In trasferta (Il regalo)
di
Yaz
genere
comici
Metto piede nella hall dell'hotel e vengo accolto da A, B e C, che stavano sostando sui divanetti di fronte al bar (quello aperto 24/7) Li avevo avvisati per cui mi stavano aspettando. Brevemente racconto a C e soprattutto a B quello che ho combinato la sera prima; come da copione, prima non ci credono, poi, man mano che prendono consapevolezza di quel che ho fatto, scoppiano in fragorose risate, anche se B è più cauto; dopotutto c'era un testimone mentre si inchiappettava la Milf con tanto di frasi e urla sconce. Resterà negli a(n)nali. Interviene A, che ci spiega un po' la sua situazione con la receptionist (che si scopre conoscere a grandi linee Kelly) e che i suoi programmi per la giornata di domani sono leggermente diversi. Gli altri due invece sono super entusiasti di poter passare del tempo con altri umani di genere femminile, questa volta ben più giovani (e si spera anche più belli!). Finito di spiegare la situazione per la giornata, decidiamo di prenderci tempo per noi, girando e visitando la cittadina.
Domenica; come tre svizzeri doc arriviamo puntuali (anche qualche minuto prima) al luogo dell'appuntamento; siamo conciati manco fossimo appena scesi da uno yacht di Porto Cervo; io e C, oltre agli immancabili occhiali da sole (l'occhialata!) vestiamo con polo chiare e pantaloni corti; ai piedi, delle scarpe normali. Uso questo termine, "normali", perchè poi arriva B; l'occhiale c'è e va bene, poi inizia il dramma; camicia bianchissima sbottonata più o meno all'altezza del petto (per far vedere la peluria tattica, parole sue) pantaloni lunghi color crema e risvoltinati (sì, proprio così) alle caviglie e poi il tocco finale da fighetto insopportabile: la mocassa, AKA il mocassino! Ci manca solo il cartello con scritto "Italian stallion" e siamo a posto. Infatti glielo facciamo notare per tutto il tragitto "Si ma dai come ti sei vestito? Va che non devi rimorchiare le 2001!" ridiamo alle sue spalle "Ridete ridete, intanto non ero io quello che ieri sera strisciava come palla di lardo in Full Metal Jacket" Cambio subito espressione, ricordando l'infausto quanto comico evento. Fortunatamente le americane arrivano puntuali, anche loro non da meno; riconosco Kelly, che è vestita sulla falsariga del giorno prima, con la differenza che lo smalto alle unghie delle mani e dei piedi è di colore del tricolore italiano (giuro!). Le sue amiche, due more molto graziose, non sfigurano affatto, imitandola sia nell'abbigliamento (quindi shorts corti corti, sandali, chi camicette chi maglie estive che lasciano intuire come sotto NON ci sia reggiseno. Mi saluta con un bacio & abbraccio, e io apprezzo subito il buon profumo che emana; fa lei le dovute presentazioni; Grace e Patricia si appioppano a B e C, e possiamo finalmente andare.
Dopo un bel tour di posti sconosciuti e non, sicuramente suggestivi, le tipe ci propongono di andare a fare un giro nel nuovissimo centro commerciale che hanno aperto in città; l'apoteosi dell'"Everything is bigger in America"; una botta incredibile di negozi, boutique, ristoranti, capace di risucchiarti ore preziose della sua vita. Io non dico niente, ma appena ho un attimo di tregua, mollo Kelly e rivelo agli altri due "Raga non so se avete colto, ma oggi se non sborsate per un "present", stasera andiamo come il colore della tua camicia B; IN BIANCO." Amara verità; gli altri annuiscono, ma devono fare finta di niente. Varchiamo le soglie di questo mega centro commerciale e ci dividiamo per un po'; io con Kelly vado a giro per negozi, fino ad entrare in uno per costumi estivi. "Facciamo un salto ti va? Ne devo provare qualcuno...." Già maledico la sera in cui mi sono fatto dare il suo numero, ma lei, mentre si prova il trilionesimo costume nel camerino, mi chiama. "Dimmi come sto!" Il problema è che, appena apro la porta, la prima cosa che vedo sono quelle due pere che ho sempre sognato, lì scoperte davanti da me; lei è nuda, se non fosse che le parti intime sono coperte dal costume che effettivamente si è provata. Io, a rallentatore, con la mano destra mi tolgo gli occhiali; credo di avere la bocca semi aperta. Entro dentro e richiudo la porta. Lei non dice niente, semplicemente mi bacia, sento premere quelle tette clamorose contro di me, mentro sono schiacciato alla parete; lei lentamente scende, io intanto realizzo che siamo in un camerino di un centro commerciale e mi sta per fare un.......sì avete capito.
