Una Rossa fantastica - capitolo 2- Collana L'Inferno e l'abisso Vol. 3
di
Koss
genere
dominazione
La mandarono in cucina a preparare la cena. Poi si alzarono dal letto, si misero addosso delle vestaglie e si trasferirono in salotto a ciarlare. Francesca le raccontò bene la sua storia, sempre saltando alcuni dettagli troppo scabrosi ed Eva dettagliò di lei e di Stefy. La chiamarono per farsi portare un aperitivo. La schiava non si era vestita, aveva messo solo le scarpe ed un grembiule, ondeggiando divinamente sui tacchi era più erotica che mai. Francesca non riuscì a tenere le mani a posto, mentre si chinava per posare il vassoio le mise una mano tra le gambe e tirò delicatamente il pelo rosso che incorniciava quel capolavoro di fica, Stefy allargò di un dito le cosce per permetterle di raggiungere quello che desiderava, era allo stesso tempo composta ed offerta. – Ti piace la mia schiava? – disse Elena prendendo uno stuzzichino. – E’ adorabile – rispose Francesca e Stefy non poté fare a meno di arrossire. – tra dieci minuti è pronto Signore – disse allontanandosi.
Stefy era anche un’ottima cuoca, servì una tagliata e delle patatine al forno che si scioglievano in bocca. – Forse la mia amica amerebbe essere intrattenuta mentre gusta questa ottima tagliata – disse Eva a Stefy che stava versando il vino alle due Mistress. Stefy volse lo sguardo verso Francesca arrossendo, essere comandata a bacchetta da due ragazze su di lei aveva quell’effetto. Francesca non disse niente, si limitò ad aprire la vestaglia sul davanti ed allargare le gambe, sotto non indossava niente, gli anellini luccicarono sotto la luce delle lampade e Stefy si inginocchiò tra le cosce della Mistress. La leccò sulla vulva, poi prese un anellino in bocca e tirò con le labbra, Francesca accolse quelle attenzioni con fervore. La Mistress con una mano prendeva una patatina portandosela alla bocca e con l’altra spingeva sulla nuca della schiava ed allo stesso tempo allargava le cosce. – Sì, brava Stefy, così, così. Sei una schiava fantastica. – La lingua della schiava si insinuò dentro Francesca come un piccolo e delicato pene. Francesca avvolse le sue lunghe gambe sulla schiena di Stefy continuando a gustare quello che la schiava aveva cucinato. Stefy cercò di ristorarla, non solo con la lingua, ma anche con le labbra e la bocca, leccando e lappando, mordicchiando e fottendo con la lingua. Francesca venne, la schiava meritava un premio, si chinò su di lei e poggiò un delicato bacio sulle sue labbra. La schiava si sciolse come un gelato al sole. Quella Padrona le piaceva.
Il marito di Stefania era ricco, ma lei non era una mantenuta, guadagnava molto bene e quindi si levava molti sfizi. Il più dispendioso era un’auto sportiva che nel tempo libero o quando non prevedeva di avere ospiti si divertiva a guidare, una Jaguar nera che guidava con grande padronanza. Su quella macchina, guidando scalza, accompagnò Francesca a casa. – Signora, se me lo permette, l’accompagno a casa, è sulla mia strada. – Francesca accettò volentieri l’offerta della schiava. Ci mise sette minuti perché si dovette fermare a diversi semafori. Francesca, cercando di farsi sentire, le disse che prima o dopo dovevano fare un giro più appropriato, su una strada veloce. E Stefania le rispose che ne sarebbe stata contenta. Era mezzanotte ormai, quando l’auto si fermò di fronte alla villa del Padrone e mentre Francesca e Stefania stavano per scenderne e salutarsi il suo Master comparve all’angolo dell’abitazione. Era diretto al cancelletto d’ingresso seguito da Kristine e si accorse delle due donne già con una gamba di fuori dall’abitacolo. Dovevano essere andati alla vicina trattoria per cenare pensò Francesca, che sibilò a Stefania – lui è il mio Padrone ed amante, anche lei è una sua schiava, tu, ovviamente, non sai niente ed ufficialmente lui è un amico