La mia mammina si confessa
di
poporno
genere
incesti
Ero sempre stato un ragazzo molto religioso, sin da bambino avevo frequentato gli ambienti cattolici, tipo parrocchie eccetera. In un paese piccolo come il mio, a pensarci bene, era anche normale. Poi certo, crescendo il mio impegno era venuto meno e mi ero un po' staccato da quelle conoscenze.
Avrò avuto 21 anni quando nel mio paese arrivò un nuovo prete.
Decisi di andare a messa proprio per lui, era una novità imperdibile, che smuoveva la monotonia solita dei paesini, in cui non succede nulla ma tutti sanno tutto di tutti.
Potete forse immaginare il mio stupore quando riconobbi nel prete un mio vecchio amico che a 13 anni aveva abbandonato il paese per andare giù in città.
Aspettai la fine della messa per andare ad incontrarlo e salutarlo.
Mi riconobbe subito.
"Ciao Matteo!" mi disse avvicinandomisi.
"Ciao Luc.. mmm adesso come ti devo chiamare?" dissi ridendo.
"ahah chiamami pure don Marco!" mi rispose.
"Ma com'è che hai preso i voti?" gli chiesi.
"Una lunga storia... se vuoi ci vediamo nel baretto del paese una sera di queste e ne parliamo!"
Accettai e, per farla breve, diventammo amici.
Mai avrei pensato che un anno dopo quell'amicizia mi avrebbe portato all'esperienza più eccitante di sempre.
Avevo da poco compiuto 22 anni quando don Marco mi disse che doveva farmi vedere una cosa.
Mi invitò a casa sua.
"Devo assolutamente mostrarti una cosa... sappi che lo faccio solo perché sei un mio grande amico... e che così facendo rischio grosso... ma non ce la faccio a guardarti in faccia senza avertelo detto..."
Provai a parlare ma mi interruppe.
"Vieni presto nasconditi qua... tra poco verrà una donna a confessarsi... qualsiasi cosa succeda e tu veda per favore... resta qua... e non dire nulla, stai nascosto... ne va dei miei voti!"
Prima che potessi dire qualcosa mi fece nascondere in una specie di stanzetta dalla quale, tramite un buchetto posto in basso, si riusciva a vedere quanto accadeva nell'altra stanza, senza però essere visti.
Rimasi lì muto e zitto, più per amicizia per lui che per interesse o curiosità.
Dopo pochi minuti qualcuno bussò alla porta. Don Marco si alzò e fece accomodare una donna. Subito non la riconobbi.
Alta, bionda, capelli mossi, un bel culo vedendola da dietro. Poi parlò e per poco non mi scappò un grido per la sorpresa. Era mia madre.
Ve la descrivo. Come detto era alta e dai capelli mossi e biondi. Sulla quarantina (44 anni per la precisione) era ancora una bella donna. In paese la guardavano tutti, soprattutto per i suoi vestiti lunghi ma abbastanza scollati che ne mettevano in risalto il seno. Mio padre spesso le aveva rimproverato questa sua mania di mostrare quello che per lui, da marito e abitante di un piccolo paese, era un po' troppo, ma nulla da fare. Anche quel giorno indossava un vestito unico.
Don Marco la fece inginocchiare.
"Dimmi pure, Elena"
"Mi perdoni Padre perché ho peccato."
"Cosa hai fatto questa settimana mia cara?"
"Vedi... è tornato il cugino di mio marito dalla città... mi ha invitato a casa sua per mostrarmi cosa aveva portato da là.."
"Vai avanti..."
"Beh vedi... Mi ha mostrato questa specie di oggetto fallico... e mi ha detto che se me lo mettevo lì mi faceva vedere come funzionava..."
"Elena... cosa abbiamo detto riguardo al fatto che sei sposata e di non cedere alle tentazioni e alle provocazioni di questo ragazzo?"
"Lo so Padre... Infatti ho resistito..."
"Oh! Molto bene ne sono fiero"
"Però poi mi ha mostrato delle specie di palline... ecco... dicendomi che andavano messe nel posteriore... e lasciate lì... per godere... e lei sa quanto mi piace il sesso anale..."
"Elena cara..."
"Lo so padre..." mia madre aveva un'aria afflitta. La situazione per me era completamente irreale, ma sentivo l'eccitazione salire.
"Ma giuro che Giovedì prossimo lo vedo giuro che la chiudo qui!"
"Lo spero bene ragazza mia... se no dovremmo prendere seri provvedimenti.."
"Oh non sia mai!" quasi gridò mia madre, ora spaventata.
"Bene... c'è altro?"
"No padre"
"Ottimo... spogliati e inginocchiati, ti darò l'assoluzione"
Spogliati? Rimasi sbigottito.
Mia madre con tutta la naturalezza del mondo si spogliò, rimanendo completamente nuda.
La sua fica pelosa era lì sotto i miei occhi, bella esposto.
