Sette ore nel deserto

di
genere
orge

Dopo aver guidato per ore la nostra jeep io e Carla arrivammo finalmente alle porte del deserto del Sahara.
Ci fermammo nella prima riad. Il proprietario gentilmente ci fece vedere le due opzioni, un agglomerato di tende posto all'esterno delle mura e le stanze con bagno in camera all'interno.
Optiamo per la stanza, chiediamo informazioni per un'escursione nel deserto ed il costo.
Dopo mezz'ora di contrattazioni arriviamo all'accordo, appuntamento con una guida alle sette del mattino fuori il portone principale , il quale avrebbe provveduto anche al pranzo.
Dopo la doccia, venne servita una cena abbondante prima di poter ascoltare un gruppo di musicisti locali.
Il cielo era stellato , l'atmosfera magica ma si era fatto tardi e decidemmo di andare a dormire.
L'indomani alle sette in punto eravamo nel luogo prefissato, dopo alcuni minuti vedemmo arrivare un ragazzo arabo con due cammelli, si presentò ed in inglese ci chiese se avevamo preso l'acqua perché la giornata sarebbe stata molto calda e lunga.
Carla aveva riempito uno zaino con acqua e frutta, quindi rispose di sì e che eravamo pronti.
Il ragazzo ci fece salire sui cammelli ed iniziò a camminare in direzione del deserto tenendo il primo cammello per la fune, il secondo cammello era legato alla parte posteriore del primo in modo da camminare a fila indiana.
Entrati nel deserto iniziammo a superare le prime dune che erano seguite da altre dune e poi ancora da dune e da dune.
Lo spettacolo era mozzafiato, ogni tanto Carla che era seduta sul primo cammello si girava e mi guardava ammirata per il panorama che ci circondava.
Sorrideva felice e mi faceva segno che era tutto ok;ogni volta che si girava la fotografavo.
Dopo due ore di cammino sul dorso dei cammelli speravo solo in una sosta , mi chiesi dove visto che fino ad ora non avevo visto né un'oasi, né un albero.
Superata l'ennesima duna vidi due alberi enormi di oleandro, e quattro tende quattro.
La nostra guida si fermò, fece abbassare i cammelli per farci scendere.
Posizionò due tappeti sotto l'oleandro e ci fece accomodare.
Sparì per qualche minuto per ripresentarsi con un piccolo vassoio in metallo con sopra una teiera e due bicchierini da te.
Versò il tea nei bicchierini e li porse prima a Carla e poi a me, era il loro classico tea alla menta ma in quel contesto sembrava avere un valore inestimabile.
Chiedemmo quale fosse il programma e ci rispose che saremmo ripartiti per le 16,00, quindi dopo sette ore.
Guardai Carla come per dire " che ci facciamo sette ore nel deserto, chissà che noia.
Decidemmo di fare una piccola escursione a piedi senza guida e ci dirigemmo verso la duna più alta. Arrivati in vetta, all'orizzonte , a 360 gradi il panorama ci mostrava solo dune di sabbia.
Il panorama sembrerebbe monotono, invece la vista era da mozzare il fiato,
anche tenendo lo sguardo fisso il panorama cambiava in continuazione perché il vento spostando la sabbia ne cambiava il profilo.
Tornammo all' oleandro e ci sdraiammo sui tappeti, scambiandoci le nostre sensazioni davanti a molte tazze di tea, verso le 11 vedemmo la guida che iniziava a preparare una mini brace, sulla quale una volta pronta cucinò degli spiedini di pollo accompagnati dalle loro classica insalata completa di pomodoro e cipolla.
Da bere chiaramente tea alla menta.
Il pranzo si svolse all'interno della tenda più grande che ovviamente come pavimento aveva i tappeti berberi.
Finito il leggero pasto, sentimmo arrivare dei cavalli al galoppo, e dopo un pò tre uomini berberi con icoperti con la tagelmust ( il loro copricapo) entrarono nella tenda .
Iniziarono a parlare con la guida che offri loro il tea caldo, ci sorrisero e salutarono con il classico Salam alaikum, rispondemmo u alaikumas-salam.
Dopo qualche minuto iniziarono a parlottare e vedemmo la nostra guida uscire dalla tenda.
I tre berberi si avvicinarono ed iniziarono a guardare insistentemente Carla, che impaurita cercava di nascondersi dietro di me e non osava guardare verso la loro direzione.
Uno di loro le prese il viso tra le sue mani e le disse qualcosa, credo un complimento. Carla mi disse che aveva paura, le risposi di stare tranquilla, ma non fui molto rassicurante perché avevo più paura di lei.
Provai a scambiare qualche parola con loro, dicendo che il posto era bellissimo e che avevo lavorato tanto nel loro paese, ma nessuno ascoltava le mie parole, fissavano Carla e parlottavano tra di loro.
Improvvisamente quello che mi sembrava il capo prese Carla per le braccia l'alzo di peso e lentamente iniziò a toglierle la polo ed a sfilarle i pantaloncini corti, provai ad alzarmi per farli desistere, gli offrii dei soldi.