che mi ospita e tu sei una mia amica appena conosciuta. – Stefania era rapida e le fece cenno di sì mentre scendeva e si dava mentalmente una regolata per trasformarsi da schiava a manager. Ora era lei, Stefania Rossini, manager e donna di successo e se tanto le dava tanto, anche il signore che aveva di fronte era un uomo formidabile, intanto aveva due schiave molto belle ed una splendida casa. Per niente male riconobbe, cinquantenne, alto, capelli sale e pepe, elegante e sicuro. L’uomo si avvicinò a Francesca e non sapendo come stavano le cose si limitò a baciarla sulle guance, poi si rivolse a quella bella donna, altissima sui tacchi a spillo,
- Buonasera, sono Daniele, un amico di Francesca. E lei – disse indicando Kristine – è la mia amica Kristine. –
- Buonasera – rispose Stefania, - sono Stefania Rossini, amica di Francesca anche se l’ho appena conosciuta da un’amica comune. –
- Venga dentro – l’invitò Daniele, - beva con noi qualcosa e poi andremo a dormire, non sta lontano vero? –
- Grazie – rispose Stefania, poi aggiunse, - no, meno di un chilometro. – Poteva rifiutare, era tardi e quella era una scusa sempre buona, ma Stefania era una donna curiosa, oltre che educata, e quindi accettò l’invito.
Kristine andò al mobile bar e prese due bottiglie e qualche bicchiere mentre loro si accomodavano nel salotto. Il Master sul divano e le due donne sulle poltrone. Kristine chiese a Stefania cosa voleva mentre versava una grappa al Padrone e whisky per lei e Francesca. – Prendo un whisky anch’io – rispose Stefania, - ma – vedendo che Kristine metteva un cubetto di ghiaccio nel bicchiere di Francesca, aggiunse - liscio. –
- Come me – sorrise Kristine.
La conversazione fu piacevole, anche se inizialmente balbettante.
- Stefania è una manager – la presentò Francesca.
- E di cosa si occupa – volle sapere il Master.
- Sono la responsabile vendite di un’azienda di intimo. –
Il Master sorrise, - non potevano scegliere rappresentante migliore – affermò, - lei è bellissima, avrebbe potuto fare la modella per la sua azienda. –
Sorrise anche Stefania compiaciuta, anche se ai complimenti era abituata le facevano sempre piacere. - L’ho fatto, fino ad otto anni fa, anche se già allora non avevo la taglia giusta, ma qualche modella curvy come me ha sempre qualche chance - poi sempre sorridendo, – purtroppo s’invecchia. E lei che fa di bello? In verità so poco anche di Francesca e di Kristine niente. – Sorrise ad entrambe, ma con una certa complicità rivolta all’olandese a cui quella bella donna iniziava a stare simpatica. Kristine trovava, per molti versi, Francesca insopportabile, anche se ne riconosceva tutte le qualità, e doveva ammettere che aveva frequentazioni decisamente interessanti, quella rossa era davvero simpatica oltre che bella.
- La sua taglia è perfetta e se sta invecchiando, devo dire che è come il vino buono… migliora - sorrise il Master, poi rispose alla domanda. - Faccio affari in tutti i campi, mi si potrebbe definire un intermediario. Ad esempio se lei volesse entrare nel mercato russo, ammesso che non ci sia già e che le possa interessare, io potrei aiutarla. –
- Ci penserò – rispose Stefania sempre sorridendo e sempre più a suo agio.
- Kristine, è sposata, non lavora, ma spesso mi aiuta nei miei affari, ha tanti talenti. Vero Kristine? –
- Lasciamo perdere i talenti – sorrise Kristine rannicchiandosi accanto al suo Master, - ma tutto il resto è vero. – Poi con grande naturalezza si levò le scarpe e portò le gambe sul divano.
- La modestia… mi creda, se ha bisogno di un interprete lei ci sa fare e… nella sua vita ha fatto molte cose, l’infermiera e la modella, ma potrebbe fare quello che vuole se solo lo volesse. In genere non vuole, sono forse l’unico che riesce a farla lavorare. – Il master passò un braccio affettuoso attorno alle spalle della sua schiava e l’attrasse a sé.
