Il mio nuovo amico
di
Lolita
genere
dominazione
Eravamo due persone pressoché sconosciute... viste ad un evento, abbiamo scambiato due battute di numero ma mai ci saremmo immaginate quanto sarebbe successo in un immediato futuro. Grazie alle foto di tale evento pubblicate in rete, lui mi mi rintraccia e mi contatta. È piacevole parlare con lui e lo scambio di battute viene da se... mi trovo a mio agio e gli faccio, fin da subito, confidenze che ad altri non avrei mai fatto... ricevo molti complimenti da lui tanto da pensare che ci stesse provando ma lui chiarisce subito di essere impegnato ed allora io mi tranquillizzo. Sempre parlando del più e del meno, però, lui mi confessa che gli piacerebbe avere altro tipo di conversazioni con me ed io, senza tirarmela troppo, accetto. In poco tempo si crea un'alchimia unica e lo scambio di un botta e risposta piccante si fa veramente acceso e eccitante.
Ci scriviamo per ore, ci eccitiamo a vicenda, ci tocchiamo protetti dallo schermo di un pc o dalla chat su un cellulare ma la cosa ci piace e ci lasciamo andare a fantasie sempre più pericolose. Alla fine torna tutto come prima e ci scambiamo coccole e saluti ed io mo corico pensando che tutto si sarebbe fermato li ma in cuor mio sapevo che questo era solo l'inizio di una chat che sarebbe perdurata nel tempo.
Ed ecco che succede l'imprevedibile: sono ad un altro evento con degli amici, cammino tra le bancarelle ed ecco che già da lontano lo vedo; abbasso lo sguardo quasi a non voler incrociare il suo, ho paura che possa dire o fare qualcosa di sconveniente per entrambi ma lui mi nota, mi guarda e mi saluta, come se niente fosse, con un semplice 'Ciao!'... ricambio doverosamente il saluto per non essere maleducata e lui accenna un 'si' con la testa come a dire 'fidati, non dirò null'altro'. Continuiamo la nostra visita all'evento e la giornata prosegue senza particolari intoppi anche se il tempo ci mette lo zampino e fa spuntare un sole che scalda almeno quanto un forno crematorio... ad un certo punto io non ce la faccio più ed abbandono i miei amici per andare a rinfrescarmi in bagno prima di avere un colpo di calore. Senza farci troppo caso, passo vicino a lui a passo veloce correndo verso i bagni e noto che il bagno è unisex (uno solo per uomini e donne) ed è deserto.
Entro lo stesso, il caldo è insopportabile e dentro di me penso 'tanto devo solo darmi una rinfrescata!' chiudo la porta dietro di me ma senza badare il fatto che non l'avessi chiusa a chiave, infilo la testa sotto il getto scrosciante del rubinetto per cercare l'acqua gelata piegandomi a novanta e poco dopo sento qualcosa (o meglio qualcuno!) che si appoggia dietro di me... è lui, lo so, lo sento... sussulto e mi tiro su di scatto con la testa bagnata che gocciola sul mio corpo, lui mi tappa la bocca con la mano e mi dice 'Finalmente posso averti... è tanto che aspettavo questo momento!'. La paura di non sapere che cosa possa accadere in quel bagno, mi fa eccitare e il suo sguardo che vedo riflesso nello specchio mi intimorisce un po'... decido di lasciarlo fare: mi appoggia la mano libera su un seno e lo tocca insistentemente attraverso la camicetta che indosso. Stringe il mio seno, lo preme con forza e, mentre mi sale il dolore, penso 'non pensavo avesse tanta forza in quelle mani!'. Lui mi dice: 'Sbottonati la camicetta...' ed io tremante ma vogliosa obbedisco e scopro il mio seno raccolto in un reggiseno push-up. Lui, sempre con una mano ferma sulla mia bocca e sempre stando alle mie spalle, infila la mano nel reggiseno e tira fuori prima una e poi l'altra tetta guardando il mio corpo semi nudo nellp specchio. Prende allora un capezzolo tra le dita e lo gira con forza, cerco di gridare ma lui preme la mano sul mio viso e strozza il mio urlo, una lacrima scende sul mio viso e li mi rendo conto che il gioco sessuale che fino a quel giorno è stato solo un mucchio di parole, sta diventando concreto... non ho paura perchè ciò che ci siamo scritti a fatto si che mi fidassi di lui ma una sensazione piacevole di quel 'non so che cosa mi sta per accadere' mi pervade e lascio che sia lui a condurre il gioco.
