Il diario di Lucilla e Damiano - Ep. 4

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genere
prime esperienze

Il diario di Lucilla e Damiano  Ep. 4

Dopo gli eventi di domenica pomeriggio una nuova sensazione si è aggiunta a quelle che già abbiamo nel bagaglio delle nostre erotiche passioni, ora c’è l’intrigante presenza del complice.
Tutto quello che tra il casuale e l’intenzionale è accaduto durante il nostro week end vacanziero, assume ora una connotazione più definita. Volevamo uno spettatore consapevole e complice delle nostre trasgressioni e abbiamo trovato in Francesco l’attore non protagonista delle nostre performance erotiche. Forse non ci aspettavamo tanta partecipazione da parte sua, ma dopo quello che è successo ci siamo ricreduti. La presenza di Francesco ci stimola tanto e il solo pensiero di poterla ripetere ci eccita nuovamente.
Nei giorni successivi a quella domenica, c’è stato tra noi lo scambio di qualche telefonata e tanti sms. Diverse considerazioni fatte insieme hanno reso evidente una certa sintonia, che spesso trovava conferma nell’esternazione di alcune sensazioni.
La complicità erotica, ci siamo accorti, sta definendo inoltre una certa amicizia tra noi che trova motivi d’interesse anche fuori dal terreno dell’esperienza sessuale. In effetti, questo non ci dispiace, anzi ci mette tutti maggiormente a proprio agio.