- Se Kristine volesse proverei anche io a sfruttare i suoi talenti. –
Kristine ne fu sorpresa. – Non saprei…, ma se le lascio il mio numero di telefono. – Stefania annuì e Kristine glielo diede.
- Di me qualcosa sai, mi sono laureata da poco - s’intromise Francesca che si stava sentendo esclusa sia dal suo Padrone, sia da quella spudorata di Kristine che si strusciava su di lui come una cagna in calore, sia dalla nuova schiava che flirtava con tutti tranne che con lei che fino a dieci minuti la stava dominando. - Ho aperto uno studio con un’amica americana. Vive anche lei qui. A proposito dov’è? – chiese.
- Sarà a letto – rispose il Padrone, poi aggiunse un velato rimprovero – lei è molto meno mondana di te. – Francesca riprese come se non l’avesse sentito. - Ci occupiamo di marketing, per ora essenzialmente supportiamo attività di Daniele, ma stiamo cercando la nostra via. –
- Bene, bene – concluse Stefania mettendosi in piedi per il commiato, - siete tutte persone molto interessanti, spero che avremo modo di approfondire la nostra conoscenza, sicuramente come amiche ed amici, per gli affari vedremo, ma ora devo proprio andare. Vi ringrazio per la vostra gentilezza, ci vediamo. –
Le donne si scambiarono le solite effusioni, mentre il Master strinse la mano alla manager guardandola negli occhi e con un promettente – arrivederci. –
Francesca non sapeva se era nei guai o se quell’incontro le avrebbe fornito in futuro un alibi nel caso le avessero riviste insieme.
- Notevole quella Stefania – commentò il Padrone dopo che la donna era uscita, - dove l’hai conosciuta? –
- Da un’amica comune, una compagna di liceo – rispose Francesca con aria pensierosa, e non hai la minima idea di quanto sia notevole, pensò tra sé e sé.
Kristine aveva analoghi pensieri ed aveva i suoi motivi, anche se non poteva dirsene sicura. Ma quella notte, nell’alcova, confessò i suoi pensieri al Maser che rispose, - ma no! Ma sei sicura! - Ridacchiò mentre la baciava sul seno e le sussurrava – Però, se hai ragione sei un genio mia dolcissima schiava. – Kristine non si prese neanche la briga di rispondere, ma spinse il seno verso di lui e poi ne cercò le labbra. Voleva essere baciata, aveva visto come il Padrone aveva guardato Stefania, maledetta gelosia si disse. Da un po’ dormiva quasi sempre con il suo Padrone, qualche volta insieme anche a Francesca o Ely. Ma il più delle volte le due ragazze dormivano nella loro stanza. Era soddisfatta ed abbastanza sicura del suo posto nella vita del suo Master, ma… Dopo che il Padrone si era addormentato Kristine si strinse a lui enumerando i segni che aveva letto in Stefania: non accavalla le gambe, tiene sempre le cosce leggermente discostate, tiene le labbra socchiuse. Niente di plateale, gestisce bene la sua doppia vita, ma sono segni inequivocabili si disse. E Francesca, si disse, ne ha approfittato. Kristine ne aveva sentito l’odore di una sull’altra e viceversa, quello, alla fine, era il segno inequivocabile e c’era l’odore di un’altra… quell’amica di Francesca si disse Kristine.
Stefania era rannicchiata accanto al marito, le spalle contro il petto di lui che l’abbracciava e dormiva serenamente. Di solito quell’abbraccio la rendeva sicura, la calmava e faceva dormire anche lei. Quella notte no, era inquieta e la sua mano scese tra le cosce mentre ripensava alla serata. Le due giovani Mistress l’avevano usata in tutti i modi, lei aveva goduto tantissimo, come mai da diverso tempo, le novità, quando sono buone, hanno quell’effetto, eppure era ancora insoddisfatta. Poi la conoscenza di quel Master l’aveva eccitata e resa irrequieta. Però quel Master ha già due, forse tre schiave, io sarei di troppo e poi io, pensò, sono e mi sento proprietà della mia Mistress, non la tradirò mai, però… pensava stringendo le cosce su quel dito birichino e mugolando, però chi sa cosa mi riserva il futuro.