Gli altri due mi bloccarono dicendomi " amigo stai tranquillo ed andrà tutto bene". L'altro nel frattempo aveva denudato completamente mia moglie che ora cercava di coprire come poteva le sue intimità. L'uomo l'accarezzava ammirando le sue grazie, osservava inebriato le sue forme, la sua pelle chiara, la guardava come si guarda una Dea..
Io alzai le mani in segno di resa, chiesi il permesso di avvicinarmi a Carla, i due mollando la presa mi permisero di farlo.
Mi avvicinai all'orecchio di Carla e le sussurrai" Amore, è evidente che vogliono solo divertirsi, quindi per evitare che possano farti del male sii accondiscendente..
Ma io sono terrorizzata rispose..
Cerca di rilassarti se puoi, io sono qua vicino a te e le strinsi forte la mano. Se ti ribelli ti scopano e ti fanno male, se partecipi ti scopano e ti fanno godere. Da qui non possiamo né scappare né urlare. Fidati di me.
Tolsi la mano dalla sua e le palpai il sedere morbido. Praticamente fui io a dare il via.
Il capo le spostò l'unica mano che la copriva ed iniziò ad accarezzare le grandi labbra, si bagnò di saliva il pollice, aprì le grandi labbra e con il dito accarezzava il clitoride, Claudia mi strinse la mano non so se per disgusto o perché iniziava a piacergli.
Un odore di sudore e di capra pervase l'aria della tenda, si spogliarono e lo spettacolo che ci trovammo davanti fu sconcertante.
Tre cazzi assurdi, scuri lunghi ciotti e nerboruti da mosci su tre corpi rinsecchiti, provai ad immaginarli eretti. Presi paura per lei.
Lei mi guardò impaurita dicendomi " non ce la faccio.
Avvicino le labbra alle sue e le baciò con tenerezza.
Ora aveva tutti e tre gli uomini intorno, che iniziavano a baciarla ovunque, lei mi guardava schifata ed io rimasi senza parole.
Ma ormai erano partiti, la sdraiarono sul tappeto e mentre il capo continuava a leccarle la fica gli altri due a turno le mettevano la cappella in bocca, Carla nonostante avesse una bocca morbida allenata a succhiare faceva fatica a farle entrare.
Quando diventarono duri , per entrare sembrava dovessero aprirle i lati della bocca
Riuscivano a farne entrare al massimo 2/3, il capo intanto leccandola pazientemente e sapientemente accortosi che la fica era completamente bagnata mi guardò tronfio!!
Poi si sdraiò centro la fica con la cappella ed iniziò a spingere, due tre colpi decisi e la penetró.
Carla urlò dal dolore " è troppo mi diceva, è troppo"! Uno dei due le riempì subito la bocca per zittirla ed iniziò a scoparla in bocca spingendo forte.
Un lago di saliva fuoriusciva dalla bocca di mia moglie, i due si scambiavano la sua bocca sempre con più frequenza mentre lei iniziava a sincronizzare i movimenti del Capo che le stava dentro.
Ora sembrava si stesse divertendo, ed io che avevo sempre desiderato vederla così non mi vergogno a dire che mi stavo eccitando; dalla curiosità avrei preso uno di quei cazzi in mano per sentirne la consistenza.
Il capo estrasse il cazzo dalla fica, si sdraiò a terra e la fece sedere su quella colonna scura, quello dei due che momentaneamente aveva il cazzo libero, lo avvicinò al buco posteriore umido per gli umori colati dalla vagina ,gli sputò sopra e senza ritegno la inculó.
La stavano spaccando in due, lei gemeva e succhiava, i tre iniziarono a darsi il cambio, lei sembrava partecipare al loro piacere, era quasi un'ora che quei tre cazzi la stavano perforando , ogni volta che uno le toglieva il cazzo dal culo le allargava le chiappe e mi faceva vedere il buco rosso fuoco come non avevo mai visto.La circonferenza era enorme, le pareti avevano perso ogni resistenza.
Carla era in balia di quei tre cazzi che entravano come se lei fosse fatta di burro, se le avessi infilato il mio cazzo ora non se ne sarebbe accorta.
Dopo un tempo interminabile si alzarono in piedi, la misero in ginocchio ed iniziarono a segarsi davanti la sua bocca.
Mia moglie parlò dopo tanto tempo, fece capire loro che ci avrebbe pensato lei.
Uno alla volta prese i loro cazzi e li spompinò fino a farli esplodere in gola ed non vidi sprecata una sola goccia di sperma..
Immaginai soltanto che si era fatta una bella scorta di sborra!!
I tre si rivestirono senza lavarsi, si coprirono il capo e ci salutarono " Salam alaikum", " u alaikumas- Salam risposi.
Lei si pulì con delle salviette detergenti ed una volta rivestitasi con perfetto tempismo entrò la guida con del tea.
Carla lo rifiutò.
Guardammo l'orologio ed era l'ora di andare, erano già passate le sette ore!!





scritto il
2017-02-11
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