Si inginocchia, sorride alla vista del rigonfiamento dei miei pantaloni; lentamente sbottona tutto, si strofina contro il condottiero, ancora celato dalle mutande, io continuo ad alternare lo sguardo tra lei, le tette e la porta; sia mai venisse qualcuno! Finalmente estrae Excalibur, ed inizia ad "affilarlo" come si deve, aiutandosi con la mano. Lei non stacca gli occhi di dosso da me, se non per leccare ovunque, scendendo anche più giù. Io ho perso l'uso della parola, ma intanto continuo a guardare la porta.......poi a una certa, penso "Ma vaffanculo va, quando mi ricapita!" e inizio a guardare lei, eccitandomi ancora di più. Con la mano dietro la nuca la guido nei movimenti, e poco dopo vedo i draghi blu che volano in cielo. Biascico un "Sto per...." lei risponde con un "Mh...mh" e anzi, aumenta il processo. Io mi devo trattenere ma ho un orgasmo incredibile, nulla a che vedere con la bionda di due settimane prima. Lei non si stacca di un millimetro, fa scendere tutto quanto, sicura di non perdersi niente. Piano piano si rialza, si dirige verso lo specchio e si mette anche la parte rimanente del costume "....allora? Non mi hai detto come sto!" Io in quegli istanti potrei anche essere su Saturno e non accorgermene "Ehhh? Beniss...ehm braviss...bellissima!" E magari pure purissima e levissima! Riprendo fiato e memoria, mi sistemo, mi avvicino a lei e l'abbraccio, inalando quel buonissimo profumo "Quindi prendi questo?" le sussurro, baciandola sul collo. La sento sussultare ma poi con tono deciso "Questo e altri due! Ora esci, che me li devo provare!" Sconsolato (ma soddisfattissimo) esco, aspettando che provi i restanti costumi e che si rivesta. Ovviamente quella tripletta la devo pagare tutta io, ma pazienza, ne è valsa la pena no?