La mia Mistress, pensava Stefania, giovane, ma così intensamente dominante. Era inesperta quanto me quando abbiamo iniziato, ma era già perversa e affidabile, non potevo scegliere di meglio.
E poi sentiva di volersi confidare con una come lei ed anche della sua età, più o meno, quella Kristine… era molto bella ed anche molto in gamba. Le aveva detto che parlava tedesco, un catalogo in tedesco era una buona scusa. In passato aveva fatto la modella, sì, aveva i requisiti per quel lavoro.
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Stefy era anche un’ottima cuoca, servì una tagliata e delle patatine al forno che si scioglievano in bocca. – Forse la mia amica amerebbe essere intrattenuta mentre gusta questa ottima tagliata – disse Eva a Stefy che stava versando il vino alle due Mistress. Stefy volse lo sguardo verso Francesca arrossendo, essere comandata a bacchetta da due ragazze su di lei aveva quell’effetto. Francesca non disse niente, si limitò ad aprire la vestaglia sul davanti ed allargare le gambe, sotto non indossava niente, gli anellini luccicarono sotto la luce delle lampade e Stefy si inginocchiò tra le cosce della Mistress. La leccò sulla vulva, poi prese un anellino in bocca e tirò con le labbra, Francesca accolse quelle attenzioni con fervore. La Mistress con una mano prendeva una patatina portandosela alla bocca e con l’altra spingeva sulla nuca della schiava ed allo stesso tempo allargava le cosce. – Sì, brava Stefy, così, così. Sei una schiava fantastica. – La lingua della schiava si insinuò dentro Francesca come un piccolo e delicato pene. Francesca avvolse le sue lunghe gambe sulla schiena di Stefy continuando a gustare quello che la schiava aveva cucinato. Stefy cercò di ristorarla, non solo con la lingua, ma anche con le labbra e la bocca, leccando e lappando, mordicchiando e fottendo con la lingua. Francesca venne, la schiava meritava un premio, si chinò su di lei e poggiò un delicato bacio sulle sue labbra. La schiava si sciolse come un gelato al sole. Quella Padrona le piaceva.
Il marito di Stefania era ricco, ma lei non era una mantenuta, guadagnava molto bene e quindi si levava molti sfizi. Il più dispendioso era un’auto sportiva che nel tempo libero o quando non prevedeva di avere ospiti si divertiva a guidare, una Jaguar nera che guidava con grande padronanza. Su quella macchina, guidando scalza, accompagnò Francesca a casa. – Signora, se me lo permette, l’accompagno a casa, è sulla mia strada. – Francesca accettò volentieri l’offerta della schiava. Ci mise sette minuti perché si dovette fermare a diversi semafori. Francesca, cercando di farsi sentire, le disse che prima o dopo dovevano fare un giro più appropriato, su una strada veloce. E Stefania le rispose che ne sarebbe stata contenta. Era mezzanotte ormai, quando l’auto si fermò di fronte alla villa del Padrone e mentre Francesca e Stefania stavano per scenderne e salutarsi il suo Master comparve all’angolo dell’abitazione. Era diretto al cancelletto d’ingresso seguito da Kristine e si accorse delle due donne già con una gamba di fuori dall’abitacolo. Dovevano essere andati alla vicina trattoria per cenare pensò Francesca, che sibilò a Stefania – lui è il mio Padrone ed amante, anche lei è una sua schiava, tu, ovviamente, non sai niente ed ufficialmente lui è un amico che mi ospita e tu sei una mia amica appena conosciuta. – Stefania era rapida e le fece cenno di sì mentre scendeva e si dava mentalmente una regolata per trasformarsi da schiava a manager. Ora era lei, Stefania Rossini, manager e donna di successo e se tanto le dava tanto, anche il signore che aveva di fronte era un uomo formidabile, intanto aveva due schiave molto belle ed una splendida casa. Per niente male riconobbe, cinquantenne, alto, capelli sale e pepe, elegante e sicuro. L’uomo si avvicinò a Francesca e non sapendo come stavano le cose si limitò a baciarla sulle guance, poi si rivolse a quella bella donna, altissima sui tacchi a spillo,
- Buonasera, sono Daniele, un amico di Francesca. E lei – disse indicando Kristine – è la mia amica Kristine. –
- Buonasera – rispose Stefania, - sono Stefania Rossini, amica di Francesca anche se l’ho appena conosciuta da un’amica comune. –
- Venga dentro – l’invitò Daniele, - beva con noi qualcosa e poi andremo a dormire, non sta lontano vero? –
- Grazie – rispose Stefania, poi aggiunse, - no, meno di un chilometro. – Poteva rifiutare, era tardi e quella era una scusa sempre buona, ma Stefania era una donna curiosa, oltre che educata, e quindi accettò l’invito.
