I mariti e le due signore.

di
genere
etero

Quella sera avevo cucinato io. Spaghetti aglio, olio e peperoncino, fatti alla mia maniera, facendo prima scaldare l’olio con il sale, per insaporirlo, poi soffriggendo un pochino l’aglio intero, tirandolo presto fuori dalla padella per sostituirlo con una abbondante spolverata di peperoncino fresco, con buccia e semi, fatto marinare con poco altro olio ed aglio tagliato finissimo, o schiacciato, se avessimo avuto lo spremi aglio. Pasta scolata un attimo prima di sentirla al dente e terminata di cottura nella grande padella del soffritto, fatta saltare un minuto, massimo due e servita bollente con una spolverata di prezzemolo fresco.
Quanto vino si può bere mentre si mangia una porzione di questa pasta è facile immaginarlo e quella sera, appunto, la prima bottiglia di Ibericos finì assieme agli spaghetti.
Serviva stapparne un’altra, per accompagnare gli abbondanti piatti nei quali era stato accomodato un ottimo Pata Negra, del più semplice jamon serrano, un chorizo quasi intero, con aglio e peperoncino, qualche fetta avanzata di lomo di maiale iberico.
A parte avevo portato una morcilla iberica, un altro insaccato che per il colore assomiglia ad una salsiccia di fegato e per la forma … ad un pene, cilindrico e con una estremità più gonfia. Joder lo chiamavano al mercato. Cazzone, testualmente.
Mentre mangiavamo praticamente tutto, tranne la morcilla, Laura e Cristina non si fecero mancare la battuta.
“Ne hai portato uno solo tesoro, vuoi farmi litigare con Cristina…
“Perché dovremmo litigare, possiamo condividerlo, mi pare sia abbastanza per tutte e due… Almeno credo … Quanto ti ha abituata bene il tuo Alessandro?
“Non mi posso lamentare, anche tu del resto, con quello che mi racconti. Comunque l’idea mi piace, noi ce ne andiamo in salotto con questo coso, voi rimanete pure qui a giocare a carte.
Laura prese la morcilla in mano, con l’altra mano cinse le spalle di Cristina e se ne andarono. Noi invece rimanemmo lì, inebetiti.
“Che cazzo hai comprato Ale, come ti è saltato in mente, si saranno offese.
“Oddio, proprio offese non mi pare… Ci vogliono prendere per il culo, a me non sembrava niente di che sul banco al mercato, saranno loro che ci hanno voluto vedere qualcosa di particolare. Comunque le vado a chiamare.
In salotto, si erano belle che accomodate, stavano sedute quasi accovacciate. Il prendisole di Laura era completamente tirato su e le sue cosce erano tutte scoperte, Cristina aveva degli short di jeans che coprivano poco e niente e le fasciavano il suo gran bel culo. La morzilla era posata sul basso tavolo da fumo, non parevano particolarmente interessate.
“Brave, avete fatto arrabbiare il mio amico Luca. Crede che ce l’abbiate su con noi, anzi con me, dai venite fuori, sbrigatevi che intanto lo convinco a mischiare le carte. Ci facciamo due mani di ramino e andiamo a letto.
“Siiiiiiiii.” Gridarono entrambe, con intenzione. Che matte, forse avevano bevuto troppo.
Uscito fuori dico a Luca di preparare le carte, che le ragazze erano tranquille e che quindi non si doveva preoccupare.
Dopo aver liberato la tavola torno in cucina per prendere dal frigo una bottiglia di vodka ghiacciata e un cartone di succo d’arancia. Preparo 4 screwdriver e torno fuori. Erano tutti seduti attorno al tavolino.
Come al solito io avrei dovuto giocare con Cristina e Luca con Laura, i nostri amici infatti non potevano giocare assieme perché litigavano sempre e non era divertente. Quindi presi posto di fronte a Cristina, con Laura a destra e Luca a sinistra.
Laura e Cristina avevano portato con loro la morcilla che ora troneggiava al centro del tavolo, come un trofeo. E’ vero sembrava un bel pisellone, grosso, scuro e succoso.
Luca non sembrava affatto contento, comunque iniziò a mischiare le carte ed a distribuirle, così cominciammo a giocare. Dopo un po’ attacca, con quel suo modo di fare maledettamente aggressivo, da uno che vuole per forza prendere tutto sul serio.
“Allora, lo togliete sto coso, io non mi azzardo neanche a toccarlo, mi dà fastidio.
“Cos’è che ti mette più a disagio Luca, le dimensioni o il colore?” Lo apostrofa Laura “non ne hai mai visto uno così? Nemmeno sotto la doccia immagino…
La provocazione era stata un po’ pesante e mia moglie si era andata a cercare una risposta fortemente piccata.
