Foto
di
Gaia67
genere
etero
“Uff” esclamo all'improvviso con un moto di stizza mentre i rilassiamo guardando foto a sfondo erotico bdsm seduti sul letto.
Mi guardi come il signor Spock guarda gli “esseri umani” fare cose (per lui) inconsulte, alzando il sopracciglio.
“Ma sì” continuo mostrandogli le protagoniste delle immagini agitando le mani davanti al monitor “Guardale: belle da impazzire, e ci sta, vestite con cose splendide e ci sta. Ma accidenti, neppure un filo di trucco fuori posto, capelli perfetti, anche le espressioni sono tutte corrette! Intense, concentrate... capisci poi che VOI avete questi modelli in testa e come facciamo noi misere mortali?” Lo dico sorridendo e con voce allegra, ma non ti inganno e in un istante mi ribalti sul letto, le tue mani mi bloccano i polsi, mentre fai aderire il tuo corpo al mio.
Ci guardiamo fissi negli occhi e ho già cambiato respiro, la vista assume altri poteri, vede altri mondi, quelli nascosti, quelli non visibili a tutti, vede te, vede me. Ora trattieni le mie braccia con una sola mano, l'altra mi afferra i capelli, tirandomi su parzialmente la testa: “Eh sì, non avrai i capelli a posto, alla fine e se ti truccassi, diventeresti una maschera” respiro le tue parole prima di unire le labbra alle tue. Iniziamo a morderci: le lingue prima, poi il collo: sei avantaggiato, i miei movimenti sono limitati. Con le gambe chiudo il tuo bacino stringendoti ancora di più a me. Ti voglio almeno quanto tu vuoi me. Lo sento da come tieni le mie braccia, lo sento dalla nostra pelle che freme e parla di noi. Di forza ti liberi dall'abbraccio, mi allarghi le cosce e immergi la tua testa nel lago che trovi. Sollevi solo un attimo gli occhi per guardarmi con un sorriso beffardo, per poi bermi lappando gli umori. Hai liberato le mie braccia e le mie mani cercano le lenzuola per stringerle, cercando di resistere all'orgasmo che sale. Mi stringo le labbra coi denti, per distrarmi dal piacere, poi invece lo ricerco in modo spasmodico: ti afferro la testa e la spingo verso le grandi labbra, vorrei le mordessi, vorrei tu volessi mangiarmi come io farei con te, infine ti attiro verso il mio viso e di nuovo verso la bocca. Sei distratto e ti rivolto io: sono sopra di te ora. Lo sguardo che vedo in te riflette il mio: felino, animale, fiero: entrambi vogliamo. Mi impalo su di te con un movimento veloce, improvviso e profondo. Inarco la schiena, portando indietro la testa, poggiando le mani sulle tue ginocchia e godendomi il tuo sesso dentro di me, che spinge la parete anteriore. Il modo in cui scivola mi fa capire ancora di più come sono bagnata, eccitata, mi fa capire di essere una femmina in calore che vuole il maschio, il suo maschio. Mi sfilo: ti voglio in bocca: il tuo sapore misto al mio mi manda ancora più fuori di testa. Ti lecco e succhio come dovessi portarti via l'anima ed in effetti è quello che desidero fare: la mia e la tua sono da qualche parte e le voglio trovare, portare in superficie. Sto per staccarmi da te, ma questa volta mi blocchi tu e spingi la tua carne il più profondamente in gola. Spalanco gli occhi, come se l'aria potesse arrivarmi da lì, allargo la gola il più possibile, voglio sentirti nelle mie mucose e ti sento. Il viso è una maschera di saliva ormai. Stai per godere ed esci da me tirandomi i capelli, tenendomi davanti a quel vulcano che mi versa il suo magma caldo, bollente, sulle guance, sugli occhi, sulle labbra e nella bocca, sui capelli.
Non aspetti un momento, non che il respiro torni normale, non che la ragione torni in noi. Mi trascini quasi verso lo specchio, mi ci strofini la faccia sopra, sempre tenuta per le “briglie”, per allontanarmi di una spanna dalla superficieormai lorda.
“Guardati” mi dici con una dolcezza che nasce dal desiderio “no, non sei proprio come le donne di quelle foto. E allora?” Ti avvicini e le nostre lingue come due magneti si uniscono nuovamente.