Lo vedo sfilare da una tasca un foulard per tapparmi la bocca così da avere entrambe le mani libere e, da dietro continua a toccarmi insistenetemente, guardando nello specchio le mie reazioni.
Improvvisamente mi prende, mi gira a se e mi schiaffeggia i seni, mi guarda, si avvicina e mi bacia in fronte e 'se c'è qualcosa che non va, fermami...' mi sussurra. Faccio un piccolo cenno con la testa per fargli capire che è tutto ok per il momento e lui continua. Mi schiaffeggia di nuovo i seni, mi guarda fissa negli occhi, mi prende per il collo e stringe facendomi mancare il fiato per un paio di secondi e poi molla la presa. Lo cerco con le mani, per averne il contatto fisico, ma lui mo respinge, mi prende le mani e me le lega assieme. dietro la schiena con un cordino improvvisato... 'Non mi devi toccare, a meno che non sia io a dirtelo!', ora sono inerme... completamente sua sotto ogni punto di vista, se volessi non potrei reagire, difendermi o scappare... ho paura, ma una paura piacevole di quelle che ti fanno avere la curiosità di continuare.
Lui fissa il mio corpo mezzo svestito, mo schiaffeggia le tette ancora ed i capezzoli reagiscono. Li prende di nuovo tra le dita, li preme, li gira... grida soffocate mi escono dalla gola e, mentre sto ancora cercando di riprendermi, lui sbottona i miei pantaloni e, assieme alle mutande, me li cala fino alle caviglie. Mi fissa e ride, sembra che si prenda gioco del mio corpo tutt'altro che perfetto, mi sputa addosso un paio di volte e poi, infine, mi spinge a terra. 'In ginocchio!' intima. Obbedisco, infine non ho molte alternative. Si sbottona i pantaloni, si toglie la cintura e si mette davanti a me. Lo tira fuori, grosso duro e pulsante. La sua mano destra impugna quella cinta che mi impaurisce, lui la passa delicatamente sul mio viso e mi dice sussurrando: 'Ora ti libero la bocca dal fazzoletto, ma non fiatare altrimenti assaggerai la mia cintura!' poi, con la stessa delicatezza, passa la cintura sui miei capezzoli facendomi capire che sarebbe andato a colpire li se fiatavo.
Mi libera la bocca e mi sbatte in faccia il suo cazzo: 'Leccalo, da brava...', lo fisso per un attimo e poi lo prendo in bocca quasi avidamente, lui mi spinge la testa e lo infila quasi in gola cercando di farmi mancare il respiro. Tossisco e mi ritraggo cercando di prendere fiato, lui mi tira uno schiaffo in pieno viso... 'Ti ho detto forse di smettere?' e me lo reinfila in bocca ricominciando a pompare muovendo con la mano la mia testa.
Poi improvvisamente si ferma, tira fuori il suo cazzo dalla mia bocca e mi viene in faccia inondandomi il viso. Ride e si prende gioco di me, io non riesco a guardarlo in faccia. Mi prende la testa, mi tira i capelli e mi sussurra 'Adesso facciamo un gioco...', mi distende a terra, mi allarga le gambe scoprendo la mia figa bagnatissima, la lecca un po', morde il mio clitoride tirandolo coi denti, mi penetra con tre dita facendomi godere e poi, sul più bello, estrae un vibratore e lo infila dentro di me. Li conosco quelli, sono quelli a telecomando, che comandi a distanza... ho paura di quello che vuole fare: e se mi venisse un orgasmo mentre sono in presenza dei miei amici? Cerco di divincolarmi ma lui mi tira una sonora cinquina sulle tette lasciandomi per un attimo senza fiato. Sono bloccata, non riesco a muovermi e lui ne approfitta per infilarmi il vibratore. Poi mi gira e mi mette a novanta, col culo in bella vista, si alza e me lo guarda ridendo. Poi, per suo puro divertimento personale, mi frusta sul culo due o tre cinghiate. Grido dal dolore e lui, per tutta risposta, mi infila un dito nel culo muovendolo ripetutamente su e giù.
