El niño del partido
di
Yaz
genere
trio
Ore 10:34.
Mancano 10 ore e 11 minuti a quello che sto aspettando. Capita due volte l’anno, ma una volta è sempre più speciale dell’altra. Sono quelle occasioni che non ti fai scappare facilmente e, nonostante abbia fatto serata la notte precedente, mi sono svegliato presto. Non faccio che pensare a lei.
Ore 00:56, la notte prima.
Che gran confusione le feste universitarie. Per fortuna che è iniziato l’anno, e dunque come party d’avvio per la “stagione” scolastica non potevano che pescare dal mazzo uno dei locali più grandi del posto. C’è di tutto, dalle matricole iscritte la mattina stessa agli eterni fuori corso/studenti delle magistrali, con le loro barbe da hipster e i vestiti in perfetto abbinamento con la loro barba. E poi le tipe; quante tipe, troppe tipe! Anche qui, gnocche galattiche che tuttavia mascherano la realtà con strati di trucco, ah, quelle son le peggiori. Ma tanto sanno tutti che dopo un paio di drink va bene qualsiasi cosa, non ci sono più regole. Io sono in giro con qualche amico, ma in base a come va la serata il programma può cambiare. Ed eccolo, il cambio di programma; dalla ressa del locale fuoriescono due ragazze, e si avvicinano al bancone dove io sono appollaiato, mentre sorseggio il classico mojito preparto in 14 secondi. La prima la riconosco, è Ambra, una del mio corso, che ha appena effettuato il cambio di facoltà, e quindi al secondo anno eccola qui. Romana, un po’ “ciaciona” come direbbero loro ma con il suo fascino. Ho un rapporto amichevole con lei, direi che siamo amici ma niente di più, ed è palese che qualche volta la mia mente si sia spinta un po’ in la’. E’ accompagnata da quest’altra ragazza, leggermente più bassa ma decisamente con un fisico niente male “Ciaaooo!!! Ma…anche tu qui?” Un po’ alticcia direi, annuisco e aggiungo “Eh beh, non ho gemelli quindi direi di sì, anche io qui” le battutine del cazzo proprio non riesco a tenermele dentro “Comunqueeee lei è Marzia, amica mia di Roma, si è iscritta al primo anno in Uni da nooooi” noto in un secondo momento, ma solo perché non ci faccio caso, che i loro bicchieri sono praticamente ghiaccio sciolto. Insomma me la presenta, si parla del più e del meno, con qualche deviazione dovuta dall’alcool. Non ho particolari pensieri per la testa, e di sicuro non sto pensando al sesso, per una volta. Argomento che invece doveva andare per la maggiore nelle due romane, specie Ambra, che continuava a raccontare di me alla sua amica. Passo indietro; non mi ritengo un brutto ragazzo, ho fatto il mio sport per cui evidentemente, tra vari sondaggi silenziosi tra donne, posso essere ritenuto eleggibile per placare eventuali e spiacevoli pruriti vaginali. “Dai….e dai vieni da me, ho lei come ospite e vogliamo divertirci…” mi sussurrava all’orecchio, ma io sentivo più la puzza del rum che altro “No guarda, la libidine sarebbe per il sì, ma vi vedo troppo ubriache e poi è scattato il giro di ricognizione del locale alla ricerca de los amigos (quasi cit. d’obbligo)” Ma prima ancora che potessi andarmene vengo trattenuto da Marzia “Domani sei obbligatoooo peròòò…” Sorrido, le saluto e vado a casa. Se vabbè bello scherzo dai.
Ore 10:59.
Non scherzavano mica per niente. Mi arriva un messaggio vocale da Ambra “Ti aspettiamo dalle 19:30 in poi, altrimenti veniamo a prenderti sotto casa”. Pure le minacce adesso. Ma pensa te queste. Il problema è che devo scegliere; o lei o loro. Sono combattuto, mi mangio le mani, erano mesi che aspettavo questo momento. Vabbè ma quando mi ricapita dai. Sono sdraiato sul letto, disteso, a pensare….pensare…pensare….
Ore 21:14.