Dopo più di un mese da quel week end di fine settembre ci troviamo ora in un turbine di desideri.
Di amplessi virtuali con Francesco ce ne sono stati altri due, tutti coinvolgenti ed eccitanti come i precedenti, ma percepiamo adesso anche altro. Nessuno di noi, forse, si era nascosto il pensiero che in questo gioco a tre tutto e niente poteva succedere, ma con il passare dei giorni l’ago della bussola dei sensi si orienta sempre più verso nuove sfumature dell’eros.
Francesco viaggia per lavoro ed è stato proprio durante i suoi tour lavorativi che abbiamo vissuto le nostre trasgressioni. Quando rientrava a casa, era nei patti che tutto tacesse e tutto si fermasse.
In genere le pause lavorative non duravano più di tre o quattro giorni, ma dopo la nostra ultima performance virtuale non ci ha dato sue notizie per dieci giorni.
Confessiamo che temevamo di avergli creato qualche complicazione o che fosse venuto meno il suo interesse.
Invece ci è arrivata una sua telefonata pochi giorni fa.
Si scusa della sua assenza e si giustifica in maniera sommaria, anche se in ogni caso non avremmo comunque chiesto particolari specifici. Inutile dirsi che in questo gioco la regola principale per tutti noi è di non entrare nel privato dell’altro, fatto salvo per quello che condividiamo.
Dopo avergli manifestato il piacere di risentirlo abbiamo preso a chiacchierare come di solito abbiamo fatto negli ultimi tempi e tra un argomento e l’altro Francesco trova il modo di informarci che il suo lavoro lo porterà per alcuni giorni nella nostra città.
Conclusa la telefonata Damiano ed io ci siamo guardati per alcuni secondi, come potevamo mai nascondere ai nostri sguardi che la notizia ci stava turbando?
A volte noi due non abbiamo bisogno di parlarci tanto, sono le idee o le proposte a sostituire qualche lungo, tortuoso e poco utile ragionamento, paravento di qualche, ormai, inutile remora.
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Eccola la manovra aggirante quell’inutile discorso al quale ci siamo sottratti. Questa è la proposta che racchiude un ventaglio di sensazioni e desideri che Damiano mi sottopone spontaneamente, libero di potersi esprimere e consapevole al tempo stesso che ha bisogno di trovare in me la stessa lunghezza d’onda.
È il nostro feeling che ci regala l’assonanza che ci permette di richiamare Francesco il giorno dopo e invitarlo a cena.
Arrivato nella nostra città il lunedì, ci telefona per salutarci. Dopo i convenevoli e qualche scambio di battute concordiamo un appuntamento per il giorno dopo in un ristorantino accogliente e tranquillo, dove sappiamo si mangia bene. Il nostro amico ci è sembrato entusiasta di questo incontro, sin dal principio, tanto che ci viene il dubbio su quanto sia stata casuale o calcolata questa sua trasferta lavorativa.
D’altronde poco importa. Conta invece la palpabile passione che vede coinvolti tutti e tre in questo gioco.
Non racconteremo le sensazioni che hanno accompagnato l’attesa, intensamente uguali se non di più a quelle provate durante il nostro incontro al bar con Francesco.
La sera del martedì troviamo il nostro amico ad attenderci fuori dal ristorante. Ci salutiamo con un’aria amichevole che sorprende noi stessi, poi entriamo e ci accomodiamo in un angolo tranquillo. Gustiamo una buona cena, parliamo di tutto in maniera leggera e disinvolta, sentiamo scorrere in noi l’intrigante sensazione della trasgressione eppure l’argomento eros non viene quasi mai toccato.
Non sappiamo cosa si aspetta Francesco da quest’incontro e per la verità neanche noi abbiamo minimamente pianificato eventuali sviluppi erotici.
Mi rendo conto che il nostro amico mi sta divorando con gli occhi, anche se non cerca di darlo a vedere, lo stesso Damiano non fa che scrutare me e lui, con un’aria che male cela la sua voglia di passione e questo non vi nascondo che mi ha eccitato molto, ma Damiano ed io senza dircelo abbiamo percepito e deciso che non sarebbe successo nulla. Non è ancora il momento. Abbiamo bisogno di capire se desideriamo davvero la presenza fisica di Francesco in mezzo a noi.
Dopo cena usciamo a fare quattro passi e facciamo capire a Francesco che è nostra intenzione congedarci e rientrare a casa.
Percepiamo una leggera nota di delusione sul suo viso, ma non possiamo ora spiegargli le cose. Damiano non vuole comunque lasciarlo deluso e tira fuori una mezza proposta.
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In un attimo Francesco si riprende e si dice tranquillamente disponibile. Ci salutiamo e rientriamo a casa.
La notte, è stato il nostro caldo, desiderato e sensuale letto a sciogliere i dubbi e a raccontarci cosa volevamo da quel gioco.
Forse la certezza di volere un contatto fisico con il nostro amico non c’è, ma il desiderio di tentare l’esperienza proibita ci trova in sintonia. Dobbiamo provare per capire.
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Breve e deciso l’sms che inviamo a Francesco il mattino successivo, naturalmente abbiamo poche incertezze sulla risposta.
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A quel punto, viste le nostre intenzioni, un minimo di preparazione sulla serata ci vuole, quindi grande sala cinematografica e pellicola di scarso successo, presuppongono scarsa affluenza e ampi spazi vuoti tra le poltrone, di mercoledì per giunta.
Ci ritroviamo poco prima delle venti fuori dal cinema, ci salutiamo con fare allegro, forse più per mascherare la tensione.
