La vera storia di Penelope.
di
Tibet
genere
pulp
Secondo il pensiero comune e convenzionale Penelope conosce il proprio uomo, lo ama così com'è, ha fiducia in lui, sa che presto o tardi lui tornerà da lei, aspetta paziente...
Ma corrisponde a quanto effettivamente sia la realtà?
Ebbene... no!
Penelope pensa invece che... ok., cornuti si nasce... ma non è d'obbligo accettare supinamente la cosa.
Ecco quindi come è andata veramente la cosa.
LA VERA STORIA DI PENELOPE.
Penelope ne ha piene le palle, metaforicamente parlando.
Magari le andrebbe anche bene di passare alla storia come la sposa fedele per antonomasia, paziente e casta... ma cazzo! Non sul serio! Che sia solo leggenda e non realtà!
In effetti quel porco di suo marito, il mitico Ulisse è via da un bel po' di tempo.
Ulisse... figlio di Laerte per la cronaca, ma che è invece il frutto adulterino di un capriccio della madre Anticlea per Sisifo e questo proprio nella notte delle nozze!
Figlio di una zoccola che si fa scopare dall'amante appena sposata? Ma che figlio poi può procreare?
Solo uno come Ulisse. Tale e quale a Sisifo suo vero padre... stessa porca scaltrezza.
In effetti quel grandissimo bastardo fa tutto in due e due che fa quattro!
La sposa... la scopa prendendo al sua verginità, la mette incinta e parte per la guerra.
Tutto di fretta... eh? Non che si sia goduto quella gran fica di donna che Penelope sentiva di essere nel suo intimo.
Macché!
Poi? Tanto per puntualizzare viene fuori che Ulisse avrebbe voluto sposare Elena... ma si proprio lei! Quella della famosa guerra. Ma dato che era un piccolo re squattrinato che viveva in mezzo alle pecore di Itaca si dovette accontentare, se così si può dire, di Penelope.
Appena sposato non va fuori di matto?
Parla di partire, di salvare il mondo degli achei!
Che lui è il prototipo dell'uomo, colui che ha lo spirito di chi naviga per lidi lontani in cerca di conoscenza, esperienza, verità e novità, lo spirito dell'uomo libero che vuole scoprire tra avventure gaie e drammatiche, il sapore della vita, lo spirito di chi possiede una grande forza interiore!
Fanculo... pensa Penelope... ti andrebbe bene di avere una donna che ti ama e ti aspetta sempre a casa... eh? Una che aspetta qualsiasi cosa accada, incondizionatamente, mentre tu ti scopi ogni donna che incontri?
Fanculo...!
Ripete a se stessa, ma come ha fatto a fidarsi di un uomo che per motto aveva... "Mentire sempre. Rubare quando possibile. Uccidere se necessario"?
Penelope per un po', ma solo per un po', gusta il piacere strano di essere fedele e casta, ma per pochi mesi, insomma gioca a fare la donna integerrima senza debolezze ma infine una sera... complice quel particolare vento carico di umori che viene da oriente... cerca e trova quello che da tempo le manca.
Un cazzo solido come un ramo di olivo!
Davvero non ha importanza quello che c'è dietro al duro virgulto di carne, basta che sia vivo e respiri. Ma si... diciamolo ora che è il guardiano dei maiali dell’isola. Un uomo tanto largo che alto, sporco e puzzolente ma che serve egregiamente allo scopo, a farla godere dei piaceri del sesso. Alla fine... basta con quel piacere solitario che invece di placarla la attizza ancora di più!
Non che l'isola offre molto di più, intendiamoci. Pastori di pecore, pescatori, contadini, insomma... proletari ignoranti nullatenenti, niente selvaggina pregiata.
Per qualche anno Penelope si accontenta della fauna maschile esistente, veramente ha anche messo gli occhi sul figlio Telemaco, un bel ragazzo con due occhi neri assassini, lo ha più volte tentato accogliendolo nel suo letto costruito da quel pazzo di Ulisse intagliandolo in un tronco d’ulivo che affonda le sue radici nel sottostante cortile, un letto per scimmie sembra!
Ha accolto il figlio nuda, calda, fremente con lui anche nudo ma nonostante le carezze anche spudorate il tenero passerotto che il giovane ha fra le gambe non è diventato il duro rapace aquilotto che la madre si aspettava.
Nulla di nulla.
Non convinta gli manda in letto la sua ancella prediletta, puttana quanto lei ma anche questa fa fiasco. Ha provato di tutto ma il passerotto è rimasto passerotto.
