College

di
genere
gay


All’inizio credetti di sognarlo ma quando la stretta sui miei polsi si strinse aprii gli occhi.
Qualcuno mi aveva legato e costretto a tenere le braccia verso l’alto, oltre la mia testa.
Il dolore acuto che mi aveva svegliato era stato seguito dalla pressione delle corde e un certo timore per quella situazione pericolosa.
Intimorito rimasi nell’oscurità più totale, capii di essere stato bendato oltre che legato.
Avevo le gambe libere, ma qualcuno seduto su di me non mi permetteva di usarle, subito pensai a un secondo raund delle ragazze e sentii il mio pene apprezzare l’idea, cominciando a irrigidirsi appena.
Una mano si strinse sul mio membro e cominciò a strofinarlo, prima piano e dolcemente, poi più velocemente.
Sentii uno scatto e inutilmente, mi girai verso la fonte del rumore.
La mano si allontanò e venne rimpiazzata da un fantastico calore.
Avere gli occhi bendati mi permise di sentire meglio le labbra che strofinavano sull’asta del mio pene e la lingua morbida e bollente che a tratti lo percorreva o lo leccava avidamente.
Sentii altri due scatti, questa volta più chiari e capii che si trattava di una macchina fotografica.
Per molti minuti continuai a sentire gli scatti della macchina, mentre qualcuno incessantemente leccava e succhiava il mio membro.
Non si trattava di nessuna delle ragazze che nell’altra stanza mi avevano fatto divertire, il loro tocco delicato e quasi timoroso era totalmente diverso da quello che sentivo.
Con forza e sicurezza quella bocca stava stringendo il mio pene, le labbra erano esperte.
Percorrevano la lunghezza del mio pene succhiandolo e gustandolo. Quando invece si occupò del glande mi sentii quasi in Paradiso lo leccò meglio di quanto una qualsiasi ragazza avesse fatto fin ora, passando la lingua più volte alla base e al centro per poi infilarlo in bocca.
Più volte sentii il mio pene totalmente nella sua bocca, cosa che fino a quel momento in poche erano riuscite a fare e ogni volta la sensazione mi mandava in estasi.
Poi, mentre nella mia mente pensavo a quanto poco ancora potevo resistere, prima di venire, grazie a quella fantastica situazione, tutto cessò.
Sentii i polsi, che fino a quel momento erano stati tesi e tirati al di sopra della mia testa, più liberi di muoversi, ma ugualmente stretti tra loro.
Passarono alcuni secondi, poi fui spinto da più persone e caddi dal letto.
Rimasi in ginocchio sul duro pavimento, con le braccia tese verso il letto per colpa delle corde e il dolore alle ginocchia e alle braccia che mi aveva fatto infuriare.
- Alzati!
La voce proveniva dalle mie spalle e più il fatto che fosse una donna, che il tono imperioso, mi convinse ad eseguire.
- In ginocchio, sul letto.
Cercai a tentoni nel buio e trovato il letto, costretto com’ero dalle corde mi inginocchiai.
Sentii le corde spostarsi, qualcuno doveva aver slegato una parte, poi fui strattonato e mi ritrovai steso a forza sul materasso dal lato sbagliato.
Dovevo ammettere che il gioco in fondo mi piaceva e restai fermo mentre la mia aguzzina stringeva la corda e mi impediva in quella posizione.
Mi accarezzò il pene, schiacciato sul letto e questo mi portò a piegare la testa da un lato, ma ugualmente non riuscivo a vedere nulla.
Provai a rimettermi in ginocchio ma due mani forti mi tirarono e annullarono il mio tentativo.
Sapevo di non essere solo nella stanza con quella donna, ma ora fui sicuro della presenza di un ragazzo.
Passarono alcuni secondi, poi cominciò tutto...
Qualcosa di freddo mi fu versato sulla schiena, poche gocce che furono subito spalmate, poi altre sul mio sedere e questa volta fu un’altra mano ad accarezzarmi.
Mi irrigidii e cominciai a chiedere chi fosse, di fermarsi e allontanarsi.
Altre gocce e sentii scendere il liquido lungo le mie natiche.
Capii.
Una consapevolezza immediata e spaventosa.
Cominciai a urlare e dimenarmi, ma le mani forti del ragazzo mi schiaffeggiarono più volte e mi impedirono di muovermi.
Poi una voce vicino al mio orecchio mi avvertì.
- Sta buono, non vorrai mica farti espellere il primo giorno… abbiamo tante foto da appendere ovunque…
Mi fermai e l’uomo rise. Una risata crudele, seguita da altre gocce, questa volta più a fondo e precise.
Sentii le dita del ragazzo accarezzarmi e spingere piano sull’apertura e provai subito ad allontanarmi.
