In visita all' antica torre romana
di
1ely3n7
genere
etero
Se c’è un luogo che ho sempre trovato interessante da visitare è l'antica torre romana, situata su una piccola collina a pochi chilometri di distanza dal mare. Gianfranco, mi ha voluto fare una sorpresa ed ha affittato una casetta proprio vicino alla torre romana. Non mi sembrò vero, avrei potuto visitare la torre, fare delle passeggiate con il mio amore e ammirare il panorama. Il tempo non era dei migliori, c'era vento e nuvole cariche di pioggia, ma le avverse condizioni meteo non mi disturbarono affatto. Una brutta giornata a poca distanza dal mare ispira tante cose, passeggiate, coccole e…Insistetti tanto per fare una passeggiata, Gianfranco mi diceva “Eliana sei matta, se con questo tempo vuoi uscire..tra poco si metterà a piovere e si può ammirare la torre anche dalla vetrata della casetta”. Alla fine vinsi io, e passeggiata fu. Ci incamminammo, mano nella mano, tra chiacchiere e coccole, quando a un certo punto inizio’ a tuonare e in tre minuti scoppio' un violento temporale. Ormai eravamo lontani dalla casa per tornare indietro e molto vicini alla torre. Decidemmo di rifugiarci lì dentro per ripararci dalla pioggia, con la speranza che non durasse tutta la notte. Ma per arrivare lì, avremmo dovuto percorre qualche chilometro a piedi. Ci baciammo sulla bocca e iniziammo una corsa contro il tempo per cercare di raggiungere la nostra destinazione evitando di prendere molta acqua, cioè, se possibile, evitando di arrivare alla torre completamente bagnati. La corsa ci sembrò non finire mai, ma, per fortuna, l'intensità della pioggia era diminuita. Non eravamo molto bagnati quando raggiungemmo la torre. C’era una porticina aperta e potemmo rifugiarci lì dentro.Quando fui dentro mi guardai intorno e rimasi affascinata da quel posto, era davvero come lo avevo sempre immaginato. Il mio compagno mi guardò e disse
“ora che si fa ?”, io non risposi mi avvicinai e gli diedi un bacio dapprima romantico poi sempre piu’ appassionato, lui capi’ subito le mie intenzioni e naturalmente non si tirò indietro. Iniziai a spogliarmi lentamente, lui fece altrettanto e poco dopo eravamo completamente nudi. Anche se faceva freddo, noi non lo sentivamo, ci scaldava la passione. I suoi baci appassionati scesero piano pano sempre piu’ giu’, lui mi baciava il collo, le spalle, i seni e succhiava con ardore i miei capezzoli turgidi. Io divaricai le mi gambe e lo aspettavo. La sua bocca mi baciava il pube ed io sempre piu’ eccitata non vedevo l’ora di sentire la sua bocca ancora piu’ giu’, ed ecco, finalmente, sentii la sua lingua sul mio clitoride. Lui lo leccò dolcemente alternando leccate e succhiate che mi facevano sentire brividi di piacere in tutto il corpo. La mia figa era gonfia e bagnata, desiderosa di godere. Era tutto cosi eccitante, la torre, la pioggia, noi nudi, la possibilità che qualcuno potesse arrivare da un momento all’altro..tutto questo non faceva che amplificare la nostra eccitazione. Il mio primo orgasmo coincise con un rumoroso tuono e le mie secrezioni vaginali bagnarono le sue labbra. Lui si alzo’ e mi baciò sulla bocca. Potevo sentire il sapore della mia figa sulla mie labbra. Mi inginocchiai e in un unico gesto infilai tutto il suo membro nella mia bocca per tirarlo subito fuori con un succhiotto finale sulla cappella. Lui godette molto e vidi che il suo pene era diventato turgido. Io tenni fermo il suo pene con la mia mano destra, mentre con le labbra lo percorrevo tutto sù e giu’ come se con la bocca gli stessi facendo una sega. Alternavo bocca e mano e lo sentivo diventare sempre piu’ duro, poi ripresi il mio pompino, succhiando la cappella e poi spingendolo giu’ fino in gola. A quel punto lui, lo tolse dalla mia bocca e mi spinse contro il muro. Mi prese in braccio. Io lo abbracciai e intrecciai le mie gambe dietro la sua schiena. Lui appoggio’ la sua cappella gonfia sulla mia figa. La mia figa era talmente bagnata che il suo membro scivolo’ dentro con molta facilità. In pochi secondi, lo affondò tutto dentro di me. Mi sbatteva con foga, con ardore, e io provavo brividi di piacere ad ogni colpo. Mentre penetrava in profondità dentro la mia figa, io lo baciavo con passione sulla bocca. Mentre mi scopava nella figa, le dita delle sue mani massaggiavano il mio clitoride. Io infilai la mia lingua nella sua bocca. Le nostre lingue si intrecciarono più volte mentre lui affondava sempre più dentro di me. Ad ogni suo colpo io godevo come una pazza…fino ad esplodere in un orgasmo meraviglioso durante il quale lo inondai del mio liquido di piacere. Lui continuò a spingere ancora per qualche secondo, poi venne anche lui e il suo sperma mi riempì la figa. Ci rivestimmo e uscimmo dalla torre. Il cielo era sereno. Aveva smesso di piovere. Appena usciti dalla porticina, vedemmo un uomo, con indosso la divisa da custode, che camminava in direzione della torre. Ci salutò e ci indicò una stradina che portava al lungomare. Evidentemente, ci aveva scambiati per una coppia di turisti, capitata lì per caso. Lo ringraziammo per averci dato quell'indicazione e lo salutammo. E, mentre il guardiano, ignaro di tutto, faceva rientro alla torre, io e Gianfranco, mano nella mano, ci dirigemmo verso la nostra casetta.
