La dodicesima notte o quel che volete

di
genere
voyeur

Continuo di "Sogno di un giorno di metà sessione (estiva)"

Il tempo è relativo, dice qualcuno più intelligente di me, e infatti quando si fanno cose noiose il corpo e la mente fanno percepire la sensazione che esso sia rallentato all’inverosimile, facendoti pensare a quello che potresti fare, mentre sei costretto a rinunciarci per qualcosa di cui non ti interessa niente.
Quel particolare giorno, dopo l’incontro avuto in bagno, il tempo neanche rallenta: si blocca proprio…
Un secondo dura un’ora, un minuto mezza giornata, un’ora un secolo, e io impazzisco in questa vuota attesa…
L’incontro era sembrato della durata di un battito d’ali, quando facendo i conti ero rimasto in quel cesso con lei per più di mezzora, mentre ora osservando senza scopo con occhi persi nel vuoto un foglio elettronico pieno di numeri al momento senza senso, mi sembrava di non avere uno scopo. A peggiorare la situazione lei non si era fatta più sentire… niente più messaggi, niente più battute, niente più foto… mi aveva dato il top, e ora si era nascosta in attesa di vedermi impazzire!
La mia mente è tutta proiettata su di lei, quindi di sicuro posso classificare questo come il giorno come il meno produttivo della mia carriera universitaria… basta attiviamoci: inizio a muovermi mandandole un paio di messaggi, che lei riceve ma che non legge, giusto per far ingrandire la scimmia che già mi grava sulle spalle.
Ok questo non funziona… piano B: inizio a smuovere i miei contatti chiedendo a tutta la mia rubrica se avessero il numero incriminato per ottenere un doppio vantaggio: innanzitutto riuscire a capire chi fosse se qualcuno mi avesse dato una dritta giusta, e se questo non mi riesce, almeno farle arrivare all’orecchio che la stavo cercando, dato che uno dei suoi amici/amiche glielo avrebbero sicuramente riferito. Oltretutto c’è anche la concreta possibilità che lei faccia già parte della mia rubrica, anche se purtroppo non ricordo una tale perfezione tra i miei contatti. In ogni caso neanche questo da i suoi frutti.
E ora? Eccomi qui a fissare nel vuoto, a fare mente locale e a cercar di ricordare ogni singolo dettaglio di questa mattina…
Di certo non sono un verginello prima di oggi e avevo avuto le mie esperienze, ma una cosa del genere non mi era mai capitata… il brutto è che purtroppo non so neanche che faccia abbia la mia interlocutrice. Ho solo un indizio per trovarla: un mento e un labbro inferiore molto sottile visti in foto. Il resto… beh del resto ho solo un’immagine tattile, senza l’ausilio degli occhi, toccando ogni centimetro della sua pelle, assaggiando e baciando dove era più sensibile, ascoltando i suoi sospiri, i suoi gemiti e i suoi urletti… per poi alla fine baciarla nel più coinvolgente bacio che mi era capitato di dare da che ne abbia memoria.
Improvvisa e anche inaspettata la vibrazione del cellulare mi riporta alla realtà. Senza rendermene conto sono eccitato come un bambino la mattina di Natale...
È lei…
Gli occhi mi si illuminano, e la bocca si spiega in un sorriso…
Un altro messaggio arriva poi un altro ancora… apro la chat:
sconosciuta: “caspita quanto siamo mogi… non mi dai più l’eccitazione di stamattina”
sconosciuta: “dai su… guarda che mi rivolgo a un altro!”
istantaneamente tiro su lo sguardo e mi guardo intorno. Come in mattinata la vita universitaria procede indifferente a me e ai miei pensieri. Nel tavolo a destra una gran bella ragazza è piegata sul tavolo guardando il computer dell’amica da dietro le spalle. A sinistra due ragazze ballano una specie di danza sedute ridendo e le loro tette si muovono al ritmo. In piedi che passano nel corridoio due belle ragazze si fanno una passeggiata per tutto il corridoio dirette non so dove… altri messaggi mi costringono a riguardare il cellulare
sconosciuta: “eccolo finalmente: fammi sentire ancora desiderata… spogliami con gli occhi… scopami con il pensiero…”
sconosciuta: “e basta a cercarmi te l’ho già detto non riuscirai a trovarmi, a meno che io non voglia!”
