Seconda volta?
di
Stella Neon
genere
prime esperienze
Diamo inizio alla sesta puntata de "I miei Diari" :)
Wow! Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto.
Poco tempo libero, tante cose da fare, troppo l'impegno che richiedere lo scrivere. Portate pazienza se non accontento subito le vostre richieste. Arrivano arrivano... solo che mi metto a scrivere, mi sale la voglia e ciao, chi scrive più dopo? Vero che non vi arrabbiate e mi capite? Vero?
A questo punto ho accumulato un sacco di argomenti di cui parlarvi. Mi avete chiesto di Mattia, della mia prima volta e... beh, un po' mi vergogno però a dirlo, ho promesso a uno di voi di raccontare di un certo bar. Senza contare l'argomento lasciato in sospeso il capitolo scorso.
Prima però, visto che vi piace la diretta, concedetemi due righe. Stasera ero fuori con le mie amiche. La classica serata donne per cui voi maschietti ci prendere tanto per il culo. Come se voi non faceste le serate solo uomini...
Ho bevuto, senza esagerare visto che guidavo e ora sono a casa. Ve lo dico, ho poca batteria, quindi non so quanto riuscirò a durare. Sono nel mio amabile letto. Maglietta, mutandine e pantaloncini, non indosso altro. La realtà è che mi sento languida. Non ho voglia di fare sesso. Nemmeno l'amore. Solo voglia di calore, di carezze, di sentire il cuore battere forte e quel piacevole prurito intimo... ecco perché trovo davvero perfetto, in questo momento, accarezzarmi i capezzoli piano piano, stringerli appena ogni tanto, accarezzarli di nuovo e poi usare le unghiette come una piccola morsa. E allora sento le scariche di dolore e piacere che mi attraversano tutto il seno e, nello stesso tempo, salgono al cervello e scendono tra le cosce.
Le cosce.
Cosa vi piace in un donna? Cos'è... qual è quell'elemento, quel dettaglio che guardate e dite "oh sì, questa me la porterei a letto?"
Io mi sono resa conto, nel tempo, che delle donne mi attirano le cosce. Non devono essere troppo magre, ma nemmeno troppo grasse. Quando sono "piene", tonde, belle da vedere... allora mi si muove qualcosa dentro e il mio lato saffico affiora.
Ok, dopo questa breve parentesi mi dedico un po' all'altro capezzolo. Lo fate mai voi? A me piace... è come se fosse eccitantemente rilassante. Non so come spiegarmi... mi eccita, mi piace, ma potrei stare ore e ore con le dita sui capezzoli. O la lingua, nel caso ci sia il ragazzo. Quando poi decide di farmi sentire i denti... mio dio... colo. Veramente.
Miseriaccia mi son distratta un'altra volta.
Dicevo... cena tra amiche. Un sacco, una montagna di chiacchiere. Non starò qui ad annoiarvi con quello che ci siamo dette e salterò al momento che ha reso interessante la serata. Ad un certo punto una mia cara amica, forse la più cara in quel gruppetto, mi prende per mano e mi dice:
"Stella (in realtà non è il mio vero nome, ma sono certa che l'avevate già capito) mi accompagni al bagno?"
Non le avrei mai detto di no. Ma questa volta c'era qualcosa di diverso nel suo sguardo. I suoi occhi brillavano. La conosco, so che quando mi guarda così è perché ne ha combinata una delle sue. Siamo andate in bagno. Io ero vestita comoda, jeans maglietta e felpa, ma lei aveva messo un vestitino colorato che le stava molto bene, uno di quelli che lasciano le spalle scoperte.
"C'è qualcosa che devi dirmi?"
Le ho chiesto io come siamo entrate in bagno. Sorrideva, tutta contenta.
"Devo mostrarti una cosa, ma non voglio che le altre lo sappiano, non ancora."
"Amore mio che hai combinato?"
"Guarda."
E allora è successo. Ha tirato giù il vestito e scoperto i seni. Va bene va bene, le tette! Siete contenti ora? Ufff... sapevo già come la mia amica, chiamiamola Alessia, ha le tette, figuriamoci. Ma quello che mi ha lasciata a bocca aperta erano quelle due palline di lucido acciaio ai lati del capezzolo. Non è che non abbia mai visto un piercing al capezzolo ma lì, in quel momento, su di lei, oddio, ha scatenato una mia intima reazione che mai mi sarei aspettata.