Sera. Dopo lo shopping selvaggio, abbiamo appuntamento per una cena tripla coppia (ma si dice così?) e allora via ad imputtanirci per apparire più desiderabili possibile. Ovviamente le donne su questo ci battono, e si presentano al ristorante concordato infighettate al massimo. Vi risparmio i dettagli della cena e tutto e facciamo un bel salto temporale in avanti: ognuno di noi riesce nell'intento di separarsi dagli altri, rimanendo da soli. Siamo a casa da lei, che convive con un'altra ragazza, in quel momento fuori. Mi dice di fare piano, sia mai che torni la coinquilina no? Io acconsento ma in realtà non me ne può fregare di meno; è tempo di vendicarsi. Andiamo in camera, e mentre iniziamo a baciarci avidamente, le faccio capire che la voglio spogliare completamente. Lei si oppone, ma stavolta uso la forza; in un attimo è nuda. Io mi tolgo la camicia che indosso e le scarpe, rimanendo solo coi pantaloni. Lei è distesa a gambe aperte davanti a me, e non ci penso troppo ad infilarmi tra esse. Si aspetta un bacio passionale, ma mentre mi avvicino sposto obiettivo e le inizio a baciare la guancia, seguendo i lineamenti della mascella; lei non protesta, si limita a sospirare. I miei sonori baci le raggiungono il collo, avanzando sul petto e tra i seni, non sfiorandoli intenzionalmente. Faccio un giro sotto e sopra il destro, poi sotto e sopra il sinistro; la sento eccitarsi ancora, so che vorrebbe dire qualcosa ma per non darmela vinta rimane in silenzio. Poi risalgo su per mordicchiare leggermente i capezzoli, proseguendo quella specie di tortura. Scendo giù, baciandole in verticale tutta la pancia ed arrivando all'ombelico; mi dedico ad esso leccandolo per qualche secondo, prima di riprende il mio cammino. Arrivo in prossimità del suo monte di venere e mi blocco; mi alzo e mi dedico al suo interno coscia destro. Sento un gemito, lo so che non aspettava altro di essere soddisfatta con una bella leccata, ma ancora non è tempo. Lo bacio delicatamente, arrivando nei pressi del ginocchio; proseguo poi a baciarle la rotula, lo stinco (nel frattempo tutto sorretto dalle mie braccia) ed infine mi dedico al piede, passando sul dorso e donando piccole attenzioni a ciascuna delle cinque dita; non sono un feticista o simili, sto solo aumentando la sua attesa, e dal suo respiro irregolare direi che siamo a buon punto. Cambio gamba e seguo lo stesso itinerario: interno coscia, ginocchio, stinco e piede. Finalmente (per lei) ritorno su, sfioro con la lingua il monte di venere e inizio la mia discesa; avverto il suo calore e mi ci butto a capofitto; come fare un tuffo in piscina! Lei si lascia sfuggire un urlo, mentre mi affonda le mani nei capelli. Non che fossi così abile, ma l'interminabile attesa ha fatto gran parte del lavoro, per questo non tarda a venire in un sentito orgasmo. Rimango a fare il "bagno" ancora un pò, prima di donarle un bacio ora sì passionale, facendole assaggiare il suo sapore. La scopata che segue sarà una delle migliori della mia vita.
Gongolante ora mi trovo disteso al suo fianco, abbracciato e felice del "regalo" che mi ha fatto quella sera. La ciliegina sulla torta ce la mette lei, adoperandosi rollando una canna. Solitamente non fumo neanche le sigarette normali, ma direi che viste le circostanze una eccezione è dovuta! Ci trasferiamo in Arizona?
Domenica; come tre svizzeri doc arriviamo puntuali (anche qualche minuto prima) al luogo dell'appuntamento; siamo conciati manco fossimo appena scesi da uno yacht di Porto Cervo; io e C, oltre agli immancabili occhiali da sole (l'occhialata!) vestiamo con polo chiare e pantaloni corti; ai piedi, delle scarpe normali. Uso questo termine, "normali", perchè poi arriva B; l'occhiale c'è e va bene, poi inizia il dramma; camicia bianchissima sbottonata più o meno all'altezza del petto (per far vedere la peluria tattica, parole sue) pantaloni lunghi color crema e risvoltinati (sì, proprio così) alle caviglie e poi il tocco finale da fighetto insopportabile: la mocassa, AKA il mocassino! Ci manca solo il cartello con scritto "Italian stallion" e siamo a posto. Infatti glielo facciamo notare per tutto il tragitto "Si ma dai come ti sei vestito? Va che non devi rimorchiare le 2001!" ridiamo alle sue spalle "Ridete ridete, intanto non ero io quello che ieri sera strisciava come palla di lardo in Full Metal Jacket" Cambio subito espressione, ricordando l'infausto quanto comico evento. Fortunatamente le americane arrivano puntuali, anche loro non da meno; riconosco Kelly, che è vestita sulla falsariga del giorno prima, con la differenza che lo smalto alle unghie delle mani e dei piedi è di colore del tricolore italiano (giuro!). Le sue amiche, due more molto graziose, non sfigurano affatto, imitandola sia nell'abbigliamento (quindi shorts corti corti, sandali, chi camicette chi maglie estive che lasciano intuire come sotto NON ci sia reggiseno. Mi saluta con un bacio & abbraccio, e io apprezzo subito il buon profumo che emana; fa lei le dovute presentazioni; Grace e Patricia si appioppano a B e C, e possiamo finalmente andare.
