Per un lavoro
di
Rafiki
genere
etero
E sì che stamattina mi ero preparata bene e a lungo.
Troppo a lungo, forse.
"Stupida, stupida me e le mie manie di perfezionismo" ripeto a bassa voce mentre provo a correre sui tacchi vertiginosi in mezzo alla folla, la mia prima riunione, il mio primo progetto da presentare ai pezzi grossi e io sono rovinosamente in ritardo.
C'è da dire che peró sono perfetta, ho abbinato il completo blu alla camicia bianca con un top per coprire e nascondere il più possibile i miei grossi seni (li avevo voluti cosí sproporzionati rispetto alla mia figura esile apposta, come regalo per i 22 anni), i capelli perfettamente legati e il trucco leggero.
Peccato che io stessi mandando tutto a puttane.
Le scale con questi tacchi sono improponibili, corro verso l'ascensore, è pieno, merda!
Corro verso l'ascensore libero più vicino, volto l'angolo e non vedo il piccolo e insulso omino che sta bevendo il caffè e prima che io possa evitarlo la sua tazzina si è rovesciata sul mio petto, creando una vistosa macchia marrone sulla camicia immacolata.
Sono sull'orlo di una crisi di nervi e se avessi tempo ammazzerei quel piccolo omino, ma devo correre, tra dieci minuti ho la riunione.
Arrivo in ufficio trafelata, mollo la borsa e mi guardo allo specchio. Non posso presentarmi così.
Devo togliere la camicia.
La tolgo in fretta e la lancio in un angolo, ma anche il top è vistosamente macchiato.
Merda.
Non ho scelta, devo andare con solo la giacca, chiuderla bene e sperare non si noti troppo.
Tolgo il top e infilo la giacca, i bottoni sono tesi sui miei seni che vengono strizzati e spinti verso l'alto. I capezzoli, stimolati dal contatto con la stoffa, si sono induriti immediatamente ed è impossibile non notarli mentre sbucano sotto la stoffa.
Percorro il corridoio verso la sala riunioni con i seni che ondeggiano pericolosamente e minacciano di uscire dalla giacca, so di sembrare molto troia, ma almeno la riunione adrà bene.
In sala manco solo io, saluto tutti e mi sento parecchio in imbarazzo, c'è il mio capo, un uomo vecchio e ricco sfondato e suo figlio, un ragazzo pieno di sè con chiare tendenze gay. Ci sono le loro segretarie e un cliente sui sessant'anni che fissa con insistenza la mia scollatura esagerata.
Inizio la presentazione con voce tremante e mi accorgo subito di star andando male.
Dopo dieci munuti nessuno mi ascolta più, dopo poco mi ringraziano ancora prima che io abbia finito.
Merda.
Solo il cliente è rimasto, mi allunga un foglio.
"Potrebbe firmare signorina?"
Il foglio è sul tavolo, per firmarlo dovrei piegarmi in avanti e mostrargli tutto. Tentenno. Poi mi piego.
Sono certa che vede tutto, firmo con calma e mentre restituisco il foglio la scollatura di apre un po' troppo. Arrossisco.
"Signorina è stato un disastro. Però l'ho ascoltata, sa, il suo petto è una calamita"
Si avvicina.
"Vere o finte?"
"Finte, regali di pochi anni fa"
"Sono fatte bene..." si avvicina sempre piú.
Mi batte forte il cuore.
Avvicino una mano tremante al primo bottone e lo slaccio, i miei seni fanno un balzo e il bottone sotto cede da solo.
Il vecchio slaccia il terzo e spalanca la giacca e guarda estasiato la mia settima.
Prende le tette con entrambe le mani, le soppesa e poi pizzica i capezzoli con forza.
"Se ti fai venire sulle tette, approvo il progetto"
Non me lo faccio ripetere, slaccio la patta e tiro fuori un cazzetto moscio, circondato da peli bianchi e tutto rugoso.
Mi eccita, non avevo mai scopato un vecchio.
Lo prendo in mano e lo sego, lui mi tocca le tette e il culo, è arrapante essere toccata da un uomo cosí, mi fa sentire sporca, una vera troia.
"Fammi eccitare biondina"
"Sono la sua troietta per oggi, guardi, mi faccio toccare per soldi"
Il cazzo si indurisce.
"Adesso le infilo un dito nel culo e la faccio sborrare su queste tette, guardi come sono cagna, a quattro zampe per lei"
Il cazzo si indurisce di più e io mi eccito, gli infilo un dito nel culo e lo stimolo, ansima e si irrigidisce.
"Sborro piccola puttana, sborro"
Di colpo mi spinge il cazzo tra le tette e riversa la sua sborra bianca e appiccicosa tra i miei seni gonfi.
"Il progetto è approvato, zoccola. La prossima volta ingoi"
Sorrido, chiudo la giacca ed esco dalla sala riunioni.
Tiro fuori il telefono dalla tasca.
