Prima e ultima volta
di
Campano
genere
tradimenti
Salve, dal mio ultimo racconto ho scritto poco, anzi quasi nulla. In realtà con tutto il da fare e le vacanze, non ho proprio avuto il tempo. Avrei voluto raccontarvi le evoluzioni della mia attivissima relazione con Susy, ma una settimana fa più o meno, è successo qualcosa di davvero sbagliato ma eccitante e mi va di condividerlo con voi. Con Susy il rapporto è strettissimo ed è già un mese che quando i suoi non ci sono, mi invita da lei per divertirci. Qualche volta c'è anche sua sorella più piccola, Rita, ma noi ci chiudiamo in stanza e lo facciamo lo stesso. Penso comunque che Rita immagini molto bene quello che facciamo e ho quasi l'impressione che spesso lei sia lì a spiarci e ascoltarci. Rita assomiglia alla sorella, è quindi molto carina di viso, bionda, occhi castani, fisicamente però è molto più snella, poco seno ma un bel culetto alto. Con me è sempre molto garbata, gentile, forse maliziosa nelle espressioni del suo viso. Susy è al mare con i genitori da due settimane. La settimana scorsa, mi accorsi di aver perso un anello. Controllai in macchina, nella mia stanza, ma nulla. Messaggiai Susy per sapere se l'avesse trovato a casa sua ma nemmeno lei ne sapeva nulla. Mi disse però di andare da lei a controllare nella sua stanza. Andai a casa sua, bussai, mi aprì Rita. Lei non era al mare con i suoi perchè dopo i buoni risultati a scuola le avevano concesso di stare un pò sola a riposarsi e inoltre voleva evitare il troppo sole, a detta sua. Lei infatti non è chiarissima di pelle, ma nemmeno abbronzata come tante ragazze invece in questa stagione. Le dissi che dovevo cercare questo anello, che lo avevo perso in quei giorni e lei subito con tono da stronza mi fa: beh, l'avrai perso di sicuro nel letto, non fate mai attenzione e mettete disordine tu e Susy.
Quel suo esordire in quel modo mi lasciò spiazzato e chiesi: noi? ma perchè, cosa pensi che facciamo?
Lei rispose: cosa non fate semmai. Ma comunque beata lei.
Con quella risposta mi fece capire che le piacevo, ma non mi importava, è pur sempre la sorella della mia ragazza, pensai. Andai in stanza e trovai l'anello sulla scrivania. Mi ricordai di averlo tolto prima di mettermi a scrivere al computer una tesina per Susy, quella settimana prima che ero stato lì. Lo indossai e salutai Rita. Mi chiese se volevo un caffè e accettai. Mi sedetti in cucina e lei davanti ai miei occhi a prepararlo. Avevo il culetto costantemente sotto i miei occhi e ad un certo punto si abbassò persino per fingere di grattarsi la caviglia. Aveva degli shorts sportivi bianchi aderenti e un top rosa senza reggiseno. Bevemmo il caffè, mi alzai e mi diressi alla porta. Solo a quel punto lei ebbe il coraggio di prendermi una mano e chiedermi: sicuro che vuoi andare via?
La guardai spiazzato ancora una volta e con la testa feci un cenno come a chiederle il perchè. Disse: forse mi sono illusa io.
Rifeci lo stesso cenno e lei ancora più chiara: come ti sfoghi questa settimana da solo?
Risi forte e dissi: mi vorresti aiutare te cucciola?
Rispose: beh io sono sua sorella, se proprio devi tradirla, non voglio che lo fai con qualche zoccola.
