Così mi sottomisi (seconda parte)
di
Marina
genere
tradimenti
(... 2^ e ultima parte....), Iniziammo a scriverci, inizialmente ogni tanto, parlando dei vecchi tempi, di quanto eravamo cambiati, delle nostre idee, hobby e tutto ciò che ci veniva in mente. Ogni tanto uno dei due nominava i rispettivi coniugi, quasi a voler mettere una linea di confine tra di noi...ma pian piano divenne sempre più raro che se ne facesse cenno.
Un giorno, inaspettatamente mi scrisse, era a casa solo, era estate, faceva molto caldo e voleva farmi sapere che stava girando in casa nudo. Mi venne da ridere e stetti al gioco, era divertente e stuzzicante. Continuammo così per un po' fino a che non mi invio' una sua foto completamente nudo e con un'erezione di tutto rispetto....
- Vuoi favorire? -.
Ero imbarazzatissima ma anche molto eccitata ....e lui non era niente male. Continuava ad insistere per avere una mia foto, mi vergognavo troppo per farla, mi preoccupavano i miei chili di troppo, le mie smagliature dovute alla gravidanza, i miei seni che, sebbene facessero la loro figura, non stavano più su come una volta. In pratica non ero più una ragazzina di 16 anni ma una donna di 35, di quelle vere non di quelle ritoccate che si trovano sulle copertine. A ripensarci ora mi sento un'idiota, tra tutti i motivi che avevo per non farla neppure per un secondo pensai a mio marito o a sua moglie.
Decisi di mandargli una foto delle mie gambe, adoro le mie gambe e i miei piedi, quindi perché non fargli vedere il meglio di me, mi dissi. Mi misi in una posizione provocante le gambe poggiate leggermente l'una sull'altra, in modo che si intravedesse il sedere e scattai .
Non feci in tempo a mandarla che mi chiamo', non l' aveva mai fatto prima, non ci eravamo mai sentito al telefono. Parlammo per più di un'ora, tra una battuta spinta e un'allusione, mi fece i complimenti per le gambe e mi disse che avrebbe utilizzato la foto per masturbarsi, quest'idea mi eccito' terribilmente ma non lo dissi a lui, pensai che quella sera avrei fatto lo stesso usando la sua foto. Gli feci promettere di cancellare la foto e gli promisi lo stesso....se le nostre foto o conversazioni fossero state viste dai nostri partner, non volevo neppure immaginare cosa sarebbe successo.
Iniziammo a scambiarci frasi sempre più piccanti, foto, messaggi audio, arrivammo al punto di usare una parola in codice prima di mandarci messaggi, per essere sicuri che fossimo soli. Mi capitava sempre più spesso di masturbarmi pensando a ciò che lui mi diceva, immaginando le scene in cui mi narrava cosa voleva farmi. Queste conversazioni andarono avanti per diversi mesi, ma senza che mai, neppure una volta, accennassimo ad un incontro.
Sapevamo cosa implicava incontrarci, l'attrazione era troppa, tuttavia un giorno, mentre parlavamo, mi chiese un video in cui mi masturbavo per lui...mi stuzzicava l'idea ma non era fattibile, - E poi, dopo che mi sono masturbata per te qual'è il prossimo passo? Vederci e fare sesso? Perché il passo è davvero breve lo sai! -
- Hai ragione, sono un'idiota, siamo già andati troppo oltre...meglio fermarci qui! -.
Gli diedi ragione sebbene l'idea non mi piacesse, mi piaceva sentirmi voluta, provocare ed essere provocata...mi faceva sentire donna, desiderata, e dopo tanti anni di matrimonio una donna ha bisogno di sapere di essere ancora arrapante. Nonostante questo dissi che era giusto.
- Amici -, - Amici - fece eco lui.
Per qualche settimana sembrò andare tutto bene, parlavamo di meno però e le conversazioni avevano perso quel mordente, ma era normale, ed era giusto...questo fino a una settimana fa, quando, come un fulmine a ciel sereno, mi chiama... - So che abbiamo deciso di essere amici, ma non posso fare finta di nulla, voglio scoparti, voglio vedere il tuo viso contorcersi di piacere sotto le mie dita, sotto di me. Prenoto un hotel per la settima prossima, puoi decidere di venire o no, è una tua decisione e non posso obbligarti, ma vorrei davvero che tu venissi. Ti manderò le informazioni per messaggio ok? -
Ok? Ok cosa? Che diavolo di situazione era, no! Assolutamente no! Non se ne parla....o almeno questo è quello che avrei dovuto dire, ma invece dissi solo - Ok- e chiusi la conversazione.
Nei giorni seguenti mi aggirai per casa come un leone in gabbia, sempre con il telefono in mano per paura che potesse arrivare il messaggio e lo leggesse mio marito, ma lui non scrisse più nulla, non mi contatto' più...e più passava il tempo più volevo sentirlo. Fino a quando arrivo' il messaggio, - Martedì ore 11, trova una scusa per la notte se puoi, non ti lascerò andare! - seguiva l'indirizzo, il nome dell'hotel e il numero della camera.
Non risposi al messaggio, cercai l'hotel su di un sito si recensioni, era carino, un hotel sul lungomare, camere pulite con doccia e vasca, e lui aveva prenotato proprio la stanza luna di miele....la grande vetrata dava sul mare e aveva l'idromassaggio in camera....cavoli, doveva essere costata parecchio. Ma non era un mio problema, io di certo non sarei andata, ero sempre stata una donna fedele, un conto erano messaggi e foto, fantasticare non è proprio come tradire, mi dicevo, ma questo....questo no!
I giorni passavano, lui non mi scrisse più e io non avevo il coraggio di scrivere, poi la mattina del giorno scelto...presi l'auto e feci i giri abituali, continuavo a pensare a lui che mi aspettava e cercavo di scacciare il pensiero, provai a chiamarlo, volevo dirgli che non sarei andata, di disdire la stanza, di non andare, ma il suo telefono era spento, gli lasciai diversi messaggi ma non li visualizzava. Così partii, il luogo dell'appuntamento era a 40 minuti da casa mia e altrettanti dalla sua, un posto non frequentato in questo periodo dell'anno.
Mentre percorrevo la strada che mi sparava da lui iniziai a notare il mio abbigliamento, indossavo dei pantaloni neri molto aderenti, una camicetta rossa piuttosto leggera con manica a tre quarti e uno scollo provocante, scarpe nere con tacco alto e un giacchetto nero molto semplice, non era un abbigliamento ricercatissimo ma di sicuro in genere non uscivo a fare commissioni vestita così. Anche l'intimo, nero di pizzo con reggiseno a balconcino e un grazioso perizoma erano piuttosto indicativo....io volevo andare a qull'incntro a tal punto da sistemarmi anche se avevo deciso di no.
In pratica ero stata vestita dal mio inconscio.