Non contento di avermi umiliata così, tira fuori da una tasca delle palline anali e le infila dentro di me. Una volta finito, mi guarda e se la ride... mi dice: 'Vediamo quanto troia sei adesso che sei completamente sotto il mio controllo!' e poi, sempre guardandomi, aziona il telecomando del vibratore. Lo sento muoversi dentro di me, prima piano e poi via via più forte, mi contorco in cerca di sollievo per evitare di esplodere in un orgasmo galattico ma lui non ha intenzione di smettere, mi guarda e se la ride... la mia figa comincia a grondare di umori e il mio respiro si fa corto, lui si avvicina al mio viso e mi tappa la bocca soffocando le urla che emetto mentre raggiungo, finalmente, l'orgasmo. Bagno tutto a terra, tremo dall'eccitazione e la mia figa pulsa sperando che tutto ciò abbia presto una fine. 'Alzati e ripulisciti... ma non toglierti nulla di ciò che ti ho messo... non pensare che sia finita qui!'... mi alzo, mi ripulisco e mi rivesto. Lui mi fissa e, mentre sto cercando di rimettermi il reggiseno, lui mi ferma: 'Aspetta...', si avvicina e prende un seno nella sua mano, si infila un capezzolo in bocca, lo morde, lo gira, poi lo schiaffeggia... è turgido... ora tira fuori un morsetto e lo mette sul mio capezzolo, stringe e fa male, fa diventare il mio capezzolo rosso ma lui se ne frega e fa lo stesso con l'altro e poi intima: 'Ora puoi rivestirti, ci vediamo in giro!' ed esce dal bagno lasciandomi li in bàlia di mille sensazioni contrastanti. Decido di risistemarmi e di uscire dal bagno senza togliermi nulla di quanto mi era stato messo addosso anche se la paura di farmi notare nel caso che lui azioni il telecomando era veramente tanta.
Una volta uscita dal bagno, ritorno dai miei amici e cerco di essere più disinvolta possibile anche se ciò che ho dentro di me, ad ogni passo si muove e si insinua provocandomi dolori e piaceri. Lo so che lui mi osserva da lontano e che, probabilmente, se la ride a vedermi così impacciata nei miei movimenti ma, sebbene osservi tutte le persone che mi circondano, di lui non c'è traccia.
Sperando che per un qualsiasi motivo se ne sia andato, cerco di tornare a godermi la giornata e, sebbene mi sentissi bagnata ed eccitata, riuscii nel mio intento e mi dimenticai quasi del tutto, lo spiacevole inconveniente. Passarono un paio di ore prima di dovermi ricredere. Ero seduta che stavo seguendo un'intervista live quando dentro di me qualcosa cominciò a vibrare. Vibrava tanto e non smetteva. Volevo alzarmi e scappare ma sentivo che, se mi sarei alzata, fiumi di umori sarebbero scesi dalle mie gambe. Cercavo a stento di trattenermi ma un orgasmo devastante mi stava pervadendo, i miei capezzoli erano turgidi e facevano male sotto la pressione dei morsetti e le palline anali premevano facendomi male. Mi guardavo in giro sperando che nessuno notasse il mio evidente imbarazzo mentre cercavo di contenermi, poi la vibrazione smise improvvisamente e tutto sembrò tornare alla normalità.
Passati una decina di minuti, il vibratore ha ricominciato a vibrare, questa volta ad intermittenza... 10 o 20 secondi al massimo, poi smetteva... passava un minuto e ricominciava... per il mio corpo era un'agonia... dopo un po' così, mi dovetti alzare e tornare in bagno: dovevo masturbarmi e togliermi di dosso tutta quella roba prima si impazzire. Mentre procedevo a grandi passi verso il bagno, il vibratore smise di funzionare e sentivo i suoi occhi puntati addosso e, anche se era nascosto alla mia vista, ero convinta che mi stesse seguendo. Entrai spedita in bagno e infilai direttamente la porta del gabinetto dove, almeno li, sarei stata al sicuro.
Mi ero appena calata le mutandine per sfilarmi il vibratore che piomba lui nel bagno e, come la prima volta, sento che chiude la porta dietro di se: inizia ad urlare battendo forte sulla porta del bagno... 'Apri brutta troia... ti ho forse dato il permesso di toglierti il vibratore?'... non mi restava altro da fare che aprire la porta prima che lui la buttasse giù a pugni.
