Il pianoforte e il letto a baldacchino PARTE 2
di
Blue93
genere
pissing
...Lei resta a fissarmi incredula, le ridono gli occhi come sempre nell'ultimo periodo. Non riesco a capire il perchè. La sua espressione è seria, quasi brutale, ma gli occhi luccicano di una luce strana.
Incrocia appena le gambe e dice quello che è più scontato: "Ma a me scappa ancora".
Io sorrido appena.
"Vieni con me e stai zitta", apro la porta del bagno e la conduco nuovamente nel corridoio, accanto al pianoforte sul quale ci siamo appena strusciate.
"Andiamo nella 211", dico afferrando la chiave della stanza.
La migliore dell'hotel.
Una junior suite con al centro un magnifico letto a baldacchino, soffice e cirocando da tende in stile antico. "Se arriva qualcuno..." prova a comiciare lei con quel solito tono di rimprovero.
Mi giro di scatto e la afferro con violenza fra le braccia coprendole la bocca con un bacio. Le mordo un labbro stringendolo forte fra i denti, lei geme di dolore per un secondo. "Cazzo!" esclama adirata.
La tiro per un braccio ignorando i suoi urletti insopportabili e spalanco la porta della 211 richiudendola alle mie spalle con un tonfo.
La butto letteralmente sul letto e finalmente la sento mia. Tutta mia.
Mi spoglio velocemente fino a restare completamente nuda davanti a lei.
"Stai ferma" la ammonisco appoggiandomi al letto.
Faccio scivolare la zip di quei jeans eccitanti come non mai, glieli sfilo e comincio a baciarla nell'interno delle cosce. La sento gemere di piacere.
"Toccami", è un ordine.
Lei esita prima di porgermi la mano senza il coraggio di toccarmi dove voglio io. Mi infilo un suo dito in bocca e lo succhio prima di portarlo dentro di me, fino in fondo, piano.
Mi muovo avanti e indietro scopando le sue dita, facendole mie una ad una. Mi fermo poco prima di venire.
Le sfilo la giacca, la camicia e il reggiseno bagnandomi ulteriormente alla vista del suo seno nudo. Di quelle tette sode e dure ma morbide allo stesso tempo. Voglio vedere anche il resto. Ancora.
Le sfilo le mutandine e non sapendo resistere le allargo le gambe con un gesto rapido. Mi strofino delicatamente contro la sua figa depilata gemendo e rovesciando la testa all'indietro mentre sento i miei capelli scivolarmi lungo la schiena....mi eccita perfino quello.
Mi abbasso a leccarle il clitoride sentendo il suo profumo invadere ogni parte del mio corpo.
Il suo odore...in quel momento è un misto fra il normale odore di una donna e la pipì che ha fatto poco prima. Il suo sapore è un pò salato mentre infilo la lingua dentro di lei e la vedo fremere di piacere.
Mi fermo a guardarla.
Il clitoride è completamente fuori dalla sua guaina ed è chiaramente visibile, mi diverto appoggiandoci sopra un dito e lo schiaccio forte facendo dei movimenti circolari.
"Ahia, ferma" dice guardandomi impaurita.
"Quando finirai di fare la stronza con me?" domando io riferendomi al suo comportamento nell'ultimo periodo.
"Cosa vuoi dire?", ma si interrompe per cominciare un'altra frase: "Mi sto facendo la pipì addosso...per colpa tua".
Io sorrido.
"Sei così fine quando vuoi..." e faccio eco delle sue parole: "Mi sto facendo la pipì addosso...saresti più sexy se per una volta dicessi mi sto pisciando addosso" e aggiungo: "Mi piace sentirti più volgare a volte, mi fa capire che esci dai tuoi limiti anche tu ogni tanto".
Lei scuote la testa.
"Da dove esce la pipì? Fammi vedere", la provoco io.
Lei non risponde e resta immobile. "Non hai capito...fammi vedere!".
A quel punto un lieve sorriso provocatorio si dipinge sulle sue labbra. E' lei che vuole vedermi uscire dai miei schemi usuali.
Con due dita allarga le grandi labbra e scopre un buchino guardandomi poi soddisfatta.
"Brava...adesso toccati come prima sul pianoforte".