Iniziò a piovere, una pioggia leggera, la classica pioggerella primaverile, quando arrivai al parcheggio dell'hotel la pioggia si era fatta più intensa, e io più confusa.
Ed è qui che mi trovo ora, apro gli occhi guardo ancora una volta l'hotel, una macchina mi parcheggia accanto. Metto in moto e mi allontano, esco dal parcheggio ed inizio a girare nella zona, trovo una piccola via nascosta, non ci sono auto e le imposte delle case sono tutte chiuse, probabilmente sono abitazioni estive quindi, ancora per qualche mese, nessuno sarebbe venuto da queste parti.
Parcheggio e cerco l'ombrello, logicamente l'ho dimenticato, le 11.30, sono stata in auto per parecchio tempo, scendo e chiudo l'auto,mi incammino sotto la pioggia verso l'hotel, l'acqua fredda che mi scivolata lungo il collo e mi scorre lungo la schiena mi provocava leggeri brividi, o forse a porovocarli è il pensiero di lui che mi aspetta. Arrivo all'ingresso dell'hotel completamente bagnata, la camicia aderisce al mio corpo facendo intravedere l'intimo, mi dirigo alla reception e chiedo a che piano si trovava la suite, quindi vado all'ascensore. Mentre questo sale al terzo piano mi guardi allo specchio, ero davvero zuppa, i capelli e il trucco erano abbastanza sistemati, avevo usato il giacchetto per coprirmi la testa , ma la camicia si poteva strizzare, mi rimproverai mentalmente per aver dimenticato l'ombrello.
Questa pioggia aveva però eliminato un po' di quel nervosismo che avevo, lo avrei salutato, gli avrei detto che non volevo tradire mio marito e sarei andata via. Cammino lungo il corridoio, leggeri brividi di freddo scuotono il mio corpo a causa dei vestiti bagnati, arrivo alla porta, un'altro lungo respiro e busso .
Sento dei passi e la porta si apri', non chiede neppure chi è, quando mi vede ho l'impressione che anche lui sospiri profondamente, poi mi prende la mano e mi avvicina, salutandomi stavolta con un bacio sulla guancia. Chiude la porta e in quel momento si accorge dei miei vestiti bagnati, non gli dò il tempo di parlare - Non sono venuta per restare, ho tentato di chiamarti ma il tuo telefono era spento, io non lo posso fare....amo mio marito, io davvero..., cerca di capire, tu mi piaci molto, da sempre, ma io non lo posso fare. In un'altra vita, in un'altra situazione, ma non così...è sbagliato! - lo fisso per vedere la sua reazione, per vedere cosa avrebbe detto, sospira nuovamente, stavolta ne sono sicura - Lo so, so che hai ragione, sapevo che avresti cercato di disdire, per questo non ti ho più contattata, per questo ho spento il telefono, non volevo sentirmi rifiutato - rise, - Di certo non mi aspettavo che venissi fino qui per rifiutarmi...sei sempre stata una pazza imprevedibile, anche per questo mi sei sempre piaciuta! Ma ora, pensiamo a te, sembri in pulcino bagnato....vediamo di asciugare i tuoi vestiti che stai tremando come una foglia. -
Si gira e si avvia verso il bagno credo, non mi ero neppure accorta di tremare, ma ho davvero freddo. Faccio qualche passo in avanti e guardo la stanza, non ero mai stata in un posto simile, era davvero bello. Stavo ancora guardandomi intorno quando riapre con un grande asciugamano e un morbido accappatoio. Mi mette l'asciugamano in testa e inizia ad asciugarmi i capelli come se fosse la cosa più normale del mondo, la situazione è paradossale e inizio a ridere di gusto, mi guarda perplesso e ad un tratto capisce... inizia a ridere con me.
-Ti va se facciamo due chiacchiere da vecchi amici? - Chiede d'un tratto, - Stare assieme a te è bello a prescindere da ciò che facciamo! -
- Io non lo so, non credo sia il caso... -
- Ok, il tempo che la lavanderia asciuga i tuoi vestiti - e mentre diceva questo stava già chiamando attraverso il telefono della stanza la reception per chiedere il servizio lavanderia.
Mi allontano ed entro nella stanza in cui era entrato prima lui e che credevo essere il bagno, mi spoglio resto in intimo, mi fisso per un secondo allo specchio, lui era dall'altra parte della porta, mi ero masturbata così spesso in quell'ultimo anno pensando a lui, immaginando ciò che mi avrebbe fatto, e ora a dividerci c'era solo una porta.
Scuoto la testa, cosa stavo pensando....ero sposata! Metto l'accappatoio, piego i vestiti e esco dal bagno.
L'accostamento non era il massimo, accappatoio bianco, anche piuttosto corto, e tacchi alti neri. Lui era seduto ai piedi del letto, i gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani intrecciate e il mento poggiato su esse....mi fisso', rimasi immobile sulla porta del bagno mentre sentivo il suo sguardo indugiare su ogni parte del mio corpo, non riusco a dire una parola. Quando bussarono alla porta sobbalzo, lui si alza e vuene verso di me, prende i vestiti dalle mie mani indugiando nel momento in cui le nostre mani si toccarono, non era casuale, ma fingo che non è un problema. Mentre lui vs alla porta a consegnare al cameriere i vestiti io mi dirigo verso la grande vetrata e guardo fuori. La pioggia cadeva incessante, il mare era mosso, la spiaggia deserta, alle mie spalle sento la porta chiudersi e i suoi passi, mi obbligo a stare calma, a far finta di nulla, vedo il suo riflesso sul vetro, era dietro di me mi fissava, - Il tempo sembra peggiorare. - dico io pensando a che frase banale avevo utilizzato.
- È un blando tentativo di non sentirti a disagio? -
Mi giro di botto lasciandolo spiazzato, le mani sui fianchi con fare inperioso - Serve proprio che lo sottolinei? Certo che è un tentativo di non sentirmi a disagio! Sono qui, praticamente nuda con te dopo un anno che ci scriviamo porcate per messaggi....ovvio che sono in difficoltà ma non lo sottolineare! -
Sgrana gli occhi, ovviamente non si aspettava un attacco diretto, si mette a ridere, la sua solita risata sempre troppo infantile e che così poco si adatta va adesso alla sua immagine adulta, inclinai la testa, le braccia ora che scendevano lungo il mio corpo, - Non prendermi in giro -quasi lo supplicai,
- Scusa scusa, ma tu....tu sei davvero unica! E quindi ti chiedo scusa! - Neppure il tempo di chiedermi perché si scusava e lui era sopra di me, afferra le mie mani e le solleva al di sopra della mia testa, il mio corpo schiacciato contro la vetrata la sua gamba tra le mie, non faccio in tempo a divincolarmi o protestare che mi bacia.