"Pronto amore? Sì, mi hanno accettato il progetto, preparati a festeggiare che oggi ho strane voglie"
Troppo a lungo, forse.
"Stupida, stupida me e le mie manie di perfezionismo" ripeto a bassa voce mentre provo a correre sui tacchi vertiginosi in mezzo alla folla, la mia prima riunione, il mio primo progetto da presentare ai pezzi grossi e io sono rovinosamente in ritardo.
C'è da dire che peró sono perfetta, ho abbinato il completo blu alla camicia bianca con un top per coprire e nascondere il più possibile i miei grossi seni (li avevo voluti cosí sproporzionati rispetto alla mia figura esile apposta, come regalo per i 22 anni), i capelli perfettamente legati e il trucco leggero.
Peccato che io stessi mandando tutto a puttane.
Le scale con questi tacchi sono improponibili, corro verso l'ascensore, è pieno, merda!
Corro verso l'ascensore libero più vicino, volto l'angolo e non vedo il piccolo e insulso omino che sta bevendo il caffè e prima che io possa evitarlo la sua tazzina si è rovesciata sul mio petto, creando una vistosa macchia marrone sulla camicia immacolata.
Sono sull'orlo di una crisi di nervi e se avessi tempo ammazzerei quel piccolo omino, ma devo correre, tra dieci minuti ho la riunione.
Arrivo in ufficio trafelata, mollo la borsa e mi guardo allo specchio. Non posso presentarmi così.
Devo togliere la camicia.
La tolgo in fretta e la lancio in un angolo, ma anche il top è vistosamente macchiato.
Merda.
Non ho scelta, devo andare con solo la giacca, chiuderla bene e sperare non si noti troppo.
Tolgo il top e infilo la giacca, i bottoni sono tesi sui miei seni che vengono strizzati e spinti verso l'alto. I capezzoli, stimolati dal contatto con la stoffa, si sono induriti immediatamente ed è impossibile non notarli mentre sbucano sotto la stoffa.
Percorro il corridoio verso la sala riunioni con i seni che ondeggiano pericolosamente e minacciano di uscire dalla giacca, so di sembrare molto troia, ma almeno la riunione adrà bene.
In sala manco solo io, saluto tutti e mi sento parecchio in imbarazzo, c'è il mio capo, un uomo vecchio e ricco sfondato e suo figlio, un ragazzo pieno di sè con chiare tendenze gay. Ci sono le loro segretarie e un cliente sui sessant'anni che fissa con insistenza la mia scollatura esagerata.
Inizio la presentazione con voce tremante e mi accorgo subito di star andando male.
Dopo dieci munuti nessuno mi ascolta più, dopo poco mi ringraziano ancora prima che io abbia finito.
Merda.
Solo il cliente è rimasto, mi allunga un foglio.
"Potrebbe firmare signorina?"
Il foglio è sul tavolo, per firmarlo dovrei piegarmi in avanti e mostrargli tutto. Tentenno. Poi mi piego.
Sono certa che vede tutto, firmo con calma e mentre restituisco il foglio la scollatura di apre un po' troppo. Arrossisco.
"Signorina è stato un disastro. Però l'ho ascoltata, sa, il suo petto è una calamita"
Si avvicina.
"Vere o finte?"
"Finte, regali di pochi anni fa"
"Sono fatte bene..." si avvicina sempre piú.
Mi batte forte il cuore.
Avvicino una mano tremante al primo bottone e lo slaccio, i miei seni fanno un balzo e il bottone sotto cede da solo.
Il vecchio slaccia il terzo e spalanca la giacca e guarda estasiato la mia settima.
Prende le tette con entrambe le mani, le soppesa e poi pizzica i capezzoli con forza.
"Se ti fai venire sulle tette, approvo il progetto"
Non me lo faccio ripetere, slaccio la patta e tiro fuori un cazzetto moscio, circondato da peli bianchi e tutto rugoso.
Mi eccita, non avevo mai scopato un vecchio.
Lo prendo in mano e lo sego, lui mi tocca le tette e il culo, è arrapante essere toccata da un uomo cosí, mi fa sentire sporca, una vera troia.
"Fammi eccitare biondina"
"Sono la sua troietta per oggi, guardi, mi faccio toccare per soldi"
Il cazzo si indurisce.
"Adesso le infilo un dito nel culo e la faccio sborrare su queste tette, guardi come sono cagna, a quattro zampe per lei"
Il cazzo si indurisce di più e io mi eccito, gli infilo un dito nel culo e lo stimolo, ansima e si irrigidisce.
"Sborro piccola puttana, sborro"
Di colpo mi spinge il cazzo tra le tette e riversa la sua sborra bianca e appiccicosa tra i miei seni gonfi.
"Il progetto è approvato, zoccola. La prossima volta ingoi"
Sorrido, chiudo la giacca ed esco dalla sala riunioni.
Tiro fuori il telefono dalla tasca.
"Pronto amore? Sì, mi hanno accettato il progetto, preparati a festeggiare che oggi ho strane voglie"
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