Finalmente mamma
di
poporno
genere
incesti
La prima volta che inizia a parlare seriamente di donne andavo alle medie. Eravamo dei ragazzini brufolosi e alla scoperta della figa e parlando con i miei amici venne fuori che molti di loro avrebbero voluto dare due botte a mia madre.
Ci pensai su, e d'altronde devo ammettere che era difficile far loro torto.
Alta, capelli biondi, un seno piccolo ma sodo, con due capezzoli grossi e sporgenti, un bel culo frutto Delle due/tre volte a settimana in cui andava in palestra. Non si vestiva mai provocante, sempre con jeans attillati o vestiti lunghi fino al ginocchio.
"Eh sì Giu, Eva è proprio fica" mi disse il mio miglior amico.
Gli tirai un pugno fingendomi offeso, ma il tarlo in testa me lo aveva messo.
La prima volta che ci provai seriamente con mia madre avevo forse sedici anni. Era da un po' che ci pensavo e il pensiero fisso si era trasformato in ossessione: dovevo passare alla pratica.
Così una sera in cui mio padre non era in casa aspettai si facesse la doccia.
Dopo di ché, facendo finta di non saperlo entrai in bagno.
Me la trovai davanti completamente nuda. I seni sodi e i capezzoli turgidi, un fitto ma curato pelo che le copriva la fica.
"Oh scusa Mamma! Non sapevo fossi qui!"
Lei si coprì istintivamente.
"Vuoi una mano a lavare la schiena?" avvicinai la spugna, ma lei mi diede un colpo e mi disse di andarmene.
Con la coda tra le gambe me ne andai, sperando non rivelasse nulla a mio padre.
La seconda volta invece ero già più grande. Avevo appena compiuto diciotto anni. Fino a quel momento avevo resistito, un po' per la paura, un po' vivendo dei ricordi del suo corpo nudo e bagnato sotto la doccia. Ma un elemento scatenante mi fece prendere l'improvvisa decisione di riprovare a prendere l'iniziativa.
Ero andato a dormire da qualche oretta, quando sentii la porta di camera mia aprirsi. Socchiusi appena appena gli occhi, facendo finta di nulla, e vidi mia madre che si avvicinava a me in reggicalze e intimo sotto un vestitino trasparente, come a sincerarsi che stessi dormendo. Poi spense la luce e uscì dalla mia cameretta.
Aspettai qualche minuto e andai a cercarla di nascosto. Non vedendo né lei né mio padre da nessuna parte, capii tutto.
In silenzio mi avvicinai al buco della serratura della porta di camera dei miei genitori. Quello che mi si palesò mi lascio senza fiato.
Mia madre nuda sopra mio padre. Il movimento ritmico dei due bacini. I loro fiati affannosi. Il seno sudato di mia madre che ballonzolava a pochi centimetri dal viso di mio padre. Finché lui non venne dentro di lei, che si morse le labbra a trattenere un grido di piacere.
Rimasi come paralizzato, impazzito. La dovevo possedere a tutti i costi.
Mi nascosi in bagno e dopo poco, eccola venire proprio lì a ripulirsi.
"Mamma..." sobbalzò, spaventata. "Ti ho visto... Devo averti... Per favore..." Implorai.
"Ma Giuse, cosa dici? Sei mio figlio!"
Pazzo di desiderio mi avvicinai, le scostai la mano e avvicinai le dita alla sua fessura, fino a toccargliela. La sentì ancora bagnata dello sperma di mio padre.
Mi diede uno schiaffo. "Vattene subito prima che lo dica a tuo padre!"
Il dolore del rifiuto, misto alla paura della reazione di mio papà mi fece riprendere e scappai in camera.
Non ne parlammo più.
Quando avevo ventuno anni mio padre mancò improvvisamente. Non eravamo mai stati molto affezionati e, per la verità, io mi ero trasferito a vivere da solo da quasi un anno. La cerimonia funebre fu tranquilla e veloce per fortuna.
Da quel momento ovviamente iniziai ad andare a trovare mia madre più spesso di quello che facessi prima, per starle vicino.
Passavano i mesi ma lei restava triste e sconsolata. Le mancava tutto di mio padre.
Un giorno presi la decisione seria di parlarle, sperando di farla riprendere.
"Mamma, devi smetterla di pensare a papà! Cerca di andare avanti..."
"Ma figlio mio, mi manca tutto di lui..."