sconosciuta: “e ora non voglio…”
a questo punto rispondo:
io: “perché non vuoi?”
sconosciuta: “perché mi eccita vederti nel dubbio… mi eccita vedere la tua incertezza… e mi eccita tremendamente il tuo sguardo che si posa su tutte le ragazze… come se te le volessi fare tutte!”
sconosciuta: “non voglio tarpare la tua fantasia!”
rido leggendo l’ultimo messaggio… e realizzo: questo gioco così tremendamente eccitante, così bello, così vivo è tale perché lo stiamo giocando con le sue regole, quindi devo rassegnarmi e farla comandare giocando con le sue regole. E comunque il solo risentirla mi ha rimesso al mondo, quindi per una volta posso permettermi il giocare con regole non mie. Rispondo:
io: “ok non ti cercherò più…”
sconosciuta: “bravo ragazzo!”
io: “che fai?”
sconosciuta: “mi tocco pensando a stamattina…”
istantaneamente alzo lo sguardo cercandola, cercando una mano che si infila in jeans o gonna o pantaloni, ma ancora una volta non trovo niente di sospetto… vuoi la guerra? Ok facciamo la guerra:
io: “si? Fammi vedere!”
lei visualizza, e dopo trenta secondi risponde con una foto che scarico in un momento: nella poca luce che filtra dal tessuto di quella che ritengo essere una gonna si vedono quelle che penso essere le sue cosce, sedute su uno dei tavoli dell’università, che terminano nel bianco di un paio di mutandine. Sulla stoffa si distingue chiaramente la macchia più scura tipica della stoffa bagnata. La didascalia alla foto è un “ecco l’effetto che mi fai porco!”. Istantaneamente ho un’erezione potente e dolorosa, e soprattutto evidente dato che il messaggio successivo è praticamente istantaneo:
sconosciuta: “uhuh vedo che la sotto qualcosa si muove…”
io: “per colpa tua!”
sconosciuta: “si?!?”
io: “si si… perché non te le togli quelle mutandine ora?”
sconosciuta: “mi dai gli ordini?”
io: “non ti piace?”
la risposta qualche secondo dopo arriva con un’altra foto: stessa identica posizione di prima ma stavolta il bianco delle mutandine è sparito, lasciando il posto a due labbra completamente depilate, che fanno da cornice a un clito quasi completamente esposto dato che una mano apre con due dita le labbra. Il commento a questa foto, quasi superfluo dato il suo contenuto quanto mai esplicito, mi fa eccitare se possibile ancora di più: “secondo te?”. Ho capito che a lei piace giocare, e le piace prendere i miei ordini ed eseguirli, quindi, dato che siamo in ballo balliamo:
io: ”sai che c’è? vado al bar a prendermi un caffè…”
io: “quando torno che ne dici di farmi trovarmi le tue mutandine dentro lo zaino?”
visualizza mentre mi sto alzando, rispondendomi a metà strada verso il bar:
sconosciuta: “sai che sei un porcellino? queste mutandine mi piacevano!”
io: “si… anche a me… però fidati che parlo per esperienza: stai meglio senza!”
sconosciuta: “si? E che mi faresti se mi palesassi ora davanti a te?”
io: “fallo e lo scoprirai… mi pare che stamattina non ti sei lamentata!!!”
