Ying e Jang
di
Antonino61
genere
prime esperienze
Yin e yang
del mio essere donna, lei stava là ad osservarmi stupita: ancora ed ancora; allungando il momento già di per sé eterno per la pienezza e la varietà delle sensazioni che provavo ed il coraggio di avvicinarci. Il passato aveva perso consistenza ed il futuro era lontano in quel momento di scoperta. Lei su di un divano ad aspettare la mia transizione, io a soddisfare finalmente la sua attesa. In quel flusso temporale dove le cose avvengono necessariamente, il nostro volerlo percorrere esaudendo i voleri di Eros non è solo appagante: è mistico. Sorrido maliziosa sgranando gli occhi, perfettamente conscia di stimolare il suo piacere. Lei mi osserva ancora stupita; il respiro accelerato, un sorriso compiaciuto. Scuoto i capelli, neri, un pò per sentirli frusciare sulle spalle, ma di più per lei: perché mi guardi, si disseti della mia immagine, del mio nuovo essere donna. E così è: le sue iridi si contraggono quasi sparendo, a lasciare due profondi pozzi neri in grado di fagocitare tutto e tutti: ma la loro brama sono io, sì, proprio io ora! Ed a lei mi dono con lasciva passività. Mi avvicino nel silenzio infrangibile che ci abbraccia entrambe. La mia gamba velata struscia fra le sue: nylon su nylon: femmina su femmina. I miei tacchi fra i suoi, le stringhe attorno ai miei polpacci a toccare le sua ginocchia. Mi accarezza le natiche.
Divarico leggermente le gambe e mi inarco; poi guardo per un attimo il soffitto per offrirle una migliore visione dei miei seni come offerta alla mia signora. Li prende, li tasta, si sofferma sui capezzoli: solo una sottile maglietta elasticizzata li separa dalle sue dita. Io sento tutto, ora sono parte di me. Il tempo si riscalda tanto da fondere. Attimi su attimi colano gli uni sugli altri come miele. Chi eravamo? Chi siamo? Tutto è insieme ora: le domande con le risposte, ma in qualunque ordine. I nostri respiri diventano gemiti, le nostre mani si toccano, si prendono a guidarsi reciprocamente alla scoperta di nuove sensazioni: donna tu, donna io, ma anche uomo tu e uomo io. Ho indossato le vestigia della femminilità prima ancora delle vesti che indosso ora per te, perché tu ne possa godere, e perché io ne possa scoprire i piaceri facendomi tua. Sento il tuo sguardo bramoso salire dal mio seno al volto. Lì si sofferma ad osservare il trucco eseguito con cura di ogni particolare. Le labbra ora carnose e roride, gli occhi incorniciati dal bianco del rimmel, dal nero del mascara, il viso tutto in una tempestosa nube nera di capelli. Per noi è la prima volta, sdraiate io prendo in bocca il suo membro, lei il mio ….
“Chi sei?” le chiedo con dello stupore nella voce.
“Sono io” mi risponde per rassicurarmi. .
del mio essere donna, lei stava là ad osservarmi stupita: ancora ed ancora; allungando il momento già di per sé eterno per la pienezza e la varietà delle sensazioni che provavo ed il coraggio di avvicinarci. Il passato aveva perso consistenza ed il futuro era lontano in quel momento di scoperta. Lei su di un divano ad aspettare la mia transizione, io a soddisfare finalmente la sua attesa. In quel flusso temporale dove le cose avvengono necessariamente, il nostro volerlo percorrere esaudendo i voleri di Eros non è solo appagante: è mistico. Sorrido maliziosa sgranando gli occhi, perfettamente conscia di stimolare il suo piacere. Lei mi osserva ancora stupita; il respiro accelerato, un sorriso compiaciuto. Scuoto i capelli, neri, un pò per sentirli frusciare sulle spalle, ma di più per lei: perché mi guardi, si disseti della mia immagine, del mio nuovo essere donna. E così è: le sue iridi si contraggono quasi sparendo, a lasciare due profondi pozzi neri in grado di fagocitare tutto e tutti: ma la loro brama sono io, sì, proprio io ora! Ed a lei mi dono con lasciva passività. Mi avvicino nel silenzio infrangibile che ci abbraccia entrambe. La mia gamba velata struscia fra le sue: nylon su nylon: femmina su femmina. I miei tacchi fra i suoi, le stringhe attorno ai miei polpacci a toccare le sua ginocchia. Mi accarezza le natiche.
Divarico leggermente le gambe e mi inarco; poi guardo per un attimo il soffitto per offrirle una migliore visione dei miei seni come offerta alla mia signora. Li prende, li tasta, si sofferma sui capezzoli: solo una sottile maglietta elasticizzata li separa dalle sue dita. Io sento tutto, ora sono parte di me. Il tempo si riscalda tanto da fondere. Attimi su attimi colano gli uni sugli altri come miele. Chi eravamo? Chi siamo? Tutto è insieme ora: le domande con le risposte, ma in qualunque ordine. I nostri respiri diventano gemiti, le nostre mani si toccano, si prendono a guidarsi reciprocamente alla scoperta di nuove sensazioni: donna tu, donna io, ma anche uomo tu e uomo io. Ho indossato le vestigia della femminilità prima ancora delle vesti che indosso ora per te, perché tu ne possa godere, e perché io ne possa scoprire i piaceri facendomi tua. Sento il tuo sguardo bramoso salire dal mio seno al volto. Lì si sofferma ad osservare il trucco eseguito con cura di ogni particolare. Le labbra ora carnose e roride, gli occhi incorniciati dal bianco del rimmel, dal nero del mascara, il viso tutto in una tempestosa nube nera di capelli. Per noi è la prima volta, sdraiate io prendo in bocca il suo membro, lei il mio ….
“Chi sei?” le chiedo con dello stupore nella voce.
“Sono io” mi risponde per rassicurarmi. .
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Ritorno al passato
Commenti dei lettori al racconto erotico