Una storia triste

di
genere
etero

Era domenica sera , avevo appena accompagnato mia figlia da sua madre, erano quasi le 22 e non volevo proprio tornare a casa così decisi di fare un giro del quartiere , girai l’isolato e attraversai la strada , in poco più di trecento metri le case “signorili “Lasciarono il posto ai palazzoni delle case popolari , ho sempre adorato questa caratteristica del quartiere , ricordo che da ragazzo non c’erano distinzioni tra chi viveva nelle due zone ,i figli degli operai delle case popolari e dei dirigenti che vivevano dall’altro lato della strada , giocavano e crescevano insieme senza particolari problemi nei cortili e nei parchetti della zona, le cose iniziarono a cambiare quando a metà degli anni novanta arrivarono i primi stranieri , l’integrazione fu molto difficile perché chi già viveva ai limiti della legalità si ritrovò ad aver a che fare con gente disperata almeno quanto loro , ora di disperati italiani non ce ne sono quasi più e la maggior parte degli abitanti delle case popolari sono di origine straniera, per lo più arabi,ma va bene cosi , le città cambiano al cambiare dei tempi e noi “ vecchi terroni” abbiamo lasciato il posto ai “ nuovi terroni”.

Sul limitare delle due zone ci sono sempre state un paio di prostitute , altro segno dei tempi che cambiano , un tempo erano del sud Italia , poi arrivarono le polacche , le albanesi ed a seguire le altre dell’est Europa , ne vidi una , stava contrattando con un cliente che si era appena fermato con la macchina, quando arrivai di fianco a lei ci guardammo per un istante in viso … lei salì in auto come se avesse visto chi sa chi , si sarà spaventata pensai , alla fine vedersi uno incappucciato che ti spunta fuori da dietro farebbe paura a chiunque, ma poi ragionandoci su … quella donna sui cinquant’anni aveva un volto familiare.
Attraversai la strada ed entrai in un pub , non era cambiato per niente, dopo qualche minuto una ragazza venne a prendere l’ordine ma il padrone la precedette, posò due boccali di birra sul tavolo e si sedette con me.
“chi non muore si rivede…. Becks … giusto? O sei diventato astemio?”

“Paolone … ancora che fai finta di lavorare “

Bevvi una sorsata

“Adoro la tua birra …ma ti si è rotto il termos … non è da te portare la birra fredda!”
Lui scoppiò a ridere , ci siamo sempre punzecchiati da quando, ancora ragazzino andavamo a bere tutti nel suo locale , rimanemmo a parlare per un pò , poi si alzò un attimo per andare alla cassa per dei clienti , mentre ero da solo ripensai alla prostituta … “ no non può essere Marzia … la mamma di Teo”
Ricordo che faceva la spogliarellista , ma che si sia ridotta al marciapiede mi sembrava assurdo , quando Paolone ritornò a sedersi glielo chiesi , lui sapeva tutto del quartiere .
“Beh che ti aspettavi? Ormai ha superato abbondantemente i cinquant’anni e a quell’età difficilmente puoi fare concorrenza ad una ventenne nei locali … comunque di solito passa a bere qualcosa verso mezzanotte …”

E infatti verso quell’ora arrivò , scambiò due parole con Paolone e venne al tavolo da me, si sedette guardandomi in silenzio.

“ ciao Marzia , ne è passato di tempo”

Quando vide che la trattavo come se non avessi visto o dato peso a cosa si era ridotta a fare per vivere si rilassò ed iniziò a parlare , venne anche Paolone e come degli anziani in un parco parlammo dei vecchi tempi andati e di come sia cambiato il quartiere , ad una certa però io mi alzai per andare via, pagai anche il negroni di Marzia e mi avviai verso la porta , lei mi vienne dietro.
“Aspettami, vengo pure io”
Io l’aspettai per poi avviarmi come per attraversare la strada , pensando che dovesse tornare a lavoro.
“No basta per oggi , voglio tornarmene a casa… mi sento stanca “
Annuii e prendendola sottobraccio cambiai direzione.
“ ti accompagno a casa va… “

Lei rimase stupita dal mio gesto e dopo un momento di esitazione ci incamminammo in silenzio, faceva un freddo cane e la leggera nebbia che si stava alzando aumentava quella percezione .