"Che ne pensi?"
"Quando l'hai fatto?"
Mi sono resa conto che le stavo fissando il capezzolo come una cretina. Era come ipnotico.
"Posso toccarlo?"
Lei non si è tirata indietro e mi ha lasciata fare. Mi sono sentita davvero affascinata da quel piccolo pezzo di acciaio attraverso la carne della mia amica. La realtà è che avrei voluto baciarla, sentire quelle palline sulla lingua, giocarci e goderne.
Ma non ho avuto il coraggio di dirlo. Di lì a poco siamo tornate al tavolo ma io ero troppo persa nei miei pensieri. In quel pensiero. Sto pensando di farlo anche io...
Mi ha scritto poco fa, dicendomi che mi ha vista cambiata e che spera di non avermi offesa. Non le ho risposto. E ora come le spiego che vorrei venisse a letto con me? Che imbarazzo...
Ora la mia mano è scesa, mi accarezzo la pancia e le cosce... mi piace sentire la mia pelle sotto le dita. È tutto così sensuale e provocante... scivolo sul muscolo della gamba fin dove arrivo, poi mi sposto nell'interno coscia e risalgo, fino all'inguine, fin proprio accanto alle labbra... e poi torno giù. Oh sì... mi piacerebbe proprio un massaggio del genere in questo momento...
Sto finendo la batteria. Credo proprio che, per stasera, il piacere dello scrivere si chiuda qui. Ma quello carnale proprio no!
Ve l'avevo detto, batteria finita. Ora sono in pausa pranzo, butto giù due parole al volo. Ieri sera, spento il telefono, mi sono accesa io. Già ero su di giri, a far scivolare la mano sotto le mutande e due dita dentro il mio sesso ci ho messo. Ero già bagnata da prima, quelle dita sono entrate come niente ed è stato un momento inteso e piacevole. La prima penetrazione è sempre un momento intenso per me. Ieri sera non ho neanche avuto bisogno di scostare le labbra tanta era la voglia che avevo. Ma non ho cercato la profondità, no. Mi sono fermata quasi subito. Entravo, pochi centimetri e poi uscivo. Mi piaceva giocare lì, sull'ingresso, riempirmi solo un poco e poi scivolare fuori. Tornavo dentro, stavo un po' lì e poi di nuovo fuori. Non so quante volte l'abbia fatto... ma era piacevole. Con la mano libera ho iniziato a giocare con un capezzolo. Immaginavo come sarebbe stato averlo con il piercing, ci giocavo e lo stuzzicavo. E intanto due dita entravano e uscivano dal mio corpo. Stavo godendo, sì, stavo proprio godendo. Mi sono chiesta se, quando ti forano il capezzolo, lo fanno con l'anestesia. Ho pensato di no. Mi è salita una voglia strana. Ne ho afferrato uno tra le unghie del medio e del pollice e ho iniziato a stringere, proprio alla base. Mi sono resa conto che, anche se faceva male, mi stava piacendo.
Figuriamoci, ora che scrivo così chissà che commenti riceverò.
Beh, ho deciso che era il momento di godere. Ho stretto. Faceva male. Ma se farò il piercing, me ne faranno di più no? Almeno credo. Allora ho stretto ancora di più. Un dolore assurdo, ve l'assicuro, ma si mescolava con le due dita che stavano giocando con il mio sesso ed è stato il delirio dei sensi. Ho iniziato ad affondare le dita dentro di me più veloce e più a fondo. E più loro scavavano dentro di me più il capezzolo era stretto tra le unghie. Dolore e piacere fusi insieme.
L'orgasmo è esploso, letteralmente, scuotendomi tutta. Avrei urlato, dio quanto avrei voluto urlare. Ma c'erano i miei e non potevo. L'orgasmo mi ha preso il cervello e non ho capito più nulla. Tremavo. Mi sono chiusa e rannicchiata in me stessa e sono rimasta lì, finché il sonno non mi ha presa.
Non vi dico il male al capezzolo che ho oggi.
Beh, pausa finita, torno a lavoro. E miei cari, lasciate che ve lo dica: sono bagnata. E ho voglia. Scopatemi.
A dopo! :*
Queste giornate eterne...
Torniamo a noi. Cosa volete che vi racconti? Visto che siamo in tema di prime volte vi racconterò la prima volta che ho fatto l'amore.