Don Marco si tirò giù i pantaloni e avvicinò la bocca di mia madre al suo cazzo nodoso e peloso.
A quel punto non ce la feci, mi staccai e entrai nella stanza gridando "Mamma che cazzo fai??"
Mia madre accorgendosi di tutto respinse il pene di don Marco e con la faccia terrorizzata disse "Matteo cosa ci fai qui??"
Seguì un momento di imbarazzo, nel quale, resosi conto di essere nuda cercò di coprire le sue vergogne.
"Don! Io la denuncio! Non può fare una cosa del genere!" gridò poi, rendendo la cosa a mio modo di vedere ancora più incredibile.
Don Marco, con una calma innaturale, ci impose con voce ferma di calmarci.
Dopodiché disse: "Elena, tu non denuncerai nessuno. Se lo facessi, farei venire tutta la storia a galla, e nel paese tutti ti vedrebbero come la troia che sei.
Matteo, se avrai pazienza, tua madre ti ricompenserà in modo appropriato... E dalla tua rigonfiatura nei pantaloni, credo che sia quello che tu vuoi.
Ora, Matteo, siediti su quella sedia e Elena, vieni qui e finisci il tuo lavoro."
Io rimasi un attimo interdetto. Poi, sarà forse stata la visione delle splendide nudità di mia madre, mi andai in silenzio a sedermi.
Mia mamma provò timidare a protestare balbettando un "Ma... Ma..." subito zittita dal parroco.
"Vieni qua. E' meglio per tutti"
A quel punto lei semplicemente si avvicinò e prese il cazzo del Don in bocca.
Inizio a fargli una pompa che per me che guardavo risultò incredibilmente eccitante.
Il povero don Marco resistette qualche minuto, poi, all'ennesima lappata di cappella con mia madre che lo guardava negli occhi con quello sguardo da povera cerbiatta indifesa non ce la fece e venne copiosamente. Lei ripulì il cazzo alla perfezione.
"Bene Matteo, è il tuo turno. Vieni Elena, distenditi sul letto."
Mia madre cercò di lamentarsi, di pregare di non farlo.
"Taci scrofa. Sdraiati e allarga per benino le gambe"
Ubbidiente lei si sdraio a gambe aperte. Mi spogliai col cazzo tesissimo.
Il parrocco tasto la fica di mia madre. "Ma guardala è tutta bagnata sta puttana di merda! Vieni qua va che non vede l'ora!!"
In effetti dopo un iniziale imbarazzo notai che anche lei era molto presa. Gettò la maschera perbenista quando mi sussurò nell'orecchio che mi avrebbe voluto dietro.
"Tranquilla... questo è solo il primo round..." annunciò il don.
Eravamo alla sua mercé.
SEGUE.
Avrò avuto 21 anni quando nel mio paese arrivò un nuovo prete.
Decisi di andare a messa proprio per lui, era una novità imperdibile, che smuoveva la monotonia solita dei paesini, in cui non succede nulla ma tutti sanno tutto di tutti.
Potete forse immaginare il mio stupore quando riconobbi nel prete un mio vecchio amico che a 13 anni aveva abbandonato il paese per andare giù in città.
Aspettai la fine della messa per andare ad incontrarlo e salutarlo.
Mi riconobbe subito.
"Ciao Matteo!" mi disse avvicinandomisi.
"Ciao Luc.. mmm adesso come ti devo chiamare?" dissi ridendo.
"ahah chiamami pure don Marco!" mi rispose.
"Ma com'è che hai preso i voti?" gli chiesi.
"Una lunga storia... se vuoi ci vediamo nel baretto del paese una sera di queste e ne parliamo!"
Accettai e, per farla breve, diventammo amici.
Mai avrei pensato che un anno dopo quell'amicizia mi avrebbe portato all'esperienza più eccitante di sempre.
Avevo da poco compiuto 22 anni quando don Marco mi disse che doveva farmi vedere una cosa.
Mi invitò a casa sua.
"Devo assolutamente mostrarti una cosa... sappi che lo faccio solo perché sei un mio grande amico... e che così facendo rischio grosso... ma non ce la faccio a guardarti in faccia senza avertelo detto..."
Provai a parlare ma mi interruppe.
"Vieni presto nasconditi qua... tra poco verrà una donna a confessarsi... qualsiasi cosa succeda e tu veda per favore... resta qua... e non dire nulla, stai nascosto... ne va dei miei voti!"
Prima che potessi dire qualcosa mi fece nascondere in una specie di stanzetta dalla quale, tramite un buchetto posto in basso, si riusciva a vedere quanto accadeva nell'altra stanza, senza però essere visti.
Rimasi lì muto e zitto, più per amicizia per lui che per interesse o curiosità.
Dopo pochi minuti qualcuno bussò alla porta. Don Marco si alzò e fece accomodare una donna. Subito non la riconobbi.
Alta, bionda, capelli mossi, un bel culo vedendola da dietro. Poi parlò e per poco non mi scappò un grido per la sorpresa. Era mia madre.