“Perché tu sì, invece, lo sanno tutti che sei abituata ai siluri neri … forse è il caso che lo diciamo anche ad Ale, mi sembra proprio il momento giusto, non è vero? Dai dicci quanto ti piacerebbe succhiarlo sto salsiccione del cazzo …
Laura e Cristina si erano probabilmente messe d’accordo ed avevano voglia di giocare con noi, anche la vodka, dopo il vino e tutto il resto, aveva fatto effetto e poi Luca era stato sfacciato, si meritava una lezione.
“Sono sicura anche io che le piacerebbe, anzi ne sono convinta, tanto quanto piacerebbe a me.
Cristina non aveva quasi finito la frase che aveva già tra le mani la morzilla e se la stava spingendo il bocca, dal lato grosso, chiaramente, arrivava a mala pena a metà e faceva una grande effetto. Grosso e scuro, era il mio unico pensiero. Mettitelo tutto in bocca, avrei voluto gridarle. Ce l’avevo di fronte, la vedevo bene, sentivo che le piaceva davvero. Mi ero eccitato.
Dopo pochi secondi lo passò a Laura, che non si fece pregare e continuò da dove aveva lasciato l’amica, arrivando ancora più giù, e chiudendo gli occhi, mugolando pure, torcendosi all’indietro, inarcando la schiena e mostrando tutta la curva dei seni, sotto il velo di cotone che li copriva, malamente lasciando emergere un gran bel paio di capezzoli succosi, quali erano i suoi. Probabilmente Luca stava arrapato quanto me.
D’improvviso tutto finì. Laura posò la morzilla su un piatto rimasto su sedia dietro di lei e tirò giù una carta, come se niente fosse successo.
Io scartai la mia con difficoltà, sbagliando scelta tra l’altro, tanto da essere rimbrottato da Cristina in malo modo.
Il ramino ricominciò e per qualche mano tutto andò liscio. Stavo anche vincendo. Ad un certo punto però mi accorgo che sotto il tavolo Laura e Cristina si stavano toccando le ginocchia, un tocco lieve dapprima, quasi uno sfioramento, poi più deciso. Tra una partita e l’altra, quando era senza carte, Laura le accarezzava la coscia con la mano destra, all’esterno dapprima, poi all’interno.
Alla partita successiva la palla passò a Cristina che aveva gioco più facile, il vestitino di mia moglie consentiva una profonda esplorazione tra le sue gambe e Cristina andò dentro decisa. L’assurdo era che i loro visi non tradivano alcuna emozione.
Ad un certo punto però Cristina iniziò a guardarmi, sapeva che io avevo visto i loro movimenti, loro volevano farsi scoprire, Luca non se ne era accorto solo perché era troppo intento a pensare alle carte ma, in effetti, adesso che le mani di tutte e due erano sotto al tavolo, la tresca era assolutamente visibile.
“Hai fatto un cocktail troppo freddo Ale, o sarò io che l’ho bevuto troppo in fretta, devo andare in bagno, torno subito. Disse Luca.
Io colgo la palla al balzo, voglio proprio vedere dove arrivato queste due.
“Approfitto per dare un’occhiata ai bambini e prendere qualche stuzzichino.
Così mi alzo anche io, entro dentro casa, attraverso il corridoio e in pochi istanti torno in cucina, mi muovo rumorosamente, tanto per far pensare là fuori che sono impegnato a fare qualcosa e che non sto badando a loro. Effettivamente preparo altri 4 cocktail con vodka e aranciata, ma non mi lascio sfuggire la scena che le mogliettine stanno offrendo. Dalla finestra, anche se un po’ laterale, posso vedere tutto. E non posso credere che loro non lo sappiano.
Con le mani tra le rispettive cosce si stanno baciando appassionatamente, Laura fatica un poco a farsi sentire mentre Cristina ha gioco facile, è riuscita ad arrivare alle mutandine, le ha spostate e, non lo posso vedere, ma sono sicuro che abbia infilato almeno un dito nella fica di mia moglie.
Mi accorgo che Luca sta tornando, penso un attimo a cosa fare ma realizzo che la scena per lui sarebbe veramente troppo intensa, così prendo i 4 bicchieri ed esco fuori, annunciandomi in maniera chiassosa.
Varcata la soglia prendo posto al tavolo e mi trovo di nuovo seduto davanti a Cristina che inizia a guardarmi intensamente negli occhi e poi si mette in bocca il dito medio e l’indice della mano destra,  leccandoli e succhiandoli come nella la pubblicità dei Fonzies.
Più tardi scoperò mia moglie, penso, arriverà a letto tutta eccitata e pure io non sarò da meno.
