Venerdi sera
di
Campano
genere
etero
Come si evince dai miei racconti, clara, la badante di mio nonno è ormai diventata la mia ragazza. Usciamo insieme di sera, facciamo sesso e ci vediamo ogni giorno o quasi. Infatti alcune sere lei rimane dal nonno a vegliarlo e io per non starmene a casa, esco con gli amici o da solo. Ieri sera davanti al bar centrale c'era una vasta folla. Ragazzi e ragazze che bevevano e ballavano. Diciamo la classica movida casertana del venerdi sera. Parcheggiai e intrapresi quattro chiacchiere con qualche amico. Dopo un'oretta si avvicinò alla mia destra una ragazza che mi salutò con una bella voce squillante e quasi sorpresa. Rimasi stupito quando girandomi realizzai chi fosse. Era Susy, una vecchia amica delle scuole medie. Non la vedevo da anni e senza rendercene conto rimanemmo lì in mezzo alla folla a parlare di tutto. Ormai i miei amici si erano spostati appena capita la situazione e le sue amiche avevano fatto lo stesso, andandosi a sedere poco più in là. Ora premetto che me la ricordavo molto carina, ma di sicuro in quasi 7 anni era cambiata e cresciuta tanto. Non altissima, ma con i tacchi quasi come me. Vestitino nero velato sulle gambe e sul seno. Lei rossa, bel seno abbondante, culetto molto sodo anche se un pò basso e tatuaggi che si intravedevano dalla scollatura e dalle gambe. Praticamente è diventata una poco brava ragazza. In breve chiacchierammo dell'univeristà e delle amicizie in comune mai più viste. Le offrii qualcosa da bere e prendemmo due birre. Decidemmo di berle nel vicoletto di fianco al bar, in disparte, senza qualla musica troppo alta. Intanto continuammo a conversare e ad ogni suo sorso dalla bottiglia mi eccitava non poco. Beveva quasi come stesse facendo una pompa e continuavo a fissarle quelle labbra rosso acceso. Non so se a un certo punto si rese conto del mio sguardo, ma cominciò a guardarmi ammiccando e sorridendo ad ogni mia parola. Le chiesi se era fidanzata. Mi rispose che dopo la seconda delusione d'amore si era convinta di dover solo divertirsi, almeno fino a quando non avesse trovato quello giusto. Ma per ora non aveva più voglia di soffrire. Lei mi chiese la stessa cosa e le risposi dicendo: faccio come te, però io mi sono trovato una trombamica ahahah.
Si mise a ridere e disse: io invece no, ma quando mi capita qualcuno carino come te, non mi scappa mica.
Rimasi incantato con quel sorriso idiota di poco prima, ma avevo sentito bene e potevo osare. Mentre parlavamo lei era spalle al muro e cominciai ad accarezzarle i capelli per poi scendere piano alla braccia e ai fianchi. Lei ricambiò, ma fu più diretta e mi strinse il sedere mettendosi a ridere. Poi si avvicinò e mi baciò. Le mie mani si fecero più insistenti, le strinsi il culo e lo tirai in sù. Era davvero bello sodo ma abbondante e burroso. A quel punto si staccò e disse: aspetta, adesso no, ci sono le mie amiche di quà.
Le proposi di spostarci più in là e andammo in fondo al vicolo, nel buio, nascosti da un suv. Ripresi a baciarla e toccarla. Era senza reggiseno e in un attimo tirò fuori le tette che quasi traboccavano da quel vestito strettissimo. Presi a succhiarle come un matto mentre lei mi sbottonava il jeans. Si staccò, mi mise spalle al muro e si inginocchiò alzandosi leggermemte il vestitino. Eravamo mezzi nudi in mezzo a quelle case, ma non capivo nulla. Il tempo di sentire la sua lingua da sotto le palle che annullai ogni pensiero. Le tenevo i capelli e intanto lei mi insalivava il cazzo. Quando arrivò sulla cappella, sentii il suo piercing sul buchino e cominciai ad ansimare come poche volte mi era capitato di fare. Inizialmente leccava soltanto, avvolgendo la cappella e scendendo fino alle palle. Poi saliva di nuovo e mi faceva sentire la punta della lingua nel buchino, meravigliosa. Dopo la birra aveva la lingua fredda e dato che ero accaldato, quel fresco sul cazzo mi faceva impazzire. Poi passò a succhiare e lì non potetti più resistere. Dopo un buon quarto d'ora di quel meraviglioso pompino sborrai come una fontana. Ma fu quasi una sborrata liberatoria, come quando devi farla e la trattieni e non ne puoi più. Mi liberai nella sua bocca e bevve senza mai staccarsi. Ci scambiammo nuovamente il numero, poichè io l'ho cambiato da poco e molto probabilmente dovrò rivederla domenica sera. Se succederà qualcosa forse ve lo racconterò. Intanto grazie ancora una volta per avermi letto.
Si mise a ridere e disse: io invece no, ma quando mi capita qualcuno carino come te, non mi scappa mica.
Rimasi incantato con quel sorriso idiota di poco prima, ma avevo sentito bene e potevo osare. Mentre parlavamo lei era spalle al muro e cominciai ad accarezzarle i capelli per poi scendere piano alla braccia e ai fianchi. Lei ricambiò, ma fu più diretta e mi strinse il sedere mettendosi a ridere. Poi si avvicinò e mi baciò. Le mie mani si fecero più insistenti, le strinsi il culo e lo tirai in sù. Era davvero bello sodo ma abbondante e burroso. A quel punto si staccò e disse: aspetta, adesso no, ci sono le mie amiche di quà.
Le proposi di spostarci più in là e andammo in fondo al vicolo, nel buio, nascosti da un suv. Ripresi a baciarla e toccarla. Era senza reggiseno e in un attimo tirò fuori le tette che quasi traboccavano da quel vestito strettissimo. Presi a succhiarle come un matto mentre lei mi sbottonava il jeans. Si staccò, mi mise spalle al muro e si inginocchiò alzandosi leggermemte il vestitino. Eravamo mezzi nudi in mezzo a quelle case, ma non capivo nulla. Il tempo di sentire la sua lingua da sotto le palle che annullai ogni pensiero. Le tenevo i capelli e intanto lei mi insalivava il cazzo. Quando arrivò sulla cappella, sentii il suo piercing sul buchino e cominciai ad ansimare come poche volte mi era capitato di fare. Inizialmente leccava soltanto, avvolgendo la cappella e scendendo fino alle palle. Poi saliva di nuovo e mi faceva sentire la punta della lingua nel buchino, meravigliosa. Dopo la birra aveva la lingua fredda e dato che ero accaldato, quel fresco sul cazzo mi faceva impazzire. Poi passò a succhiare e lì non potetti più resistere. Dopo un buon quarto d'ora di quel meraviglioso pompino sborrai come una fontana. Ma fu quasi una sborrata liberatoria, come quando devi farla e la trattieni e non ne puoi più. Mi liberai nella sua bocca e bevve senza mai staccarsi. Ci scambiammo nuovamente il numero, poichè io l'ho cambiato da poco e molto probabilmente dovrò rivederla domenica sera. Se succederà qualcosa forse ve lo racconterò. Intanto grazie ancora una volta per avermi letto.
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