Il principe azzurro
di
Kawabata
genere
incesti
L’episodio che ha cambiato la mia vita è accaduto quasi 10 anni fa.
Avevo 18 anni ed ero invaghita di un compagno di università di mio fratello Paolo che è di un quattro anni più grande di me.
Questo ragazzo, Sandro era (ed è tuttora) uno strafico.
All’epoca avevo avuto alcuni ragazzi, non ero più vergine e credevo di sapere cosa volessero gli uomini da me, non perdevo occasione per lanciare occhiate a Sandro, o farmi vedere in abiti succinti quando veniva in casa e frequentavo gli stessi posti dove sapevo di trovarlo; ma tutto era inutile.
Pensavo che rimaneva indifferente perché ero la sorella di Paolo, il suo miglior amico e mi incazzavo del fatto che gli uomini siano così gregari.
Poi un pomeriggi sentendoli ridere e parlottare in camera di Paolo decisi di entrare senza bussare e magari provocarlo con il mio abbigliamento domestico assai comodo e succinto.
Entrai e vidi mio fratello chinato fra le gambe di Sandro con il suo pene in bocca.
Rimasi di sasso, mi montò la rabbia e, oggi lo posso dirlo, l’invidia. Gridai un insulto e chiusa la porta corsi via, Sandro, nudo dalla vita in giù mi raggiunse in corridoio, mi fermò e cercò di giustificarsi, che non dovevo pensare male, che Paolo e lui stavano giocando. Si contraddiceva ogni due parole, ma era evidente che quello che avevo visto piaceva ad entrambi. Non avevo mai pensato che mio fratello fosse gay, ma mi sentivo umiliata del fatto che lo fosse il ragazzo che piaceva a me.
Io lo ascoltavo, la situazione era assurda, volevo dirgli di andare a coprirsi, ma il mio sguardo scese in basso a guardargli il pene ancora mezzo duro e lui se ne accorse e con un sorriso di sfida disse: - dai, vieni a parlare con Paolo, vedrai che ti spiega tutto… poi non credere, a me piacciono le ragazze… era lui che me lo succhiava hai visto vero? - e nel dire questo prende la mia mano e me la posa sul suo cazzo che ha subito un guizzo.
Per sottrarmi alle sue carezze e non fare la figura della tonta torno in camera, ero arrabbiata, mi siedo sul letto e con aria di sfida dico: - vediamo se sei veramente uomo, se ti piacciono le donne.-
Mi sfilo i pantaloncini insieme alle mutandine e a gambe semiaperte guardo Sandro negli occhi: - allora che aspetti? - lui si tuffa su di me mi bacia in bocca e poi scende fra le mie gambe a leccarmi la fica.
Non mi importava se mio fratello era lì ad un metro, pensavo che se ne sarebbe andato, che finalmente ero riuscita a rubargli l’attenzione del suo amico, ma dovetti ricredermi; mentre ansimavo alle leccate piacevoli e appassionate di Sandro lo vidi scivolare ai piedi del letto e scomparire sotto a Sandro.
Immaginai che lo stesse sbocchinando e dai movimenti di Sandro capii che avveniva proprio quello. Non me ne poteva fregare di meno, abbracciai Sandro e gli dissi di scoparmi, il suo cazzo doveva essere finalmente mio. Potevo capire se preferiva un’altra, ma non mio fratello. Mise il suo cazzo lucido della saliva di Paolo dentro alla mia micina e incominciò a scoparmi, prima piano e poi - finalmente - come si deve, con bei colpi che mi arrivavano in fondo.
Godetti in cinque minuti e siccome non usavamo precauzioni, gli chiesi di uscire, ma lui mi assicurò che resisteva ancora e mi fece voltare e mettere a pecorina continuando a sbattermi nella fica, mi sentivo felice e appagata.
Mio fratello nel frattempo si era sdraiato al mio fianco e ci guardava placidamente, menandosi il cazzo, come se la scena gli piacesse. - Che frocio -pensavo, certamente mi invidiava perchè stavo godendo con il suo giocattolino, con cui adesso giocavo io, lui doveva rassegnarsi; però è sempre mio fratello e un po’ mi dispiaceva e se guardandoci provava piacere, mi riempiva di piacere anche a me. Paolo aveva un bel cazzo, non tanto grosso, ma proporzionato, dritto, con la pelle liscia e chiara ed era parzialmente depilato, e anche il suo profumo così vicino a me era eccitante.
Fagli una sega, prendiglielo in bocca - Sandro mi stava sussurrando all’orecchio mentre dava alcuni colpi profondi che mi annunciavano il suo orgasmo imminente; - ma sei scemo? Come ci pensi? -
- allora prendi in bocca il mio - meglio non rischiare pensai e girandomi verso di lui, sempre a pecorina sul letto, iniziai a spompinarlo, sperando che non venisse proprio subito subito.