E obbedisce massaggandosi delicatamente il clitoride. Geme, trema e sospira socchiudendo gli occhi.
Affondo una mano fra i suoi capelli biondi e mi abbasso a succhiarle i capezzoli con dolcezza. Chiudo poi le tende del soffice letto a baldacchino. Adesso siamo solo noi, al centro di tutto.
"Guardami negli occhi" le ordino.
Le nostre iridi si incontrano e sembrano quasi unirsi a quell'abbraccio erotico. Appoggio la mia fronte contro la sua e infilo la lingua fra le sue labbra.
Sento la sua saliva in bocca. E in questo dolce scambio di baci vengo in un orgasmo che mi fa urlare mentre mi strofino contro la sua figa e graffio la sua pelle.
Le sue gambe sono bagnate del mio umore e so che le scappa tantissimo. Premo sadicamente la sua pancia con il peso del mio corpo.
"mmmm" geme senza dire nulla.
"Adesso tu ti alzi, ti rivesti senza venire, non fai la pipì, scendi e vai in reception a lavorare come se non fosse successo niente" dico con soddisfazione mentre il mio clitoride salta per una nuova eccitazione.
Lei sbalordita commenta: "Ma...a parte che mi scappa da morire....anzi scusa....che mi sto pisciando addosso, non posso andare giù così....voglio finire".
Fingo di non capire: "Finire cosa?", lei aggrotta la fronte e fingendo indifferenza si alza e indossa di nuovo tutti i vestiti....sopratutto quei jeans maledetti che mi fanno venire voglia di fotterla senza nemmeno sfilarglieli.
"Scendi a lavorare con quelli è chiaro?" ribadisco e lei sbotta un sì che mi fa incazzare. Così la riprendo fra le braccia e le faccio quasi raggiungere l'orgasmo...quell'orgasmo che sta aspettando da un sacco di tempo ma che io non le faccio raggiungere. Scendiamo insieme completamente vestite e in ordine....fatta eccezione per quel lieve rossore sulle guance.
"Non ce la faccio...ho voglia di scopare" sussurra tutto d'un tratto facendo salire a mille la mia eccitazione.
"Stai zitta e lavora".
Si siede sulla sedia di fronte al computer e accavalla le gambe cominciando a masturbarsi piano.
La fermo con uno spintone.
"Dai...." si lamenta.
Mi giro un secondo per sistemare una cosa e neanche a dirlo si sta masturbando di nuovo a gambe accavallate. E questa volta non riesco a fermarla.
Si aggrappa alla scrivania e viene in un orgasmo intenso e senza limiti, gemendo e urlando il mio nome. Come solo lei lo sa fare.
La "S" inziale del mio nome echeggia nella mia mente mentre osservo attentamente la sua espressione. Gli occhi socchiusi....li riapre poco dopo.
"Alzati" le ordino senza dire altro.
Mi siedo al posto suo nella sedia e le dico si sedersi sopra di me. Obbedisce.
"No...ti giuro, me la sto facendo addosso", e si appoggia una mano sulla pancia.
"Falla amore" le sussurro piano all'orecchio affondando il naso fra i suoi capelli mentre resta seduta sopra di me. E'disperata.
"mmmm" borbotta ancora e io sorrido dolcemente tenedola stretta fra le mie braccia.
"Fai la pipì" dico ancora prima di cominciare a sussurare piano al suo orecchio: "psssss" e intanto le premo un po' la pancia abbracciandola da dietro.
Ecco che qualcosa di caldo comincia a bagnarmi le calze, la gonna, le gambe, i suoi jeans, il pavimento.
Si alza appena per farla meglio e mi sembra quasi si sentire il suo lieve sibilo.
"E' tantissima" dico piano accarezzandole i capelli. E' così calda....mi eccita da morire.
Appena finisce ci alziamo e senza dirci nulla andiamo in bagno. Si lascia sfilare ancora una volta quei jeans ormai fradici di pipì, le mutandine. Prendo dei pezzi di carta igienica e li bagno di acqua. Li passo dolcemente sulla sua fighetta, sotto, sopra, ovunque fino ad averla pulita completamente ed inevitabilmente facciamo ancora sesso.