Kristine andò al mobile bar e prese due bottiglie e qualche bicchiere mentre loro si accomodavano nel salotto. Il Master sul divano e le due donne sulle poltrone. Kristine chiese a Stefania cosa voleva mentre versava una grappa al Padrone e whisky per lei e Francesca. – Prendo un whisky anch’io – rispose Stefania, - ma – vedendo che Kristine metteva un cubetto di ghiaccio nel bicchiere di Francesca, aggiunse - liscio. –
- Come me – sorrise Kristine.
La conversazione fu piacevole, anche se inizialmente balbettante.
- Stefania è una manager – la presentò Francesca.
- E di cosa si occupa – volle sapere il Master.
- Sono la responsabile vendite di un’azienda di intimo. –
Il Master sorrise, - non potevano scegliere rappresentante migliore – affermò, - lei è bellissima, avrebbe potuto fare la modella per la sua azienda. –
Sorrise anche Stefania compiaciuta, anche se ai complimenti era abituata le facevano sempre piacere. - L’ho fatto, fino ad otto anni fa, anche se già allora non avevo la taglia giusta, ma qualche modella curvy come me ha sempre qualche chance - poi sempre sorridendo, – purtroppo s’invecchia. E lei che fa di bello? In verità so poco anche di Francesca e di Kristine niente. – Sorrise ad entrambe, ma con una certa complicità rivolta all’olandese a cui quella bella donna iniziava a stare simpatica. Kristine trovava, per molti versi, Francesca insopportabile, anche se ne riconosceva tutte le qualità, e doveva ammettere che aveva frequentazioni decisamente interessanti, quella rossa era davvero simpatica oltre che bella.
- La sua taglia è perfetta e se sta invecchiando, devo dire che è come il vino buono… migliora - sorrise il Master, poi rispose alla domanda. - Faccio affari in tutti i campi, mi si potrebbe definire un intermediario. Ad esempio se lei volesse entrare nel mercato russo, ammesso che non ci sia già e che le possa interessare, io potrei aiutarla. –
- Ci penserò – rispose Stefania sempre sorridendo e sempre più a suo agio.
- Kristine, è sposata, non lavora, ma spesso mi aiuta nei miei affari, ha tanti talenti. Vero Kristine? –
- Lasciamo perdere i talenti – sorrise Kristine rannicchiandosi accanto al suo Master, - ma tutto il resto è vero. – Poi con grande naturalezza si levò le scarpe e portò le gambe sul divano.
- La modestia… mi creda, se ha bisogno di un interprete lei ci sa fare e… nella sua vita ha fatto molte cose, l’infermiera e la modella, ma potrebbe fare quello che vuole se solo lo volesse. In genere non vuole, sono forse l’unico che riesce a farla lavorare. – Il master passò un braccio affettuoso attorno alle spalle della sua schiava e l’attrasse a sé.
- Se Kristine volesse proverei anche io a sfruttare i suoi talenti. –
Kristine ne fu sorpresa. – Non saprei…, ma se le lascio il mio numero di telefono. – Stefania annuì e Kristine glielo diede.
- Di me qualcosa sai, mi sono laureata da poco - s’intromise Francesca che si stava sentendo esclusa sia dal suo Padrone, sia da quella spudorata di Kristine che si strusciava su di lui come una cagna in calore, sia dalla nuova schiava che flirtava con tutti tranne che con lei che fino a dieci minuti la stava dominando. - Ho aperto uno studio con un’amica americana. Vive anche lei qui. A proposito dov’è? – chiese.
