Le ripetizioni di matematica di Sara - 2
di
vincenzovitobello6@gmail.com
genere
incesti
Le ripetizioni con Sara sono continuate per diverse settimane dalla fine del primo quadrimestre. Ogni settimana vivevo l'attesa del giovedì successivo che sarebbe venuto. Durante la settimana i giochi di sguardi con Sara continuavano, diventando più intensi con il passare del tempo. Devo dire che è sempre stata molto discreta, giocava con me con gli sguardi e con gli atteggiamenti ma senza far notare nulla né alla madre né a mia moglie. Era come un luogo segreto nostro, dove lei si poteva sentire gratificata e osservata, nell'attesa di sperimentare giochi nuovi senza il rischio di finire tra le grinfie di qualche ragazzo che ne avrebbe approfittato di lei senza averne cura. Per questo motivo i giochi tra noi erano soft, e nonostante la molta voglia reciproca, non c'era stata ancora penetrazione.
Da parte mia avevo difficoltà a tenere nascosto tutto questo a mia moglie. Avevo paura che lei si accorgesse degli sguardi tra noi oppure che mi vedesse preso emotivamente da altro. Per questo motivo ho cercato di trattare la faccenda come un affare di famiglia, focalizzando l'attenzione sui compiti che Sara doveva svolgere e sul suo rendimento scolastico. Cercavo anche di limitare le volte in cui godevo con mia nipote, in modo da poter continuare ad avere sesso con mia moglie e a portare nel nostro rapporto questi desideri perversi. Per questo motivo, quando Giulia mi fece una battuta sul fatto che Sara stesse crescendo e stava diventando una bella donna, Io le risposi che era vero, che i ragazzi a scuola sarebbero stati molto attratti da lei, e aggiunsi che anche a me creava difficoltà vederla vestita in maniera così discinta ora che era arrivato il caldo della primavera. Mia moglie allora con un sorriso mise le mani tra le mie gambe e tastando il cazzo mi disse: “stasera a letto allora ne approfitto.” Quella sera facemmo l'amore molto intensamente, nella mia testa immaginavo quanto fosse porco che stessi scopando mia moglie eccitato dalle fantasie e dalla voglia di Sara. Parlo a bassa voce all'orecchio di Giulia e le dico più volte che era una porca, che si stava eccitando del fatto che Sara mi si mostrasse così tanto e che stava godendo del mio cazzo che era duro sia per lei che per la nipote. Giulia mi disse che non avrebbe potuto godere con questo pensiero, che era un pensiero malato, Io le risposi che volevo esattamente questo, che lei godesse proprio con questo pensiero torbido, che il mio cazzo fosse duro per la nipote e che invece mi stavo scopando lei. A questo pensiero perverso, Giulia ha goduto con una inondazione, così tanto da farmi immaginare che fosse tornata ragazzina, alla stessa età di Sara.
Tra gli sguardi e le allusioni, aspettai il giovedì successivo. Questa attesa fa molto bella, anche perché vedevo il comportamento di Sara molto, come dire, riservato. Data questa riservatezza, quella settimana iniziai a pensare che questa avventura si potesse vivere nel segreto della famiglia. Il mercoledì sera, Sara venne a casa nostra portando due abiti che la madre le aveva comprato per l'estate, per mostrarli alla zia e alla cugina. Mia figlia insistette con Sara per vederli indosso. Quindi andarono nella sua cameretta e provarono entrambi gli abiti, alternandosi. Per due volte, dunque, vennero entrambe in salone indossando gli abiti di Sara. Il primo dei due abiti era lungo fino ai piedi e sulle tonalità del blu a fantasia, con la gonna plissettata e il top che sembrava cucito per mettere in evidenza il seno. Il secondo era almeno un palmo sopra al ginocchio, e metteva in evidenza i fianchi e le cosce. La prima volta entrarono con Sara che indossava il vestito lungo, e nostra figlia che indossava il vestito corto. Fecero una sfilata, giocando con noi adulti. andarono in cameretta per scambiarsi gli abiti e tornarono per farsi ammirare di nuovo. Mentre mia figlia diceva a me e alla madre che anche lei voleva due abiti