Lei appoggiata al lavandino, io in mezzo al sue gambe.
Incrocia appena le gambe e dice quello che è più scontato: "Ma a me scappa ancora".
Io sorrido appena.
"Vieni con me e stai zitta", apro la porta del bagno e la conduco nuovamente nel corridoio, accanto al pianoforte sul quale ci siamo appena strusciate.
"Andiamo nella 211", dico afferrando la chiave della stanza.
La migliore dell'hotel.
Una junior suite con al centro un magnifico letto a baldacchino, soffice e cirocando da tende in stile antico. "Se arriva qualcuno..." prova a comiciare lei con quel solito tono di rimprovero.
Mi giro di scatto e la afferro con violenza fra le braccia coprendole la bocca con un bacio. Le mordo un labbro stringendolo forte fra i denti, lei geme di dolore per un secondo. "Cazzo!" esclama adirata.
La tiro per un braccio ignorando i suoi urletti insopportabili e spalanco la porta della 211 richiudendola alle mie spalle con un tonfo.
La butto letteralmente sul letto e finalmente la sento mia. Tutta mia.
Mi spoglio velocemente fino a restare completamente nuda davanti a lei.
"Stai ferma" la ammonisco appoggiandomi al letto.
Faccio scivolare la zip di quei jeans eccitanti come non mai, glieli sfilo e comincio a baciarla nell'interno delle cosce. La sento gemere di piacere.
"Toccami", è un ordine.
Lei esita prima di porgermi la mano senza il coraggio di toccarmi dove voglio io. Mi infilo un suo dito in bocca e lo succhio prima di portarlo dentro di me, fino in fondo, piano.
Mi muovo avanti e indietro scopando le sue dita, facendole mie una ad una. Mi fermo poco prima di venire.
Le sfilo la giacca, la camicia e il reggiseno bagnandomi ulteriormente alla vista del suo seno nudo. Di quelle tette sode e dure ma morbide allo stesso tempo. Voglio vedere anche il resto. Ancora.
Le sfilo le mutandine e non sapendo resistere le allargo le gambe con un gesto rapido. Mi strofino delicatamente contro la sua figa depilata gemendo e rovesciando la testa all'indietro mentre sento i miei capelli scivolarmi lungo la schiena....mi eccita perfino quello.
Mi abbasso a leccarle il clitoride sentendo il suo profumo invadere ogni parte del mio corpo.
Il suo odore...in quel momento è un misto fra il normale odore di una donna e la pipì che ha fatto poco prima. Il suo sapore è un pò salato mentre infilo la lingua dentro di lei e la vedo fremere di piacere.
Mi fermo a guardarla.
Il clitoride è completamente fuori dalla sua guaina ed è chiaramente visibile, mi diverto appoggiandoci sopra un dito e lo schiaccio forte facendo dei movimenti circolari.
"Ahia, ferma" dice guardandomi impaurita.
"Quando finirai di fare la stronza con me?" domando io riferendomi al suo comportamento nell'ultimo periodo.
"Cosa vuoi dire?", ma si interrompe per cominciare un'altra frase: "Mi sto facendo la pipì addosso...per colpa tua".
Io sorrido.
"Sei così fine quando vuoi..." e faccio eco delle sue parole: "Mi sto facendo la pipì addosso...saresti più sexy se per una volta dicessi mi sto pisciando addosso" e aggiungo: "Mi piace sentirti più volgare a volte, mi fa capire che esci dai tuoi limiti anche tu ogni tanto".
Lei scuote la testa.
"Da dove esce la pipì? Fammi vedere", la provoco io.
Lei non risponde e resta immobile. "Non hai capito...fammi vedere!".
A quel punto un lieve sorriso provocatorio si dipinge sulle sue labbra. E' lei che vuole vedermi uscire dai miei schemi usuali.
Con due dita allarga le grandi labbra e scopre un buchino guardandomi poi soddisfatta.
"Brava...adesso toccati come prima sul pianoforte".
E obbedisce massaggandosi delicatamente il clitoride. Geme, trema e sospira socchiudendo gli occhi.