- Sarà a letto – rispose il Padrone, poi aggiunse un velato rimprovero – lei è molto meno mondana di te. – Francesca riprese come se non l’avesse sentito. - Ci occupiamo di marketing, per ora essenzialmente supportiamo attività di Daniele, ma stiamo cercando la nostra via. –
- Bene, bene – concluse Stefania mettendosi in piedi per il commiato, - siete tutte persone molto interessanti, spero che avremo modo di approfondire la nostra conoscenza, sicuramente come amiche ed amici, per gli affari vedremo, ma ora devo proprio andare. Vi ringrazio per la vostra gentilezza, ci vediamo. –
Le donne si scambiarono le solite effusioni, mentre il Master strinse la mano alla manager guardandola negli occhi e con un promettente – arrivederci. –
Francesca non sapeva se era nei guai o se quell’incontro le avrebbe fornito in futuro un alibi nel caso le avessero riviste insieme.
- Notevole quella Stefania – commentò il Padrone dopo che la donna era uscita, - dove l’hai conosciuta? –
- Da un’amica comune, una compagna di liceo – rispose Francesca con aria pensierosa, e non hai la minima idea di quanto sia notevole, pensò tra sé e sé.
Kristine aveva analoghi pensieri ed aveva i suoi motivi, anche se non poteva dirsene sicura. Ma quella notte, nell’alcova, confessò i suoi pensieri al Maser che rispose, - ma no! Ma sei sicura! - Ridacchiò mentre la baciava sul seno e le sussurrava – Però, se hai ragione sei un genio mia dolcissima schiava. – Kristine non si prese neanche la briga di rispondere, ma spinse il seno verso di lui e poi ne cercò le labbra. Voleva essere baciata, aveva visto come il Padrone aveva guardato Stefania, maledetta gelosia si disse. Da un po’ dormiva quasi sempre con il suo Padrone, qualche volta insieme anche a Francesca o Ely. Ma il più delle volte le due ragazze dormivano nella loro stanza. Era soddisfatta ed abbastanza sicura del suo posto nella vita del suo Master, ma… Dopo che il Padrone si era addormentato Kristine si strinse a lui enumerando i segni che aveva letto in Stefania: non accavalla le gambe, tiene sempre le cosce leggermente discostate, tiene le labbra socchiuse. Niente di plateale, gestisce bene la sua doppia vita, ma sono segni inequivocabili si disse. E Francesca, si disse, ne ha approfittato. Kristine ne aveva sentito l’odore di una sull’altra e viceversa, quello, alla fine, era il segno inequivocabile e c’era l’odore di un’altra… quell’amica di Francesca si disse Kristine.
Stefania era rannicchiata accanto al marito, le spalle contro il petto di lui che l’abbracciava e dormiva serenamente. Di solito quell’abbraccio la rendeva sicura, la calmava e faceva dormire anche lei. Quella notte no, era inquieta e la sua mano scese tra le cosce mentre ripensava alla serata. Le due giovani Mistress l’avevano usata in tutti i modi, lei aveva goduto tantissimo, come mai da diverso tempo, le novità, quando sono buone, hanno quell’effetto, eppure era ancora insoddisfatta. Poi la conoscenza di quel Master l’aveva eccitata e resa irrequieta. Però quel Master ha già due, forse tre schiave, io sarei di troppo e poi io, pensò, sono e mi sento proprietà della mia Mistress, non la tradirò mai, però… pensava stringendo le cosce su quel dito birichino e mugolando, però chi sa cosa mi riserva il futuro.
La mia Mistress, pensava Stefania, giovane, ma così intensamente dominante. Era inesperta quanto me quando abbiamo iniziato, ma era già perversa e affidabile, non potevo scegliere di meglio.
E poi sentiva di volersi confidare con una come lei ed anche della sua età, più o meno, quella Kristine… era molto bella ed anche molto in gamba. Le aveva detto che parlava tedesco, un catalogo in tedesco era una buona scusa. In passato aveva fatto la modella, sì, aveva i requisiti per quel lavoro.
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