Il viaggio di Luca e Maria Ep. 2
di
Capitano Gert Dal Pozzo
genere
sentimentali
Luca.
Le dico in francese una frase di circostanza ma non sembra capire. Le chiedo se parla francese, evidentemente no. In inglese se parla inglese, molto poco. In italiano? No.
Parla solo portoghese e in qualche modo capisco che è brasiliana. Sorrido. Sorride. E' bella.
Maria.
Mi dice alcune cose, penso in francese, poi inglese e poi forse italiano. Io purtroppo parlo solo portoghese e un po' di tedesco. Non abbiamo una lingua comune per comunicare. Non so cosa pensare… Averlo accanto mi stuzzica. Ma prendo un libro dal piccolo zaino che mi sono portata con me e mi metto a leggere.
Luca.
Ha preso un libro, mi sembra un segnale chiaro… Ha smesso di farmelo rizzare e vuole stare per i fatti suoi… Ho anch'io un libro nello zaino, lo prendo, non è il viaggio che sognavo di fare ma evidentemente è così. Vedo la copertina del suo libro. E' Coelho, capisco dal titolo in portoghese che è un libro che ho letto anche io. Sarebbe un ottimo aggancio, poi parlare di libri e di cultura è il terreno a me più favorevole… Ma con questa tizia, che lingua uso?
Va be', niente da fare… lei legge e io leggo. Mi accorgo che ha un buon profumo… Dio mio quanto vorrei stringerla a me e sentire come gode… che suono avrà la sua voce quando è eccitata?
Maria.
Non è poi così negativa questa situazione. Sto conducendo il gioco. Leggo, fingo completa indifferenza per questo maschio con cui, in realtà, vorrei entrare nel letto stanotte.
Lui è irrequieto, ha capito che non parlo nessuna delle sue lingue e lui non parla portoghese. Nessuna lingua in comune… Tranne la lingua del sesso. Ma bisogna che lui sia davvero molto bravo per saperla usare. E' timido si vede. Ma mi vuole come io voglio lui. Non c'è scampo. Se vuole che qualcosa succeda deve fare qualcosa lui… Le parole non servono. Siamo due animali. Io sono una troia che vuole il suo cazzo… Ma anche una preda difficile da raggiungere… Le armi usuali della retorica, della parola, del corteggiamento galante non servono a nulla. Ha l'aria da intellettuale, ma se lo è davvero oppure no, non lo saprò mai. Se siamo due animali dovrà dimostrare di essere un vero animale. E basta. Un animale. Questo è il gioco di questo viaggio, per quanto durerà. A proposito! Io sono diretta a Berlino, capolinea del viaggio di questo pullman. Ma lui? Ho letto che ci sono diverse destinazioni di passaggio prima della Germania. Chissà dove scenderà.
Luca.
Leggo. O meglio ci provo. Sono completamente distratto. Ha la camicia leggermente sbottonata. Dio mio. Non ha reggiseno. Un seno piccolo ma meravigliosamente proporzionato. Un'aureola nera si intravede molto larga… Capezzoli lunghissimi come la gomma di una matita. Seno meravigliosamente all'insù, come il suo culo. Fisico spettacolare. Ma come faccio a concentrarmi?
Lei invece… Non perde una virgola del suo racconto. Tutti gli sguardi, le illusioni che le piacessi, sono spariti. Legge il suo cazzo di libro come se io non ci fossi.
Maria.
Siamo partiti. Ogni tanto mi accorgo che mi guarda ma non fa nulla. Il suo istinto predatorio sembra inesistente. Potrei corteggiarlo io, ma non lo farò… voglio un uomo capace di rischiare… Questo mi sembra non lo sia… Che palle!
Luca.
Siamo in viaggio, usciti completamente dalla vasta cintura parigina, siamo in autostrada verso Bruxelles. Speravo di agganciare il suo sguardo ma non mi riesce. Sembra ignori che la sto guardando. Da vicino forse non le piaccio. Oppure anche lei non sa come fare. Se solo potessi parlarle in qualche lingua… Tra l'altro è quasi ora di cena… Non ho nemmeno un panino o uno snack nello zaino. Se avessi qualcosa glielo offrirei… A costo di continuare a parlarle a gesti, se riuscissi ad agganciare la sua attenzione non mollerei più la preda. Ma non ho nulla e non so come fare.
Maria.
Qui non succede nulla. Ho anche un po' di fame e mi sto annoiando. Non ho voglia di leggere. Ho un piccolissimo panino nello zaino che ho depositato sulla cappelliera sopra di me. Sai che faccio? Mi alzo e lo prendo… Mentre mi sollevo il mio culo dovrebbe stargli a due centimetri dagli occhi. Vediamo se resiste anche a questo… nessuno resiste al mio culo… Nessun uomo al mondo. Ma a parte questo non faccio nulla per prendere l'iniziativa. Non gli offrirò nemmeno un sorso d'acqua… Io mi muovo e faccio le mie cose. Ma una prima mossa, se ci sarà, dovrà farla lui. E io poi dopo giudicherò se ne vale la pena… Mi piacciono gli uomini coraggiosi e questo invece sembra più coglione del francese. Più figo, molto più figo, ma più coglione.
