Io Silvia e le nostre frustrazioni. L’inizio arriva dalla fine

di
genere
etero

Per tanti anni Lorenzo e Silvia sono stati i miei vicini , almeno fino a quando vivevo con la mia ormai ex moglie , Silvia la conosco da prima che si sposasse e si trasferisse vicino casa mia , lavoriamo nello stesso posto ma per aziende diverse.
Lui invece l’ho conosciuto dopo il matrimonio e per un pò uscimmo anche tutti insieme, almeno fino a quando non stavo per regalargli un brevetto di volo buttandolo fuori dalla finestra , per un affermazione un pò troppo colorita sui “terroni”
Misogino, razzista e stupido come pochi , Lorenzo rispecchia lo stereotipo del leghista della prima ora, quello che brucerebbe tutte le persone che vivono sotto il Po o che che esulta quando succede qualcosa di brutto a Napoli e qualsiasi altro posto che non sia la sua padania ,comunque da quel giorno troncai ogni rapporto con lui, con Silvia invece se pur non avesse approvato la mia reazione esplosiva rimanemmo in buoni rapporti, anzi continuavamo pranzare insieme quando eravamo a lavoro .
Il fatto era che la poveretta doveva sorbirsi ogni giorno le stramberie di quell’idiota, con cose al limite della follia , niente più amici meridionali o peggio ancora stranieri ( a maggior ragione dopo la disavventura con me), solo pietanze “nordiche” e guai ad andare in ferie dalla Toscana in giù, ma fin quando si trattava di queste cagate non mi intromettevo , alla fine erano cose loro e non avevo nessun diritto a metterci il naso .
Una mattina Silvia arrivò con un occhio viola , ma prima che potessi chiedere cosa fosse successo lei mise le mani avanti
“ sono caduta mentre andavo in bagno al buio”
Sapevo che fosse una cazzata e anche lei aveva capito che la storia del bagno non l’avevo bevuta, comunque lasciai correre anche questo , passarono un pò di mesi e per un pò di tempo ci allontanammo un pò, avevo altri cazzi per la testa … a casa mia era arrivata la guerra ed ero in piena crisi coniugale .
Qualche giorno prima che scoppiasse del tutto il covid che portò a tutti alla reclusione forzata ,Silvia si presentò nel mio ufficio, con un labbro spaccato e zoppicando vistosamente.
“ Ti devo parlare urgentemente “
Ero al telefono , quindi e le chiesi di aspettare un momento, quando riagganciai chiesi cosa fosse successo e dove fosse andata a sbattere , con le lacrime agli occhi mi gettò sulla scrivania dei fogli, erano delle chat tra Lorenzo e mia moglie Sabrina , avevo scoperto ,se non la causa scatenante della mia crisi coniugale almeno l’epilogo ,oltre a messaggi d’amore struggenti c’erano foto sia di lei che di lui in atteggiamenti molto eloquenti
“ e il labbro?”
Lei mi raccontò che era stato Lorenzo , che l’aveva picchiata perché aveva violato la sua privacy curiosando nel suo telefono e come avvertimento che se me lo avesse detto le avrebbe dato il resto, la cosa curiosa in tutto questa storia era il fatto che la mia ex moglie sia pugliese, quindi ben al di sotto del Po, il fiume “sacro” dei ritardati come lui, per non parlare di me che si sono nato in brianza , ma sono figlio di calabresi.
Aprii un cassetto e le diedi le chiavi della casa di mia sorella, invitandola a prendere le sue cose e andarci , aggiungendo che ci avrei pensato io a dire due paroline a Lorenzo, lei scosse la testa dicendo che sarebbe andata da sua madre, io invece mi alzai e andai a fare un “ giro”, quando la sera tornai a casa avevo si le nocche rotte, ma la soddisfazione di avergli fatto capire una volte per tutte dove aveva sbagliato , avvisai la mogliettina fedifraga che volevo la separazione sbattendole le prove in faccia , lei era a letto e stava male… si era presa , appunto il covid , per amore di mia figlia mi presi cura di lei ugualmente per un mese, mettendo da parte la voglia di strozzarla sul talamo seduta stante.
La signora , comunque mi ringraziò… denunciandomi per percosse , stupro e che le avessi attaccato il covid andando a prostitute , i Carabinieri pur avendo capito che era una cazzata di una cazzara mi invitarono a lasciare casa “ vada via di qui o questa vi rovina e chiami subito il suo avvocato “
E così andai via da casa mia trasferendomi da mia sorella, i mesi passarono , l’emergenza pandemia passò e ritornammo in ufficio in pianta stabile ,eravamo entrambi incazzati col mondo per la piega che avevano preso le nostre vite , anche se io lo ero un pò meno visto , il mio look down con Paola ( vedi racconti precedenti )era stato decisamente migliore del suo, comunque…quella rabbia la catalizzammo l’uno sull’altro, come se inconsciamente ritenessimo , se non responsabile almeno la legittima valvola di sfogo su cui scaricare le nostre reciproche frustrazioni in comune , iniziammo a punzecchiarci per poi arrivare a veri e propri insulti , del tipo : “ se invece di pensare solo al lavoro avesti pensato a scoparla come si deve , tua moglie non mi avrebbe rubato il marito , impotente di merda … che c’è ti piace prenderlo nel culo?”
Oppure : “ tuo marito si scopava mia moglie perché sei solo una frigida di merda, che c’è non ti piace farti sfondare quel culo di merda che ti ritrovi?”
Fino al giorno in cui ci prendemmo talmente male da farmi scendere dalla macchina facendomi fare una passeggiata …di 7km sotto la pioggia , arrivai sotto casa fradicio e incazzato come un crotalo, me la ritrovai sotto casa mentre rientravo dal supermercato , si scusò e si offrì a preparare la cena , anche io riconoscevo di aver esagerato e cosi accettai la proposta , tutto andò bene fino a quando , sparecchiato la tavola non le dissi di lasciare stare i piatti che ci avrei pensato io, apriti cielo… andò fuori di matto .
“Tu … pensi di comandarmi… io non sono Sabrina, io ti spacco la faccia “
Dopo che mi arrivò la prima sberla, cercai di allontanarla , allo stesso tempo non menava con lo scopo di fare male , sembrava più che volesse sfogarsi … come se fossi un sacco da boxe, ad un certo punto le bloccai le braccia.
“ scegli o ti calmi o ti calmi”
Lei cercò di divincolarsi ma le diedi un pizzicotto sul sedere.
“Ma lo sai che fai sangue quando fai così … mhmmm e poi hai pure un bel culo sodo.”