"Ho capito mamma, ma devi ritrovare la felicità, e perché no, un altro uomo."
"Giuse, ti confesso di averci già provato ma arrivato al momento importante... Non riesco... Mi fermo... Ho come paura."
"Ma in che senso momento importante?"
"Sì, quando c'è... Come dire... Da completare l'atto di amore..."
"Ma dici fare sesso??" La interuppi stupito.
"Sì... Non riesco... Penso a tuo padre e non riesco ad andare avanti. Mi irrigidisco, mi fermo e scappo via."
Io la desideravo ancora moltissimo, quanto la prima volta se non più di prima.
Era sempre bellissima, anche alla soglia dei 45 anni.
"Ma mamma... Hai pensato... Che... Forse ti aiuterebbe farlo con uno che conosci bene ecco..." le dissi esitante.
"Ma cosa dici giuse..."
"No davvero... Ti potrebbe aiutare a farti sciogliere"
"Ma non dire sciocchezze"
"Non sto scherzando, ti farebbe stare più tranquilla e forse non lo percepiresti come un tradimento a papà!"
"Ma non saprei... E comunque non conosco nessuno tanto bene"
"Ma come no mamma! Ci sono qua io!" le dissi tutto di un fiato, facendo la mia mossa.
"Ma cosa dici giuse!! Tu sei mio figlio!"
"Sì mamma, ma sono anche un uomo ormai. Smettila di guardarmi come un bambino e permettimi di aiutarti."
Mi avvicinai a lei, ma con un braccio mi respinse debolmente.
"Vedrai ma'... Dopo starai meglio" sussurrai iniziandole a slacciare il vestito. Glielo sciolsi e rimase in lingerie.
Mi tuffai a baciarla, da prima in bocca, poi scesi sul collo, il petto. Lei rimaneva fredda, immobile.
Le tolsi il reggiseno. Morsi i suoi capezzoli, grossi e violacei, sporgenti. Li ciucciai con avidità. Lei si lasciò sfuggire un urlo di piacere. Continuai. Sentivo il suo fiato aumentare.
Mi alzai in piedi e mi calai i pantaloni.
"Dai mamma, so che sei brava..."
Titubante lei mi abbasso i pantaloni... Ma non si avvicinò al mio cazzo in tiro. Si vedeva che era come combattuta.
Con delicatezza le avvicinai le mai al mio pene.
Era duro e voglioso. Le feci scorrere le mani lungo tutta l'asta.
Poi, piano piano, le avvicinai la testa alla cappella.
Lì forse si convinse, e inizio da prima a baciarla.
Poi ne mise una parte in bocca, solo la cappella violacea.
Per un attimo mi sembrò avesse un ripensamento, ma poi si convinse definitivamente e introdusse tutto il cazzo nella sua boccuccia.
Lo succhio per bene... Piano piano inizio pure a massaggiarmi sapientemente le palle. Scendeva prima tutto giù fino in fondo guardandomi negli occhi, poi mi tiltillava con la lingua la punta del cazzo. Mi stava facendo impazzire.
Era tanto che non scopavo, e la mia soglia di resistenza stava già per finire.
La staccai, temendo di venire.
La feci sdraiare sul divano, mi inginocchiai e le tolsi le slip.
La fica era ricoperta da un folto pelo scuro. Fece per chiudere le gambe, come per vergognarsene.
"È bellissima" mi limitai a dirle io, tenendole le gambe aperte.
Gliela aprii con le dita, poi infilai il medio e l'indice.
Emise un sospiro di piacere.
Tenendola aperta la baciai, le insinuai la lingua dentro.
Assaporavo i suoi aromi, la sentivo bagnarsi sempre più di un desiderio che da troppo tempo si era negata.
Mi staccai e avvicinai il mio cazzo. Con un colpo scivolai dentro di lei. Pensare che ero dentro la fica di mia madre mi fece eccitare tremendamente.
Iniziai a muovermi ritmicamente.
Ero sopra di lei, la sentivo ansimare, vedevo le smorfie di piacere sul suo viso. La baciai, stavolta ricambio.
Unimmo le nostre lingue.
Stavo per venire, lei se ne accorse e strinse le sue gambe attorno al mio bacino.
Ancora due colpi e venni dentro di lei, copiosamente.
Riversai su di lei tutto il mio desiderio.
Restai per un poco sopra di lei, con il mio pene ormai mezzo mollo dentro.