Anche Luca si siede e Cristina inizia a dare le carte. Solo allora mi accorgo che ognuno di noi, dinanzi a sé ha una decina di carte dal dorso blu, mentre quelle che vengono distribuite hanno il dorso rosso. Ne arrivano cinque a testa, Cristina ne poggia due in centro ed invita noi a mettere il cip.
“Giochiamo a poker tesorucci.” Cinguetta Laura, molto divertita.
“Digliela tutta cara, giochiamo a strip poker ragazzi, il vostro sogno di adolescenti diventa realtà, al tavolo con due donne pronte a tutto che vi invitano a giocare a carte, promettendo di spogliarsi se dovessero perdere.
Quel … Pronte a tutto … mi ha acceso qualcosa nella testa, e tra le gambe.
“Che regole ci sono?” dico io.
“Molto semplici” spiega Cristina “Abbiamo dieci fiches ciascuno, chi le termina e ne vuole altre può acquistarle dal banco in cambio di un indumento. Ogni indumento vale 5 fiches, oppure può chiederne ad un giocatore che stabilirà una penitenza.
“Va bene, io gioco, chiaramente ci si può ritirare quando si vuole…” Dico io.
“Certo” fanno all’unisono Laura e Cristina.
“Non vi preoccupate è solo un gioco” chiosa mia moglie.
Luca invece è rimasto muto, i suoi occhi girano incessantemente dalle carte blu davanti a sé, al viso di sua moglie, al mio. Sembra molto scettico, ma non si vuol tirare indietro, ci mancherebbe. Prende in mano le carte rosse, quelle del gioco, le guarda attentamente.
“Ecco la mia puntata. Apro di due.
Sarà la sua mano fortunata.
Io lo seguo e dopo di me anche Laura e Cristina. Cambiano tutti le carte e poi Luca punta addirittura 3 fiches. Io passo, Laura passa, Cristina vede. E perde, un tris di 8 contro un full di donne.
“Cominciamo bene. Stasera vi tolgo tutto, nel vero senso del termine”. Ride beato Luca.
La mano successiva dà lui le carte, Cristina “vende” subito il primo indumento, le flik flak rosa e viene premiata perché vince la mano, sempre contro Luca che praticamente dimezza il gruzzolo appena accumulato.
Anche io e Laura ci vendiamo le scarpette e continuiamo a giocare. Una mano per me, finalmente, poi una per Laura, poi un’altra per me. Luca dilapida tutte le fiches, vende le scarpe e la tshirt e continua a giocare. Anche io per questa mano vendo la tshirt e perdo con una scala contro un altro full di Cristina. Le ragazze hanno denudato solo i piedi mentre noi siamo rimasti in pantaloncini.
Cazzo … mi rendo conto solo adesso di non avere gli slip. Sta mania di sentirmi comodo, libero, con il pisello a penzoloni … manco fossi un superdotato.
Luca perde anche i bermuda beige che indossa tutte le sere e rimane in slip, di cotone bianco, aderenti, con il pacco in bella mostra. Si rimette seduto, gioca ancora. Vinco io, per fortuna. Un paio di mani, tris d’assi e bluff con due soli kappa.
Sto tranquillo adesso, Cristina invece ha perso quasi tutto e Luca ha bisogno di carte. Non vuole rimanere in adamitico però e quindi mi chiede 5 fiches per una penitenza.
“Va bene, amico mio. Voglio anche trattarti bene, ricordatene poi. Per 5 carte devi prendere il salsiccione in mano e fare quello che le ragazze hanno fatto prima, con la bocca.
L’espressione di Luca, un misto di odio e rassegnazione è veramente troppo truce per lo spirito goliardico che dovrebbe animare la serata. Un po’ mi pento della penitenza che ho scelto ma, del resto, secondo me non gli era andata male.
“Dai non fare così, poteva andarti peggio e poi guarda che se ti riprendi magari la penitenza la fai fare anche tu a qualcuno.
Luca allora si decide, si fa passare la morzilla da Laura, la prende in mano, la soppesa, la valuta attentamente, ci guarda, poi se la infila in bocca, senza convenevoli, la muove su e giù un paio di volte, poi le dà un grosso morso, staccandole il glande, in sostanza…
“Così la smettiamo co sto coso schifoso.
Ridiamo tutti di gusto, alla fine anche lui si scioglie e si abbandona ad una grassa risata.
Io preparo 4 bicchieri grandi e ci verso due dita ciascuno di Cardinal Mendoza, una manna, un calore invasivo e persistente. Ci sta tutto a questo punto.
La partita prosegue, io ho molte fiches e posso amministrare le risorse, cerco anche di salvaguardare Laura che comunque se la cava benissimo da sola.
Luca si ritira un po’ su, mentre Cristina sta perdendo di brutto. Senza scomporsi, arrivato il momento, si toglie la canottiera lasciando liberi i due bei seni, tondi e pieni, con quei due capezzoli appuntiti che già facevano capolino sotto il tessuto di cotone. Poco dopo deve cedere anche gli shorts e rimane anche lei con gli slip, come il marito.