Mentre avevo il cazzo di Sandro in bocca, i due dovevano scambiarsi delle occhiate perché iniziarono un maneggio strano, Sandro ritardava la sua goduta e Paolo incominciò ad accarezzarmi le gambe e i glutei, poi lo sentii strusciare il suo cazzo contro il solco del mio culetto e con le mani, con la scusa di accarezzarlo, tentava di strusciare verso il buchino. - non fare lo stronzo - lo minacciai, ma in realtà lo struscio mi piaceva e mi muovevo più per aumentare lo sfregamento che per sottrarmi e Paolo continuava a menarselo e ad appoggiarlo sul mio buchino e sulla fessura della fica
Sandro venne, il primo schizzo lo presi in bocca, ma allora non mi piaceva la sborra e lo feci uscire e schizzare sul collo e le guance.
Sentii che anche Paolo stava godendo, mi spostai per non farmi colpire sul culo o peggio e assistei alla seconda grande delusione della giornata: Sandro si precipitò sul cazzo di mio fratello e succhiando come un lercia troietta se lo ficco tutto in gola bevendo proprio tutto e accarezzava e stringeva i fianchi e gli addominali di mio fratello come se fosse la cosa più preziosa della sua vita.
Non mi mossi dal letto, mentre quegli stronzi si ricomponevano e cazzeggiando fra loro uscirono dalla stanza. Nessuno dei due mi rivolse la parola e se lo avessero fatto li avrei uccisi. Odiai Sandro, per avermi mentito ed ingannata e Paolo per aver permesso al suo amico di scoparmi. Rimasi nuda sul letto, forse speravo nel ritorno di Sandro, ma ormai non aveva più importanza, era solo uno stronzo.
Avevo una gran voglio di urlare e di piangere, aspettai il ritorno di Paolo e quando si mise seduto al mio fianco lo guardai in viso, cercando uno sguardo di comprensione e di conforto; la mia nudità non ci creava problemi, né il contatto dei nostri corpi ci imbarazzava, neanche il ricordo del suo cazzo su di me mi impediva adesso di aspettarmi da lui un comportamento da fratello maggiore.
Invece ciò che accadde cambiò profondamente la nostra vita.
Avevo 18 anni ed ero invaghita di un compagno di università di mio fratello Paolo che è di un quattro anni più grande di me.
Questo ragazzo, Sandro era (ed è tuttora) uno strafico.
All’epoca avevo avuto alcuni ragazzi, non ero più vergine e credevo di sapere cosa volessero gli uomini da me, non perdevo occasione per lanciare occhiate a Sandro, o farmi vedere in abiti succinti quando veniva in casa e frequentavo gli stessi posti dove sapevo di trovarlo; ma tutto era inutile.
Pensavo che rimaneva indifferente perché ero la sorella di Paolo, il suo miglior amico e mi incazzavo del fatto che gli uomini siano così gregari.
Poi un pomeriggi sentendoli ridere e parlottare in camera di Paolo decisi di entrare senza bussare e magari provocarlo con il mio abbigliamento domestico assai comodo e succinto.
Entrai e vidi mio fratello chinato fra le gambe di Sandro con il suo pene in bocca.
Rimasi di sasso, mi montò la rabbia e, oggi lo posso dirlo, l’invidia. Gridai un insulto e chiusa la porta corsi via, Sandro, nudo dalla vita in giù mi raggiunse in corridoio, mi fermò e cercò di giustificarsi, che non dovevo pensare male, che Paolo e lui stavano giocando. Si contraddiceva ogni due parole, ma era evidente che quello che avevo visto piaceva ad entrambi. Non avevo mai pensato che mio fratello fosse gay, ma mi sentivo umiliata del fatto che lo fosse il ragazzo che piaceva a me.
Io lo ascoltavo, la situazione era assurda, volevo dirgli di andare a coprirsi, ma il mio sguardo scese in basso a guardargli il pene ancora mezzo duro e lui se ne accorse e con un sorriso di sfida disse: - dai, vieni a parlare con Paolo, vedrai che ti spiega tutto… poi non credere, a me piacciono le ragazze… era lui che me lo succhiava hai visto vero? - e nel dire questo prende la mia mano e me la posa sul suo cazzo che ha subito un guizzo.