Luca.
Si sta alzando in piedi. Prende il suo zaino sulla cappelliera… Mamma mia, che culo che ha! Non smetterei mai di dirlo. Il miglior culo che abbia mai visto. Cazzo, me lo sta quasi puntando sul viso…Sento odore di fica attraverso i pantacollant che ha. Cazzo, lo vedo che indugia con il culo sulla mia faccia. Porca puttana… è un segnale! Se non posso parlarle in francese, in italiano, in inglese, in portoghese, se non posso dirle nulla a voce posso sempre utilizzare la lingua universale del “voglio scoparti”. Le metto le mani sulle chiappe e dopo non le sarò più indifferente.
Dio mio, però, rischio di prendere un pugno in faccia, rischio una scenata, un linciaggio se chiama aiuto dagli altri… Forse perfino un arresto. E finora i segnali che mi ha mandato non sono incoraggianti. Se le metto le mani sul culo è molestia. Non posso!
Maria.
Sto facendo finta di cercare qualcosa nello zaino tenendolo sempre nella cappelliera. Continuo a dimenare il culo davanti a lui. Quanto vorrei che mi prendesse ora. Dio mio, sono tutta bagnata all'idea ma questo deficiente è una delusione totale. Non fa nulla. Guarda, ammira, ma non agisce. Un finocchietto, praticamente.
Gli do ancora qualche secondo. Prendimi! Fammi sentire che vuoi fottermi! Che non mi lascerai uscire da questo pullman prima di avermi scopata in qualche modo… Dio mio, stronzo, fa' qualcosa, voglio il tuo cazzo, le tue mani su di me… Catturami, pezzo di merda!
Luca.
Non posso! Distolgo lo sguardo… non vedo l'ora che si sieda.
Maria.
Non ci posso credere. Non succede nulla. Ha perfino distolto lo sguardo. Prendo il panino e la bottiglietta d'acqua e mi rimetto seduta… Spero scenda Bruxelles e sparisca dalla mia vista...
Le dico in francese una frase di circostanza ma non sembra capire. Le chiedo se parla francese, evidentemente no. In inglese se parla inglese, molto poco. In italiano? No.
Parla solo portoghese e in qualche modo capisco che è brasiliana. Sorrido. Sorride. E' bella.
Maria.
Mi dice alcune cose, penso in francese, poi inglese e poi forse italiano. Io purtroppo parlo solo portoghese e un po' di tedesco. Non abbiamo una lingua comune per comunicare. Non so cosa pensare… Averlo accanto mi stuzzica. Ma prendo un libro dal piccolo zaino che mi sono portata con me e mi metto a leggere.
Luca.
Ha preso un libro, mi sembra un segnale chiaro… Ha smesso di farmelo rizzare e vuole stare per i fatti suoi… Ho anch'io un libro nello zaino, lo prendo, non è il viaggio che sognavo di fare ma evidentemente è così. Vedo la copertina del suo libro. E' Coelho, capisco dal titolo in portoghese che è un libro che ho letto anche io. Sarebbe un ottimo aggancio, poi parlare di libri e di cultura è il terreno a me più favorevole… Ma con questa tizia, che lingua uso?
Va be', niente da fare… lei legge e io leggo. Mi accorgo che ha un buon profumo… Dio mio quanto vorrei stringerla a me e sentire come gode… che suono avrà la sua voce quando è eccitata?
Maria.
Non è poi così negativa questa situazione. Sto conducendo il gioco. Leggo, fingo completa indifferenza per questo maschio con cui, in realtà, vorrei entrare nel letto stanotte.
Lui è irrequieto, ha capito che non parlo nessuna delle sue lingue e lui non parla portoghese. Nessuna lingua in comune… Tranne la lingua del sesso. Ma bisogna che lui sia davvero molto bravo per saperla usare. E' timido si vede. Ma mi vuole come io voglio lui. Non c'è scampo. Se vuole che qualcosa succeda deve fare qualcosa lui… Le parole non servono. Siamo due animali. Io sono una troia che vuole il suo cazzo… Ma anche una preda difficile da raggiungere… Le armi usuali della retorica, della parola, del corteggiamento galante non servono a nulla. Ha l'aria da intellettuale, ma se lo è davvero oppure no, non lo saprò mai. Se siamo due animali dovrà dimostrare di essere un vero animale. E basta. Un animale. Questo è il gioco di questo viaggio, per quanto durerà. A proposito! Io sono diretta a Berlino, capolinea del viaggio di questo pullman. Ma lui? Ho letto che ci sono diverse destinazioni di passaggio prima della Germania. Chissà dove scenderà.