Dopo un bel tour di posti sconosciuti e non, sicuramente suggestivi, le tipe ci propongono di andare a fare un giro nel nuovissimo centro commerciale che hanno aperto in città; l'apoteosi dell'"Everything is bigger in America"; una botta incredibile di negozi, boutique, ristoranti, capace di risucchiarti ore preziose della sua vita. Io non dico niente, ma appena ho un attimo di tregua, mollo Kelly e rivelo agli altri due "Raga non so se avete colto, ma oggi se non sborsate per un "present", stasera andiamo come il colore della tua camicia B; IN BIANCO." Amara verità; gli altri annuiscono, ma devono fare finta di niente. Varchiamo le soglie di questo mega centro commerciale e ci dividiamo per un po'; io con Kelly vado a giro per negozi, fino ad entrare in uno per costumi estivi. "Facciamo un salto ti va? Ne devo provare qualcuno...." Già maledico la sera in cui mi sono fatto dare il suo numero, ma lei, mentre si prova il trilionesimo costume nel camerino, mi chiama. "Dimmi come sto!" Il problema è che, appena apro la porta, la prima cosa che vedo sono quelle due pere che ho sempre sognato, lì scoperte davanti da me; lei è nuda, se non fosse che le parti intime sono coperte dal costume che effettivamente si è provata. Io, a rallentatore, con la mano destra mi tolgo gli occhiali; credo di avere la bocca semi aperta. Entro dentro e richiudo la porta. Lei non dice niente, semplicemente mi bacia, sento premere quelle tette clamorose contro di me, mentro sono schiacciato alla parete; lei lentamente scende, io intanto realizzo che siamo in un camerino di un centro commerciale e mi sta per fare un.......sì avete capito.
Si inginocchia, sorride alla vista del rigonfiamento dei miei pantaloni; lentamente sbottona tutto, si strofina contro il condottiero, ancora celato dalle mutande, io continuo ad alternare lo sguardo tra lei, le tette e la porta; sia mai venisse qualcuno! Finalmente estrae Excalibur, ed inizia ad "affilarlo" come si deve, aiutandosi con la mano. Lei non stacca gli occhi di dosso da me, se non per leccare ovunque, scendendo anche più giù. Io ho perso l'uso della parola, ma intanto continuo a guardare la porta.......poi a una certa, penso "Ma vaffanculo va, quando mi ricapita!" e inizio a guardare lei, eccitandomi ancora di più. Con la mano dietro la nuca la guido nei movimenti, e poco dopo vedo i draghi blu che volano in cielo. Biascico un "Sto per...." lei risponde con un "Mh...mh" e anzi, aumenta il processo. Io mi devo trattenere ma ho un orgasmo incredibile, nulla a che vedere con la bionda di due settimane prima. Lei non si stacca di un millimetro, fa scendere tutto quanto, sicura di non perdersi niente. Piano piano si rialza, si dirige verso lo specchio e si mette anche la parte rimanente del costume "....allora? Non mi hai detto come sto!" Io in quegli istanti potrei anche essere su Saturno e non accorgermene "Ehhh? Beniss...ehm braviss...bellissima!" E magari pure purissima e levissima! Riprendo fiato e memoria, mi sistemo, mi avvicino a lei e l'abbraccio, inalando quel buonissimo profumo "Quindi prendi questo?" le sussurro, baciandola sul collo. La sento sussultare ma poi con tono deciso "Questo e altri due! Ora esci, che me li devo provare!" Sconsolato (ma soddisfattissimo) esco, aspettando che provi i restanti costumi e che si rivesta. Ovviamente quella tripletta la devo pagare tutta io, ma pazienza, ne è valsa la pena no?