“ora che si fa ?”, io non risposi mi avvicinai e gli diedi un bacio dapprima romantico poi sempre piu’ appassionato, lui capi’ subito le mie intenzioni e naturalmente non si tirò indietro. Iniziai a spogliarmi lentamente, lui fece altrettanto e poco dopo eravamo completamente nudi. Anche se faceva freddo, noi non lo sentivamo, ci scaldava la passione. I suoi baci appassionati scesero piano pano sempre piu’ giu’, lui mi baciava il collo, le spalle, i seni e succhiava con ardore i miei capezzoli turgidi. Io divaricai le mi gambe e lo aspettavo. La sua bocca mi baciava il pube ed io sempre piu’ eccitata non vedevo l’ora di sentire la sua bocca ancora piu’ giu’, ed ecco, finalmente, sentii la sua lingua sul mio clitoride. Lui lo leccò dolcemente alternando leccate e succhiate che mi facevano sentire brividi di piacere in tutto il corpo. La mia figa era gonfia e bagnata, desiderosa di godere. Era tutto cosi eccitante, la torre, la pioggia, noi nudi, la possibilità che qualcuno potesse arrivare da un momento all’altro..tutto questo non faceva che amplificare la nostra eccitazione. Il mio primo orgasmo coincise con un rumoroso tuono e le mie secrezioni vaginali bagnarono le sue labbra. Lui si alzo’ e mi baciò sulla bocca. Potevo sentire il sapore della mia figa sulla mie labbra. Mi inginocchiai e in un unico gesto infilai tutto il suo membro nella mia bocca per tirarlo subito fuori con un succhiotto finale sulla cappella. Lui godette molto e vidi che il suo pene era diventato turgido. Io tenni fermo il suo pene con la mia mano destra, mentre con le labbra lo percorrevo tutto sù e giu’ come se con la bocca gli stessi facendo una sega. Alternavo bocca e mano e lo sentivo diventare sempre piu’ duro, poi ripresi il mio pompino, succhiando la cappella e poi spingendolo giu’ fino in gola. A quel punto lui, lo tolse dalla mia bocca e mi spinse contro il muro. Mi prese in braccio. Io lo abbracciai e intrecciai le mie gambe dietro la sua schiena. Lui appoggio’ la sua cappella gonfia sulla mia figa. La mia figa era talmente bagnata che il suo membro scivolo’ dentro con molta facilità. In pochi secondi, lo affondò tutto dentro di me. Mi sbatteva con foga, con ardore, e io provavo brividi di piacere ad ogni colpo. Mentre penetrava in profondità dentro la mia figa, io lo baciavo con passione sulla bocca. Mentre mi scopava nella figa, le dita delle sue mani massaggiavano il mio clitoride. Io infilai la mia lingua nella sua bocca. Le nostre lingue si intrecciarono più volte mentre lui affondava sempre più dentro di me. Ad ogni suo colpo io godevo come una pazza…fino ad esplodere in un orgasmo meraviglioso durante il quale lo inondai del mio liquido di piacere. Lui continuò a spingere ancora per qualche secondo, poi venne anche lui e il suo sperma mi riempì la figa. Ci rivestimmo e uscimmo dalla torre. Il cielo era sereno. Aveva smesso di piovere. Appena usciti dalla porticina, vedemmo un uomo, con indosso la divisa da custode, che camminava in direzione della torre. Ci salutò e ci indicò una stradina che portava al lungomare. Evidentemente, ci aveva scambiati per una coppia di turisti, capitata lì per caso. Lo ringraziammo per averci dato quell'indicazione e lo salutammo. E, mentre il guardiano, ignaro di tutto, faceva rientro alla torre, io e Gianfranco, mano nella mano, ci dirigemmo verso la nostra casetta.
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