Successe diversi mesi dopo la prima volta. Vista l'esperienza, non avevo nessuna voglia e nessuna fretta di provare di nuovo tutto quell'inferno. Mi servì tempo per rimettere insieme i pezzi e decidermi a darla via nuovamente. Sapevo di volerlo, ma volevo altrettanto che, questa volta, andasse un po' meglio.
Durante quell'estate conobbi Mirko. Era un ragazzo in gamba, più grande di me, sveglio e attento ai particolari. Ricorderò sempre i suoi capelli rossi. Se devo essere sincera non ricordo più perché si unì alla nostra compagnia. Successe e basta. E, come potete immaginare già, io e lui cominciammo a girarci intorno. Andavamo d'accordo e cominciammo ad uscire insieme. Da lì a poco stavamo insieme. E, come ogni buon maschio, voleva il mio corpo. A me l'idea non dispiaceva, anzi, ma non mi sentivo sicura e dopo la "tragedia" della prima volta volevo esser sicura che la seconda sarebbe andata meglio. Non vi nascondo che l'ho tenuto sulle spine forse anche più del dovuto, ma di certo mi son fatta perdonare. Aveva un bel membro, non enorme, nella media, ma era fatto bene, proporzionato e giusto per la mia bocca. Proprio così, lunghezza e e larghezza erano proprio le misure adatte per la mia gola. Riuscivo a prenderlo tutto in bocca, fino ad arrivare col naso al pube con un minimo sforzo. Magari a voi sembrerà una sciocchezza, ma sono fermamente convinta che le dimensioni siano importanti. E con questo non voglio assolutamente dire che più ce l'avete grande meglio è. Anzi, sono dell'idea che troppo grande sia scomodo e poco "godibile". Voglio dire... dove ve lo mettete un razzo lungo come il vostro avambraccio?!
Vabbeh, dopo questa parentesi dai termini non proprio fini, torniamo alla storia. Insomma, lui mi voleva e io volevo lui, ma assolutamente non volevo farlo in macchina. La fortuna un po' ci venne incontro quando mio padre mi disse che sarebbe andato via con mamma e mio fratello per fare una gita. L'idea era che io andassi con loro. Sì, certo, come no!
"Scusa babbo, ma lunedì ho un compito importante e devo studiare assolutamente."
Ho di buono d'esser sempre andata bene a scuola per cui, anche se a malincuore, i miei mi lasciarono a casa. Fu una meraviglia per me scoprire che sarebbero tornati dopo cena.
Figuratevi la mia gioia! Mezz'ora dopo la partenza, giusto per essere sicura che non si fossero dimenticati nulla e tornassero indietro, Mirko era nella mia camera da letto. Lui quasi mi saltò addosso, ma lo fermai.
"Lascia fare a me."
La prima volta ero stata usata. Questa volta avrei usato.
Mi spogliai lentamente davanti a lui. La mia idea era essere sexy, ma se mi vedo con gli occhi di adesso so che ero solo una ragazzina goffa. Che ridere... però raggiunsi il mio risultato. Mi voleva, da matti. Solo con le mutandine indosso, lo spogliai. Nudo.
"Vediamo se ti meriti che tolga anche queste."
Lo feci sdraiare sul letto e il suo membro era lì, che pulsava forte e vigoroso e sì, mi faceva una gran voglia. Lo presi con una mano e tirai verso il basso, scoprendo la punta così viva, così pulsante, così violacea. Solo a guardarlo mi sentivo colare. Quel cazzo era mio, lo volevo, me lo sarei gustato e avrei goduto come quando si scopa. Fanculo il mio ex. Iniziai a segarlo lentamente mentre gli mettevo la lingua in bocca.
Scusate se sono un po' volgare, ma non saprei come altro esprimermi. Che imbarazzo...
Beh insomma, ero assatanata. Più avanti mi confessò che si era quasi spaventato. Che cucciolo il mio Mirko.
"Pensi che sia abbastanza duro?"
Non mi rispose nemmeno, fece solo un cenno con la testa.
"Proviamo."
Mi tirai su e salii a cavalcioni su di lui. No, non mi tolsi le mutandine. Ci provò lui, ma io le fermai.
"No caro, prima proviamo. Se non mi piace ti mando a casa."
Poverino, devo averlo traumatizzato!