Aprii la porta ancora con le mutandine calate e la figa gocciolante di umori, lui mi afferrò al collo, mi spinse contro il muro e infilò una mano tra le mie calde coscie per sfilare il vibratore bagnato, poi mi guardò e mi disse: 'Sei proprio una troia insaziabile... vedi che ora ti sistemo: allarga le gambe!', feci come mi veniva detto dato che non avevo molte possibilità, e lui, sempre tenendo una mano sul mio collo, cominciò a toccarmi la figa. Giocava col mio clitoride, lo prendeva tra le dita, lo tirava, lo contorceva ed io mi bagnavo. Infine mi penetrò: prima con un dito, poi con due, infine con tre. Si muoveva su e giù, mi guardava, mi diceva di godere, di fargli vedere quanto desideravo che continuasse mentre i miei capezzoli duri erano doloranti sotto i morsetti e le palline nel buco del culo si muovevano alla pressione della sua mano dentro di me. 'Secondo me, tu vuoi di più...' disse lui e, sempre spingendo la sua mano sul mio collo, mi spinse a terra e mi fece allargare di più le gambe... più che potevo... poi mi penetrò con 4 dita guardando come mi contorcevo dal dolore e dal piacere ed infine osò infilare anche il quinto dito spingendo brutalmente tutta la mano dentro di me. Spingeva e mi faceva mancare il respiro, voleva a tutti i costi che tutta la mano entrasse in me. Infine, dopo tanto insistere e forse aiutato dal fatto che ero bagnatissima, la mano entrò completamente... ero sua in tutto e per tutto... si muoveva dentro di me giocando con le sue dita sulle mie pareti interne, mi guardava e si divertiva sentendomi venire molteplici volte sotto la sua mano esperta.
Ormai ero esausta e lui allora decise che era arrivato il momento: sfilò la mano da me e si allontanò, si calò calzoni e mutande facendomi vedere il suo grosso cazzo, poi mi prese per i capelli e mi piegò a novanta davanti a lui. Lo sentii puntarlo contro di me e, in un attimo con una spinta potente, lo sentii penetrarmi. Non riuscii ad emettere alcun suono sebbene mi avesse fatto male... lo sentivo spingere dentro, sbattermi come se fossi una vacca da monta con le sue palle che sbattevano contro di me, non smetteva nemmeno per prendere fiato, si muoveva con un ritmo costante ma veloce e la mia figa ormai esplodeva di umori ed avevo perso il conto di quanti orgasmi avevo avuto in quella giornata. Sebbene mi piacesse, non vedevo l'ora che finisse perchè ero stravolta ed avevo la figa in fiamme. Ogni tanto mi colpiva il culo, mi sculacciava e mi diceva di dirgli delle porcate. Mi ripeteva 'Dimmi che sei la mia vacca, la mia troia da monta, che vuoi che ti sbatta più forte...' ...gli ripetei quanto mi aveva chiesto e poi, come una frase automatica che non potevo comandare gli dissi: 'Violentami!'... allora lui so eccitò ancora di più, mi sbattè il suo cazzo dentro con una forza inaudita, poi lo tirò fuori da me e, una volta sfilate le perle anali, me lo infilò anche li sfondandomi il culo. Non controllavo più il mio corpo, mi sembrava di pisciare senza potermi fermare tanto che grondavo umori giù per le mie gambe e più grondavo più lui mi sbatteva dentro il suo cazzo. Mi sfondava il culo e con una mano mi pizzicava il clitoride. Era una furia senza controllo ed io ero completamente nelle sue mani, speravo solo che tutto ciò finisse presto.
Le mie tette gonfie si muovevano ad ogni suo colpo ed i capezzoli erano ormai insensibili al dolore provocato dalle mollette... una volta sfondatomi per bene il culo, lo tirò fuori e mi ordinò di spompinarlo fino a farlo venire e così feci: mi inginocchiai e cominciai a spompinarlo finchè lui venne inondando la mia bocca del suo sperma. Ero distrutta sia psicologicamente che fisicamente e la mia voglia di fare sesso sembrava scomparsa per sempre dopo tutto quello che ero stata costretta a subire da quell'animale.
Lui mi guardava mentre, nel lavandino del bagno, si lavava il suo membro soddisfatto e, prima di uscire dal bagno, mi sbottonò la camicetta e, tirando le mollette sui seni dalla catenella, mi strappò letteralmente le mollette di dosso provocandomi un dolore indescrivibile. Finalmente era finita, pensai e, una volta rimasta sola, mi chiusi nel gabinetto per almeno 15 minuti per riprendermi poi mi diedi una rinfrescata e una sistemata prima di uscire dal bagno ed abbandonare per sempre quel posto.
