Incontro della vita 4

di
genere
gay

Di scatto si staccò dalla mia bocca pur tenendomi sempre stretto a sé. " Scusa, ho bagnato i tuoi abiti. Mi dispiace non ho resistito." Iniziò così a togliere la mia t-shirt e subito dopo si abbassò per sfilarmi i pantaloncini. Ero inebetito, non riuscivo a muovere un muscolo, lo lasciavo fare e basta. Mentre lui era inginocchiato a togliermi i pantaloncini osservavo il muro bianco davanti ed iniziai a pensare "non posso continuare ad essere completamente preda della sua volontà, devo reagire, se dovrà accadere sarò anche io a deciderlo". Mi allontanati un passo da lui e tirai di nuovo su i pantaloncini. Lo osservai, notando uno sguardo interrogativo ed allo stesso tempo contrariato. "Ci hai ripensato?" Era furioso ma tratteneva la rabbia, evidentemente non era abituato al rifiuto. Sorrisi e risposi con calma :" non sono pronto ancora ad andare fino in fondo. Tu mi piaci moltissimo, tuttavia se avverrà sara una decisione congiunta." "Bene!" Rispose lui, acido e sarcastico. Quindi continuò:" chi ti ha detto che avrai una seconda occasione con me?" In quel momento leggevo nei suoi bellissimi occhi perfidia e rancore verso il mio gesto e le frasi che avevo proferito. Si girò incamminandosi verso il bagno. Mi sentii umiliato, indossai la t-shirt ed uscii dalla casa.
Avevo quasi raggiunto l'uscita del parco quando mi sentii chiamare, mi girai e vidi lui a passo frettoloso raggiungermi. Aveva gli occhi come due fessure e lo sguardo teso." Ti prego rientriamo. Perdonami. Voglio solo conoscerti. Non sei il solo ad essere affascinato. Facciamo a modo tuo. Dammi un altra possibilità." Lo guardai con disprezzo, avevo ancora in me il sapore della umiliazione. Ero sul punto di mandarlo a fare in culo. Non dissi alcunché, lo seguii e basta. Non riuscivo a guardarlo negli occhi. Così rientrammo. Mi avvicinai alla finestra ed iniziai a guardare fuori, pensavo ad un modo per fargliela pagare. Dentro di me ripetevo:" Nello sei il solito bastardo". Quando mi girai era seduto sul divano ad osservarmi. Così mi avvicinai, alzai il suo viso con la mano affinché mi guardasse, ed iniziai a spogliarmi, prima la t-shirt, le scarpe, quindi i pantaloncini, gli slip bianchi. Ero nudo davanti al suo sguardo allibito ed estasiato ad ammirare (suppongo) il mio corpo senza alcuna ombra di smagliature, tonico con una muscolatura pronta a raccogliere una taglia 44, la pelle chiara e depilata, il sesso in vista e pronto. Fu per qualche minuto ad osservare minuziosamente il mio corpo. Gli piacevo. Era eccitato, tra le cosce aveva un rigonfiamento vistoso. Alzò gli occhi lucidi verso me e disse:" che significa?". Non gli risposi, mi avvicinai al suo viso restando in piedi, affondai le mie mani in quei splendidi capelli biondi e gli avvicinai il viso per avere la possibilità di accarezzarlo con il mio cazzo duro. Strofinavo il mio sesso con delicatezza sul suo viso. Lui non reagiva, mi lasciava fare. Quando aprii gli occhi per guardarlo aveva gli occhi chiusi e si lasciava accarezzare, i bottoni dei suoi jeans aperti e la cappella dura del cazzo che usciva dalle mutande. Il suo viso era rigato di sudore. Aveva capito tutto. Ero uno stronzo. Più mi avrebbe fatto innamorare e più avrebbe sofferto. Mi inginocchiai, iniziai a leccare il sudore del viso, prima le guance e poi gli occhi. Gli aprii la camicia per accarezzare quei muscoli meravigliosi, lo feci distendere sul divano supino e ricominciai a massaggiare il suo corpo con la mia lingua fino a scendere sul basso ventre. Appoggiai il mio viso sul suo addome rivolgendo la bocca verso il cazzo, ed iniziai a giocare con la lingua sulla sua cappella. Lo sentivo gemere di piacere. Spesso abbandonavo il gioco per girarmi ad osservare la sua espressione, lui apriva gli occhi e ricambiava lo sguardo. Gli sorridevo con una punta di cattiveria nello sguardo e ricominciavo a leccargli il cazzo finché non mi decisi a prenderlo in bocca per spompinarlo.
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scritto il
2017-10-25
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