Per sottrarmi alle sue carezze e non fare la figura della tonta torno in camera, ero arrabbiata, mi siedo sul letto e con aria di sfida dico: - vediamo se sei veramente uomo, se ti piacciono le donne.-
Mi sfilo i pantaloncini insieme alle mutandine e a gambe semiaperte guardo Sandro negli occhi: - allora che aspetti? - lui si tuffa su di me mi bacia in bocca e poi scende fra le mie gambe a leccarmi la fica.
Non mi importava se mio fratello era lì ad un metro, pensavo che se ne sarebbe andato, che finalmente ero riuscita a rubargli l’attenzione del suo amico, ma dovetti ricredermi; mentre ansimavo alle leccate piacevoli e appassionate di Sandro lo vidi scivolare ai piedi del letto e scomparire sotto a Sandro.
Immaginai che lo stesse sbocchinando e dai movimenti di Sandro capii che avveniva proprio quello. Non me ne poteva fregare di meno, abbracciai Sandro e gli dissi di scoparmi, il suo cazzo doveva essere finalmente mio. Potevo capire se preferiva un’altra, ma non mio fratello. Mise il suo cazzo lucido della saliva di Paolo dentro alla mia micina e incominciò a scoparmi, prima piano e poi - finalmente - come si deve, con bei colpi che mi arrivavano in fondo.
Godetti in cinque minuti e siccome non usavamo precauzioni, gli chiesi di uscire, ma lui mi assicurò che resisteva ancora e mi fece voltare e mettere a pecorina continuando a sbattermi nella fica, mi sentivo felice e appagata.
Mio fratello nel frattempo si era sdraiato al mio fianco e ci guardava placidamente, menandosi il cazzo, come se la scena gli piacesse. - Che frocio -pensavo, certamente mi invidiava perchè stavo godendo con il suo giocattolino, con cui adesso giocavo io, lui doveva rassegnarsi; però è sempre mio fratello e un po’ mi dispiaceva e se guardandoci provava piacere, mi riempiva di piacere anche a me. Paolo aveva un bel cazzo, non tanto grosso, ma proporzionato, dritto, con la pelle liscia e chiara ed era parzialmente depilato, e anche il suo profumo così vicino a me era eccitante.
Fagli una sega, prendiglielo in bocca - Sandro mi stava sussurrando all’orecchio mentre dava alcuni colpi profondi che mi annunciavano il suo orgasmo imminente; - ma sei scemo? Come ci pensi? -
- allora prendi in bocca il mio - meglio non rischiare pensai e girandomi verso di lui, sempre a pecorina sul letto, iniziai a spompinarlo, sperando che non venisse proprio subito subito.
Mentre avevo il cazzo di Sandro in bocca, i due dovevano scambiarsi delle occhiate perché iniziarono un maneggio strano, Sandro ritardava la sua goduta e Paolo incominciò ad accarezzarmi le gambe e i glutei, poi lo sentii strusciare il suo cazzo contro il solco del mio culetto e con le mani, con la scusa di accarezzarlo, tentava di strusciare verso il buchino. - non fare lo stronzo - lo minacciai, ma in realtà lo struscio mi piaceva e mi muovevo più per aumentare lo sfregamento che per sottrarmi e Paolo continuava a menarselo e ad appoggiarlo sul mio buchino e sulla fessura della fica
Sandro venne, il primo schizzo lo presi in bocca, ma allora non mi piaceva la sborra e lo feci uscire e schizzare sul collo e le guance.
Sentii che anche Paolo stava godendo, mi spostai per non farmi colpire sul culo o peggio e assistei alla seconda grande delusione della giornata: Sandro si precipitò sul cazzo di mio fratello e succhiando come un lercia troietta se lo ficco tutto in gola bevendo proprio tutto e accarezzava e stringeva i fianchi e gli addominali di mio fratello come se fosse la cosa più preziosa della sua vita.
Non mi mossi dal letto, mentre quegli stronzi si ricomponevano e cazzeggiando fra loro uscirono dalla stanza. Nessuno dei due mi rivolse la parola e se lo avessero fatto li avrei uccisi. Odiai Sandro, per avermi mentito ed ingannata e Paolo per aver permesso al suo amico di scoparmi. Rimasi nuda sul letto, forse speravo nel ritorno di Sandro, ma ormai non aveva più importanza, era solo uno stronzo.
Avevo una gran voglio di urlare e di piangere, aspettai il ritorno di Paolo e quando si mise seduto al mio fianco lo guardai in viso, cercando uno sguardo di comprensione e di conforto; la mia nudità non ci creava problemi, né il contatto dei nostri corpi ci imbarazzava, neanche il ricordo del suo cazzo su di me mi impediva adesso di aspettarmi da lui un comportamento da fratello maggiore.
Invece ciò che accadde cambiò profondamente la nostra vita.
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