La tua bambina
di
Una, Nessuna e Centomila
genere
etero
Sono appena tornata a casa. Qui fa freddo, credo che a breve comincerà a nevicare, anche se qui al Sud la neve non si vede da due anni circa. Sono stata ad una serata a casa di amici e tu non c'eri. Mi sei mancato, tanto. Sono legata a te in modo romantico, quasi viscerale. Spesso siamo così, noi donne. Ci attacchiamo ai nostri uomini in una maniera particolare, sentita, carica di emotività. Non che loro non lo facciano, per carità, ma la biologia li ha creati -per ovvie motivazioni- in maniera tale che il rapporto con noi sia maggiormente improntato da un punto di vista fisico, carnale. Tutte le volte che non ci sei ho la percezione che mi manchi un pezzo, mi sento non vuota ma incompleta, sono in deficit di quel quid che solo tu sai darmi. Ti amo così tanto da odiarti quasi, soprattutto per le volte in cui soffro e non ho il coraggio di lasciarti andare. Tutto sommato, comunque, la serata è stata tranquilla. "Serata alcolica", l'hanno chiamata così i miei amici. Una scusa buona per giocare a carte e consumare gli alcolici avanzati dalla notte di Capodanno. Ho bevuto poco, molto poco, nonostante alla mia età vada di moda buttarsi in gola qualsiasi tipologia di drink. Non capisco perchè a vent'anni ci si debba distruggere in quel modo: io lo trovo noioso, non divertente. Forse è per questo che coi miei coetanei mi sento inadeguata, forse è anche per questo che sto con te che hai dieci anni più di me. Dio mio, so perfettamente quanto sia perversa l'eccitazione che provo a sapere che mi scopo un trentenne, ma che ci posso fare? È una cosa bella per me, bellissima, anche se la mia famiglia e i miei amici non mi vedono di buon occhio. Sei così esperto e sicuro, mi piace da morire il modo in cui mi prendi. Ho bevuto poco, molto poco, quel tanto che basta per farmi venire una voglia esagerata di fare l'amore con te. È un desiderio enorme, un istinto irrefrenabile che prende piede con impeto nella mia testa. Mi spoglio per indossare il pigiama e mi guardo allo specchio. Fisicamente mi piaccio, mi piace soprattutto il mio sedere sodo. È pieno di lividi. Ti penso. Penso all'altra notte, in cui in un momento di passione ero sopra di te e hai cominciato a prendermi a schiaffi. Gridavo eccitata di continuare, di non fermarti, e tu mi rispondevi che sono una zoccola masochista. A quanto pare, sì. Femminista all'ennesima potenza, ma a letto mi piace essere sottomessa. Quando mi schiaffeggi il sedere mi fai sentire irreversibilmente troia, ne voglio sempre di più. Per non parlare delle volte in cui gestisci tu il gioco. Ricordo quella volta a casa tua, dopo aver litigato. Stavamo cenando, seduti al tavolo della tua cucina, mi muovevi critiche piuttosto aspre,e io ero stanca di sentirti ancora. Finita la cena, ti alzasti e ti avvicinasti a me che ero seduta, coi gomiti poggiati sulla tovaglia. Ti mettesti dietro di me e cominciasti a massaggiarmi le spalle e baciarmi lentamente il collo, per poi ritarmi verso l'alto e farmi alzare. Continuasti quel lavoretto facendomi poggiare al lavello della cucina, e iniziasti a strusciare il tuo cazzo in erezione sul mio sedere. In un batter d'occhio, tu coi pantaloni alle ginocchia e io piegata a 90 gradi, mi eri dentro. Colpi lenti, così lenti da essere una dolce tortura per me eccitata come una gatta in calore. Sentivo l'odore dei tuoi umori e mi arrapavo sempre di più. Poi, finalmente, ci dirigemmo in camera tua. Mi hai scopato contro il muro, contro la libreria, sul tuo letto, sempre a pecora, e mi piaceva, mi piace quando non posso fare niente se non godere dei tuoi colpi e desiderarne sempre di più. Ho voglia che tu mi prenda ancora in quel modo, ho voglia di gridare come ho già fatto per sentirti chiedere "E se ci sentono i vicini di casa?", risponderti "Si godono i rumori, no? Gli facciamo vedere quanto ci stiamo divertendo" e urlare sempre più forte perchè, in cuor tuo lo sai, sono un po' esibizionista. Ho voglia di supplicarti di mettermi incinta e desiderare la tua sborra calda dentro di me, ho voglia di sentirti godere e ripetermi che sono una puttana, la tua puttana. Vorrei superare ogni limite con te, provare anche il sesso anale ma non ho il coraggio di dirti delle mie perversioni, compreso il fatto che scrivo racconti erotici per celebrare le nostre chiavate migliori. Il mio rapporto viscerale con te, è più fisico di quanto tu possa immaginare. A te, amore, dalla tua innocua e purissima bambina.
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