Iniziai a strusciarmi su di lui, a muovere il mio bacino contro il suo membro. Non chiedetemi cosa mi passasse per la testa. Non volevo provocare o torturare lui... era come stessi prendendo le misure, come se cercassi di capire se potesse essere davvero giusto una volta dentro. Mi sentivo un lago. La prima volta non mi ero bagnata così tanto. Sorrisi e mi piegai a dargli un bacio. Quando le nostre lingue si incrociarono, io portai una mano sul mio sesso e scostai le mutande.
"Ce la fai a lasciarmi fare?"
"Certo."
"Grazie."
Muovendo il bacino mi feci avanti e poi scesi, cercando di prenderlo senza usare le mani. Il primo tentativo fallì. Avevo sentito la punta scivolare tra le labbra, ma era scivolata sul clitoride e non era entrata. Riprovai, con scarso successo. Al terzo tentativo era lì, lo sentii, stava per entrare... ma scappò via proprio all'ultimo. Sbuffai.
"Aspetta."
Mi spostai un attimo e tolsi le mutande.
"Se adesso non entra mi rivesto."
"Non è carino da parte tua."
"Non mi importa."
Tornai a cavalcioni su di lui. Tornai a strofinarmi la figa sul suo giocattolo. Mi piaceva sentirlo così, ma non era abbastanza. Mirko mi mise le mani sui fianchi, accompagnando i miei movimenti.
"Prova ad aprirti un po'."
"Cosa?"
"Sì, apri le labbra con due dita e vedrai."
Mi vergognai da morire. Fare una cosa del genere? Lo facevano le troie nei film porno, non io. Feci un nuovo tentativo. Andò meglio, ma non molto.
"Fallo."
Disse lui.
Che imbarazzo! Scivolai con la mano proprio lì e con due dita allargai le labbra. In quel momento lui mosse il bacino e sentii perfettamente la punta scivolare dentro di me. Sgranai gli occhi. Lui si fermò. Era bello. Sì... mi piaceva. Mi lasciai andare e scesi su di lui. Questo era il piacere. Questo era fare l'amore. Ci muovevamo con il ritmo giusto, lui entrava dentro di me a sufficienza e mi riempiva esattamente quanto avevo desiderato.
Venni. Mi abbandonai contro di lui che non si fermò e continuò a entrare e uscire da me. Venni di nuovo. Non ero più su questo pianeta, ero completamente persa.
"Vengo."
Quando lo disse lui nemmeno lo sentii. Ma sentii perfettamente la porta di casa di casa aprirsi. Mi venne un infarto, mentre lui venne proprio. Dentro di me. Fu un momento meravigliosamente di panico. Sentirlo svuotare dentro il mio corpo mi trasmise una sensazione che non avevo mai provato. Fu un peccato non averla potuta gustare per bene.
In preda al panico lo mandai sotto al letto insieme a tutti i suoi vestiti e mi infilai al volo maglia e pantaloni del pigiama.
"Perché non capisci un cazzo" stava urlando mia madre.
Mio padre parve ignorarla: "tesoro sei a casa?"
Aprii un libro a caso sulla scrivania e andai a salutarli. Mia madre era nera, mio padre era infastidito e alzava gli occhi al cielo. Scambiai due chiacchiere con loro e li lasciai alla loro discussione e tornai in camera a studiare. Non pensate che lo facessero spesso, anzi. Le loro erano più battibecchi stupidi che vere discussioni, ma quella volta aveva discusso un po' più del solito, vacanza rovinata ed erano tornati a casa. Notai mio fratello rivolgermi occhiate strane, ma pensavo fossero per la discussione per i vecchi.
Mi raggiunse poco dopo in camera (sì era in comune) mentre io, disperata, stavo pensando a come far uscire Mirko da questo casino.
"Ehi sister, te la sei fatta addosso?"
"Ma che cazzo dici?"
"Guardati il pigiama."
Abbassai lo sguardo. Lo sperma era colato fuori e aveva macchiato i pantaloni. Era evidente. Io, stupida ingenua e con il sangue freddo inesistenti, divenni di tutti i colori. Mio fratello intuì qualcosa e mi guardò con fare indagatore.
"Che cazzo hai combinato?"
Ok, ho scritto un poema lunghissimo sta volta. Si è fatto tardi e ho bisogno di dormire. Questa è stata la mia seconda volta. Se volete la prossima volta continuo, altrimenti vi parlo d'altro. Magari proverò a toccarmi meno, giusto per non perdermi nei discorsi e annoiarvi meno. Un bacio!