Nulla aveva a che vedere con il bacio gentile che mi aveva dato nel parcheggio del locale, mi bacia profondamente e con trasporto, cerco di allontanarlo ma stringe ancora di più la presa, mi do' mentalmente della stupida, non dovevo essere li, ma il suo bacio mi stava lasciando senza fiato, sento le gambe tremarmi ..ed era solo un bacio.
Prende i miei polsi con un'unica mano, senza mai smettere di baciarmi, descrivere un bacio simile è impossibile, se non lo avete mai provato non potete capire come sia, è il tipo di bacio capace di farti perdere la testa, capace di farti venire...mi scioglie l'accappatoio, il mio intimo era esposto, avrebbe pensato che ci stavo, altrimenti perché indossare quello, ma lui non lo guarda, prende la cinta dell'accappatoio mentre fa cadere a terra quest'ultimo mi lega i polsi, a questo punto smise di baciarmi e allontana il viso, la gamba ancora tra le mie, sento la sua voglia attraverso la stoffa leggera dei pantaloni.
- Che hai intenzione di fare, ti ho detto che non voglio! - protesto cercando di divincolarmi....
- Ti avevo detto che non ti avrei lasciata andare, sono 17 anni che ti voglio fattene una ragione, e ora tu sei qui....e non dirmi che non mi vuoi, il tuo corpo è più sincero di te !-
E così dicendo mi infila un dito su per la vagina, le mie mutandine erano zuppe, io ero zuppa, iniziai a piangere, non doveva andare così....
- Non piangere, farò in modo che tu stia bene, e se piangi mi eccito ancora di più -. Ero in intimo, la schiena nuda contro la vetrata fredda, alle mie spalle il temporale peggiorava, i polsi legati e lui che iniziava a masturbarmi ....iniziò stregando il mio clitoride attraverso la stoffa, era diverso da come immaginavo, nulla a che vedere con quando lo facevo da sola....sposta le mutande e mi infila due dita dentro, le rigira con maestria, uscendo ogni tanto per giocare con il clitoride, uggiolavo di piacere, non potevo evitarlo, le lacrime ancora che rigavano la mia faccia e lui ne era soddisfatto. Usa i denti per spostare il mio reggiseno e inizia a succhiami il petto con vigore, a tratti leccava, e ogni tanto mordeva, per il gusto di farmi male credo. Sento le gambe che mi cedono , i miei umori colano sulle mie gambe, stò per avere un orgasmo, sono scossa dal piacere....mi bacia, mentre la sua mano entra e esce ancora più velocemente dentro di me, urlo di piacere, non mi riesco a trattenere, non ho mai avuto un orgasmo simile con una masturbazione.
Non riesco a stare in piedi e lui lo capisce, prende le mie mani, ancora legate e le fa passare attorno al suo collo, afferra le mie natiche e mi solleva, la schiena ancora appoggiata al vetro, si sbottona la cinta, i pantaloni e li cala rivelando il suo membro, senza perdere tempo lo infila dentro di me, inizia a muoversi violentemente, il suo pene che sbatte contro il mio utero, ogni volta che penetra fino in fondo, sono scossa da un piacere indescrivibile ....spinge forte il mio culo mentre allarga le natiche, mi sento impazzire. Lo bacio, non se lo aspettava, mi bacia di rimando ma poi, quasi a volermi punire si avventa sul mio seno, prima succhiandolo con vigore, fino a farmi male, poi, quando ero al culmine del piacere lo morde, è un morso violento che mi fa quasi sanguinare.
- Basta ti prego, non farmi male! - lo supplico tra le lacrime, sorride, ma ora quel sorriso mi spaventa un po'.
Scioglie i miei polsi ma senza lasciarmi le mani, me le porta dietro la schiena e le lega nuovamente, non riesco a divincolarmi, piango e questo sembra eccitarlo ancora di più, non smette di sbattermi fino in fondo il suo membro che continua a gonfiarsi dentro di me. Inarco la schiena, offrendmi a lui.
Toglie il suo pene che fino a quel momento non ero ancora riuscita a vedere e mi stupisce che ci sia entrato....per un attimo sono contenta di aver fatto allenamento con lo shampoo, era così grosso che probabilmente mi avrebbe sfondata.
Mi fece girare, mi schiaccio' nuovamente contro il vetro, solo adesso ad essere attaccato era il mio seno e non il mio culo.
Con la gamba divarica le mie, la sua mana sui miei polsi, mi strattona indietro e un forte dolore mi corre fino alle spalle,
- Ti prego, mi fai male. -
- Ti farò ancora più male se non stai zitta! - E così dicendo mi dà un secco schiaffo sulla natica destra, sento la zona colpita bruciare e pulsare, piango in silenzio, sperando che non se ne accorga, mentre lui massaggia e accarezza la parte appena colpita.
Mi infila quindi nuovamente le dita nella vagina.
- Brava ragazza, guarda come sei bagnata....vediamo di farti godere ancora di più -
Tolglie le dita e infila nuovamente il suo membro dentro di me, spingendolo violentemente, il mio viso sbatte contro il vetro, ma lui non rallenta, va sempre più veloce. Il mio stomaco si contorce, nonostante il dolore che provo sto godendo come mai in vita mia, e a quel punto lui decide che non basta....senza troppi preamboli mi infila qualcosa su per il culo, il dolore è fortissimo, le lacrime scendono copiose lungo le mie guancie
- Fermati, mi fa male, ti prego, neppure a mio marito ho mai permesso questo, fa troppo male! -
- Ti farò godere anche dal culo, e sono contento di sapere che lo hai tenuto vergine per me....sarà ancora più soddisfacente rompertelo! - Inizia quindi a mettere fuori e dentro l'oggetto che era dentro il mio ano, li muove all'unisono, sento la mia pancia gonfiarsi, fa male, dannatamente male, ma sto ugualmente per avere un organo, mi odio per questo...come può piacermi così tanto da godere.
Urlo di piacere e dolore assieme, le mie gambe tremavo, toglie l'oggetto che ha messo dentro di me, la sensazione mentre lo toglie mi scuote fin dentro le ossa, è come se ci fosse ancora, ne percepisco la sensazione anche se non è più li, mi cinge i fianchi con le mani sollevandomi leggermente, toglie il suo pene da dentro di me, e senza troppi preamboli lo infila nel mio culo ancora caldo.
Nonostante fossi molto bagnata e mi avesse preparata prima il dolore fu tale da farmi urlare, lacrime scivolano ancora sulle mie guance, non ricordo di aver mai pianto così tanto per il dolore . Si muove delicatamente e attende che mi abituo, apprezzo questa sua gentilezza nonostante la situazione, via via si muove più forte, non avrei mai immaginato che il rumore del suo pene che entra e esce dal mio ano potesse essere tale, le palle che sbattono sulla mia vagina bagnata mi stimolano, urlo, stavolta di piacere, sto venendo di nuovo mentre vengo scopata da dietro, mai neppure nelle mie fantasie più spinte avevo immaginato un piacere tale, mi mordo forte le labbra, non voglio dargli altra soddisfazione....immagino già il suo sorriso conpiaciuto.