Non dicemmo nulla, io adeso al suo corpo, lei respirando sotto di me, sdraiati uno sopra l'altro sul divano.
Avevo appena scopato mia madre.
Ci pensai su, e d'altronde devo ammettere che era difficile far loro torto.
Alta, capelli biondi, un seno piccolo ma sodo, con due capezzoli grossi e sporgenti, un bel culo frutto Delle due/tre volte a settimana in cui andava in palestra. Non si vestiva mai provocante, sempre con jeans attillati o vestiti lunghi fino al ginocchio.
"Eh sì Giu, Eva è proprio fica" mi disse il mio miglior amico.
Gli tirai un pugno fingendomi offeso, ma il tarlo in testa me lo aveva messo.
La prima volta che ci provai seriamente con mia madre avevo forse sedici anni. Era da un po' che ci pensavo e il pensiero fisso si era trasformato in ossessione: dovevo passare alla pratica.
Così una sera in cui mio padre non era in casa aspettai si facesse la doccia.
Dopo di ché, facendo finta di non saperlo entrai in bagno.
Me la trovai davanti completamente nuda. I seni sodi e i capezzoli turgidi, un fitto ma curato pelo che le copriva la fica.
"Oh scusa Mamma! Non sapevo fossi qui!"
Lei si coprì istintivamente.
"Vuoi una mano a lavare la schiena?" avvicinai la spugna, ma lei mi diede un colpo e mi disse di andarmene.
Con la coda tra le gambe me ne andai, sperando non rivelasse nulla a mio padre.
La seconda volta invece ero già più grande. Avevo appena compiuto diciotto anni. Fino a quel momento avevo resistito, un po' per la paura, un po' vivendo dei ricordi del suo corpo nudo e bagnato sotto la doccia. Ma un elemento scatenante mi fece prendere l'improvvisa decisione di riprovare a prendere l'iniziativa.
Ero andato a dormire da qualche oretta, quando sentii la porta di camera mia aprirsi. Socchiusi appena appena gli occhi, facendo finta di nulla, e vidi mia madre che si avvicinava a me in reggicalze e intimo sotto un vestitino trasparente, come a sincerarsi che stessi dormendo. Poi spense la luce e uscì dalla mia cameretta.
Aspettai qualche minuto e andai a cercarla di nascosto. Non vedendo né lei né mio padre da nessuna parte, capii tutto.
In silenzio mi avvicinai al buco della serratura della porta di camera dei miei genitori. Quello che mi si palesò mi lascio senza fiato.
Mia madre nuda sopra mio padre. Il movimento ritmico dei due bacini. I loro fiati affannosi. Il seno sudato di mia madre che ballonzolava a pochi centimetri dal viso di mio padre. Finché lui non venne dentro di lei, che si morse le labbra a trattenere un grido di piacere.
Rimasi come paralizzato, impazzito. La dovevo possedere a tutti i costi.
Mi nascosi in bagno e dopo poco, eccola venire proprio lì a ripulirsi.
"Mamma..." sobbalzò, spaventata. "Ti ho visto... Devo averti... Per favore..." Implorai.
"Ma Giuse, cosa dici? Sei mio figlio!"
Pazzo di desiderio mi avvicinai, le scostai la mano e avvicinai le dita alla sua fessura, fino a toccargliela. La sentì ancora bagnata dello sperma di mio padre.
Mi diede uno schiaffo. "Vattene subito prima che lo dica a tuo padre!"
Il dolore del rifiuto, misto alla paura della reazione di mio papà mi fece riprendere e scappai in camera.
Non ne parlammo più.
Quando avevo ventuno anni mio padre mancò improvvisamente. Non eravamo mai stati molto affezionati e, per la verità, io mi ero trasferito a vivere da solo da quasi un anno. La cerimonia funebre fu tranquilla e veloce per fortuna.
Da quel momento ovviamente iniziai ad andare a trovare mia madre più spesso di quello che facessi prima, per starle vicino.
Passavano i mesi ma lei restava triste e sconsolata. Le mancava tutto di mio padre.
Un giorno presi la decisione seria di parlarle, sperando di farla riprendere.
"Mamma, devi smetterla di pensare a papà! Cerca di andare avanti..."
"Ma figlio mio, mi manca tutto di lui..."
"Ho capito mamma, ma devi ritrovare la felicità, e perché no, un altro uomo."
"Giuse, ti confesso di averci già provato ma arrivato al momento importante... Non riesco... Mi fermo... Ho come paura."