Mi guardi come il signor Spock guarda gli “esseri umani” fare cose (per lui) inconsulte, alzando il sopracciglio.
“Ma sì” continuo mostrandogli le protagoniste delle immagini agitando le mani davanti al monitor “Guardale: belle da impazzire, e ci sta, vestite con cose splendide e ci sta. Ma accidenti, neppure un filo di trucco fuori posto, capelli perfetti, anche le espressioni sono tutte corrette! Intense, concentrate... capisci poi che VOI avete questi modelli in testa e come facciamo noi misere mortali?” Lo dico sorridendo e con voce allegra, ma non ti inganno e in un istante mi ribalti sul letto, le tue mani mi bloccano i polsi, mentre fai aderire il tuo corpo al mio.
Ci guardiamo fissi negli occhi e ho già cambiato respiro, la vista assume altri poteri, vede altri mondi, quelli nascosti, quelli non visibili a tutti, vede te, vede me. Ora trattieni le mie braccia con una sola mano, l'altra mi afferra i capelli, tirandomi su parzialmente la testa: “Eh sì, non avrai i capelli a posto, alla fine e se ti truccassi, diventeresti una maschera” respiro le tue parole prima di unire le labbra alle tue. Iniziamo a morderci: le lingue prima, poi il collo: sei avantaggiato, i miei movimenti sono limitati. Con le gambe chiudo il tuo bacino stringendoti ancora di più a me. Ti voglio almeno quanto tu vuoi me. Lo sento da come tieni le mie braccia, lo sento dalla nostra pelle che freme e parla di noi. Di forza ti liberi dall'abbraccio, mi allarghi le cosce e immergi la tua testa nel lago che trovi. Sollevi solo un attimo gli occhi per guardarmi con un sorriso beffardo, per poi bermi lappando gli umori. Hai liberato le mie braccia e le mie mani cercano le lenzuola per stringerle, cercando di resistere all'orgasmo che sale. Mi stringo le labbra coi denti, per distrarmi dal piacere, poi invece lo ricerco in modo spasmodico: ti afferro la testa e la spingo verso le grandi labbra, vorrei le mordessi, vorrei tu volessi mangiarmi come io farei con te, infine ti attiro verso il mio viso e di nuovo verso la bocca. Sei distratto e ti rivolto io: sono sopra di te ora. Lo sguardo che vedo in te riflette il mio: felino, animale, fiero: entrambi vogliamo. Mi impalo su di te con un movimento veloce, improvviso e profondo. Inarco la schiena, portando indietro la testa, poggiando le mani sulle tue ginocchia e godendomi il tuo sesso dentro di me, che spinge la parete anteriore. Il modo in cui scivola mi fa capire ancora di più come sono bagnata, eccitata, mi fa capire di essere una femmina in calore che vuole il maschio, il suo maschio. Mi sfilo: ti voglio in bocca: il tuo sapore misto al mio mi manda ancora più fuori di testa. Ti lecco e succhio come dovessi portarti via l'anima ed in effetti è quello che desidero fare: la mia e la tua sono da qualche parte e le voglio trovare, portare in superficie. Sto per staccarmi da te, ma questa volta mi blocchi tu e spingi la tua carne il più profondamente in gola. Spalanco gli occhi, come se l'aria potesse arrivarmi da lì, allargo la gola il più possibile, voglio sentirti nelle mie mucose e ti sento. Il viso è una maschera di saliva ormai. Stai per godere ed esci da me tirandomi i capelli, tenendomi davanti a quel vulcano che mi versa il suo magma caldo, bollente, sulle guance, sugli occhi, sulle labbra e nella bocca, sui capelli.
Non aspetti un momento, non che il respiro torni normale, non che la ragione torni in noi. Mi trascini quasi verso lo specchio, mi ci strofini la faccia sopra, sempre tenuta per le “briglie”, per allontanarmi di una spanna dalla superficieormai lorda.
“Guardati” mi dici con una dolcezza che nasce dal desiderio “no, non sei proprio come le donne di quelle foto. E allora?” Ti avvicini e le nostre lingue come due magneti si uniscono nuovamente.
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Godere - racconto molto poco serio
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