Affondo una mano fra i suoi capelli biondi e mi abbasso a succhiarle i capezzoli con dolcezza. Chiudo poi le tende del soffice letto a baldacchino. Adesso siamo solo noi, al centro di tutto.
"Guardami negli occhi" le ordino.
Le nostre iridi si incontrano e sembrano quasi unirsi a quell'abbraccio erotico. Appoggio la mia fronte contro la sua e infilo la lingua fra le sue labbra.
Sento la sua saliva in bocca. E in questo dolce scambio di baci vengo in un orgasmo che mi fa urlare mentre mi strofino contro la sua figa e graffio la sua pelle.
Le sue gambe sono bagnate del mio umore e so che le scappa tantissimo. Premo sadicamente la sua pancia con il peso del mio corpo.
"mmmm" geme senza dire nulla.
"Adesso tu ti alzi, ti rivesti senza venire, non fai la pipì, scendi e vai in reception a lavorare come se non fosse successo niente" dico con soddisfazione mentre il mio clitoride salta per una nuova eccitazione.
Lei sbalordita commenta: "Ma...a parte che mi scappa da morire....anzi scusa....che mi sto pisciando addosso, non posso andare giù così....voglio finire".
Fingo di non capire: "Finire cosa?", lei aggrotta la fronte e fingendo indifferenza si alza e indossa di nuovo tutti i vestiti....sopratutto quei jeans maledetti che mi fanno venire voglia di fotterla senza nemmeno sfilarglieli.
"Scendi a lavorare con quelli è chiaro?" ribadisco e lei sbotta un sì che mi fa incazzare. Così la riprendo fra le braccia e le faccio quasi raggiungere l'orgasmo...quell'orgasmo che sta aspettando da un sacco di tempo ma che io non le faccio raggiungere. Scendiamo insieme completamente vestite e in ordine....fatta eccezione per quel lieve rossore sulle guance.
"Non ce la faccio...ho voglia di scopare" sussurra tutto d'un tratto facendo salire a mille la mia eccitazione.
"Stai zitta e lavora".
Si siede sulla sedia di fronte al computer e accavalla le gambe cominciando a masturbarsi piano.
La fermo con uno spintone.
"Dai...." si lamenta.
Mi giro un secondo per sistemare una cosa e neanche a dirlo si sta masturbando di nuovo a gambe accavallate. E questa volta non riesco a fermarla.
Si aggrappa alla scrivania e viene in un orgasmo intenso e senza limiti, gemendo e urlando il mio nome. Come solo lei lo sa fare.
La "S" inziale del mio nome echeggia nella mia mente mentre osservo attentamente la sua espressione. Gli occhi socchiusi....li riapre poco dopo.
"Alzati" le ordino senza dire altro.
Mi siedo al posto suo nella sedia e le dico si sedersi sopra di me. Obbedisce.
"No...ti giuro, me la sto facendo addosso", e si appoggia una mano sulla pancia.
"Falla amore" le sussurro piano all'orecchio affondando il naso fra i suoi capelli mentre resta seduta sopra di me. E'disperata.
"mmmm" borbotta ancora e io sorrido dolcemente tenedola stretta fra le mie braccia.
"Fai la pipì" dico ancora prima di cominciare a sussurare piano al suo orecchio: "psssss" e intanto le premo un po' la pancia abbracciandola da dietro.
Ecco che qualcosa di caldo comincia a bagnarmi le calze, la gonna, le gambe, i suoi jeans, il pavimento.
Si alza appena per farla meglio e mi sembra quasi si sentire il suo lieve sibilo.
"E' tantissima" dico piano accarezzandole i capelli. E' così calda....mi eccita da morire.
Appena finisce ci alziamo e senza dirci nulla andiamo in bagno. Si lascia sfilare ancora una volta quei jeans ormai fradici di pipì, le mutandine. Prendo dei pezzi di carta igienica e li bagno di acqua. Li passo dolcemente sulla sua fighetta, sotto, sopra, ovunque fino ad averla pulita completamente ed inevitabilmente facciamo ancora sesso.
Lei appoggiata al lavandino, io in mezzo al sue gambe.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il pianoforte e il letto a baldacchinoracconto sucessivo
Halloween night in desperation
Commenti dei lettori al racconto erotico