Una volta rientrata a casa ricevetti un messaggio sul cellulare, era lui: 'È stato bello, mi è piaciuto possederti e sentirti gemere sotto le mie mani... spero che anche tu abbia goduto allo stesso modo e spero che, presto o tardi, mi permetterai di sentirti di nuovo mia!', io nemmeno risposi... d'altronde io e lui eravamo una coppia clandestina che si sentiva solo per fare sesso quando si aveva voglia di questo tipo di rapporti ma ora, descrivendo tale esperienza per il mio profilo di Racconti Erotici, ammetto che mi sono eccitata e mi sono masturbata ripensando a me completamente nelle mani di quest'uomo.
lolitaraccontierotici@gmail.com
Ci scriviamo per ore, ci eccitiamo a vicenda, ci tocchiamo protetti dallo schermo di un pc o dalla chat su un cellulare ma la cosa ci piace e ci lasciamo andare a fantasie sempre più pericolose. Alla fine torna tutto come prima e ci scambiamo coccole e saluti ed io mo corico pensando che tutto si sarebbe fermato li ma in cuor mio sapevo che questo era solo l'inizio di una chat che sarebbe perdurata nel tempo.
Ed ecco che succede l'imprevedibile: sono ad un altro evento con degli amici, cammino tra le bancarelle ed ecco che già da lontano lo vedo; abbasso lo sguardo quasi a non voler incrociare il suo, ho paura che possa dire o fare qualcosa di sconveniente per entrambi ma lui mi nota, mi guarda e mi saluta, come se niente fosse, con un semplice 'Ciao!'... ricambio doverosamente il saluto per non essere maleducata e lui accenna un 'si' con la testa come a dire 'fidati, non dirò null'altro'. Continuiamo la nostra visita all'evento e la giornata prosegue senza particolari intoppi anche se il tempo ci mette lo zampino e fa spuntare un sole che scalda almeno quanto un forno crematorio... ad un certo punto io non ce la faccio più ed abbandono i miei amici per andare a rinfrescarmi in bagno prima di avere un colpo di calore. Senza farci troppo caso, passo vicino a lui a passo veloce correndo verso i bagni e noto che il bagno è unisex (uno solo per uomini e donne) ed è deserto.
Entro lo stesso, il caldo è insopportabile e dentro di me penso 'tanto devo solo darmi una rinfrescata!' chiudo la porta dietro di me ma senza badare il fatto che non l'avessi chiusa a chiave, infilo la testa sotto il getto scrosciante del rubinetto per cercare l'acqua gelata piegandomi a novanta e poco dopo sento qualcosa (o meglio qualcuno!) che si appoggia dietro di me... è lui, lo so, lo sento... sussulto e mi tiro su di scatto con la testa bagnata che gocciola sul mio corpo, lui mi tappa la bocca con la mano e mi dice 'Finalmente posso averti... è tanto che aspettavo questo momento!'. La paura di non sapere che cosa possa accadere in quel bagno, mi fa eccitare e il suo sguardo che vedo riflesso nello specchio mi intimorisce un po'... decido di lasciarlo fare: mi appoggia la mano libera su un seno e lo tocca insistentemente attraverso la camicetta che indosso. Stringe il mio seno, lo preme con forza e, mentre mi sale il dolore, penso 'non pensavo avesse tanta forza in quelle mani!'. Lui mi dice: 'Sbottonati la camicetta...' ed io tremante ma vogliosa obbedisco e scopro il mio seno raccolto in un reggiseno push-up. Lui, sempre con una mano ferma sulla mia bocca e sempre stando alle mie spalle, infila la mano nel reggiseno e tira fuori prima una e poi l'altra tetta guardando il mio corpo semi nudo nellp specchio. Prende allora un capezzolo tra le dita e lo gira con forza, cerco di gridare ma lui preme la mano sul mio viso e strozza il mio urlo, una lacrima scende sul mio viso e li mi rendo conto che il gioco sessuale che fino a quel giorno è stato solo un mucchio di parole, sta diventando concreto... non ho paura perchè ciò che ci siamo scritti a fatto si che mi fidassi di lui ma una sensazione piacevole di quel 'non so che cosa mi sta per accadere' mi pervade e lascio che sia lui a condurre il gioco.
Lo vedo sfilare da una tasca un foulard per tapparmi la bocca così da avere entrambe le mani libere e, da dietro continua a toccarmi insistenetemente, guardando nello specchio le mie reazioni.