per l'estate, Sara si era seduta in maniera da mostrarmi le gambe sotto il vestito corto, e mi guardava in un modo complice. Io restituii lo sguardo e le sorrisi in un modo da farle capire che l'abito corto mi piaceva molto. Mi sorrise, e il giorno dopo venne a fare ripetizioni indossando quell’abito. Arrivò con un'aria entusiasta, e appena entrata mi disse: “zio, ho indossato il vestito che piaceva a te”, girandosi su se stessa per farsi guardare meglio e sollevando la gonna nel giro. “Fammi guardare come sei bella”, le dissi guidandola a me con la mano. Le presi il viso tra le mani, la guardai negli occhi e le dissi “sei proprio bella”. Lei rispose: “Grazie zio, sono contenta che me lo dici perché con i ragazzi a scuola mi sento sempre a disagio”. “Fammi vedere meglio come sei vestita”, le dissi, e mentre lo dicevo le sollevai la gonna e le misi la mano sul sedere. Senti che indossava un perizoma, la cosa mi meraviglio e mi colpì allo stesso tempo, ma il desiderio verso di lei e il sentire quel suo bel culo sodo sotto la mia mano fecero morire le mie parole in gola. Stringendo il culo le dissi: “vieni Sara, ti faccio rilassare prima di iniziare”. Lei rispose “Sì zio”, e mi seguì mentre la guidavo per mano verso il divano. Ebbi un raptus improvviso. La feci sedere, la tirai a me con entrambe le mani sul suo culo facendole avanzare il bacino verso il bordo del divano, le infilai le mani sotto la gonna aprendole le gambe. Metto la testa sotto la sua gonna, tra le gambe. “Zio, cosa fai”, disse, “ho vergogna”! Non ascoltai le sue rimostranze, le sfilai le mutandine e iniziai a leccarla. Si eccita. sentii il clitoride che si gonfiava sotto la mia lingua, e i suoi succhi che le colavano. Mi disse, “così ho vergogna, zio, non l'ho mai fatto”. Le risposi, “alzati, inginocchiati sul divano”. Mi distesi e le dissi di venirmi a cavalcioni del viso. “Strusciati su di me, Sara”. Senza farselo ripetere due volte, sì sollevo la gonna portandola fino al bacino, solleva un ginocchio, scavalcando la mia testa, si sedette sul mio petto, e avanzo verso il mio viso sollevando completamente la gonna. La tirai a me stringendo le mani sul suo culo, e lei lasciò cadere la gonna sulla mia testa ricoprendola completamente. Lei inizia a strusciarsi sul mio viso, io bagnai le mie dita nella sua figa, e le infilai la falange del mio indice nel culo mentre lei si stava muovendo. Continuò a strusciarsi con movimenti ampi e iniziò a bagnarsi molto. Anche se da sotto la gonna e tra le sue gambe non potevo vedere altro, la sentivo respirare profondamente e prendere un ritmo abbastanza veloce mentre io cercavo di prenderla tra le labbra e sulla mia lingua, e allo stesso tempo le stringevo e le toccavo il culo ovunque. Il mio cazzo era diventato come marmo, ma non potevo neanche toccarlo perché con le mani ero impegnato su di lei. Mi godevo Il sapore del suo desiderio e della sua gioventù, che mi colava sul viso e tra le labbra. Senti i suoi gemiti che cominciavano e il suo movimento che da ampio diventò più scattoso. La sento sporgersi in avanti, e appoggiare le mani sul bracciolo dietro la mia testa, per tenersi per strusciarsi meglio. Abbassandosi in avanti sollevò anche un po’ il culo dal mio petto, io la aiutai con le mie mani, in modo da sostenerla mentre si continuava a strusciare su di me. Tolso una mano dal suo culo per portarla sul suo seno, nell’abito, e andai a cercare il suo capezzolo per stringerlo. In quel preciso momento la sentii godere, un orgasmo che durò oltre un minuto, con dei gemiti che faceva fatica a trattenere, e con un allagamento tra le sue gambe che mi inondò tutto il viso. Il mio cazzo era durissimo, mi sarei toccato in quel momento esatto, ma le mie mani non riuscirono a lasciare il suo corpo. Alla fine, affannata e sudata, sì distese appoggiandosi su di me e io l'abbracciai. “Grazie zio”, mi disse. “Sono contento, Sara. Sono contento che puoi lasciarti andare con me e che puoi farti anche aiutare per la scuola”.