Luca.
Leggo. O meglio ci provo. Sono completamente distratto. Ha la camicia leggermente sbottonata. Dio mio. Non ha reggiseno. Un seno piccolo ma meravigliosamente proporzionato. Un'aureola nera si intravede molto larga… Capezzoli lunghissimi come la gomma di una matita. Seno meravigliosamente all'insù, come il suo culo. Fisico spettacolare. Ma come faccio a concentrarmi?
Lei invece… Non perde una virgola del suo racconto. Tutti gli sguardi, le illusioni che le piacessi, sono spariti. Legge il suo cazzo di libro come se io non ci fossi.
Maria.
Siamo partiti. Ogni tanto mi accorgo che mi guarda ma non fa nulla. Il suo istinto predatorio sembra inesistente. Potrei corteggiarlo io, ma non lo farò… voglio un uomo capace di rischiare… Questo mi sembra non lo sia… Che palle!
Luca.
Siamo in viaggio, usciti completamente dalla vasta cintura parigina, siamo in autostrada verso Bruxelles. Speravo di agganciare il suo sguardo ma non mi riesce. Sembra ignori che la sto guardando. Da vicino forse non le piaccio. Oppure anche lei non sa come fare. Se solo potessi parlarle in qualche lingua… Tra l'altro è quasi ora di cena… Non ho nemmeno un panino o uno snack nello zaino. Se avessi qualcosa glielo offrirei… A costo di continuare a parlarle a gesti, se riuscissi ad agganciare la sua attenzione non mollerei più la preda. Ma non ho nulla e non so come fare.
Maria.
Qui non succede nulla. Ho anche un po' di fame e mi sto annoiando. Non ho voglia di leggere. Ho un piccolissimo panino nello zaino che ho depositato sulla cappelliera sopra di me. Sai che faccio? Mi alzo e lo prendo… Mentre mi sollevo il mio culo dovrebbe stargli a due centimetri dagli occhi. Vediamo se resiste anche a questo… nessuno resiste al mio culo… Nessun uomo al mondo. Ma a parte questo non faccio nulla per prendere l'iniziativa. Non gli offrirò nemmeno un sorso d'acqua… Io mi muovo e faccio le mie cose. Ma una prima mossa, se ci sarà, dovrà farla lui. E io poi dopo giudicherò se ne vale la pena… Mi piacciono gli uomini coraggiosi e questo invece sembra più coglione del francese. Più figo, molto più figo, ma più coglione.
Luca.
Si sta alzando in piedi. Prende il suo zaino sulla cappelliera… Mamma mia, che culo che ha! Non smetterei mai di dirlo. Il miglior culo che abbia mai visto. Cazzo, me lo sta quasi puntando sul viso…Sento odore di fica attraverso i pantacollant che ha. Cazzo, lo vedo che indugia con il culo sulla mia faccia. Porca puttana… è un segnale! Se non posso parlarle in francese, in italiano, in inglese, in portoghese, se non posso dirle nulla a voce posso sempre utilizzare la lingua universale del “voglio scoparti”. Le metto le mani sulle chiappe e dopo non le sarò più indifferente.
Dio mio, però, rischio di prendere un pugno in faccia, rischio una scenata, un linciaggio se chiama aiuto dagli altri… Forse perfino un arresto. E finora i segnali che mi ha mandato non sono incoraggianti. Se le metto le mani sul culo è molestia. Non posso!
Maria.
Sto facendo finta di cercare qualcosa nello zaino tenendolo sempre nella cappelliera. Continuo a dimenare il culo davanti a lui. Quanto vorrei che mi prendesse ora. Dio mio, sono tutta bagnata all'idea ma questo deficiente è una delusione totale. Non fa nulla. Guarda, ammira, ma non agisce. Un finocchietto, praticamente.
Gli do ancora qualche secondo. Prendimi! Fammi sentire che vuoi fottermi! Che non mi lascerai uscire da questo pullman prima di avermi scopata in qualche modo… Dio mio, stronzo, fa' qualcosa, voglio il tuo cazzo, le tue mani su di me… Catturami, pezzo di merda!
Luca.
Non posso! Distolgo lo sguardo… non vedo l'ora che si sieda.
Maria.
Non ci posso credere. Non succede nulla. Ha perfino distolto lo sguardo. Prendo il panino e la bottiglietta d'acqua e mi rimetto seduta… Spero scenda Bruxelles e sparisca dalla mia vista...
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il viaggio di Luca e Maria. 1° ep.racconto sucessivo
Il viaggio di Luca e Maria Ep. 3
Commenti dei lettori al racconto erotico