“Ti ricordi quando tu e mio figlio mi citofonavate per fumare una canna insieme? “

“Mi ricordo anche quando sei piombata a casa mia per scuoiarlo vivo, dopo che aveva tirato una bastonata in testa a tua madre che a sua volta lo aveva preso a cinghiate … perché… non mi ricordo “
Lei sorrise “ già…. É sempre stato una testa di cazzo… ma quando era con te , ero tranquilla, sei sempre stato un bravo ragazzo..almeno..più bravo rispetto agli altri…”
Arrivammo sotto casa sua e le diedi un bacio sulla guancia per salutarla.
“Buonanotte Marzia…. Mi raccomando … stai attenta a quello che fai e soprattutto con chi vai “
Lei mi abbracciò ringraziandomi del cocktail e il passaggio .
“ ehi Ti va di salire per una birra?”
Quando dopo un momento esitazione accettai il suo viso si illuminò, salimmo le scale che puzzavano di aglio e muffa fino al quarto piano , l’appartamento era tale e quale a quando ci andavo da ragazzo con il figlio che adesso vive in Olanda .
Marzia, si tolse le scarpe e il giubbino di pelle .
“Io vado a fare una doccia, tu intanto prepara da bere …faccio in un attimo”

Ritornò con un pigiama rosa
consunto ,con la cerniera della felpa rotta e uno strappo tra le gambe , non avendo l’intimo sotto praticamente si vedeva tutto come se fosse nuda, senza più il trucco l’età e gli anni di eccessi si notavano molto di più , per non parlare del pallore in viso , ma nonostante tutto rimaneva sempre una donna dalla sensualità prorompente , una di quelle che ispira sesso selvaggio .
Si sedette sul divano di fianco a me ,aprì una scatola e tirò su una canna accendendola dopo un sorso di birra del discount , mi guardai in giro, la casa per quanto pulita era povera, i mobili erano vecchi e i muri avevano bisogno di una rinfrescata.

“Sai quando ti ho visto poco fa mi sono vergognata ,ma devi capire che non ho avuto molta scelta, chi prenderebbe mai a lavorare una come me … non so fare molto …a parte mostrare le tette ed il culo ed a cinquant’anni non voglio incartare panini al Mc per 700€ al mese”
Io ascoltai lo sfogo di quella donna un tempo giovane , bella e desiderata da mezza città ed ora triste e sola come un cane , provai una pena indescrivibile nel vedere la rassegnazione nei suoi occhi lucidi , cercai qualche parola di conforto ma non la trovai , l’unica cosa che mi uscì dalla bocca fu un sospiro , l’abbracciai e dopo averla accarezzata le asciugai le lacrime sul viso con le dita , lei rimase attaccata a me singhiozzando , come se quell’abbraccio sincero senza secondi fini ,forse il primo che stesse ricevendo dopo tanto tempo , fosse una sorta di salvagente in mezzo al mare, quando si calmò andò a prendere ancora da bere e dopo aver rovistato in un cassetto prese un album.
“ voglio farti vedere una cosa”
Tirò su un’altra canna e versò altra birra nei bicchieri e lo apri ,lo sfogliammo e una marea di ricordi e persone a volte dimenticare riaffiorarono , come la foto di un carnevale all’asilo, io vestito da principe e Teo da tartaruga ninja , le nostre mamme erano dietro di noi … erano giovani e sorridenti ,forse uno degli ultimi momenti per così dire felici ,prima che la mia iniziasse a bere .
Ad ogni pagina sentivo Marzia sempre più rilassata ,meno triste , ma soprattutto più insistere nel toccarmi , quando l’album finì avevo la sua mano sulla coscia e la sua testa sulla spalla .

“Ti posso chiedere una cosa?”

“ certamente…”

“Mi faresti compagnia questa notte? Non voglio dormire da sola”

Pur sentendomi a disagio accettai e lei con un sorriso grandissimo mi prende per mano e alzatasi in piedi mi portò in camera da letto , rovistò in un cassettone tirando fuori una tuta , “vestiti con calma io arrivo subito”
era elettrica ed euforica come se avesse vinto al superenalotto , andò in bagno e li ci rimase per venti minuti buoni , quando rientrò il cellulare mi cadde dalle mani , pur avendo ancora il vecchio pigiama si era truccata e sistemata i capelli come se dovesse andare ad una festa , senza darmi il tempo di dire o fare nulla mi ritrovai le sue labbra sulle mie, io ero pietrificato ma nei suoi occhi leggevo come se mi stesse dicendo
“ ti prego non rifiutarmi”
cedetti , per compassione chiudendo gli occhi , ma quando le nostre lingue si incontrarono , l’imbarazzo diventò ben altro , alla fine era innegabile …avevo sempre desiderato baciarla, fu uno dei baci più belli e passionali che abbia mai ricevuto… e dato , mi sciolsi e stringendola la tirai forte a me , lei sospirò lasciandosi cadere sul letto trascinandomi giù con se , mi guardò come se fossi l’unico uomo sulla faccia della terra , mi tirò via la parte superiore della tuta e io la sua del pigiama, le protesi al silicone che le tenevano su il seno come quello di una ventenne contrastavano con il resto del corpo che iniziava a decadere , ma non mi interessava, il desiderio sincero che aveva e che leggevo chiaramente sul suo viso la facevano sembrare bella come una venere e poi … Marzia era sempre stato il mio sogno erotico da adolescente .