Quel pomeriggio la vidi ancora più bella, con il viso disteso e sereno, e con un notevole impegno nei compiti. La vedi come una donna che stava crescendo, con i suoi bisogni e con le difficoltà di aprirsi e confrontarsi con gli altri. Guardandola sorridente, ebbe molto desiderio di sbottonarmi i pantaloni e metterle il cazzo tra le labbra e godere, e feci molta fatica ad arrivare a sera con quella mia eccitazione.
=== sono contento se mi contattate via email per commenti su questo racconto, o per darmi vostre idee per altri capitoli o per altri racconti ===
Da parte mia avevo difficoltà a tenere nascosto tutto questo a mia moglie. Avevo paura che lei si accorgesse degli sguardi tra noi oppure che mi vedesse preso emotivamente da altro. Per questo motivo ho cercato di trattare la faccenda come un affare di famiglia, focalizzando l'attenzione sui compiti che Sara doveva svolgere e sul suo rendimento scolastico. Cercavo anche di limitare le volte in cui godevo con mia nipote, in modo da poter continuare ad avere sesso con mia moglie e a portare nel nostro rapporto questi desideri perversi. Per questo motivo, quando Giulia mi fece una battuta sul fatto che Sara stesse crescendo e stava diventando una bella donna, Io le risposi che era vero, che i ragazzi a scuola sarebbero stati molto attratti da lei, e aggiunsi che anche a me creava difficoltà vederla vestita in maniera così discinta ora che era arrivato il caldo della primavera. Mia moglie allora con un sorriso mise le mani tra le mie gambe e tastando il cazzo mi disse: “stasera a letto allora ne approfitto.” Quella sera facemmo l'amore molto intensamente, nella mia testa immaginavo quanto fosse porco che stessi scopando mia moglie eccitato dalle fantasie e dalla voglia di Sara. Parlo a bassa voce all'orecchio di Giulia e le dico più volte che era una porca, che si stava eccitando del fatto che Sara mi si mostrasse così tanto e che stava godendo del mio cazzo che era duro sia per lei che per la nipote. Giulia mi disse che non avrebbe potuto godere con questo pensiero, che era un pensiero malato, Io le risposi che volevo esattamente questo, che lei godesse proprio con questo pensiero torbido, che il mio cazzo fosse duro per la nipote e che invece mi stavo scopando lei. A questo pensiero perverso, Giulia ha goduto con una inondazione, così tanto da farmi immaginare che fosse tornata ragazzina, alla stessa età di Sara.
Tra gli sguardi e le allusioni, aspettai il giovedì successivo. Questa attesa fa molto bella, anche perché vedevo il comportamento di Sara molto, come dire, riservato. Data questa riservatezza, quella settimana iniziai a pensare che questa avventura si potesse vivere nel segreto della famiglia. Il mercoledì sera, Sara venne a casa nostra portando due abiti che la madre le aveva comprato per l'estate, per mostrarli alla zia e alla cugina. Mia figlia insistette con Sara per vederli indosso. Quindi andarono nella sua cameretta e provarono entrambi gli abiti, alternandosi. Per due volte, dunque, vennero entrambe in salone indossando gli abiti di Sara. Il primo dei due abiti era lungo fino ai piedi e sulle tonalità del blu a fantasia, con la gonna plissettata e il top che sembrava cucito per mettere in evidenza il seno. Il secondo era almeno un palmo sopra al ginocchio, e metteva in evidenza i fianchi e le cosce. La prima volta entrarono con Sara che indossava il vestito lungo, e nostra figlia che indossava il vestito corto. Fecero una sfilata, giocando con noi adulti. andarono in cameretta per scambiarsi gli abiti e tornarono per farsi ammirare di nuovo. Mentre mia figlia diceva a me e alla madre che anche lei voleva due abiti per l'estate, Sara si era seduta in maniera da mostrarmi le gambe sotto il vestito corto, e mi guardava in un modo complice. Io restituii lo sguardo e le sorrisi in un modo da farle capire che l'abito corto mi piaceva molto. Mi sorrise, e il giorno dopo venne a fare ripetizioni indossando quell’abito. Arrivò con un'aria entusiasta, e appena entrata mi disse: “zio, ho indossato il vestito che piaceva