Wow! Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto.
Poco tempo libero, tante cose da fare, troppo l'impegno che richiedere lo scrivere. Portate pazienza se non accontento subito le vostre richieste. Arrivano arrivano... solo che mi metto a scrivere, mi sale la voglia e ciao, chi scrive più dopo? Vero che non vi arrabbiate e mi capite? Vero?
A questo punto ho accumulato un sacco di argomenti di cui parlarvi. Mi avete chiesto di Mattia, della mia prima volta e... beh, un po' mi vergogno però a dirlo, ho promesso a uno di voi di raccontare di un certo bar. Senza contare l'argomento lasciato in sospeso il capitolo scorso.
Prima però, visto che vi piace la diretta, concedetemi due righe. Stasera ero fuori con le mie amiche. La classica serata donne per cui voi maschietti ci prendere tanto per il culo. Come se voi non faceste le serate solo uomini...
Ho bevuto, senza esagerare visto che guidavo e ora sono a casa. Ve lo dico, ho poca batteria, quindi non so quanto riuscirò a durare. Sono nel mio amabile letto. Maglietta, mutandine e pantaloncini, non indosso altro. La realtà è che mi sento languida. Non ho voglia di fare sesso. Nemmeno l'amore. Solo voglia di calore, di carezze, di sentire il cuore battere forte e quel piacevole prurito intimo... ecco perché trovo davvero perfetto, in questo momento, accarezzarmi i capezzoli piano piano, stringerli appena ogni tanto, accarezzarli di nuovo e poi usare le unghiette come una piccola morsa. E allora sento le scariche di dolore e piacere che mi attraversano tutto il seno e, nello stesso tempo, salgono al cervello e scendono tra le cosce.
Le cosce.
Cosa vi piace in un donna? Cos'è... qual è quell'elemento, quel dettaglio che guardate e dite "oh sì, questa me la porterei a letto?"
Io mi sono resa conto, nel tempo, che delle donne mi attirano le cosce. Non devono essere troppo magre, ma nemmeno troppo grasse. Quando sono "piene", tonde, belle da vedere... allora mi si muove qualcosa dentro e il mio lato saffico affiora.
Ok, dopo questa breve parentesi mi dedico un po' all'altro capezzolo. Lo fate mai voi? A me piace... è come se fosse eccitantemente rilassante. Non so come spiegarmi... mi eccita, mi piace, ma potrei stare ore e ore con le dita sui capezzoli. O la lingua, nel caso ci sia il ragazzo. Quando poi decide di farmi sentire i denti... mio dio... colo. Veramente.
Miseriaccia mi son distratta un'altra volta.
Dicevo... cena tra amiche. Un sacco, una montagna di chiacchiere. Non starò qui ad annoiarvi con quello che ci siamo dette e salterò al momento che ha reso interessante la serata. Ad un certo punto una mia cara amica, forse la più cara in quel gruppetto, mi prende per mano e mi dice:
"Stella (in realtà non è il mio vero nome, ma sono certa che l'avevate già capito) mi accompagni al bagno?"
Non le avrei mai detto di no. Ma questa volta c'era qualcosa di diverso nel suo sguardo. I suoi occhi brillavano. La conosco, so che quando mi guarda così è perché ne ha combinata una delle sue. Siamo andate in bagno. Io ero vestita comoda, jeans maglietta e felpa, ma lei aveva messo un vestitino colorato che le stava molto bene, uno di quelli che lasciano le spalle scoperte.
"C'è qualcosa che devi dirmi?"
Le ho chiesto io come siamo entrate in bagno. Sorrideva, tutta contenta.
"Devo mostrarti una cosa, ma non voglio che le altre lo sappiano, non ancora."
"Amore mio che hai combinato?"
"Guarda."
E allora è successo. Ha tirato giù il vestito e scoperto i seni. Va bene va bene, le tette! Siete contenti ora? Ufff... sapevo già come la mia amica, chiamiamola Alessia, ha le tette, figuriamoci. Ma quello che mi ha lasciata a bocca aperta erano quelle due palline di lucido acciaio ai lati del capezzolo. Non è che non abbia mai visto un piercing al capezzolo ma lì, in quel momento, su di lei, oddio, ha scatenato una mia intima reazione che mai mi sarei aspettata.
"Che ne pensi?"