"Ma in che senso momento importante?"
"Sì, quando c'è... Come dire... Da completare l'atto di amore..."
"Ma dici fare sesso??" La interuppi stupito.
"Sì... Non riesco... Penso a tuo padre e non riesco ad andare avanti. Mi irrigidisco, mi fermo e scappo via."
Io la desideravo ancora moltissimo, quanto la prima volta se non più di prima.
Era sempre bellissima, anche alla soglia dei 45 anni.
"Ma mamma... Hai pensato... Che... Forse ti aiuterebbe farlo con uno che conosci bene ecco..." le dissi esitante.
"Ma cosa dici giuse..."
"No davvero... Ti potrebbe aiutare a farti sciogliere"
"Ma non dire sciocchezze"
"Non sto scherzando, ti farebbe stare più tranquilla e forse non lo percepiresti come un tradimento a papà!"
"Ma non saprei... E comunque non conosco nessuno tanto bene"
"Ma come no mamma! Ci sono qua io!" le dissi tutto di un fiato, facendo la mia mossa.
"Ma cosa dici giuse!! Tu sei mio figlio!"
"Sì mamma, ma sono anche un uomo ormai. Smettila di guardarmi come un bambino e permettimi di aiutarti."
Mi avvicinai a lei, ma con un braccio mi respinse debolmente.
"Vedrai ma'... Dopo starai meglio" sussurrai iniziandole a slacciare il vestito. Glielo sciolsi e rimase in lingerie.
Mi tuffai a baciarla, da prima in bocca, poi scesi sul collo, il petto. Lei rimaneva fredda, immobile.
Le tolsi il reggiseno. Morsi i suoi capezzoli, grossi e violacei, sporgenti. Li ciucciai con avidità. Lei si lasciò sfuggire un urlo di piacere. Continuai. Sentivo il suo fiato aumentare.
Mi alzai in piedi e mi calai i pantaloni.
"Dai mamma, so che sei brava..."
Titubante lei mi abbasso i pantaloni... Ma non si avvicinò al mio cazzo in tiro. Si vedeva che era come combattuta.
Con delicatezza le avvicinai le mai al mio pene.
Era duro e voglioso. Le feci scorrere le mani lungo tutta l'asta.
Poi, piano piano, le avvicinai la testa alla cappella.
Lì forse si convinse, e inizio da prima a baciarla.
Poi ne mise una parte in bocca, solo la cappella violacea.
Per un attimo mi sembrò avesse un ripensamento, ma poi si convinse definitivamente e introdusse tutto il cazzo nella sua boccuccia.
Lo succhio per bene... Piano piano inizio pure a massaggiarmi sapientemente le palle. Scendeva prima tutto giù fino in fondo guardandomi negli occhi, poi mi tiltillava con la lingua la punta del cazzo. Mi stava facendo impazzire.
Era tanto che non scopavo, e la mia soglia di resistenza stava già per finire.
La staccai, temendo di venire.
La feci sdraiare sul divano, mi inginocchiai e le tolsi le slip.
La fica era ricoperta da un folto pelo scuro. Fece per chiudere le gambe, come per vergognarsene.
"È bellissima" mi limitai a dirle io, tenendole le gambe aperte.
Gliela aprii con le dita, poi infilai il medio e l'indice.
Emise un sospiro di piacere.
Tenendola aperta la baciai, le insinuai la lingua dentro.
Assaporavo i suoi aromi, la sentivo bagnarsi sempre più di un desiderio che da troppo tempo si era negata.
Mi staccai e avvicinai il mio cazzo. Con un colpo scivolai dentro di lei. Pensare che ero dentro la fica di mia madre mi fece eccitare tremendamente.
Iniziai a muovermi ritmicamente.
Ero sopra di lei, la sentivo ansimare, vedevo le smorfie di piacere sul suo viso. La baciai, stavolta ricambio.
Unimmo le nostre lingue.
Stavo per venire, lei se ne accorse e strinse le sue gambe attorno al mio bacino.
Ancora due colpi e venni dentro di lei, copiosamente.
Riversai su di lei tutto il mio desiderio.
Restai per un poco sopra di lei, con il mio pene ormai mezzo mollo dentro.
Non dicemmo nulla, io adeso al suo corpo, lei respirando sotto di me, sdraiati uno sopra l'altro sul divano.
Avevo appena scopato mia madre.
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