“Sei bellissimo…”

Mi baciò ovunque e io feci lo stesso , quando ci togliemmo anche la parte di sotto ricominciai a baciarla facendola letteralmente impazzire ,tra le gambe era una fontana , allungò una mano verso il cassetto del comodino prendendo un preservativo .
“Mi controllo ogni mese ….e non lo faccio mai senza con i clienti….. ma sono pur sempre una puttana”

Mi girai portandola sopra di me dicendole che per me non è una puttana , ma il sogno erotico sin da ragazzino, il suo viso si illuminò e gettato dietro di se il preservativo mi diede un baciò con risucchio, aveva gli occhi lucidi .
“ è la cosa più bella che mi abbiano mai detto … “
Io la penetrai , era bagnata all’inverosimile, mi cavalcò a smorza candela , piano piano come se volesse ritardare il più possibile la fine di quel momento,lo sguardo e la passione che ci mise fu bellissima, la sentii gemere e non stava fingendo come con un suo cliente , si piegò verso di me e mi baciò con gli occhi chiusi sospirando , mi girai ancora , era di nuovo lei ad essere sotto e senza nessuna irruenza continuai piano piano, affondai dentro di lei , assaporando ogni odore, ogni rumore e ogni sensazione di quell’amplesso , abbracciati e con le lingue intrecciate , continuiamo cosi per tanto, tantissimo tempo bloccandomi ogni volta che uno di noi due stava per arrivare … volevo che lo zenit del piacere arrivasse nello stesso momento, volevo sincronizzare l’ora 0 come il più pignolo degli orologiai , quel momento arrivò , diedi un affondò più deciso, le nostre bocche si staccano , io tirai la testa all’indietro e lei spalancò la bocca e tirò fuori un gemito prima di richiuderla e mordersi un labbro.
Il tutto fu talmente intenso per entrambi che io ebbi un eiaculazione incredibile , di quelle che ti risucchiano le forze e l’anima e lei da farle allagare il lenzuolo , sembrava che se la fosse fatta addosso , rimanemmo attaccati , lei mi teneva stretto a se , dentro di se , stava piangendo e io le presi il viso tra le mani.
“Ehi tutto bene?”

Lei annuì vigorosamente

“ si ….si… era da tanto tempo che non lo facevo così ,Grazie… Grazie… è stato bellissimo… ora baciami ancora e stai sopra di me…non andartene “
Io non avevo la minima intenzione di staccarmi , la baciai e la coccolai , il tutto era così incredibilmente surreale da sembrare un sogno…
Ci addormentiamo in quella posizione e al nostro risveglio dopo qualche ora lo rifacemmo di nuovo con la stessa passione , la mattina scappai a lavoro avvisandola che mi sarei fatto risentire… ma lei mi battè sul tempo… nei giorni successivi praticamente ci sentivamo praticamente ogni ora e ci vedevamo quasi ogni sera , ogni volta non faceva altro che ringraziarmi del tempo che le stavo dedicando .
Sfortunatamente però quella voglia di affetto così particolare e per certi versi morbosa aveva un motivo , il cancro la stava divorando giorno dopo giorno , me lo disse una sera quando la vidi sputare sangue nel gabinetto ,nei suoi occhi non leggevo la paura di morire ma di morire da sola .
La malattia degenerò presto e dopo pochi mesi praticamente non si alzò più dal letto ed a parte me nessuno si è mai degnato di portarle almeno un bicchiere d’acqua e il figlio non si è mai degnato neanche di una telefonata , l’ultimo mese era praticamente uno scheletro, quando la prendevo in braccio per cambiarla sembrava di avere in mano un mucchio d’ossa , io l’ultimo degli estranei si era preso cura di quella poveretta che dopo essere stata usata per tutta la vita da questo mondo di merda è stata buttata via come uno straccio .
Quando una sera d’autunno si spense serena ero felice per lei , finalmente potè riposare in pace …
di
scritto il
2024-10-06
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