Improvvisamente mi prende, mi gira a se e mi schiaffeggia i seni, mi guarda, si avvicina e mi bacia in fronte e 'se c'è qualcosa che non va, fermami...' mi sussurra. Faccio un piccolo cenno con la testa per fargli capire che è tutto ok per il momento e lui continua. Mi schiaffeggia di nuovo i seni, mi guarda fissa negli occhi, mi prende per il collo e stringe facendomi mancare il fiato per un paio di secondi e poi molla la presa. Lo cerco con le mani, per averne il contatto fisico, ma lui mo respinge, mi prende le mani e me le lega assieme. dietro la schiena con un cordino improvvisato... 'Non mi devi toccare, a meno che non sia io a dirtelo!', ora sono inerme... completamente sua sotto ogni punto di vista, se volessi non potrei reagire, difendermi o scappare... ho paura, ma una paura piacevole di quelle che ti fanno avere la curiosità di continuare.
Lui fissa il mio corpo mezzo svestito, mo schiaffeggia le tette ancora ed i capezzoli reagiscono. Li prende di nuovo tra le dita, li preme, li gira... grida soffocate mi escono dalla gola e, mentre sto ancora cercando di riprendermi, lui sbottona i miei pantaloni e, assieme alle mutande, me li cala fino alle caviglie. Mi fissa e ride, sembra che si prenda gioco del mio corpo tutt'altro che perfetto, mi sputa addosso un paio di volte e poi, infine, mi spinge a terra. 'In ginocchio!' intima. Obbedisco, infine non ho molte alternative. Si sbottona i pantaloni, si toglie la cintura e si mette davanti a me. Lo tira fuori, grosso duro e pulsante. La sua mano destra impugna quella cinta che mi impaurisce, lui la passa delicatamente sul mio viso e mi dice sussurrando: 'Ora ti libero la bocca dal fazzoletto, ma non fiatare altrimenti assaggerai la mia cintura!' poi, con la stessa delicatezza, passa la cintura sui miei capezzoli facendomi capire che sarebbe andato a colpire li se fiatavo.
Mi libera la bocca e mi sbatte in faccia il suo cazzo: 'Leccalo, da brava...', lo fisso per un attimo e poi lo prendo in bocca quasi avidamente, lui mi spinge la testa e lo infila quasi in gola cercando di farmi mancare il respiro. Tossisco e mi ritraggo cercando di prendere fiato, lui mi tira uno schiaffo in pieno viso... 'Ti ho detto forse di smettere?' e me lo reinfila in bocca ricominciando a pompare muovendo con la mano la mia testa.
Poi improvvisamente si ferma, tira fuori il suo cazzo dalla mia bocca e mi viene in faccia inondandomi il viso. Ride e si prende gioco di me, io non riesco a guardarlo in faccia. Mi prende la testa, mi tira i capelli e mi sussurra 'Adesso facciamo un gioco...', mi distende a terra, mi allarga le gambe scoprendo la mia figa bagnatissima, la lecca un po', morde il mio clitoride tirandolo coi denti, mi penetra con tre dita facendomi godere e poi, sul più bello, estrae un vibratore e lo infila dentro di me. Li conosco quelli, sono quelli a telecomando, che comandi a distanza... ho paura di quello che vuole fare: e se mi venisse un orgasmo mentre sono in presenza dei miei amici? Cerco di divincolarmi ma lui mi tira una sonora cinquina sulle tette lasciandomi per un attimo senza fiato. Sono bloccata, non riesco a muovermi e lui ne approfitta per infilarmi il vibratore. Poi mi gira e mi mette a novanta, col culo in bella vista, si alza e me lo guarda ridendo. Poi, per suo puro divertimento personale, mi frusta sul culo due o tre cinghiate. Grido dal dolore e lui, per tutta risposta, mi infila un dito nel culo muovendolo ripetutamente su e giù.
Non contento di avermi umiliata così, tira fuori da una tasca delle palline anali e le infila dentro di me. Una volta finito, mi guarda e se la ride... mi dice: 'Vediamo quanto troia sei adesso che sei completamente sotto il mio controllo!' e poi, sempre guardandomi, aziona il telecomando del vibratore. Lo sento muoversi dentro di me, prima piano e poi via via più forte, mi contorco in cerca di sollievo per evitare di esplodere in un orgasmo galattico ma lui non ha intenzione di smettere, mi guarda e se la ride... la mia figa comincia a grondare di umori e il mio respiro si fa corto, lui si avvicina al mio viso e mi tappa la bocca soffocando le urla che emetto mentre raggiungo, finalmente, l'orgasmo. Bagno tutto a terra, tremo dall'eccitazione e la mia figa pulsa sperando che tutto ciò abbia presto una fine. 'Alzati e ripulisciti... ma non toglierti nulla di ciò che ti ho messo... non pensare che sia finita qui!'... mi alzo, mi ripulisco e mi rivesto. Lui mi fissa e, mentre sto cercando di rimettermi il reggiseno, lui mi ferma: 'Aspetta...', si avvicina e prende un seno nella sua mano, si infila un capezzolo in bocca, lo morde, lo gira, poi lo schiaffeggia... è turgido... ora tira fuori un morsetto e lo mette sul mio capezzolo, stringe e fa male, fa diventare il mio capezzolo rosso ma lui se ne frega e fa lo stesso con l'altro e poi intima: 'Ora puoi rivestirti, ci vediamo in giro!' ed esce dal bagno lasciandomi li in bàlia di mille sensazioni contrastanti. Decido di risistemarmi e di uscire dal bagno senza togliermi nulla di quanto mi era stato messo addosso anche se la paura di farmi notare nel caso che lui azioni il telecomando era veramente tanta.