Sera. Dopo lo shopping selvaggio, abbiamo appuntamento per una cena tripla coppia (ma si dice così?) e allora via ad imputtanirci per apparire più desiderabili possibile. Ovviamente le donne su questo ci battono, e si presentano al ristorante concordato infighettate al massimo. Vi risparmio i dettagli della cena e tutto e facciamo un bel salto temporale in avanti: ognuno di noi riesce nell'intento di separarsi dagli altri, rimanendo da soli. Siamo a casa da lei, che convive con un'altra ragazza, in quel momento fuori. Mi dice di fare piano, sia mai che torni la coinquilina no? Io acconsento ma in realtà non me ne può fregare di meno; è tempo di vendicarsi. Andiamo in camera, e mentre iniziamo a baciarci avidamente, le faccio capire che la voglio spogliare completamente. Lei si oppone, ma stavolta uso la forza; in un attimo è nuda. Io mi tolgo la camicia che indosso e le scarpe, rimanendo solo coi pantaloni. Lei è distesa a gambe aperte davanti a me, e non ci penso troppo ad infilarmi tra esse. Si aspetta un bacio passionale, ma mentre mi avvicino sposto obiettivo e le inizio a baciare la guancia, seguendo i lineamenti della mascella; lei non protesta, si limita a sospirare. I miei sonori baci le raggiungono il collo, avanzando sul petto e tra i seni, non sfiorandoli intenzionalmente. Faccio un giro sotto e sopra il destro, poi sotto e sopra il sinistro; la sento eccitarsi ancora, so che vorrebbe dire qualcosa ma per non darmela vinta rimane in silenzio. Poi risalgo su per mordicchiare leggermente i capezzoli, proseguendo quella specie di tortura. Scendo giù, baciandole in verticale tutta la pancia ed arrivando all'ombelico; mi dedico ad esso leccandolo per qualche secondo, prima di riprende il mio cammino. Arrivo in prossimità del suo monte di venere e mi blocco; mi alzo e mi dedico al suo interno coscia destro. Sento un gemito, lo so che non aspettava altro di essere soddisfatta con una bella leccata, ma ancora non è tempo. Lo bacio delicatamente, arrivando nei pressi del ginocchio; proseguo poi a baciarle la rotula, lo stinco (nel frattempo tutto sorretto dalle mie braccia) ed infine mi dedico al piede, passando sul dorso e donando piccole attenzioni a ciascuna delle cinque dita; non sono un feticista o simili, sto solo aumentando la sua attesa, e dal suo respiro irregolare direi che siamo a buon punto. Cambio gamba e seguo lo stesso itinerario: interno coscia, ginocchio, stinco e piede. Finalmente (per lei) ritorno su, sfioro con la lingua il monte di venere e inizio la mia discesa; avverto il suo calore e mi ci butto a capofitto; come fare un tuffo in piscina! Lei si lascia sfuggire un urlo, mentre mi affonda le mani nei capelli. Non che fossi così abile, ma l'interminabile attesa ha fatto gran parte del lavoro, per questo non tarda a venire in un sentito orgasmo. Rimango a fare il "bagno" ancora un pò, prima di donarle un bacio ora sì passionale, facendole assaggiare il suo sapore. La scopata che segue sarà una delle migliori della mia vita.
Gongolante ora mi trovo disteso al suo fianco, abbracciato e felice del "regalo" che mi ha fatto quella sera. La ciliegina sulla torta ce la mette lei, adoperandosi rollando una canna. Solitamente non fumo neanche le sigarette normali, ma direi che viste le circostanze una eccezione è dovuta! Ci trasferiamo in Arizona?
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