a te”, girandosi su se stessa per farsi guardare meglio e sollevando la gonna nel giro. “Fammi guardare come sei bella”, le dissi guidandola a me con la mano. Le presi il viso tra le mani, la guardai negli occhi e le dissi “sei proprio bella”. Lei rispose: “Grazie zio, sono contenta che me lo dici perché con i ragazzi a scuola mi sento sempre a disagio”. “Fammi vedere meglio come sei vestita”, le dissi, e mentre lo dicevo le sollevai la gonna e le misi la mano sul sedere. Senti che indossava un perizoma, la cosa mi meraviglio e mi colpì allo stesso tempo, ma il desiderio verso di lei e il sentire quel suo bel culo sodo sotto la mia mano fecero morire le mie parole in gola. Stringendo il culo le dissi: “vieni Sara, ti faccio rilassare prima di iniziare”. Lei rispose “Sì zio”, e mi seguì mentre la guidavo per mano verso il divano. Ebbi un raptus improvviso. La feci sedere, la tirai a me con entrambe le mani sul suo culo facendole avanzare il bacino verso il bordo del divano, le infilai le mani sotto la gonna aprendole le gambe. Metto la testa sotto la sua gonna, tra le gambe. “Zio, cosa fai”, disse, “ho vergogna”! Non ascoltai le sue rimostranze, le sfilai le mutandine e iniziai a leccarla. Si eccita. sentii il clitoride che si gonfiava sotto la mia lingua, e i suoi succhi che le colavano. Mi disse, “così ho vergogna, zio, non l'ho mai fatto”. Le risposi, “alzati, inginocchiati sul divano”. Mi distesi e le dissi di venirmi a cavalcioni del viso. “Strusciati su di me, Sara”. Senza farselo ripetere due volte, sì sollevo la gonna portandola fino al bacino, solleva un ginocchio, scavalcando la mia testa, si sedette sul mio petto, e avanzo verso il mio viso sollevando completamente la gonna. La tirai a me stringendo le mani sul suo culo, e lei lasciò cadere la gonna sulla mia testa ricoprendola completamente. Lei inizia a strusciarsi sul mio viso, io bagnai le mie dita nella sua figa, e le infilai la falange del mio indice nel culo mentre lei si stava muovendo. Continuò a strusciarsi con movimenti ampi e iniziò a bagnarsi molto. Anche se da sotto la gonna e tra le sue gambe non potevo vedere altro, la sentivo respirare profondamente e prendere un ritmo abbastanza veloce mentre io cercavo di prenderla tra le labbra e sulla mia lingua, e allo stesso tempo le stringevo e le toccavo il culo ovunque. Il mio cazzo era diventato come marmo, ma non potevo neanche toccarlo perché con le mani ero impegnato su di lei. Mi godevo Il sapore del suo desiderio e della sua gioventù, che mi colava sul viso e tra le labbra. Senti i suoi gemiti che cominciavano e il suo movimento che da ampio diventò più scattoso. La sento sporgersi in avanti, e appoggiare le mani sul bracciolo dietro la mia testa, per tenersi per strusciarsi meglio. Abbassandosi in avanti sollevò anche un po’ il culo dal mio petto, io la aiutai con le mie mani, in modo da sostenerla mentre si continuava a strusciare su di me. Tolso una mano dal suo culo per portarla sul suo seno, nell’abito, e andai a cercare il suo capezzolo per stringerlo. In quel preciso momento la sentii godere, un orgasmo che durò oltre un minuto, con dei gemiti che faceva fatica a trattenere, e con un allagamento tra le sue gambe che mi inondò tutto il viso. Il mio cazzo era durissimo, mi sarei toccato in quel momento esatto, ma le mie mani non riuscirono a lasciare il suo corpo. Alla fine, affannata e sudata, sì distese appoggiandosi su di me e io l'abbracciai. “Grazie zio”, mi disse. “Sono contento, Sara. Sono contento che puoi lasciarti andare con me e che puoi farti anche aiutare per la scuola”.
Quel pomeriggio la vidi ancora più bella, con il viso disteso e sereno, e con un notevole impegno nei compiti. La vedi come una donna che stava crescendo, con i suoi bisogni e con le difficoltà di aprirsi e confrontarsi con gli altri. Guardandola sorridente, ebbe molto desiderio di sbottonarmi i pantaloni e metterle il cazzo tra le labbra e godere, e feci molta fatica ad arrivare a sera con quella mia eccitazione.
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