"Quando l'hai fatto?"
Mi sono resa conto che le stavo fissando il capezzolo come una cretina. Era come ipnotico.
"Posso toccarlo?"
Lei non si è tirata indietro e mi ha lasciata fare. Mi sono sentita davvero affascinata da quel piccolo pezzo di acciaio attraverso la carne della mia amica. La realtà è che avrei voluto baciarla, sentire quelle palline sulla lingua, giocarci e goderne.
Ma non ho avuto il coraggio di dirlo. Di lì a poco siamo tornate al tavolo ma io ero troppo persa nei miei pensieri. In quel pensiero. Sto pensando di farlo anche io...
Mi ha scritto poco fa, dicendomi che mi ha vista cambiata e che spera di non avermi offesa. Non le ho risposto. E ora come le spiego che vorrei venisse a letto con me? Che imbarazzo...
Ora la mia mano è scesa, mi accarezzo la pancia e le cosce... mi piace sentire la mia pelle sotto le dita. È tutto così sensuale e provocante... scivolo sul muscolo della gamba fin dove arrivo, poi mi sposto nell'interno coscia e risalgo, fino all'inguine, fin proprio accanto alle labbra... e poi torno giù. Oh sì... mi piacerebbe proprio un massaggio del genere in questo momento...
Sto finendo la batteria. Credo proprio che, per stasera, il piacere dello scrivere si chiuda qui. Ma quello carnale proprio no!
Ve l'avevo detto, batteria finita. Ora sono in pausa pranzo, butto giù due parole al volo. Ieri sera, spento il telefono, mi sono accesa io. Già ero su di giri, a far scivolare la mano sotto le mutande e due dita dentro il mio sesso ci ho messo. Ero già bagnata da prima, quelle dita sono entrate come niente ed è stato un momento inteso e piacevole. La prima penetrazione è sempre un momento intenso per me. Ieri sera non ho neanche avuto bisogno di scostare le labbra tanta era la voglia che avevo. Ma non ho cercato la profondità, no. Mi sono fermata quasi subito. Entravo, pochi centimetri e poi uscivo. Mi piaceva giocare lì, sull'ingresso, riempirmi solo un poco e poi scivolare fuori. Tornavo dentro, stavo un po' lì e poi di nuovo fuori. Non so quante volte l'abbia fatto... ma era piacevole. Con la mano libera ho iniziato a giocare con un capezzolo. Immaginavo come sarebbe stato averlo con il piercing, ci giocavo e lo stuzzicavo. E intanto due dita entravano e uscivano dal mio corpo. Stavo godendo, sì, stavo proprio godendo. Mi sono chiesta se, quando ti forano il capezzolo, lo fanno con l'anestesia. Ho pensato di no. Mi è salita una voglia strana. Ne ho afferrato uno tra le unghie del medio e del pollice e ho iniziato a stringere, proprio alla base. Mi sono resa conto che, anche se faceva male, mi stava piacendo.
Figuriamoci, ora che scrivo così chissà che commenti riceverò.
Beh, ho deciso che era il momento di godere. Ho stretto. Faceva male. Ma se farò il piercing, me ne faranno di più no? Almeno credo. Allora ho stretto ancora di più. Un dolore assurdo, ve l'assicuro, ma si mescolava con le due dita che stavano giocando con il mio sesso ed è stato il delirio dei sensi. Ho iniziato ad affondare le dita dentro di me più veloce e più a fondo. E più loro scavavano dentro di me più il capezzolo era stretto tra le unghie. Dolore e piacere fusi insieme.
L'orgasmo è esploso, letteralmente, scuotendomi tutta. Avrei urlato, dio quanto avrei voluto urlare. Ma c'erano i miei e non potevo. L'orgasmo mi ha preso il cervello e non ho capito più nulla. Tremavo. Mi sono chiusa e rannicchiata in me stessa e sono rimasta lì, finché il sonno non mi ha presa.
Non vi dico il male al capezzolo che ho oggi.
Beh, pausa finita, torno a lavoro. E miei cari, lasciate che ve lo dica: sono bagnata. E ho voglia. Scopatemi.
A dopo! :*
Queste giornate eterne...
Torniamo a noi. Cosa volete che vi racconti? Visto che siamo in tema di prime volte vi racconterò la prima volta che ho fatto l'amore.