Ma ora mi muovo all'unisono con lui, lo cerco, voglio prolungare il mio piacere. Lui lo capisce, aumenta il ritmo, riesco a sentire solo i nostri respiri affannati e il rumore dei nostri corpi che si uniscono, viene anche lui, mi riempe l'ano di sperma a tal punto che mi sembra risalgo il mio intestino e mi riempia la pancia, gli sono grata per non essere venuto nel mio utero. Si allontana da me continuando a sorreggermi per i fianchi e le sue braccia mi sostengono, mi abbraccia e mi solleva da terra.
Sono distrutta, fisicamente e psicologicamente, appoggio la testa sul suo petto e non faccio resistenza.
Mi porta dolcemente sul letto, mi copre, e avvolta da quel leggero tepore, con la pioggia battente che ancora cade fuori da quella stanza, mi addormento.
Mi sveglio di sorpassalto , lui non è lì, mi guardo attorno, raccolgo l'accappatoio che è stato poggiato ai piedi del letto, non vedo il mio intimo, non lo indosso più, metto l'asciugamano e corro al bagno, camminare provoca delle terribili fitte, il mio ano fa davvero male, chiuda a chiave la porta alle mie spalle. Guardo il mio riflesso allo specchio, il mascara e la matita che ho messo quella mattina sono colati per il pianto, la mia faccia è diventata una maschera grottesca e indefinita, il seno, le natiche e l'ano mi bruciano da morire, osservo le parti con attenzione e mi accorgo che non solo ero stata ripulita, ma era stato messo su di me un qualche medicinale perché le zone sono lucide e appiccicose. Anche le spalle e i polsi mi dolgono, ma il dolore è minore, anche se i polsi portavano dei vistosi segni rossi. Come avrei spiegato tutti quei segni sul mio corpo a mio marito? Con che faccia lo avrei guardato? Decisi di fare una doccia, non potevo tornare in quelle condizioni a casa, non sapevo cosa fare, mi metto sotto il getto d'acqua e il contatto con le zone ferite mi causa un'intenso dolore, ma con mia grande sorpresa, anche piacere. Inorridisco al pensiero di provare quel tipo di piacere, mi lavo velocemente e mi asciugo con cura e delicatezza.
Fuori sento la porta della stanza chiudersi, è tornato, probabilmente mi ha cercato nella stanza e ora tenta di aprire la porta del bagno, non so cosa fare.
Metto un'accappatoio asciutto e cerco di riprendere il controllo di me, - Stai bene? -
Il sentire la sua voce mi fece sobbalzare, non aveva detto una parola gentile da quando aveva iniziato a violarmi....sento la rabbia montare dentro di me, con che coraggio mi chiede se stò bene? Apro la porta del bagno e esco come una furia, i capelli bagnati lasciano gocce sul pavimento.
- Come cazzo posso stare bene? Sai cosa mi hai fatto brutto stronzo? - Gli urlo in faccia mentre mi avvicino minacciosa verso di lui, che nel frattempo si è avvicinato al letto.
- Mesi a parlare e ti sei dimenticato di dirmi che sei un fottuto bastardo che si diverte a sottomettere, umiliare e ferire le donne! Mi fai schifo! -
Nel dire questo sono arrivata ad un passo da lui e con tutto il coraggio e la forza che ho in corpo gli dò uno schiaffo in faccia, ora anche la mano mi fa male, diavolo!
Mi afferra la mano ma senza stringerla, mi fissa negli occhi, pensavo fosse calmo e controllato dopo quello che era successo ma sembrava sconvolto quanto me.
- Va bene se pensi che sono un bastardo! - la sua voce tremava, la faccia contrita e il tono di un uomo che sembrava volesse mantenere il controllo anche se era evidente che non gli stava riuscendo, - Me lo merito, ma non ho mai fatto nulla di simile, mai, neppure una volta, neppure a una donna! Non sapevo neppure di desiderare qualcosa del genere .... - adesso quasi sussurra.
- E allora perché tra tante persone l'hai fatto a me, perché io! Io ti volevo bene! - Le mie parole ebbero l'effetto che lo schiaffo non ebbe sortito, mi lascia andare la mano,
- Perché sei tu, perché ti voglio da sempre, perché ho avuto paura che se ti avessi lasciata uscire da quella porta non ti avrei vista mai più....volevo possederti, volevo farti mia, volevo te....solo te! Ma non volevo ferirti, non volevo farti del male .-
Non riusco a capire cosa gli passi per la testa come può dire che non voleva farmi del male dopo ciò che mi ha fatto.
Lo sguardo mi finisce sul letto, piegati e puliti ci sono i miei vestiti, compreso l'intimo, sul comodino la busta di una farmacia che contiene, con tutta probabilità, le creme che mi ha applicato.
Prendo i vestiti e mi chiudo nuovamente in bagno, senza guardarlo, senza dire altro, ma sentendomi confusa, davvero confusa. Mi vesto e esco di nuovo, con lo sguardo cerco la borsa, non so neppure se l'avevo quando ero entrata li, lui era seduto sul letto, nella stessa posizione che aveva quando, poche ore prima, era iniziato tutto, sembrava aver ripreso il controllo di se,mi guarda proprio come aveva fatto prima, rabbrividisco stavolta.
- A quanto pare starti vicino mi fa venire voglia di farti piangere, il tuo volto rigato dalle lacrime è la cosa più eccitante che abbia mai visto! -
Non potevo credere a ciò che sentivo.
- Non avevo mai goduto così prima d'ora, e credo che sia stato lo stesso per te. -Continuavo a guardarlo restando in silenzio, nonostante il dolore non potevo negare il piacere intenso che avevo provato e lui era lì, che continuava a parlare.
- Posso imparare come non lasciarti segni, posso imparare come farti godere di più, posso imparare come limitare il tuo dolore - nel dirlo si è alzato e si avvicina piano a me, retrocedo istintivamente, come una preda davanti al suo predatore.
Ma le sue parole mi hanno catturara, quel piacere, così intenso, così carnale, in grado di non farmi ragionare, era qualcosa che non avevo mai provato prima, sollevo lo sguardo su di lui e mi mordo distrattamente il labbro, se ne accorge, passa il pollice sulle mie labbra mentre sorride, il sorriso di chi sa di aver vinto.
- Stessa stanza tra una settimana, e la prossima volta usiamo anche l'idromassaggio che ne dici?- Mordo ancora il labbro, non importa come e perché, mi era piaciuto e voglio di più, voglio anch'io lui
- Ci sarò -
Rispondo con un filo di voce, il suo sorriso aumenta,
- Brava ragazza! - e mi bacia.