Sono sempre disteso sul letto, ma non è il mio, e soprattutto non sono solo. Puntualissimo alle 19:30 mi sono presentato, e dopo un aperello veloce nei dintorni di casa di Ambra siamo tornati a casa, anche perché le donzelle erano impazienti di cenare con ben altre portate a base di carne. Quindi eccomi lì, disteso e fermo mentre le due romane sono chine sul mio inguine intente a sbocchinarmi a fasi alternate. Io purtroppo non sono in forma eccezionale, per cui avverto “Ambra….se continui così guarda che…” lei si volta, mi sorride, mi rotea la lingua sul glande e io esplodo. Getto la testa nel cuscino mentre stringo gli occhi e godo. Non so neanche dove schizzo, ma appena riapro gli occhi e alzo quanto basta la testa, vedo che sono in corso le pulizie di primavera, e mentre Ambra pare aver assorbito la maggior parte del liquido seminale, che sia mai, si premunisce di rimuovere dal mio organo, Marzia si occupa di leccare tutto il resto, finito qui e là sulla mia pancia, guardandomi ad ogni leccata. Io ho brividi intervallati di 2-3 millisecondi, e ovviamente non ci sto capendo na mazza. “Guarda signorino che ora tocca a te eh, cosa credi” Giustamente. Dunque, lasciati scorrere quei momenti di ripresi, è il turno di rendere il favore. Alterno le due passere con curiosità, essendo chiaramente diverse una dall’altra, e balzare da una per andare dall’altra è uno sport che non avevo preso in considerazione. Quella di Marzia più stretta e rasata, mentre quella di Ambra più carnosa, con un accenno di pelo e decisamente più bagnata. Insomma archiviata anche la pratica orale, passo da Ambra che decisamente è quella più vogliosa; mi monta sopra, si impala ed inizia a cavalcarmi come ad un Rodeo americano (a proposito di America, cliccate sul profilo e leggetevi “In trasferta”!) mentre l’altra si incarica di prima di baciare l’amica, aumentando l’eccitazione (e quando mai due donne che si baciano non eccitano un maschietto?) e poi si china su di me per darmene un po’, decidendo tutto d’un tratto di sedersi con la sua fighetta sulla mia faccia “Minchia va che soffoco”. Morto per troppa figa, già vedo i titoli dei giornali. Quella sera sono un gigantesco dildo di carne con bocca per loro, che schiavismo. Sento Ambra godere e venire dopo incessanti movimenti, e, spostata Marzia dalla mia faccia, mi sbrana un orecchio per poi cercare la mia lingua e bofonchiare “Vedi che hai fattobbene a venì…” ansimando, ovviamente. Stavolta, non dico niente, ma solo perché ho perso la capacità di parlare. L’amica, a questo punto, decide di farmi cambiare posizione e di farsi prendere da dietro. Ambra si distende a gambe aperte, così che mentre io mi scopo l’amica lei si possa far leccare la patonza dalla suddetta. Non lo dirò mai, ma questa fessura di Marzia è molto più accogliente e piacevole di quella provata in precedenza, e questa volta l’infoiato sono io, che non mi nego le classiche pacche sul culo con annessa stretta poderosa quando avverto l’orgasmo che bussa alla porta. Mi chino leggermente sulla schiena di Marzia e affondo il colpo finale, i gemiti si mischiano, ma poi seguono istanti di affanni e lungo silenzio, per metabolizzare il piacere che va dissolvendosi. Ambra se la ride “Eh…dovremmo farlo ogni domenica….”
Come? Domenica? Cazzo! Guardo l’ora, 22:33, dai che c’è ancora tempo! Mi fiondo nudo in salotto, lasciando le tipe interdette “Ma ndo vai?” Cerco rapidamente un telecomando, che trovo vicino alla TV, accendo, cerco il canale e……la trovo.
22:34.
11 metri, un dischetto, una palla e una porta. Un nerazzurro prende la rincorsa, calcia, e segna. “MAUROOOOOOOO ICARDIIIIIIII!! PER LUI E’ TRIPLETTA, L’INTER VINCE IL DERBY!!!!” Esplodo col telecronista e, come se scivolassi sull’erba, le ginocchia sul tappeto e le braccia tese in avanti. Urlo di gioia, ho colto l’attimo. Le ragazze, mezze nude, si fiondano in salotto sbalordite, poi guardano la tv, me, e capiscono “Sti maschi e il calcio…..” dicono in coro. Però non fanno a meno di ridere, perché io mi alzo, le rincorro e urlo “Tutti sotto la doccia! Per il terzo tempo!”