Pensai "e brava la bimba, si è studiata bene la cazzata da raccontarmi pur di scopare". Chiusi di nuovo la porta e mi avvicinai a lei. La sua spavalderia scomparve e cominciò ad indietreggiare timida e quasi impaurita. Io son ben piazzato per merito della palestra, alto 1,85. Lei è piccina, snella, si sentiva quasi intimorita. Mi mostrai prima dolce, le accarezzai i capelli, il viso e presi a baciarle il collo. Passai dietro all'orecchio, poi al lobo, sussurrandole cose dolci. Intanto lei si era completamente abbandonata a un abbraccio. Presi ad accarezzarle le schiena fino a stringerle il sedere. Con l'altra mano le spostavo i capelli per baciarle il collo. Lei immobile si limitava solo a baciarmi il petto. "Ha poca esperienza" pensai. Le presi le mani e le portai al mio jeans facendole capire di slacciarmelo. Lei eseguì lenta e ansimante dai miei baci e dalla mia lingua che scorreva dal collo al seno, lenta. La presi per mano e la portai in soggiorno. Mi sdraiai nudo sul divano e lei mi saltò addosso per baciarmi. Cominciò lenta a baciare, poi leccare, dal petto ai capezzoli fino all'ombelico. Sentivo la punta della sua lingua scorrere daperutto fino a sotto le palle. A quel punto cominciai a gemere senza fine. Cominciò un pompino degno di sua sorella, con leccate insistenti sul frenulo, poi sul buchino. Le succhiate insistenti sulla cappella e poi ancora a succhiare le palle e torturarle con la lingua. La spogliai completamente e le spalancai con forza le gambe. Presi a succhiarle la fica fino ad asciugarla tutta. Ma lei continuamente gettava fuori liquidi e in poco tempo era di nuovo fradicia. Immagino sia stata una delle prime volte per lei, perchè si dimenava come un ossesso spingendomi la testa a fondo. La mia lingua penetrava. Ha un buon sapore la piccola troia. Cominciai a non poterne più e ad essere sempre meno dolce. La tirai con la forza sul mio cazzo e nonostante lei mi pregasse di andare piano io cominciai a spingere come un cavallo matto. Si strinse forte a me, gridando quasi strozzata ad ogni colpo di cazzo. Mi eccitava da matti vedere il cazzo enorme entrare in quel buchino minuscolo. Era quasi inverosimile. Le stava arrivando davvero nello stomaco, avevo quasi paura di farle male. La differenza di stazza tra di noi è enorme. Era già mezza rossa e affaticata. La trascinai per terra e la spinsi a spompinarmi fino in fondo. Le venne la tosse per la troppa saliva allora presi a strusciarglielo sulla faccia, bagnandola tutta, col trucco mezzo sciolto. La feci distendere sul divano a pancia in giù, mi ci misi sopra e nonostante si opponesse tentai per un buon 10 minuti di incularla. Il cazzo non entrava nemmeno a metà. Allora mi distesi a mia volta dedicandomi a leccarle il buchino. Una volta a pecora, la alzai per le gambe e presi a far scorrere la lingua dalla fica al buchino, veloce e vigorosa. Venne!! Avevo bocca e petto pieni del suo umore. Era salato ma lo assaggiai volentieri. Pensai "ora è rilassata, è il momento". La rimisi a pecora e puntai il cazzo. Entrò a metà e lei tirò un grido assurdo. Presi a pompare il culetto lentamente, poi sempre più deciso. Man mano entrava sempre di più. Non ci credevo. Era strettissimo, glielo stavo letteralmente spanando. La tenevo con una mano da sotto il pancino e con l'altra afferrai una tetta. Più pompavo e più veniva meno delle sua forze. Sembrava la stessi sventrando, gridava da piccola puttanella e mi eccitò a tal punto che le venni nel culo senza preavviso, abbandonandomi su di lei. Un'esperienza sorprendente e piacevolissima, ma come le ho detto dopo: è stata la prima e ultima volta!
Quel suo esordire in quel modo mi lasciò spiazzato e chiesi: noi? ma perchè, cosa pensi che facciamo?
Lei rispose: cosa non fate semmai. Ma comunque beata lei.
Con quella risposta mi fece capire che le piacevo, ma non mi importava, è pur sempre la sorella della mia ragazza, pensai. Andai in stanza e trovai l'anello sulla scrivania. Mi ricordai di averlo tolto prima di mettermi a scrivere al computer una tesina per Susy, quella settimana prima che ero stato lì. Lo indossai e salutai Rita. Mi chiese se volevo un caffè e accettai. Mi sedetti in cucina e lei davanti ai miei occhi a prepararlo. Avevo il culetto costantemente sotto i miei occhi e ad un certo punto si abbassò persino per fingere di grattarsi la caviglia. Aveva degli shorts sportivi bianchi aderenti e un top rosa senza reggiseno. Bevemmo il caffè, mi alzai e mi diressi alla porta. Solo a quel punto lei ebbe il coraggio di prendermi una mano e chiedermi: sicuro che vuoi andare via?