Una volta uscita dal bagno, ritorno dai miei amici e cerco di essere più disinvolta possibile anche se ciò che ho dentro di me, ad ogni passo si muove e si insinua provocandomi dolori e piaceri. Lo so che lui mi osserva da lontano e che, probabilmente, se la ride a vedermi così impacciata nei miei movimenti ma, sebbene osservi tutte le persone che mi circondano, di lui non c'è traccia.
Sperando che per un qualsiasi motivo se ne sia andato, cerco di tornare a godermi la giornata e, sebbene mi sentissi bagnata ed eccitata, riuscii nel mio intento e mi dimenticai quasi del tutto, lo spiacevole inconveniente. Passarono un paio di ore prima di dovermi ricredere. Ero seduta che stavo seguendo un'intervista live quando dentro di me qualcosa cominciò a vibrare. Vibrava tanto e non smetteva. Volevo alzarmi e scappare ma sentivo che, se mi sarei alzata, fiumi di umori sarebbero scesi dalle mie gambe. Cercavo a stento di trattenermi ma un orgasmo devastante mi stava pervadendo, i miei capezzoli erano turgidi e facevano male sotto la pressione dei morsetti e le palline anali premevano facendomi male. Mi guardavo in giro sperando che nessuno notasse il mio evidente imbarazzo mentre cercavo di contenermi, poi la vibrazione smise improvvisamente e tutto sembrò tornare alla normalità.
Passati una decina di minuti, il vibratore ha ricominciato a vibrare, questa volta ad intermittenza... 10 o 20 secondi al massimo, poi smetteva... passava un minuto e ricominciava... per il mio corpo era un'agonia... dopo un po' così, mi dovetti alzare e tornare in bagno: dovevo masturbarmi e togliermi di dosso tutta quella roba prima si impazzire. Mentre procedevo a grandi passi verso il bagno, il vibratore smise di funzionare e sentivo i suoi occhi puntati addosso e, anche se era nascosto alla mia vista, ero convinta che mi stesse seguendo. Entrai spedita in bagno e infilai direttamente la porta del gabinetto dove, almeno li, sarei stata al sicuro.
Mi ero appena calata le mutandine per sfilarmi il vibratore che piomba lui nel bagno e, come la prima volta, sento che chiude la porta dietro di se: inizia ad urlare battendo forte sulla porta del bagno... 'Apri brutta troia... ti ho forse dato il permesso di toglierti il vibratore?'... non mi restava altro da fare che aprire la porta prima che lui la buttasse giù a pugni.
Aprii la porta ancora con le mutandine calate e la figa gocciolante di umori, lui mi afferrò al collo, mi spinse contro il muro e infilò una mano tra le mie calde coscie per sfilare il vibratore bagnato, poi mi guardò e mi disse: 'Sei proprio una troia insaziabile... vedi che ora ti sistemo: allarga le gambe!', feci come mi veniva detto dato che non avevo molte possibilità, e lui, sempre tenendo una mano sul mio collo, cominciò a toccarmi la figa. Giocava col mio clitoride, lo prendeva tra le dita, lo tirava, lo contorceva ed io mi bagnavo. Infine mi penetrò: prima con un dito, poi con due, infine con tre. Si muoveva su e giù, mi guardava, mi diceva di godere, di fargli vedere quanto desideravo che continuasse mentre i miei capezzoli duri erano doloranti sotto i morsetti e le palline nel buco del culo si muovevano alla pressione della sua mano dentro di me. 'Secondo me, tu vuoi di più...' disse lui e, sempre spingendo la sua mano sul mio collo, mi spinse a terra e mi fece allargare di più le gambe... più che potevo... poi mi penetrò con 4 dita guardando come mi contorcevo dal dolore e dal piacere ed infine osò infilare anche il quinto dito spingendo brutalmente tutta la mano dentro di me. Spingeva e mi faceva mancare il respiro, voleva a tutti i costi che tutta la mano entrasse in me. Infine, dopo tanto insistere e forse aiutato dal fatto che ero bagnatissima, la mano entrò completamente... ero sua in tutto e per tutto... si muoveva dentro di me giocando con le sue dita sulle mie pareti interne, mi guardava e si divertiva sentendomi venire molteplici volte sotto la sua mano esperta.