Mancano 10 ore e 11 minuti a quello che sto aspettando. Capita due volte l’anno, ma una volta è sempre più speciale dell’altra. Sono quelle occasioni che non ti fai scappare facilmente e, nonostante abbia fatto serata la notte precedente, mi sono svegliato presto. Non faccio che pensare a lei.
Ore 00:56, la notte prima.
Che gran confusione le feste universitarie. Per fortuna che è iniziato l’anno, e dunque come party d’avvio per la “stagione” scolastica non potevano che pescare dal mazzo uno dei locali più grandi del posto. C’è di tutto, dalle matricole iscritte la mattina stessa agli eterni fuori corso/studenti delle magistrali, con le loro barbe da hipster e i vestiti in perfetto abbinamento con la loro barba. E poi le tipe; quante tipe, troppe tipe! Anche qui, gnocche galattiche che tuttavia mascherano la realtà con strati di trucco, ah, quelle son le peggiori. Ma tanto sanno tutti che dopo un paio di drink va bene qualsiasi cosa, non ci sono più regole. Io sono in giro con qualche amico, ma in base a come va la serata il programma può cambiare. Ed eccolo, il cambio di programma; dalla ressa del locale fuoriescono due ragazze, e si avvicinano al bancone dove io sono appollaiato, mentre sorseggio il classico mojito preparto in 14 secondi. La prima la riconosco, è Ambra, una del mio corso, che ha appena effettuato il cambio di facoltà, e quindi al secondo anno eccola qui. Romana, un po’ “ciaciona” come direbbero loro ma con il suo fascino. Ho un rapporto amichevole con lei, direi che siamo amici ma niente di più, ed è palese che qualche volta la mia mente si sia spinta un po’ in la’. E’ accompagnata da quest’altra ragazza, leggermente più bassa ma decisamente con un fisico niente male “Ciaaooo!!! Ma…anche tu qui?” Un po’ alticcia direi, annuisco e aggiungo “Eh beh, non ho gemelli quindi direi di sì, anche io qui” le battutine del cazzo proprio non riesco a tenermele dentro “Comunqueeee lei è Marzia, amica mia di Roma, si è iscritta al primo anno in Uni da nooooi” noto in un secondo momento, ma solo perché non ci faccio caso, che i loro bicchieri sono praticamente ghiaccio sciolto. Insomma me la presenta, si parla del più e del meno, con qualche deviazione dovuta dall’alcool. Non ho particolari pensieri per la testa, e di sicuro non sto pensando al sesso, per una volta. Argomento che invece doveva andare per la maggiore nelle due romane, specie Ambra, che continuava a raccontare di me alla sua amica. Passo indietro; non mi ritengo un brutto ragazzo, ho fatto il mio sport per cui evidentemente, tra vari sondaggi silenziosi tra donne, posso essere ritenuto eleggibile per placare eventuali e spiacevoli pruriti vaginali. “Dai….e dai vieni da me, ho lei come ospite e vogliamo divertirci…” mi sussurrava all’orecchio, ma io sentivo più la puzza del rum che altro “No guarda, la libidine sarebbe per il sì, ma vi vedo troppo ubriache e poi è scattato il giro di ricognizione del locale alla ricerca de los amigos (quasi cit. d’obbligo)” Ma prima ancora che potessi andarmene vengo trattenuto da Marzia “Domani sei obbligatoooo peròòò…” Sorrido, le saluto e vado a casa. Se vabbè bello scherzo dai.
Ore 10:59.
Non scherzavano mica per niente. Mi arriva un messaggio vocale da Ambra “Ti aspettiamo dalle 19:30 in poi, altrimenti veniamo a prenderti sotto casa”. Pure le minacce adesso. Ma pensa te queste. Il problema è che devo scegliere; o lei o loro. Sono combattuto, mi mangio le mani, erano mesi che aspettavo questo momento. Vabbè ma quando mi ricapita dai. Sono sdraiato sul letto, disteso, a pensare….pensare…pensare….
Ore 21:14.