Non avevo scampo, nel momento stesso in cui ero entrata in quella stanza avevo perso me stessa, ero sua e avrei fatto qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto.
Spero davvero che vi piaccia leggerlo quanto a me è piaciuto scriverlo ^_^
Un giorno, inaspettatamente mi scrisse, era a casa solo, era estate, faceva molto caldo e voleva farmi sapere che stava girando in casa nudo. Mi venne da ridere e stetti al gioco, era divertente e stuzzicante. Continuammo così per un po' fino a che non mi invio' una sua foto completamente nudo e con un'erezione di tutto rispetto....
- Vuoi favorire? -.
Ero imbarazzatissima ma anche molto eccitata ....e lui non era niente male. Continuava ad insistere per avere una mia foto, mi vergognavo troppo per farla, mi preoccupavano i miei chili di troppo, le mie smagliature dovute alla gravidanza, i miei seni che, sebbene facessero la loro figura, non stavano più su come una volta. In pratica non ero più una ragazzina di 16 anni ma una donna di 35, di quelle vere non di quelle ritoccate che si trovano sulle copertine. A ripensarci ora mi sento un'idiota, tra tutti i motivi che avevo per non farla neppure per un secondo pensai a mio marito o a sua moglie.
Decisi di mandargli una foto delle mie gambe, adoro le mie gambe e i miei piedi, quindi perché non fargli vedere il meglio di me, mi dissi. Mi misi in una posizione provocante le gambe poggiate leggermente l'una sull'altra, in modo che si intravedesse il sedere e scattai .
Non feci in tempo a mandarla che mi chiamo', non l' aveva mai fatto prima, non ci eravamo mai sentito al telefono. Parlammo per più di un'ora, tra una battuta spinta e un'allusione, mi fece i complimenti per le gambe e mi disse che avrebbe utilizzato la foto per masturbarsi, quest'idea mi eccito' terribilmente ma non lo dissi a lui, pensai che quella sera avrei fatto lo stesso usando la sua foto. Gli feci promettere di cancellare la foto e gli promisi lo stesso....se le nostre foto o conversazioni fossero state viste dai nostri partner, non volevo neppure immaginare cosa sarebbe successo.
Iniziammo a scambiarci frasi sempre più piccanti, foto, messaggi audio, arrivammo al punto di usare una parola in codice prima di mandarci messaggi, per essere sicuri che fossimo soli. Mi capitava sempre più spesso di masturbarmi pensando a ciò che lui mi diceva, immaginando le scene in cui mi narrava cosa voleva farmi. Queste conversazioni andarono avanti per diversi mesi, ma senza che mai, neppure una volta, accennassimo ad un incontro.
Sapevamo cosa implicava incontrarci, l'attrazione era troppa, tuttavia un giorno, mentre parlavamo, mi chiese un video in cui mi masturbavo per lui...mi stuzzicava l'idea ma non era fattibile, - E poi, dopo che mi sono masturbata per te qual'è il prossimo passo? Vederci e fare sesso? Perché il passo è davvero breve lo sai! -
- Hai ragione, sono un'idiota, siamo già andati troppo oltre...meglio fermarci qui! -.
Gli diedi ragione sebbene l'idea non mi piacesse, mi piaceva sentirmi voluta, provocare ed essere provocata...mi faceva sentire donna, desiderata, e dopo tanti anni di matrimonio una donna ha bisogno di sapere di essere ancora arrapante. Nonostante questo dissi che era giusto.
- Amici -, - Amici - fece eco lui.
Per qualche settimana sembrò andare tutto bene, parlavamo di meno però e le conversazioni avevano perso quel mordente, ma era normale, ed era giusto...questo fino a una settimana fa, quando, come un fulmine a ciel sereno, mi chiama... - So che abbiamo deciso di essere amici, ma non posso fare finta di nulla, voglio scoparti, voglio vedere il tuo viso contorcersi di piacere sotto le mie dita, sotto di me. Prenoto un hotel per la settima prossima, puoi decidere di venire o no, è una tua decisione e non posso obbligarti, ma vorrei davvero che tu venissi. Ti manderò le informazioni per messaggio ok? -
Ok? Ok cosa? Che diavolo di situazione era, no! Assolutamente no! Non se ne parla....o almeno questo è quello che avrei dovuto dire, ma invece dissi solo - Ok- e chiusi la conversazione.
Nei giorni seguenti mi aggirai per casa come un leone in gabbia, sempre con il telefono in mano per paura che potesse arrivare il messaggio e lo leggesse mio marito, ma lui non scrisse più nulla, non mi contatto' più...e più passava il tempo più volevo sentirlo. Fino a quando arrivo' il messaggio, - Martedì ore 11, trova una scusa per la notte se puoi, non ti lascerò andare! - seguiva l'indirizzo, il nome dell'hotel e il numero della camera.
Non risposi al messaggio, cercai l'hotel su di un sito si recensioni, era carino, un hotel sul lungomare, camere pulite con doccia e vasca, e lui aveva prenotato proprio la stanza luna di miele....la grande vetrata dava sul mare e aveva l'idromassaggio in camera....cavoli, doveva essere costata parecchio. Ma non era un mio problema, io di certo non sarei andata, ero sempre stata una donna fedele, un conto erano messaggi e foto, fantasticare non è proprio come tradire, mi dicevo, ma questo....questo no!
I giorni passavano, lui non mi scrisse più e io non avevo il coraggio di scrivere, poi la mattina del giorno scelto...presi l'auto e feci i giri abituali, continuavo a pensare a lui che mi aspettava e cercavo di scacciare il pensiero, provai a chiamarlo, volevo dirgli che non sarei andata, di disdire la stanza, di non andare, ma il suo telefono era spento, gli lasciai diversi messaggi ma non li visualizzava. Così partii, il luogo dell'appuntamento era a 40 minuti da casa mia e altrettanti dalla sua, un posto non frequentato in questo periodo dell'anno.
Mentre percorrevo la strada che mi sparava da lui iniziai a notare il mio abbigliamento, indossavo dei pantaloni neri molto aderenti, una camicetta rossa piuttosto leggera con manica a tre quarti e uno scollo provocante, scarpe nere con tacco alto e un giacchetto nero molto semplice, non era un abbigliamento ricercatissimo ma di sicuro in genere non uscivo a fare commissioni vestita così. Anche l'intimo, nero di pizzo con reggiseno a balconcino e un grazioso perizoma erano piuttosto indicativo....io volevo andare a qull'incntro a tal punto da sistemarmi anche se avevo deciso di no.
In pratica ero stata vestita dal mio inconscio.
Iniziò a piovere, una pioggia leggera, la classica pioggerella primaverile, quando arrivai al parcheggio dell'hotel la pioggia si era fatta più intensa, e io più confusa.