Successe diversi mesi dopo la prima volta. Vista l'esperienza, non avevo nessuna voglia e nessuna fretta di provare di nuovo tutto quell'inferno. Mi servì tempo per rimettere insieme i pezzi e decidermi a darla via nuovamente. Sapevo di volerlo, ma volevo altrettanto che, questa volta, andasse un po' meglio.
Durante quell'estate conobbi Mirko. Era un ragazzo in gamba, più grande di me, sveglio e attento ai particolari. Ricorderò sempre i suoi capelli rossi. Se devo essere sincera non ricordo più perché si unì alla nostra compagnia. Successe e basta. E, come potete immaginare già, io e lui cominciammo a girarci intorno. Andavamo d'accordo e cominciammo ad uscire insieme. Da lì a poco stavamo insieme. E, come ogni buon maschio, voleva il mio corpo. A me l'idea non dispiaceva, anzi, ma non mi sentivo sicura e dopo la "tragedia" della prima volta volevo esser sicura che la seconda sarebbe andata meglio. Non vi nascondo che l'ho tenuto sulle spine forse anche più del dovuto, ma di certo mi son fatta perdonare. Aveva un bel membro, non enorme, nella media, ma era fatto bene, proporzionato e giusto per la mia bocca. Proprio così, lunghezza e e larghezza erano proprio le misure adatte per la mia gola. Riuscivo a prenderlo tutto in bocca, fino ad arrivare col naso al pube con un minimo sforzo. Magari a voi sembrerà una sciocchezza, ma sono fermamente convinta che le dimensioni siano importanti. E con questo non voglio assolutamente dire che più ce l'avete grande meglio è. Anzi, sono dell'idea che troppo grande sia scomodo e poco "godibile". Voglio dire... dove ve lo mettete un razzo lungo come il vostro avambraccio?!
Vabbeh, dopo questa parentesi dai termini non proprio fini, torniamo alla storia. Insomma, lui mi voleva e io volevo lui, ma assolutamente non volevo farlo in macchina. La fortuna un po' ci venne incontro quando mio padre mi disse che sarebbe andato via con mamma e mio fratello per fare una gita. L'idea era che io andassi con loro. Sì, certo, come no!
"Scusa babbo, ma lunedì ho un compito importante e devo studiare assolutamente."
Ho di buono d'esser sempre andata bene a scuola per cui, anche se a malincuore, i miei mi lasciarono a casa. Fu una meraviglia per me scoprire che sarebbero tornati dopo cena.
Figuratevi la mia gioia! Mezz'ora dopo la partenza, giusto per essere sicura che non si fossero dimenticati nulla e tornassero indietro, Mirko era nella mia camera da letto. Lui quasi mi saltò addosso, ma lo fermai.
"Lascia fare a me."
La prima volta ero stata usata. Questa volta avrei usato.
Mi spogliai lentamente davanti a lui. La mia idea era essere sexy, ma se mi vedo con gli occhi di adesso so che ero solo una ragazzina goffa. Che ridere... però raggiunsi il mio risultato. Mi voleva, da matti. Solo con le mutandine indosso, lo spogliai. Nudo.
"Vediamo se ti meriti che tolga anche queste."
Lo feci sdraiare sul letto e il suo membro era lì, che pulsava forte e vigoroso e sì, mi faceva una gran voglia. Lo presi con una mano e tirai verso il basso, scoprendo la punta così viva, così pulsante, così violacea. Solo a guardarlo mi sentivo colare. Quel cazzo era mio, lo volevo, me lo sarei gustato e avrei goduto come quando si scopa. Fanculo il mio ex. Iniziai a segarlo lentamente mentre gli mettevo la lingua in bocca.
Scusate se sono un po' volgare, ma non saprei come altro esprimermi. Che imbarazzo...
Beh insomma, ero assatanata. Più avanti mi confessò che si era quasi spaventato. Che cucciolo il mio Mirko.
"Pensi che sia abbastanza duro?"
Non mi rispose nemmeno, fece solo un cenno con la testa.
"Proviamo."
Mi tirai su e salii a cavalcioni su di lui. No, non mi tolsi le mutandine. Ci provò lui, ma io le fermai.
"No caro, prima proviamo. Se non mi piace ti mando a casa."
Poverino, devo averlo traumatizzato!