La guardai spiazzato ancora una volta e con la testa feci un cenno come a chiederle il perchè. Disse: forse mi sono illusa io.
Rifeci lo stesso cenno e lei ancora più chiara: come ti sfoghi questa settimana da solo?
Risi forte e dissi: mi vorresti aiutare te cucciola?
Rispose: beh io sono sua sorella, se proprio devi tradirla, non voglio che lo fai con qualche zoccola.
Pensai "e brava la bimba, si è studiata bene la cazzata da raccontarmi pur di scopare". Chiusi di nuovo la porta e mi avvicinai a lei. La sua spavalderia scomparve e cominciò ad indietreggiare timida e quasi impaurita. Io son ben piazzato per merito della palestra, alto 1,85. Lei è piccina, snella, si sentiva quasi intimorita. Mi mostrai prima dolce, le accarezzai i capelli, il viso e presi a baciarle il collo. Passai dietro all'orecchio, poi al lobo, sussurrandole cose dolci. Intanto lei si era completamente abbandonata a un abbraccio. Presi ad accarezzarle le schiena fino a stringerle il sedere. Con l'altra mano le spostavo i capelli per baciarle il collo. Lei immobile si limitava solo a baciarmi il petto. "Ha poca esperienza" pensai. Le presi le mani e le portai al mio jeans facendole capire di slacciarmelo. Lei eseguì lenta e ansimante dai miei baci e dalla mia lingua che scorreva dal collo al seno, lenta. La presi per mano e la portai in soggiorno. Mi sdraiai nudo sul divano e lei mi saltò addosso per baciarmi. Cominciò lenta a baciare, poi leccare, dal petto ai capezzoli fino all'ombelico. Sentivo la punta della sua lingua scorrere daperutto fino a sotto le palle. A quel punto cominciai a gemere senza fine. Cominciò un pompino degno di sua sorella, con leccate insistenti sul frenulo, poi sul buchino. Le succhiate insistenti sulla cappella e poi ancora a succhiare le palle e torturarle con la lingua. La spogliai completamente e le spalancai con forza le gambe. Presi a succhiarle la fica fino ad asciugarla tutta. Ma lei continuamente gettava fuori liquidi e in poco tempo era di nuovo fradicia. Immagino sia stata una delle prime volte per lei, perchè si dimenava come un ossesso spingendomi la testa a fondo. La mia lingua penetrava. Ha un buon sapore la piccola troia. Cominciai a non poterne più e ad essere sempre meno dolce. La tirai con la forza sul mio cazzo e nonostante lei mi pregasse di andare piano io cominciai a spingere come un cavallo matto. Si strinse forte a me, gridando quasi strozzata ad ogni colpo di cazzo. Mi eccitava da matti vedere il cazzo enorme entrare in quel buchino minuscolo. Era quasi inverosimile. Le stava arrivando davvero nello stomaco, avevo quasi paura di farle male. La differenza di stazza tra di noi è enorme. Era già mezza rossa e affaticata. La trascinai per terra e la spinsi a spompinarmi fino in fondo. Le venne la tosse per la troppa saliva allora presi a strusciarglielo sulla faccia, bagnandola tutta, col trucco mezzo sciolto. La feci distendere sul divano a pancia in giù, mi ci misi sopra e nonostante si opponesse tentai per un buon 10 minuti di incularla. Il cazzo non entrava nemmeno a metà. Allora mi distesi a mia volta dedicandomi a leccarle il buchino. Una volta a pecora, la alzai per le gambe e presi a far scorrere la lingua dalla fica al buchino, veloce e vigorosa. Venne!! Avevo bocca e petto pieni del suo umore. Era salato ma lo assaggiai volentieri. Pensai "ora è rilassata, è il momento". La rimisi a pecora e puntai il cazzo. Entrò a metà e lei tirò un grido assurdo. Presi a pompare il culetto lentamente, poi sempre più deciso. Man mano entrava sempre di più. Non ci credevo. Era strettissimo, glielo stavo letteralmente spanando. La tenevo con una mano da sotto il pancino e con l'altra afferrai una tetta. Più pompavo e più veniva meno delle sua forze. Sembrava la stessi sventrando, gridava da piccola puttanella e mi eccitò a tal punto che le venni nel culo senza preavviso, abbandonandomi su di lei. Un'esperienza sorprendente e piacevolissima, ma come le ho detto dopo: è stata la prima e ultima volta!
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