Sono sempre disteso sul letto, ma non è il mio, e soprattutto non sono solo. Puntualissimo alle 19:30 mi sono presentato, e dopo un aperello veloce nei dintorni di casa di Ambra siamo tornati a casa, anche perché le donzelle erano impazienti di cenare con ben altre portate a base di carne. Quindi eccomi lì, disteso e fermo mentre le due romane sono chine sul mio inguine intente a sbocchinarmi a fasi alternate. Io purtroppo non sono in forma eccezionale, per cui avverto “Ambra….se continui così guarda che…” lei si volta, mi sorride, mi rotea la lingua sul glande e io esplodo. Getto la testa nel cuscino mentre stringo gli occhi e godo. Non so neanche dove schizzo, ma appena riapro gli occhi e alzo quanto basta la testa, vedo che sono in corso le pulizie di primavera, e mentre Ambra pare aver assorbito la maggior parte del liquido seminale, che sia mai, si premunisce di rimuovere dal mio organo, Marzia si occupa di leccare tutto il resto, finito qui e là sulla mia pancia, guardandomi ad ogni leccata. Io ho brividi intervallati di 2-3 millisecondi, e ovviamente non ci sto capendo na mazza. “Guarda signorino che ora tocca a te eh, cosa credi” Giustamente. Dunque, lasciati scorrere quei momenti di ripresi, è il turno di rendere il favore. Alterno le due passere con curiosità, essendo chiaramente diverse una dall’altra, e balzare da una per andare dall’altra è uno sport che non avevo preso in considerazione. Quella di Marzia più stretta e rasata, mentre quella di Ambra più carnosa, con un accenno di pelo e decisamente più bagnata. Insomma archiviata anche la pratica orale, passo da Ambra che decisamente è quella più vogliosa; mi monta sopra, si impala ed inizia a cavalcarmi come ad un Rodeo americano (a proposito di America, cliccate sul profilo e leggetevi “In trasferta”!) mentre l’altra si incarica di prima di baciare l’amica, aumentando l’eccitazione (e quando mai due donne che si baciano non eccitano un maschietto?) e poi si china su di me per darmene un po’, decidendo tutto d’un tratto di sedersi con la sua fighetta sulla mia faccia “Minchia va che soffoco”. Morto per troppa figa, già vedo i titoli dei giornali. Quella sera sono un gigantesco dildo di carne con bocca per loro, che schiavismo. Sento Ambra godere e venire dopo incessanti movimenti, e, spostata Marzia dalla mia faccia, mi sbrana un orecchio per poi cercare la mia lingua e bofonchiare “Vedi che hai fattobbene a venì…” ansimando, ovviamente. Stavolta, non dico niente, ma solo perché ho perso la capacità di parlare. L’amica, a questo punto, decide di farmi cambiare posizione e di farsi prendere da dietro. Ambra si distende a gambe aperte, così che mentre io mi scopo l’amica lei si possa far leccare la patonza dalla suddetta. Non lo dirò mai, ma questa fessura di Marzia è molto più accogliente e piacevole di quella provata in precedenza, e questa volta l’infoiato sono io, che non mi nego le classiche pacche sul culo con annessa stretta poderosa quando avverto l’orgasmo che bussa alla porta. Mi chino leggermente sulla schiena di Marzia e affondo il colpo finale, i gemiti si mischiano, ma poi seguono istanti di affanni e lungo silenzio, per metabolizzare il piacere che va dissolvendosi. Ambra se la ride “Eh…dovremmo farlo ogni domenica….”
Come? Domenica? Cazzo! Guardo l’ora, 22:33, dai che c’è ancora tempo! Mi fiondo nudo in salotto, lasciando le tipe interdette “Ma ndo vai?” Cerco rapidamente un telecomando, che trovo vicino alla TV, accendo, cerco il canale e……la trovo.
22:34.
11 metri, un dischetto, una palla e una porta. Un nerazzurro prende la rincorsa, calcia, e segna. “MAUROOOOOOOO ICARDIIIIIIII!! PER LUI E’ TRIPLETTA, L’INTER VINCE IL DERBY!!!!” Esplodo col telecronista e, come se scivolassi sull’erba, le ginocchia sul tappeto e le braccia tese in avanti. Urlo di gioia, ho colto l’attimo. Le ragazze, mezze nude, si fiondano in salotto sbalordite, poi guardano la tv, me, e capiscono “Sti maschi e il calcio…..” dicono in coro. Però non fanno a meno di ridere, perché io mi alzo, le rincorro e urlo “Tutti sotto la doccia! Per il terzo tempo!”
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