Ed è qui che mi trovo ora, apro gli occhi guardo ancora una volta l'hotel, una macchina mi parcheggia accanto. Metto in moto e mi allontano, esco dal parcheggio ed inizio a girare nella zona, trovo una piccola via nascosta, non ci sono auto e le imposte delle case sono tutte chiuse, probabilmente sono abitazioni estive quindi, ancora per qualche mese, nessuno sarebbe venuto da queste parti.
Parcheggio e cerco l'ombrello, logicamente l'ho dimenticato, le 11.30, sono stata in auto per parecchio tempo, scendo e chiudo l'auto,mi incammino sotto la pioggia verso l'hotel, l'acqua fredda che mi scivolata lungo il collo e mi scorre lungo la schiena mi provocava leggeri brividi, o forse a porovocarli è il pensiero di lui che mi aspetta. Arrivo all'ingresso dell'hotel completamente bagnata, la camicia aderisce al mio corpo facendo intravedere l'intimo, mi dirigo alla reception e chiedo a che piano si trovava la suite, quindi vado all'ascensore. Mentre questo sale al terzo piano mi guardi allo specchio, ero davvero zuppa, i capelli e il trucco erano abbastanza sistemati, avevo usato il giacchetto per coprirmi la testa , ma la camicia si poteva strizzare, mi rimproverai mentalmente per aver dimenticato l'ombrello.
Questa pioggia aveva però eliminato un po' di quel nervosismo che avevo, lo avrei salutato, gli avrei detto che non volevo tradire mio marito e sarei andata via. Cammino lungo il corridoio, leggeri brividi di freddo scuotono il mio corpo a causa dei vestiti bagnati, arrivo alla porta, un'altro lungo respiro e busso .
Sento dei passi e la porta si apri', non chiede neppure chi è, quando mi vede ho l'impressione che anche lui sospiri profondamente, poi mi prende la mano e mi avvicina, salutandomi stavolta con un bacio sulla guancia. Chiude la porta e in quel momento si accorge dei miei vestiti bagnati, non gli dò il tempo di parlare - Non sono venuta per restare, ho tentato di chiamarti ma il tuo telefono era spento, io non lo posso fare....amo mio marito, io davvero..., cerca di capire, tu mi piaci molto, da sempre, ma io non lo posso fare. In un'altra vita, in un'altra situazione, ma non così...è sbagliato! - lo fisso per vedere la sua reazione, per vedere cosa avrebbe detto, sospira nuovamente, stavolta ne sono sicura - Lo so, so che hai ragione, sapevo che avresti cercato di disdire, per questo non ti ho più contattata, per questo ho spento il telefono, non volevo sentirmi rifiutato - rise, - Di certo non mi aspettavo che venissi fino qui per rifiutarmi...sei sempre stata una pazza imprevedibile, anche per questo mi sei sempre piaciuta! Ma ora, pensiamo a te, sembri in pulcino bagnato....vediamo di asciugare i tuoi vestiti che stai tremando come una foglia. -
Si gira e si avvia verso il bagno credo, non mi ero neppure accorta di tremare, ma ho davvero freddo. Faccio qualche passo in avanti e guardo la stanza, non ero mai stata in un posto simile, era davvero bello. Stavo ancora guardandomi intorno quando riapre con un grande asciugamano e un morbido accappatoio. Mi mette l'asciugamano in testa e inizia ad asciugarmi i capelli come se fosse la cosa più normale del mondo, la situazione è paradossale e inizio a ridere di gusto, mi guarda perplesso e ad un tratto capisce... inizia a ridere con me.
-Ti va se facciamo due chiacchiere da vecchi amici? - Chiede d'un tratto, - Stare assieme a te è bello a prescindere da ciò che facciamo! -
- Io non lo so, non credo sia il caso... -
- Ok, il tempo che la lavanderia asciuga i tuoi vestiti - e mentre diceva questo stava già chiamando attraverso il telefono della stanza la reception per chiedere il servizio lavanderia.
Mi allontano ed entro nella stanza in cui era entrato prima lui e che credevo essere il bagno, mi spoglio resto in intimo, mi fisso per un secondo allo specchio, lui era dall'altra parte della porta, mi ero masturbata così spesso in quell'ultimo anno pensando a lui, immaginando ciò che mi avrebbe fatto, e ora a dividerci c'era solo una porta.
Scuoto la testa, cosa stavo pensando....ero sposata! Metto l'accappatoio, piego i vestiti e esco dal bagno.
L'accostamento non era il massimo, accappatoio bianco, anche piuttosto corto, e tacchi alti neri. Lui era seduto ai piedi del letto, i gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani intrecciate e il mento poggiato su esse....mi fisso', rimasi immobile sulla porta del bagno mentre sentivo il suo sguardo indugiare su ogni parte del mio corpo, non riusco a dire una parola. Quando bussarono alla porta sobbalzo, lui si alza e vuene verso di me, prende i vestiti dalle mie mani indugiando nel momento in cui le nostre mani si toccarono, non era casuale, ma fingo che non è un problema. Mentre lui vs alla porta a consegnare al cameriere i vestiti io mi dirigo verso la grande vetrata e guardo fuori. La pioggia cadeva incessante, il mare era mosso, la spiaggia deserta, alle mie spalle sento la porta chiudersi e i suoi passi, mi obbligo a stare calma, a far finta di nulla, vedo il suo riflesso sul vetro, era dietro di me mi fissava, - Il tempo sembra peggiorare. - dico io pensando a che frase banale avevo utilizzato.
- È un blando tentativo di non sentirti a disagio? -
Mi giro di botto lasciandolo spiazzato, le mani sui fianchi con fare inperioso - Serve proprio che lo sottolinei? Certo che è un tentativo di non sentirmi a disagio! Sono qui, praticamente nuda con te dopo un anno che ci scriviamo porcate per messaggi....ovvio che sono in difficoltà ma non lo sottolineare! -
Sgrana gli occhi, ovviamente non si aspettava un attacco diretto, si mette a ridere, la sua solita risata sempre troppo infantile e che così poco si adatta va adesso alla sua immagine adulta, inclinai la testa, le braccia ora che scendevano lungo il mio corpo, - Non prendermi in giro -quasi lo supplicai,
- Scusa scusa, ma tu....tu sei davvero unica! E quindi ti chiedo scusa! - Neppure il tempo di chiedermi perché si scusava e lui era sopra di me, afferra le mie mani e le solleva al di sopra della mia testa, il mio corpo schiacciato contro la vetrata la sua gamba tra le mie, non faccio in tempo a divincolarmi o protestare che mi bacia.
Nulla aveva a che vedere con il bacio gentile che mi aveva dato nel parcheggio del locale, mi bacia profondamente e con trasporto, cerco di allontanarlo ma stringe ancora di più la presa, mi do' mentalmente della stupida, non dovevo essere li, ma il suo bacio mi stava lasciando senza fiato, sento le gambe tremarmi ..ed era solo un bacio.