L'arcano lo scopre alcuni giorni più tardi, in effetti il figlio Telemaco le fa concorrenza, caccia la sua stessa selvaggina!
I maschi dell'isola.
Lo sorprende mentre chinato in avanti viene inculato di brutto dal custode delle capre.
Altro duro colpo, una possibilità di godere che sfuma.
Cerca nuove ispirazioni.
Non sa che la guerra è finita dopo esser durata 10 anni. Non sa che Ulisse intanto si sta scopando Nausicaa, Calipso, Circe e chissà quante altre puttane in giro per le isole del Mediterraneo!
Non lo sa e non le importa più.
Sa invece di preciso che l'isola non le basta e neanche i maschi esistenti.
Fa sapere alle isole vicine che si darà in sposa all'uomo che saprà farla godere di più! Il più porco, quello dotato della maggior fantasia e capacità di far godere una donna. Una specie di uomo ideale... nel sesso.
E gli uomini... li chiamiamo i porci?
Quelli accorrono numerosi! Giovani e vecchi, aitanti e smidollati lasciano le loro case per tentare la fortuna. Sanno della bellezza di Penelope e sono stati informati dalle voci correnti di quanto sia essa stessa una vera assatanata di cazzo!
Ormai Penelope non sa rifiutare nessuno. Non vuole. Li vuole tutti.
E qui nasce la leggenda della tela. Ma si... quella specie di cencio che di giorno tesse e di notte disfa.
La verità è un'altra... lei non vuole affatto sposarsi, vuole godere e godere, prende gli uomini a turno una notte dopo l'altra e li tiene per i coglioni, fa credere loro che ancora non sa decidersi su chi di loro sia il più porco. Che devono darsi daffare di più, essere più attivi nel farla godere. Insomma li tiene in sospeso e lo fa per tutto il tempo che crede. Non che sia solo lei a approfittare dei porci... eh? Ne approfitta anche Telemaco che ormai è diventato la seconda sgualdrina di casa. Una altra puttana.
Ora la grande sala comune è il luogo dove si svolgono orge ininterrotte, Penelope, le sue ancelle e Telemaco si scopano tutto lo scopabile!
A Penelope va alla grande, non vuole davvero cambiamenti, no sul serio!
Ma Ulisse...? Non decide di tornare?
Naturalmente subdolo come è mica viene come verrebbe un uomo normale, noooo! Questo bastardo si deve travestire, essere sempre coerente al suo personaggio! Ulisse torna a casa non perché vuole rivedere la moglie e il figlio, ma perché è stanco delle sue avventure. Torna a casa da vecchio, come se avesse bisogno di farsi compatire o perdonare.
Beh... una volta tanto la sua astuzia non ce la fa. Viene riconosciuto da Penelope, come poteva credere che non fosse così? Solo un uomo sciocco e presuntuoso come lui poteva crederlo!
Penelope lo inganna e lo fa senza scrupoli. Non vuole cambiare il suo modo di vita per il ritorno di un uomo che non ama e che presto ripartirà e la lascerà di nuovo sola! No... proprio no!
E poi... è stanca dei suoi amanti! Sempre i medesimi? Sempre gli stessi cazzi? Li vuole cambiare... cercare nuove emozioni, insomma rinnovare il parco uomini!
Fa credere a Ulisse che i porci siano dei prepotenti pretendenti alla sua mano e lei e Telemaco lo aiutano a far pulizia nel modo che sapete! Forse la storia dell'arco è vera o forse no, ma tanto non ha importanza.
Ulisse torna ad insediarsi da re, da padrone e questo mica va giù a Penelope nè a Telemaco. Manca loro la libertà di puttaneggiare, Ulisse è noioso, continua a parlare della guerra di Troia, di Achille e di come ha fottuto la città invincibile con il suo cavallo! Che noia! E scopare? Mai?
Penelope ne ha nuovamente le palle piene, metaforicamente parlando.
Una bella notte... brutta per Ulisse, lei e Telemaco che ha le palle piene del padre quanto la madre, dato che mancano anche a lui quei poderosi cazzi che riceveva nel culo fino a pochi giorni prima! Una notte insomma fanno la festa a Ulisse... ma si... lo sgozzano, gli tagliano la gola, lo scannano come un tacchino, scegliete voi il termine che più vi aggrada.
Lo uccidono insomma, poi lo buttano a mare legato a dei sassi per non farlo riemergere e spargono la voce che è partito verso le colonne d'Ercole... verso l'ignoto.
Si... questa è la vera storia...
Ma da lì nacque tutto il resto della leggenda
Come il Poeta fa dire a Ulisse...
"Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza "
Penelope?
Visse felice e contenta...
Telemaco?
Pure lui...
Tibet
Ma corrisponde a quanto effettivamente sia la realtà?
Ebbene... no!
Penelope pensa invece che... ok., cornuti si nasce... ma non è d'obbligo accettare supinamente la cosa.
Ecco quindi come è andata veramente la cosa.
LA VERA STORIA DI PENELOPE.
Penelope ne ha piene le palle, metaforicamente parlando.
Magari le andrebbe anche bene di passare alla storia come la sposa fedele per antonomasia, paziente e casta... ma cazzo! Non sul serio! Che sia solo leggenda e non realtà!
In effetti quel porco di suo marito, il mitico Ulisse è via da un bel po' di tempo.
Ulisse... figlio di Laerte per la cronaca, ma che è invece il frutto adulterino di un capriccio della madre Anticlea per Sisifo e questo proprio nella notte delle nozze!
Figlio di una zoccola che si fa scopare dall'amante appena sposata? Ma che figlio poi può procreare?
Solo uno come Ulisse. Tale e quale a Sisifo suo vero padre... stessa porca scaltrezza.
In effetti quel grandissimo bastardo fa tutto in due e due che fa quattro!
La sposa... la scopa prendendo al sua verginità, la mette incinta e parte per la guerra.
Tutto di fretta... eh? Non che si sia goduto quella gran fica di donna che Penelope sentiva di essere nel suo intimo.
Macché!
Poi? Tanto per puntualizzare viene fuori che Ulisse avrebbe voluto sposare Elena... ma si proprio lei! Quella della famosa guerra. Ma dato che era un piccolo re squattrinato che viveva in mezzo alle pecore di Itaca si dovette accontentare, se così si può dire, di Penelope.
Appena sposato non va fuori di matto?
Parla di partire, di salvare il mondo degli achei!
Che lui è il prototipo dell'uomo, colui che ha lo spirito di chi naviga per lidi lontani in cerca di conoscenza, esperienza, verità e novità, lo spirito dell'uomo libero che vuole scoprire tra avventure gaie e drammatiche, il sapore della vita, lo spirito di chi possiede una grande forza interiore!
Fanculo... pensa Penelope... ti andrebbe bene di avere una donna che ti ama e ti aspetta sempre a casa... eh? Una che aspetta qualsiasi cosa accada, incondizionatamente, mentre tu ti scopi ogni donna che incontri?
Fanculo...!
Ripete a se stessa, ma come ha fatto a fidarsi di un uomo che per motto aveva... "Mentire sempre. Rubare quando possibile. Uccidere se necessario"?
Penelope per un po', ma solo per un po', gusta il piacere strano di essere fedele e casta, ma per pochi mesi, insomma gioca a fare la donna integerrima senza debolezze ma infine una sera... complice quel particolare vento carico di umori che viene da oriente... cerca e trova quello che da tempo le manca.
Un cazzo solido come un ramo di olivo!
Davvero non ha importanza quello che c'è dietro al duro virgulto di carne, basta che sia vivo e respiri. Ma si... diciamolo ora che è il guardiano dei maiali dell’isola. Un uomo tanto largo che alto, sporco e puzzolente ma che serve egregiamente allo scopo, a farla godere dei piaceri del sesso. Alla fine... basta con quel piacere solitario che invece di placarla la attizza ancora di più!
Non che l'isola offre molto di più, intendiamoci. Pastori di pecore, pescatori, contadini, insomma... proletari ignoranti nullatenenti, niente selvaggina pregiata.
Per qualche anno Penelope si accontenta della fauna maschile esistente, veramente ha anche messo gli occhi sul figlio Telemaco, un bel ragazzo con due occhi neri assassini, lo ha più volte tentato accogliendolo nel suo letto costruito da quel pazzo di Ulisse intagliandolo in un tronco d’ulivo che affonda le sue radici nel sottostante cortile, un letto per scimmie sembra!
Ha accolto il figlio nuda, calda, fremente con lui anche nudo ma nonostante le carezze anche spudorate il tenero passerotto che il giovane ha fra le gambe non è diventato il duro rapace aquilotto che la madre si aspettava.
Nulla di nulla.
Non convinta gli manda in letto la sua ancella prediletta, puttana quanto lei ma anche questa fa fiasco. Ha provato di tutto ma il passerotto è rimasto passerotto.
L'arcano lo scopre alcuni giorni più tardi, in effetti il figlio Telemaco le fa concorrenza, caccia la sua stessa selvaggina!