Ve la descrivo. Come detto era alta e dai capelli mossi e biondi. Sulla quarantina (44 anni per la precisione) era ancora una bella donna. In paese la guardavano tutti, soprattutto per i suoi vestiti lunghi ma abbastanza scollati che ne mettevano in risalto il seno. Mio padre spesso le aveva rimproverato questa sua mania di mostrare quello che per lui, da marito e abitante di un piccolo paese, era un po' troppo, ma nulla da fare. Anche quel giorno indossava un vestito unico.
Don Marco la fece inginocchiare.
"Dimmi pure, Elena"
"Mi perdoni Padre perché ho peccato."
"Cosa hai fatto questa settimana mia cara?"
"Vedi... è tornato il cugino di mio marito dalla città... mi ha invitato a casa sua per mostrarmi cosa aveva portato da là.."
"Vai avanti..."
"Beh vedi... Mi ha mostrato questa specie di oggetto fallico... e mi ha detto che se me lo mettevo lì mi faceva vedere come funzionava..."
"Elena... cosa abbiamo detto riguardo al fatto che sei sposata e di non cedere alle tentazioni e alle provocazioni di questo ragazzo?"
"Lo so Padre... Infatti ho resistito..."
"Oh! Molto bene ne sono fiero"
"Però poi mi ha mostrato delle specie di palline... ecco... dicendomi che andavano messe nel posteriore... e lasciate lì... per godere... e lei sa quanto mi piace il sesso anale..."
"Elena cara..."
"Lo so padre..." mia madre aveva un'aria afflitta. La situazione per me era completamente irreale, ma sentivo l'eccitazione salire.
"Ma giuro che Giovedì prossimo lo vedo giuro che la chiudo qui!"
"Lo spero bene ragazza mia... se no dovremmo prendere seri provvedimenti.."
"Oh non sia mai!" quasi gridò mia madre, ora spaventata.
"Bene... c'è altro?"
"No padre"
"Ottimo... spogliati e inginocchiati, ti darò l'assoluzione"
Spogliati? Rimasi sbigottito.
Mia madre con tutta la naturalezza del mondo si spogliò, rimanendo completamente nuda.
La sua fica pelosa era lì sotto i miei occhi, bella esposto.
Don Marco si tirò giù i pantaloni e avvicinò la bocca di mia madre al suo cazzo nodoso e peloso.
A quel punto non ce la feci, mi staccai e entrai nella stanza gridando "Mamma che cazzo fai??"
Mia madre accorgendosi di tutto respinse il pene di don Marco e con la faccia terrorizzata disse "Matteo cosa ci fai qui??"
Seguì un momento di imbarazzo, nel quale, resosi conto di essere nuda cercò di coprire le sue vergogne.
"Don! Io la denuncio! Non può fare una cosa del genere!" gridò poi, rendendo la cosa a mio modo di vedere ancora più incredibile.
Don Marco, con una calma innaturale, ci impose con voce ferma di calmarci.
Dopodiché disse: "Elena, tu non denuncerai nessuno. Se lo facessi, farei venire tutta la storia a galla, e nel paese tutti ti vedrebbero come la troia che sei.
Matteo, se avrai pazienza, tua madre ti ricompenserà in modo appropriato... E dalla tua rigonfiatura nei pantaloni, credo che sia quello che tu vuoi.
Ora, Matteo, siediti su quella sedia e Elena, vieni qui e finisci il tuo lavoro."
Io rimasi un attimo interdetto. Poi, sarà forse stata la visione delle splendide nudità di mia madre, mi andai in silenzio a sedermi.
Mia mamma provò timidare a protestare balbettando un "Ma... Ma..." subito zittita dal parroco.
"Vieni qua. E' meglio per tutti"
A quel punto lei semplicemente si avvicinò e prese il cazzo del Don in bocca.
Inizio a fargli una pompa che per me che guardavo risultò incredibilmente eccitante.
Il povero don Marco resistette qualche minuto, poi, all'ennesima lappata di cappella con mia madre che lo guardava negli occhi con quello sguardo da povera cerbiatta indifesa non ce la fece e venne copiosamente. Lei ripulì il cazzo alla perfezione.
"Bene Matteo, è il tuo turno. Vieni Elena, distenditi sul letto."
Mia madre cercò di lamentarsi, di pregare di non farlo.
"Taci scrofa. Sdraiati e allarga per benino le gambe"
Ubbidiente lei si sdraio a gambe aperte. Mi spogliai col cazzo tesissimo.
Il parrocco tasto la fica di mia madre. "Ma guardala è tutta bagnata sta puttana di merda! Vieni qua va che non vede l'ora!!"
In effetti dopo un iniziale imbarazzo notai che anche lei era molto presa. Gettò la maschera perbenista quando mi sussurò nell'orecchio che mi avrebbe voluto dietro.
"Tranquilla... questo è solo il primo round..." annunciò il don.
Eravamo alla sua mercé.
SEGUE.
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