L’impossibile accade- cap.3

di
genere
incesti

Grazia, dopo quella telefonata aveva provato una vasta gamma di emozioni: incredulità, vergogna, frustrazione e paura. Tutte insieme o separatamente l’avevano assalita per giorni. Loris era lo stesso di sempre, nulla che facesse presagire che si fosse accorto di aver parlato con lei e non con una telefonista erotica qualunque. Lei stessa a volte era assalita dal dubbio di esser saltata frettolosamente alla conclusione di aver parlato con suo figlio fino ad assisterlo nell’orgasmo. A Mario aveva preferito non dire nulla, nel loro tacito accordo rientrava di fatto che l’argomento non fosse mai toccato da ambo le parti ed ovviamente Romina ( come lo stesso Loris in teoria ) non ne sapevano nulla.
Ogni volta che prendeva “servizio” ripensava a quello che era accaduto ma si costringeva a distogliere l’attenzione, a non cercare in ogni voce dall’altro capo del filo degli indizi anche assurdi che confermassero quanto sospettava. Ma possibile poi che non se ne fosse accorto lui, così come per lei era stato evidente? Forse aveva proprio ragione la sua collega più giovane che le aveva detto che un uomo in quelle condizioni non si accorge di nulla, troppo eccitato e impegnato nelle sue fantasie per rimanere legato alla realtà! Dopo una decina di giorni, quando il tormento stava lentamente passando, arrivò il colpo, a freddo... come una pugnalata a tradimento. Rispose alla chiamata e questo fu,più o meno, ciò che venne detto: “ ciao tesoro, sono Francesca, come ti chiami?” “Ciao, sono Loris. Ho già parlato con te una volta”. Superato lo shock dei primi secondi, riuscì a mantenersi lucida e a seguire il piano che si era prefissata per liberarsi dal dubbio. “ ciao Loris, quanti anni hai?” “ che ti frega? Dai... ho bisogno” “ ah si... e dimmi un po’... mi racconti almeno come sei, così fantastico un po’ anche io...” “ sono castano, occhi marroni, alto 1,75, un fisico normale... io invece ricordo bene come sei fatta tu... “ . La mente di Grazia lavorava a velocità supersonica: in primis si era descritto alla perfezione è più parlava, più era certa fosse lui... in secundis... ricordava la solita descrizione falsa o parlava del suo fisico reale che ricordava bene vedendolo tutti i giorni??? “ e dimmi... cosa ti piace di me?? La mia quinta? “( Grazia ha una terza e sta cercando di stanarlo ) “ si... adoro le tettone... senti... mi stavo già toccando prima di chiamarti... non mi manca moltissimo... avrei solo bisogno di un tuo aiutino...” “ dimmi... cosa vuoi che faccia?” “ non devi fare niente, devi dirmi alcune cose”. Grazia pensò che suo figlio fosse uno di quelli che amano farsi insultare, ne aveva trovati parecchi... ma come avrebbe potuto con lui?? Con un soffio di voce chiese cosa volesse sentire e la risposta le ghiacciò il sangue nelle vene “ so chi sei, smetti di fingere di chiamarti Francesca e dimmi perché lo fai e se papà lo sa”. Grazia sentiva battere forte il cuore e si vede sul bordo dell’inferno. “ parlami, non mi lasciare così” insistette Loris. Allora, con una lacrima che le rigava la guancia, Grazia rispose: “ il perché lo puoi immaginare benissimo, il mio licenziamento... ne abbiamo bisogno! Tuo padre l’ha saputo fin da subito, abbiamo deciso insieme che l’avrei fatto... per noi!! Come l’hai scoperto?” “ ha fatto il numero un amico, eravamo insieme.. tanto per fare una belinata e vedere com’era sta cosa e... hai risposto tu!” “Scusami Loris, mi vergogno da morire!” “No, no.... stai serena, nessun problema... ho superato il momento dell’incazzatura.... “ . Nel mentre lei realizzava che quella reciproca confessione ne implicava una terza... la più sconvolgente: sapeva da tempo, l’aveva cercata la volta precedente es anche questa! “ ma quindi... non è un caso... l’altra volta, oggi...vuoi che io ti porti fino in fondo? Loris, per favore... “ perché no?? Perché gli altri si ed io no?” “ ma come perché no? Perché sono tua madre!” “ e allora??? Sto pensando a te e ci sono quasi...” Grazia era sconvolta: “ vuoi dire che lo fai spesso?” “Si mam..” “no!!! -urlò lei- questo no! Se vuoi farlo con me devi chiamarmi Grazia! Almeno questo me lo devi!” “ va bene Grazia... ma adesso fammi godere”. Lei si sentiva sconfitta e umiliata. “ ok, ma fai presto”. Voleva solo finisse presto quell’incubo. “ dai, sbrigati... dimmi cosa devo fare per finirti” “ devi lasciarti dire che sei...” Eccolo il momento di naturale imbarazzo, ecco che si era incagliato... sapeva di doverlo tirare fuori lei, e voleva farlo presto... voleva uscirne! Prese il coraggio a due mani: “ che sono la tua puttana? Vuoi chiamarmi troia come l’altra volta?” Sentì il suo respiro farsi immediatamente più affannoso ed ebbe la certezza di aver fatto centro. “ e dai! Coraggio.... dimmelo! Sfogati” “ si.... sei la mia troia!! Sono anni che mi sego con le tue foto in spiaggia.... si, dai puttana che sto per sborrare” “ bravo, schizza... forza che ci sei... sborra per me! “ “ si, sulle tue tette... dai che vengo... dai... vengoooooooo!” Calò il silenzio ma entrambi erano ancora lì... un silenzio pesante come il buio che sentiva dentro di sè. Lo ruppe Loris: “ grazie! Ti chiedo scusa io... ma dovevo farlo!” “ lasciamo perdere, ho solo paura di quello che potrà succedere ora” “ non succederà nulla! Per me sarai sempre Grazia quando vorrò parlarti al telefono ma a casa sarai sempre mamma, posso dirlo adesso” “si amore mio, ora si “. Piangeva ma subentrava una singolare serenità.. ora aveva tutto chiaro. “ ti voglio bene” “anche io, tanto” “ ci vediamo a casa” “ si tesoro. Un bacio”. Clic
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scritto il
2018-06-23
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