I maschi dell'isola.
Lo sorprende mentre chinato in avanti viene inculato di brutto dal custode delle capre.
Altro duro colpo, una possibilità di godere che sfuma.
Cerca nuove ispirazioni.
Non sa che la guerra è finita dopo esser durata 10 anni. Non sa che Ulisse intanto si sta scopando Nausicaa, Calipso, Circe e chissà quante altre puttane in giro per le isole del Mediterraneo!
Non lo sa e non le importa più.
Sa invece di preciso che l'isola non le basta e neanche i maschi esistenti.
Fa sapere alle isole vicine che si darà in sposa all'uomo che saprà farla godere di più! Il più porco, quello dotato della maggior fantasia e capacità di far godere una donna. Una specie di uomo ideale... nel sesso.
E gli uomini... li chiamiamo i porci?
Quelli accorrono numerosi! Giovani e vecchi, aitanti e smidollati lasciano le loro case per tentare la fortuna. Sanno della bellezza di Penelope e sono stati informati dalle voci correnti di quanto sia essa stessa una vera assatanata di cazzo!
Ormai Penelope non sa rifiutare nessuno. Non vuole. Li vuole tutti.
E qui nasce la leggenda della tela. Ma si... quella specie di cencio che di giorno tesse e di notte disfa.
La verità è un'altra... lei non vuole affatto sposarsi, vuole godere e godere, prende gli uomini a turno una notte dopo l'altra e li tiene per i coglioni, fa credere loro che ancora non sa decidersi su chi di loro sia il più porco. Che devono darsi daffare di più, essere più attivi nel farla godere. Insomma li tiene in sospeso e lo fa per tutto il tempo che crede. Non che sia solo lei a approfittare dei porci... eh? Ne approfitta anche Telemaco che ormai è diventato la seconda sgualdrina di casa. Una altra puttana.
Ora la grande sala comune è il luogo dove si svolgono orge ininterrotte, Penelope, le sue ancelle e Telemaco si scopano tutto lo scopabile!
A Penelope va alla grande, non vuole davvero cambiamenti, no sul serio!
Ma Ulisse...? Non decide di tornare?
Naturalmente subdolo come è mica viene come verrebbe un uomo normale, noooo! Questo bastardo si deve travestire, essere sempre coerente al suo personaggio! Ulisse torna a casa non perché vuole rivedere la moglie e il figlio, ma perché è stanco delle sue avventure. Torna a casa da vecchio, come se avesse bisogno di farsi compatire o perdonare.
Beh... una volta tanto la sua astuzia non ce la fa. Viene riconosciuto da Penelope, come poteva credere che non fosse così? Solo un uomo sciocco e presuntuoso come lui poteva crederlo!
Penelope lo inganna e lo fa senza scrupoli. Non vuole cambiare il suo modo di vita per il ritorno di un uomo che non ama e che presto ripartirà e la lascerà di nuovo sola! No... proprio no!
E poi... è stanca dei suoi amanti! Sempre i medesimi? Sempre gli stessi cazzi? Li vuole cambiare... cercare nuove emozioni, insomma rinnovare il parco uomini!
Fa credere a Ulisse che i porci siano dei prepotenti pretendenti alla sua mano e lei e Telemaco lo aiutano a far pulizia nel modo che sapete! Forse la storia dell'arco è vera o forse no, ma tanto non ha importanza.
Ulisse torna ad insediarsi da re, da padrone e questo mica va giù a Penelope nè a Telemaco. Manca loro la libertà di puttaneggiare, Ulisse è noioso, continua a parlare della guerra di Troia, di Achille e di come ha fottuto la città invincibile con il suo cavallo! Che noia! E scopare? Mai?
Penelope ne ha nuovamente le palle piene, metaforicamente parlando.
Una bella notte... brutta per Ulisse, lei e Telemaco che ha le palle piene del padre quanto la madre, dato che mancano anche a lui quei poderosi cazzi che riceveva nel culo fino a pochi giorni prima! Una notte insomma fanno la festa a Ulisse... ma si... lo sgozzano, gli tagliano la gola, lo scannano come un tacchino, scegliete voi il termine che più vi aggrada.
Lo uccidono insomma, poi lo buttano a mare legato a dei sassi per non farlo riemergere e spargono la voce che è partito verso le colonne d'Ercole... verso l'ignoto.
Si... questa è la vera storia...
Ma da lì nacque tutto il resto della leggenda
Come il Poeta fa dire a Ulisse...
"Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza "
Penelope?
Visse felice e contenta...
Telemaco?
Pure lui...
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