutandine scoprendo un pube rigoglioso ma curato come un prato inglese, mi tirai su e le diedi un bacio In bocca.
“Molto bene tesoro molto bene”
Disse quelle parole facendo un disegno immaginario sul mio corpo con la punta del suo dito indice , si sedette sui talloni e baciandomi in punti così sensibili che non sapevo neanche di avere ,si fermò poco sotto l’ombelico , mi sfilò i boxer prendendoli dal basso,prima di rialzarsi mi diede una serie di baci dal pube fino alla punta del mio membro ormai turgido e sul punto di esplodere.
Ora eravamo completamente nudi…..
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