Entriamo in sala e troviamo una situazione che va ben oltre le nostre aspettative, ci saranno in tutto una trentina di persone.
Damiano dopo qualche esitazione si dirige verso la parte alta della sala, dove c’è un ampio spazio vuoto di poltrone, lontano anche dagli ingressi. Tra noi e gli spettatori più vicini ci sono circa una decina di file. Ci sediamo e senza rendermi conto mi trovo tra Damiano e Francesco. Passano due o tre minuti durante i quali ci diciamo qualche cosa che neanche ricordo più e il buio ci avvolge.
Un po’ per abitudine e anche per la tensione che mi porto, appoggio la mia spalla a quella di Damiano, stringo la sua mano e cerco di concentrare l’attenzione sullo schermo.
Non so loro quanto realmente riescano a seguire il film, ma io ho il caos dentro. Passano una decina di minuti e sento Damiano che lascia la mia mano e lentamente la adagia sulla mia pancia, resta lì qualche secondo e poi sale verso il mio seno, cominciando a carezzarlo. Il gioco comincia ed io sono in subbuglio. Dopo un poco sento per due volte i bottoni della mia camicetta aprirsi, la mano entra e comincia a toccare i capezzoli. Vorrei girare lo sguardo verso Francesco per capire se sta guardando, ma non trovo il coraggio. Damiano insiste sul mio seno e il turbine comincia a trasferirsi in tutti gli angoli del mio corpo.
Ad un tratto la sua mano scende sotto la giacca che ho sulle gambe e si fa strada tra le mie cosce, le stringe e le carezza. L’eccitazione che sale e al tempo stesso il bisogno di sentirmi al riparo da occhi indiscreti, m’induce ad assumere una posizione diversa. Lascio scivolare spalle e bacino verso la fine della poltrona fino a urtare con le ginocchia contro quella davanti. Damiano non aspettava altro, apre la zip dei miei pantaloni e infila la sua mano, lo sento frugare ed io gli apro le gambe desiderosa di lasciargli fare quello che vuole. Per un attimo, avevo scordato Francesco.
Non posso immaginare che non guardi, anzi comincio a percepire forte il desiderio che ci guardi. Ho gli occhi chiusi, poi li riapro e mi vedo lì con le gambe appena allargate e la mano del mio lui che mi provoca piacere. Damiano continua a muovere il dito tra le labbra e il clito bagnato, mentre non sento movimenti di Francesco.
Sono troppo eccitata. Allungo la mia mano sui pantaloni del mio uomo, sento il gonfiore del suo uccello, lo stringo ma non mi basta, cerco di sbottonare la patta, lui mi aiuta e mi lascia entrare nelle sue mutande. Ho una voglia matta di averlo.
È troppo forte l’eccitazione, troppo intrigante e sensuale la situazione.
All’improvviso un’altra mano si poggia sulle mie gambe, ho un sussulto e poi un brivido mi attraversa tutta, le carezza e sale verso la mia cosina. Damiano smette di toccare e lentamente sfila la mano. Adesso è quella di Francesco che entra piano e s’intrufola tra le mie cosce. Non pensavo di provare una sensazione così forte, per un attimo sento che potrei avere un orgasmo, ma non voglio. Mi tocca le labbra, mi masturba, infila il dito un poco nella figa. Comincio a masturbare Damiano con frenesia, ma non è tutto.
Ormai sono andata e loro con me, vorrei girarmi verso il mio uomo e lasciare che il suo uccello entri nella mia bocca, ma non voglio che Francesco per questo sia costretto a levare la mano dalla mia figa. Il nostro complice invece prende ancor più coraggio e afferra la mia mano, mi sento volutamente paralizzata e lo lascio fare; la appoggia sui suoi pantaloni, sul suo pene duro ed io glielo stringo.
Si sbottona e lo caccia, la mia mano lo prende e lo masturba.
Che situazione incredibile. Non avrei mai pensato di provare un’esperienza del genere, masturbare Damiano mentre un altro masturba me e al tempo stesso glielo stringo. Vorrei godere ora, e anche loro sento che vorrebbero godere.
Ho la mente in tilt, vorrei poter pensare cosa fare ma non ci riesco.
Ci pensa Damiano.
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Forse in un altro momento e in un altro contesto avrei detto no. Ma in questo momento desidero solo dare pieno sfogo all’eccitazione che mi sta tormentando.
Annuisco e stringo le gambe, Francesco si ferma senza capire.
Ci ricomponiamo senza dire una parola, immagino i dubbi di Francesco ma non so dire nulla.
Aspettiamo immobili la fine del primo tempo, le luci in sala si accendono, cerchiamo di darci un tono.
Francesco fatica a capire e a guardarci, Damiano ci guarda entrambi, poi si rivolge a lui e gli  toglie i dubbi.
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Prima un certo imbarazzo, poi con un sorriso tra l’amichevole e l’eccitato, il nostro complice accetta. Ci alziamo per uscire, un po’ le gambe mi tremano, ma ancora più forte è il tremore del turbamento interiore, al solo pensiero di quello che stiamo per fare.

Quello che realmente è successo dopo, merita spazio e attenzione.
La frenesia di riportare certi eventi, a volte, ci può indurre ad essere troppo frettolosi nel racconto. Merita un episodio a se da inserire prossimamente.
Se volete i vostri commenti potete anche inviarli alla nostra mail, avere pareri e confronti non ci dispiace, tutto ovviamente nell’ambito della civiltà e del rispetto del pensiero altrui.
Pensiamo sempre che ricevere da un lettore qualche spunto interessante, potrebbe rendere questa esperienza più intrigante. Il resto lo lasciamo al caso, all’istinto e alla fantasia.
Ciao da Lucilla e Damiano.
Mail - lucilla.damiano@virgilio.it
scritto il
2010-11-24
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