Lei mi tirò un ceffone, questa volta bello forte …. Ma sorrise e io ne approfittai per infilarle la lingua in bocca , si poggiò al tavolo con il sedere e presa la mia testa la fece affondare tra le sue tette.

“ Pezzo di merda impotente… “
La presi di peso e la buttai sul tavolo , le tirai giù jeans e mutandine fino alle ginocchia e tiratemelo fuori la deflorai con irruenza, era fradicia e non feci la benché minima fatica.
“Questa è violenza … lo sai? “
Diedi un altro affondo fortissimo facendola urlare .
“ tutto qui? …sentirei di più il mio mignolo”
Le chiusi le gambe sul petto e la scopai con tutta la foga , con tutta la rabbia che avevo dentro , le diedi uno schiaffo sulla natica cosi forte che mi feci male anche io , urlò muovendosi e io ne approfittai mettendole un mano sul viso e schiacciare la sua testa sul tavolo.

“Lo senti come il tuo mignolo ? “

A giudicare dalle espressioni del viso lo sentiva e come , ma lei non volle darmi soddisfazione e ricominciò con i soliti insulti,la girai pancia sotto sul tavolo e le sollevai la testa prendendola per i capelli, in modo che si guardasse allo specchio mentre veniva scopata come una puttana, con un colpo di tallone le allargai le gambe e con la medesima irruenza di prima entrai dentro di lei .
“ ecco perché tuo marito ti ha fatto le corna , sei così sfondata che per sentire qualcosa dovresti andare con un cavallo”
Nel vedersi usata in quel modo dallo specchio di fronte a lei iniziò prima a mugolare e poi ad urlare , stava arrivando e alla grande per giunta .
“Si spaccami tutta , fammi male”
Non le feci neanche finire la frase che le infilai il pollice nel sedere , cosi a crudo , cacciò un urlo ancora più forte , il dolore e il piacere si incontrarono facendola venire con un rantolo, intanto il mio membro dentro di lei continuava a martellarla e il dito ad allargarla.
Era arrivata lei , ora toccava a me , lo sfilai dalla sua vagina e sputatogli il buchetto lo infilai, con meno irruenza ma con abbastanza vigore da toglierle il respiro, mi fermai qualche secondo e allargate le natiche con le mani cominciai a pompare , colpi secchi e decisi ,alla stronza piaceva da impazzire essere sodomizzata in quel modo e infilatasi una mano tra le cosce iniziò a masturbarsi come una matta , io sentivo il suoi muscoli cedere ad ogni colpo , fino a quando percepii una specie di strappo e la sua testa che ballonzolava sul tavolo, la ripresi per i capelli, doveva vedere anche questo la cagna , ma rimasi più stupito io , Silvia era il volto del piacere , quel piacere folle che ti eccita e ti sprona a darci dentro ancora di più, stavo per esplodere non ce la facevo più.
“Oh si , ora ti farcisco questo culo rotto”

Arrivai dentro di lei ululando e riempiendole l’intestino, quando lo sfilai un rivolo bianco e appicicaticcio schizzo fuori , eravamo esausti ma volevo ancora un’altra cosa, questa volta fu lei a prendere l’iniziativa e messasi in ginocchio mi ripulì con l’irruenza di chi aveva gradito quei quindici minuti di sesso folle e su di giri .
Da quel giorno iniziò un rapporto a dir poco strambo e che ci avrebbe accompagnato entrambi fino al divorzio dai nostri coniugi



di
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2024-10-10
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