Iniziai a strusciarmi su di lui, a muovere il mio bacino contro il suo membro. Non chiedetemi cosa mi passasse per la testa. Non volevo provocare o torturare lui... era come stessi prendendo le misure, come se cercassi di capire se potesse essere davvero giusto una volta dentro. Mi sentivo un lago. La prima volta non mi ero bagnata così tanto. Sorrisi e mi piegai a dargli un bacio. Quando le nostre lingue si incrociarono, io portai una mano sul mio sesso e scostai le mutande.
"Ce la fai a lasciarmi fare?"
"Certo."
"Grazie."
Muovendo il bacino mi feci avanti e poi scesi, cercando di prenderlo senza usare le mani. Il primo tentativo fallì. Avevo sentito la punta scivolare tra le labbra, ma era scivolata sul clitoride e non era entrata. Riprovai, con scarso successo. Al terzo tentativo era lì, lo sentii, stava per entrare... ma scappò via proprio all'ultimo. Sbuffai.
"Aspetta."
Mi spostai un attimo e tolsi le mutande.
"Se adesso non entra mi rivesto."
"Non è carino da parte tua."
"Non mi importa."
Tornai a cavalcioni su di lui. Tornai a strofinarmi la figa sul suo giocattolo. Mi piaceva sentirlo così, ma non era abbastanza. Mirko mi mise le mani sui fianchi, accompagnando i miei movimenti.
"Prova ad aprirti un po'."
"Cosa?"
"Sì, apri le labbra con due dita e vedrai."
Mi vergognai da morire. Fare una cosa del genere? Lo facevano le troie nei film porno, non io. Feci un nuovo tentativo. Andò meglio, ma non molto.
"Fallo."
Disse lui.
Che imbarazzo! Scivolai con la mano proprio lì e con due dita allargai le labbra. In quel momento lui mosse il bacino e sentii perfettamente la punta scivolare dentro di me. Sgranai gli occhi. Lui si fermò. Era bello. Sì... mi piaceva. Mi lasciai andare e scesi su di lui. Questo era il piacere. Questo era fare l'amore. Ci muovevamo con il ritmo giusto, lui entrava dentro di me a sufficienza e mi riempiva esattamente quanto avevo desiderato.
Venni. Mi abbandonai contro di lui che non si fermò e continuò a entrare e uscire da me. Venni di nuovo. Non ero più su questo pianeta, ero completamente persa.
"Vengo."
Quando lo disse lui nemmeno lo sentii. Ma sentii perfettamente la porta di casa di casa aprirsi. Mi venne un infarto, mentre lui venne proprio. Dentro di me. Fu un momento meravigliosamente di panico. Sentirlo svuotare dentro il mio corpo mi trasmise una sensazione che non avevo mai provato. Fu un peccato non averla potuta gustare per bene.
In preda al panico lo mandai sotto al letto insieme a tutti i suoi vestiti e mi infilai al volo maglia e pantaloni del pigiama.
"Perché non capisci un cazzo" stava urlando mia madre.
Mio padre parve ignorarla: "tesoro sei a casa?"
Aprii un libro a caso sulla scrivania e andai a salutarli. Mia madre era nera, mio padre era infastidito e alzava gli occhi al cielo. Scambiai due chiacchiere con loro e li lasciai alla loro discussione e tornai in camera a studiare. Non pensate che lo facessero spesso, anzi. Le loro erano più battibecchi stupidi che vere discussioni, ma quella volta aveva discusso un po' più del solito, vacanza rovinata ed erano tornati a casa. Notai mio fratello rivolgermi occhiate strane, ma pensavo fossero per la discussione per i vecchi.
Mi raggiunse poco dopo in camera (sì era in comune) mentre io, disperata, stavo pensando a come far uscire Mirko da questo casino.
"Ehi sister, te la sei fatta addosso?"
"Ma che cazzo dici?"
"Guardati il pigiama."
Abbassai lo sguardo. Lo sperma era colato fuori e aveva macchiato i pantaloni. Era evidente. Io, stupida ingenua e con il sangue freddo inesistenti, divenni di tutti i colori. Mio fratello intuì qualcosa e mi guardò con fare indagatore.
"Che cazzo hai combinato?"
Ok, ho scritto un poema lunghissimo sta volta. Si è fatto tardi e ho bisogno di dormire. Questa è stata la mia seconda volta. Se volete la prossima volta continuo, altrimenti vi parlo d'altro. Magari proverò a toccarmi meno, giusto per non perdermi nei discorsi e annoiarvi meno. Un bacio!
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