Fu inutile…
Mi ritrovai inerme sul materasso col ginocchio del tipo sulla schiena e il peso che mi schiacciava.
- Abbiamo così tante foto… - ripeté la donna - hai fatto cose deplorevoli, non vorrai che tutti sappiano quel che hai fatto. – continuò.
- Non mi importa – gridai – lasciatemi – ma proprio in quel momento il dito spinse più forte, riuscendo ad entrare.
La pressione e la presenza di quel dito mi irrigidì e zittì.
Rimase lì, fermo dentro di me e quando non riuscii più a stringere lo sentii scivolare dentro di me.
Gridai ancora e mi fu infilato un pezzo di stoffa in bocca.
- Finalmente… non stava più zitto. – disse ridendo il ragazzo – fermo – continuò schiaffeggiandomi.
Più mi muovevo, più il dito entrava e si muoveva dentro di me.
La presa sulla mia schiena si allentò appena e il dito scivolò fuori.
Non riuscivo comunque ad alzarmi e sentii ancora il lubrificante sul mio sedere.
Il ragazzo spinse ancora il dito dentro di me, questa volta più forte e deciso, provocandomi una leggera fitta di dolore.
Si mosse dentro di me e allargò con l’altra mano le natiche. Continuò a farlo un paio di volte, poi sentii spingere dentro di me un secondo dito.
Mi irrigidì subito, ma questa volta non mi diede la possibilità di abituarmi e spinse dentro di me più forte e più volte.
Quando allontanò la mano sapevo quel che mi sarebbe successo subito dopo e ne fui più che spaventato.
Scappare era impossibile, muoversi inutile, ma provai comunque e fui percosso più di prima.
Le mani del ragazzo mi allargarono le gambe e lo sentii posizionarsi dietro di me, più volte mi fu intimidito di restare fermo e più volte la mano scese forte sulle mie natiche e sulla schiena.
Dolorante mi ritrovai a pensare solo al momento in cui tutto sarebbe finito.
Sentii le mie natiche allargate da una parte e qualcosa spingere sulla mia entrata.
Dovette spingere molto e il dolore acuto che sentii mi percorse tutta la schiena.
Sentii il glande superare la mia entrata e il ragazzo soffrire quella resistenza.
- Cazzo quanto sei stretto… rilassati o ti farà ancor più male.
Provai a respirare e rilassarmi, ma fu impossibile è proprio quando il dolore sembrava andar via sentivo spingere e entrare dentro di me.
Sentii ogni centimetro e quando tutto il pene fu dentro, il ragazzo mi schiaffeggiò procurandomi un’altra fitta, mista a una sensazione che non capivo.
Sì allontanò lentamente e senza uscire riprese ad avvicinarsi.
Spinse contro di me aumentando appena la velocità.
Le sue mani passarono sui miei fianchi e il dolore, che all’inizio sembrava insopportabile cominciava a scemare, lasciando dentro di me l’altra sensazione.
Sentivo il pene scorrere e mi ritrovai a seguire i movimenti del ragazzo che mi penetrava.
Lo sentii ridere – guarda come ti piace – disse dopo uno schiaffo sul mio sedere.
Sì fermò totalmente dentro di me e sentii la mano scorrere verso il mio pene
- Che delusione, ci ho messo tanto per farlo diventare duro e già si è ammosciato.
Le sue provocazioni mi arrivarono lontane, quello che più occupava la mia mentre era la sensazione di pienezza che sentivo.
La presenza del suo pene non mi sembrava più così scomoda, ma la sua calma e fermezza era quasi dolorosa.
Mi vergognai ma quel che desideravo era sentirlo ricominciare e probabilmente non riuscii a restare fermo, perché dopo un’altra risata il mio aguzzino riprese a spingere.
La foga con la quale ora spingeva e mi scopava fece riaffiorare il dolore, ma ormai era sovrastato dalla voglia e dal piacere.
Mi afferrai il pene e cominciai a masturbarmi, mentre incessantemente sentivo il mio culo accogliere quel membro duro e grosso.
I colpi del ragazzo cominciarono a rallentare e le sue mani si strinsero sui miei fianchi, lo aiutai spingendomi verso di lui e continuammo per un po’, finché non lo sentii serrare la presa e spingere più affondo.
Sapevo che era ormai al limite e mi masturbai con più foga aspettando quel momento.
Ancora poche spinte e sentii un calore invadermi e riempirmi.
La nuova sensazione mi procurò una spinta di piacere che mi portò quasi subito a venire e stendermi stremato sul materasso.
Non capii molto di quello che successe dopo.
L’orgasmo mi aveva stremato e anche quando fui liberato dalla morsa delle corde non riuscii a muovermi, crollando subito in un sonno profondo.
di
scritto il
2018-04-23
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