E’ bella, non c’è che dire. Riflettendo un attimo non è che sia molto diverso dal vederla in spiaggia, in bikini, però pensare che sotto l’ultimo velo dello slip brasiliano la sua fica stia certamente bramando un bel cazzo che la riempia, mi fa arrapare. I suoi seni mi fanno arrapare, il suo sedere pure.
Mi piacerebbe scoparla, ora, qui, su questo tavolo, davanti a mia moglie ed a suo marito, piazzarle il mio arnese tra le gambe e stantuffarla fino a farla venire, a farla gridare, a farla godere, per poi inondarla del mio sperma.
Già, perché a questo punto è chiaro che il gioco ha provocato una eccitazione generale e tutti e quattro cominciamo a pensare seriamente a concludere la serata in qualche letto.
Ancora una mano, Cristina con ha un full di nove ed è veramente sfortunata a trovare il mio colore di fiori. E’ costretta ad una penitenza. La chiede a me, che sono quello più fornito di fiches,  ma Laura si avvicina per suggerirmi qualcosa all’orecchio. Le do retta.
“Per 5 carte dovrai baciare Luca con la lingua, qui in piedi, per un minuto”. Brava Laura, bella trovata.
Luca non è d’accordo ed allora Laura offre 5 carte anche a lui che a questo punto accetta.
Si alzano, io prendo il tempo, ed iniziano a baciarsi.
“Io faccio partire il cronometro solo quando vedo le lingue”.
Ed allora non hanno scampo, si infilano la lingua in bocca ed iniziano a pomiciare, dopo venti secondi evidentemente cominciano a prenderci gusto perché si stringono, si avvinghiano, sono praticamente nudi davanti a noi, si strofinano, Luca ha una evidente erezione che Cristina deve sentire appieno sul suo addome. Io lascio andare il tempo, tanto mi pare che il concetto di penitenza sia superato ormai. Guardo Laura, anche io vorrei baciarla, lei capisce e si avvicina, noi ci baciamo da seduti, senza staccarci lei viene a stare sulle mie ginocchia, poi si sposta e mi cinge con le gambe. Loro invece si appoggiano al davanzale, Luca cerca di mettersi comodo e Cristina inizia anche a toccargli il pisello, gli mette le mani nello slip, poi riesce a levarsi il suo, mugola, ansima, alla fine rimangono tutti e due nudi e continuano a baciarsi. Sembriamo 4 ragazzini alla loro prima volta.
Laura si alza un attimo, giusto il tempo di togliersi il vestito sopra la testa, restare con il suo perizoma trasparente a fiorellini ed inginocchiarsi davanti alla mia sedia. Mi fa cenno di aiutarla a togliermi i pantaloncini ed io lo faccio, con negli occhi il culo di Cristina che ondeggia vogliosamente verso il pisello di Luca.
Laura mi prende il cazzo in bocca e comincia a leccarlo, prima, succhiarlo, poi, io ero pronto, eccitato, il mio cazzo era duro, già da un po’, da quando abbiamo iniziato a giocare probabilmente, vedo la sua testa andare su e giù intenta a prendersi cura delle mie parti basse, le mani strette sui miei fianchi, inizio a godere, guardo di là e noto Luca che guarda mia moglie da dietro, le guarda il culo, le guarda la bocca che succhia il mio cazzo, loro stanno ancora strusciandosi.
Luca allora le prende le gambe, le tira a se, Cristina sale a cavalcioni e, finalmente, si fa penetrare, io posso quasi avvertire il momento, guardando la sua schiena tendersi.
Iniziano a scopare. Io invece sto per venire, glielo dico, ma Laura non si ferma e si prende tutti i miei schizzi in bocca, continua a leccare e succhiare fino a quanto non ho finito, completamente, poi si siede a fianco a me, si prende il mio pisello, scarico adesso, nella mano sinistra e con la destra inizia a masturbarsi, sotto il perizoma.
Siamo seduti a fianco e ci godiamo lo spettacolo di Luca e Cristina che scopano davanti a noi, ancora qualche spinta, poi lei grida, forte, lui aumenta il ritmo e viene con qualche mugugno.
Anche Laura finisce subito dopo, si appoggia me con la testa sulla mia spalla, ha gli occhi chiusi ed il sorriso beato. E’ contenta.
Io sono abbastanza fuori di testa, tutto insieme mi calano la bottiglia di vino tinto, la vodka ed il brandy e chiudo gli occhi, un attimo dopo essermi accorto che gli altri due stanno rientrando a casa, nudi, ci passano accanto.
di
scritto il
2011-01-30
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