Prende i miei polsi con un'unica mano, senza mai smettere di baciarmi, descrivere un bacio simile è impossibile, se non lo avete mai provato non potete capire come sia, è il tipo di bacio capace di farti perdere la testa, capace di farti venire...mi scioglie l'accappatoio, il mio intimo era esposto, avrebbe pensato che ci stavo, altrimenti perché indossare quello, ma lui non lo guarda, prende la cinta dell'accappatoio mentre fa cadere a terra quest'ultimo mi lega i polsi, a questo punto smise di baciarmi e allontana il viso, la gamba ancora tra le mie, sento la sua voglia attraverso la stoffa leggera dei pantaloni.
- Che hai intenzione di fare, ti ho detto che non voglio! - protesto cercando di divincolarmi....
- Ti avevo detto che non ti avrei lasciata andare, sono 17 anni che ti voglio fattene una ragione, e ora tu sei qui....e non dirmi che non mi vuoi, il tuo corpo è più sincero di te !-
E così dicendo mi infila un dito su per la vagina, le mie mutandine erano zuppe, io ero zuppa, iniziai a piangere, non doveva andare così....
- Non piangere, farò in modo che tu stia bene, e se piangi mi eccito ancora di più -. Ero in intimo, la schiena nuda contro la vetrata fredda, alle mie spalle il temporale peggiorava, i polsi legati e lui che iniziava a masturbarmi ....iniziò stregando il mio clitoride attraverso la stoffa, era diverso da come immaginavo, nulla a che vedere con quando lo facevo da sola....sposta le mutande e mi infila due dita dentro, le rigira con maestria, uscendo ogni tanto per giocare con il clitoride, uggiolavo di piacere, non potevo evitarlo, le lacrime ancora che rigavano la mia faccia e lui ne era soddisfatto. Usa i denti per spostare il mio reggiseno e inizia a succhiami il petto con vigore, a tratti leccava, e ogni tanto mordeva, per il gusto di farmi male credo. Sento le gambe che mi cedono , i miei umori colano sulle mie gambe, stò per avere un orgasmo, sono scossa dal piacere....mi bacia, mentre la sua mano entra e esce ancora più velocemente dentro di me, urlo di piacere, non mi riesco a trattenere, non ho mai avuto un orgasmo simile con una masturbazione.
Non riesco a stare in piedi e lui lo capisce, prende le mie mani, ancora legate e le fa passare attorno al suo collo, afferra le mie natiche e mi solleva, la schiena ancora appoggiata al vetro, si sbottona la cinta, i pantaloni e li cala rivelando il suo membro, senza perdere tempo lo infila dentro di me, inizia a muoversi violentemente, il suo pene che sbatte contro il mio utero, ogni volta che penetra fino in fondo, sono scossa da un piacere indescrivibile ....spinge forte il mio culo mentre allarga le natiche, mi sento impazzire. Lo bacio, non se lo aspettava, mi bacia di rimando ma poi, quasi a volermi punire si avventa sul mio seno, prima succhiandolo con vigore, fino a farmi male, poi, quando ero al culmine del piacere lo morde, è un morso violento che mi fa quasi sanguinare.
- Basta ti prego, non farmi male! - lo supplico tra le lacrime, sorride, ma ora quel sorriso mi spaventa un po'.
Scioglie i miei polsi ma senza lasciarmi le mani, me le porta dietro la schiena e le lega nuovamente, non riesco a divincolarmi, piango e questo sembra eccitarlo ancora di più, non smette di sbattermi fino in fondo il suo membro che continua a gonfiarsi dentro di me. Inarco la schiena, offrendmi a lui.
Toglie il suo pene che fino a quel momento non ero ancora riuscita a vedere e mi stupisce che ci sia entrato....per un attimo sono contenta di aver fatto allenamento con lo shampoo, era così grosso che probabilmente mi avrebbe sfondata.
Mi fece girare, mi schiaccio' nuovamente contro il vetro, solo adesso ad essere attaccato era il mio seno e non il mio culo.
Con la gamba divarica le mie, la sua mana sui miei polsi, mi strattona indietro e un forte dolore mi corre fino alle spalle,
- Ti prego, mi fai male. -
- Ti farò ancora più male se non stai zitta! - E così dicendo mi dà un secco schiaffo sulla natica destra, sento la zona colpita bruciare e pulsare, piango in silenzio, sperando che non se ne accorga, mentre lui massaggia e accarezza la parte appena colpita.
Mi infila quindi nuovamente le dita nella vagina.
- Brava ragazza, guarda come sei bagnata....vediamo di farti godere ancora di più -
Tolglie le dita e infila nuovamente il suo membro dentro di me, spingendolo violentemente, il mio viso sbatte contro il vetro, ma lui non rallenta, va sempre più veloce. Il mio stomaco si contorce, nonostante il dolore che provo sto godendo come mai in vita mia, e a quel punto lui decide che non basta....senza troppi preamboli mi infila qualcosa su per il culo, il dolore è fortissimo, le lacrime scendono copiose lungo le mie guancie
- Fermati, mi fa male, ti prego, neppure a mio marito ho mai permesso questo, fa troppo male! -
- Ti farò godere anche dal culo, e sono contento di sapere che lo hai tenuto vergine per me....sarà ancora più soddisfacente rompertelo! - Inizia quindi a mettere fuori e dentro l'oggetto che era dentro il mio ano, li muove all'unisono, sento la mia pancia gonfiarsi, fa male, dannatamente male, ma sto ugualmente per avere un organo, mi odio per questo...come può piacermi così tanto da godere.
Urlo di piacere e dolore assieme, le mie gambe tremavo, toglie l'oggetto che ha messo dentro di me, la sensazione mentre lo toglie mi scuote fin dentro le ossa, è come se ci fosse ancora, ne percepisco la sensazione anche se non è più li, mi cinge i fianchi con le mani sollevandomi leggermente, toglie il suo pene da dentro di me, e senza troppi preamboli lo infila nel mio culo ancora caldo.
Nonostante fossi molto bagnata e mi avesse preparata prima il dolore fu tale da farmi urlare, lacrime scivolano ancora sulle mie guance, non ricordo di aver mai pianto così tanto per il dolore . Si muove delicatamente e attende che mi abituo, apprezzo questa sua gentilezza nonostante la situazione, via via si muove più forte, non avrei mai immaginato che il rumore del suo pene che entra e esce dal mio ano potesse essere tale, le palle che sbattono sulla mia vagina bagnata mi stimolano, urlo, stavolta di piacere, sto venendo di nuovo mentre vengo scopata da dietro, mai neppure nelle mie fantasie più spinte avevo immaginato un piacere tale, mi mordo forte le labbra, non voglio dargli altra soddisfazione....immagino già il suo sorriso conpiaciuto.