Ormai ero esausta e lui allora decise che era arrivato il momento: sfilò la mano da me e si allontanò, si calò calzoni e mutande facendomi vedere il suo grosso cazzo, poi mi prese per i capelli e mi piegò a novanta davanti a lui. Lo sentii puntarlo contro di me e, in un attimo con una spinta potente, lo sentii penetrarmi. Non riuscii ad emettere alcun suono sebbene mi avesse fatto male... lo sentivo spingere dentro, sbattermi come se fossi una vacca da monta con le sue palle che sbattevano contro di me, non smetteva nemmeno per prendere fiato, si muoveva con un ritmo costante ma veloce e la mia figa ormai esplodeva di umori ed avevo perso il conto di quanti orgasmi avevo avuto in quella giornata. Sebbene mi piacesse, non vedevo l'ora che finisse perchè ero stravolta ed avevo la figa in fiamme. Ogni tanto mi colpiva il culo, mi sculacciava e mi diceva di dirgli delle porcate. Mi ripeteva 'Dimmi che sei la mia vacca, la mia troia da monta, che vuoi che ti sbatta più forte...' ...gli ripetei quanto mi aveva chiesto e poi, come una frase automatica che non potevo comandare gli dissi: 'Violentami!'... allora lui so eccitò ancora di più, mi sbattè il suo cazzo dentro con una forza inaudita, poi lo tirò fuori da me e, una volta sfilate le perle anali, me lo infilò anche li sfondandomi il culo. Non controllavo più il mio corpo, mi sembrava di pisciare senza potermi fermare tanto che grondavo umori giù per le mie gambe e più grondavo più lui mi sbatteva dentro il suo cazzo. Mi sfondava il culo e con una mano mi pizzicava il clitoride. Era una furia senza controllo ed io ero completamente nelle sue mani, speravo solo che tutto ciò finisse presto.
Le mie tette gonfie si muovevano ad ogni suo colpo ed i capezzoli erano ormai insensibili al dolore provocato dalle mollette... una volta sfondatomi per bene il culo, lo tirò fuori e mi ordinò di spompinarlo fino a farlo venire e così feci: mi inginocchiai e cominciai a spompinarlo finchè lui venne inondando la mia bocca del suo sperma. Ero distrutta sia psicologicamente che fisicamente e la mia voglia di fare sesso sembrava scomparsa per sempre dopo tutto quello che ero stata costretta a subire da quell'animale.
Lui mi guardava mentre, nel lavandino del bagno, si lavava il suo membro soddisfatto e, prima di uscire dal bagno, mi sbottonò la camicetta e, tirando le mollette sui seni dalla catenella, mi strappò letteralmente le mollette di dosso provocandomi un dolore indescrivibile. Finalmente era finita, pensai e, una volta rimasta sola, mi chiusi nel gabinetto per almeno 15 minuti per riprendermi poi mi diedi una rinfrescata e una sistemata prima di uscire dal bagno ed abbandonare per sempre quel posto.
Una volta rientrata a casa ricevetti un messaggio sul cellulare, era lui: 'È stato bello, mi è piaciuto possederti e sentirti gemere sotto le mie mani... spero che anche tu abbia goduto allo stesso modo e spero che, presto o tardi, mi permetterai di sentirti di nuovo mia!', io nemmeno risposi... d'altronde io e lui eravamo una coppia clandestina che si sentiva solo per fare sesso quando si aveva voglia di questo tipo di rapporti ma ora, descrivendo tale esperienza per il mio profilo di Racconti Erotici, ammetto che mi sono eccitata e mi sono masturbata ripensando a me completamente nelle mani di quest'uomo.
lolitaraccontierotici@gmail.com
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Al centro commercialeracconto sucessivo
Un'estate indimenticabile - una strana richiesta... (Prima parte)
Commenti dei lettori al racconto erotico