Ma ora mi muovo all'unisono con lui, lo cerco, voglio prolungare il mio piacere. Lui lo capisce, aumenta il ritmo, riesco a sentire solo i nostri respiri affannati e il rumore dei nostri corpi che si uniscono, viene anche lui, mi riempe l'ano di sperma a tal punto che mi sembra risalgo il mio intestino e mi riempia la pancia, gli sono grata per non essere venuto nel mio utero. Si allontana da me continuando a sorreggermi per i fianchi e le sue braccia mi sostengono, mi abbraccia e mi solleva da terra.
Sono distrutta, fisicamente e psicologicamente, appoggio la testa sul suo petto e non faccio resistenza.
Mi porta dolcemente sul letto, mi copre, e avvolta da quel leggero tepore, con la pioggia battente che ancora cade fuori da quella stanza, mi addormento.
Mi sveglio di sorpassalto , lui non è lì, mi guardo attorno, raccolgo l'accappatoio che è stato poggiato ai piedi del letto, non vedo il mio intimo, non lo indosso più, metto l'asciugamano e corro al bagno, camminare provoca delle terribili fitte, il mio ano fa davvero male, chiuda a chiave la porta alle mie spalle. Guardo il mio riflesso allo specchio, il mascara e la matita che ho messo quella mattina sono colati per il pianto, la mia faccia è diventata una maschera grottesca e indefinita, il seno, le natiche e l'ano mi bruciano da morire, osservo le parti con attenzione e mi accorgo che non solo ero stata ripulita, ma era stato messo su di me un qualche medicinale perché le zone sono lucide e appiccicose. Anche le spalle e i polsi mi dolgono, ma il dolore è minore, anche se i polsi portavano dei vistosi segni rossi. Come avrei spiegato tutti quei segni sul mio corpo a mio marito? Con che faccia lo avrei guardato? Decisi di fare una doccia, non potevo tornare in quelle condizioni a casa, non sapevo cosa fare, mi metto sotto il getto d'acqua e il contatto con le zone ferite mi causa un'intenso dolore, ma con mia grande sorpresa, anche piacere. Inorridisco al pensiero di provare quel tipo di piacere, mi lavo velocemente e mi asciugo con cura e delicatezza.
Fuori sento la porta della stanza chiudersi, è tornato, probabilmente mi ha cercato nella stanza e ora tenta di aprire la porta del bagno, non so cosa fare.
Metto un'accappatoio asciutto e cerco di riprendere il controllo di me, - Stai bene? -
Il sentire la sua voce mi fece sobbalzare, non aveva detto una parola gentile da quando aveva iniziato a violarmi....sento la rabbia montare dentro di me, con che coraggio mi chiede se stò bene? Apro la porta del bagno e esco come una furia, i capelli bagnati lasciano gocce sul pavimento.
- Come cazzo posso stare bene? Sai cosa mi hai fatto brutto stronzo? - Gli urlo in faccia mentre mi avvicino minacciosa verso di lui, che nel frattempo si è avvicinato al letto.
- Mesi a parlare e ti sei dimenticato di dirmi che sei un fottuto bastardo che si diverte a sottomettere, umiliare e ferire le donne! Mi fai schifo! -
Nel dire questo sono arrivata ad un passo da lui e con tutto il coraggio e la forza che ho in corpo gli dò uno schiaffo in faccia, ora anche la mano mi fa male, diavolo!
Mi afferra la mano ma senza stringerla, mi fissa negli occhi, pensavo fosse calmo e controllato dopo quello che era successo ma sembrava sconvolto quanto me.
- Va bene se pensi che sono un bastardo! - la sua voce tremava, la faccia contrita e il tono di un uomo che sembrava volesse mantenere il controllo anche se era evidente che non gli stava riuscendo, - Me lo merito, ma non ho mai fatto nulla di simile, mai, neppure una volta, neppure a una donna! Non sapevo neppure di desiderare qualcosa del genere .... - adesso quasi sussurra.
- E allora perché tra tante persone l'hai fatto a me, perché io! Io ti volevo bene! - Le mie parole ebbero l'effetto che lo schiaffo non ebbe sortito, mi lascia andare la mano,
- Perché sei tu, perché ti voglio da sempre, perché ho avuto paura che se ti avessi lasciata uscire da quella porta non ti avrei vista mai più....volevo possederti, volevo farti mia, volevo te....solo te! Ma non volevo ferirti, non volevo farti del male .-
Non riusco a capire cosa gli passi per la testa come può dire che non voleva farmi del male dopo ciò che mi ha fatto.
Lo sguardo mi finisce sul letto, piegati e puliti ci sono i miei vestiti, compreso l'intimo, sul comodino la busta di una farmacia che contiene, con tutta probabilità, le creme che mi ha applicato.
Prendo i vestiti e mi chiudo nuovamente in bagno, senza guardarlo, senza dire altro, ma sentendomi confusa, davvero confusa. Mi vesto e esco di nuovo, con lo sguardo cerco la borsa, non so neppure se l'avevo quando ero entrata li, lui era seduto sul letto, nella stessa posizione che aveva quando, poche ore prima, era iniziato tutto, sembrava aver ripreso il controllo di se,mi guarda proprio come aveva fatto prima, rabbrividisco stavolta.
- A quanto pare starti vicino mi fa venire voglia di farti piangere, il tuo volto rigato dalle lacrime è la cosa più eccitante che abbia mai visto! -
Non potevo credere a ciò che sentivo.
- Non avevo mai goduto così prima d'ora, e credo che sia stato lo stesso per te. -Continuavo a guardarlo restando in silenzio, nonostante il dolore non potevo negare il piacere intenso che avevo provato e lui era lì, che continuava a parlare.
- Posso imparare come non lasciarti segni, posso imparare come farti godere di più, posso imparare come limitare il tuo dolore - nel dirlo si è alzato e si avvicina piano a me, retrocedo istintivamente, come una preda davanti al suo predatore.
Ma le sue parole mi hanno catturara, quel piacere, così intenso, così carnale, in grado di non farmi ragionare, era qualcosa che non avevo mai provato prima, sollevo lo sguardo su di lui e mi mordo distrattamente il labbro, se ne accorge, passa il pollice sulle mie labbra mentre sorride, il sorriso di chi sa di aver vinto.
- Stessa stanza tra una settimana, e la prossima volta usiamo anche l'idromassaggio che ne dici?- Mordo ancora il labbro, non importa come e perché, mi era piaciuto e voglio di più, voglio anch'io lui
- Ci sarò -
Rispondo con un filo di voce, il suo sorriso aumenta,
- Brava ragazza! - e mi bacia.
Non avevo scampo, nel momento stesso in cui ero entrata in quella stanza avevo perso me stessa, ero sua e avrei fatto qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto.
Spero davvero che vi piaccia leggerlo quanto a me è piaciuto scriverlo ^_^
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