lei visualizza ma non risponde dandomi qualche minuto per prendere un caffè al bar della facoltà. Quindi una volta sulla via del ritorno le scrivo:
io: “guarda che sto tornando…”
la risposta si traduce in una foto: si vede il tavolo dove sto seduto io, preso dalla mia posizione, indice che lei si è seduta al mio posto. Il commento mi lascia perplesso: “manca qualcosa?”. Riguardo la foto nella sua interezza mentre cammino, quando finalmente noto che sul tavolo non c’è la mia bottiglietta d’acqua:
io: “che fine ha fatto la mia bottiglietta?”
sconosciuta: ”chissà…”
mi affretto sedendomi al mio posto e mi guardo intorno: trovo la bottiglietta esattamente nella stessa posizione in cui era, ma con un particolare differente… il tappo sembra bagnato… sorrido e la prendo, accorgendomi che lo è per davvero, guardandomi intorno la apro e bevo un sorso, e quando la richiudo l’appoggio casualmente tra le labbra riconoscendone istantaneamente sapore e odore. Poi viene il tempo dello zaino: lo controllo trovandoci dentro un paio di mutandine bagnate che istantaneamente porto al naso assaporandone il profumo. Sul cellulare arriva un suo messaggio:
sconosciuta: “la smetti di sbandierare le mie mutandine per tutta l’università?”
io: “un attimo che mi godo la tua eccitazione…”
io: “come si sta senza… fresche?!?”
rido nell’inviare l’ultimo messaggio e la risposta non si fa attendere:
sconosciuta: “a dir la verità ho un caldo…”
io: “beh mi sono accorto che sei tutta bagnata!”
sorrido ricevendo in cambio delle faccine con la linguaccia, quindi cambio discorso ritornando sulla bottiglietta e facendo il finto tonto:
io: “ma la mia bottiglietta che fine aveva fatto? Sai che era bagnata anch’essa?”
come risposta mi arriva una foto che apro appena possibile: la posizione è praticamente la stessa delle precedenti, tuttavia questa volta tra le sue gambe si staglia la mia bottiglietta che le apre le labbra. Questa visione scatena in me ancora più voglia di quanta non ne abbia già, mandandomi in estasi: sono in perenne erezione da quando praticamente abbiamo iniziato questa conversazione. Istantaneamente mi tocco il pacco, e la mia reazione non le sfugge:
sconosciuta: “vedo che apprezzi i miei regali!”
io: “li adoro… solo che ora ne vorrei un altro!”
sconosciuta: “ancora? e sentiamo… quale altro regalo vorresti?”
io: “ehhhh sapessi… ti dico solo che si trova tra le tue gambe!!!”
sconosciuta: “biricchino… e se ti dicessi che mi piacerebbe fartelo?”
io: “mi fai salire la voglia”
sconosciuta: “ti va di fare un’altra mattata?”
rispondo senza esitare, d’istinto, dato che ormai con lei è quello che guida le mie azioni. La sua risposta non si fa attendere:
io: “ovviamente si!”
sconosciuta: “tra una mezzoretta arrivano i custodi a chiudere le aule… quando li rivedi passare che ti dicono di trasferirti di sopra, tu raduna le tue cose e scendi di un piano all’aula all’angolo con l’aula magna d’ateneo… la troverai aperta… entra e siediti nella prima fila dei bachetti”
leggo e rileggo il messaggio… la notte in facoltà chiudono tutto e esternamente ci sono le telecamere, quindi trattenersi significa rimanere fino al mattino. Ancora una volta la mia parte razionale mi direbbe di andarmene, ma la parte che alberga nel più profondo di me, quella avventurosa, quella che ama il rischio e le situazioni imbarazzanti, e soprattutto quella più porca, beh quella parte ha il sopravvento:
io: “ok”
attendo fremente i minuti che trascorrono sempre più lenti. Mi ritrovo a contare i secondi. Poi finalmente il momento arriva e i custodi con le loro uniformi passano lungo il corridoio:
custode: “l’università chiude, forza ragazzi che potete studiare anche domani!”
sorrido e raduno le mie cose mentre loro continuano il loro giro verso l’entrata. Quatto quatto mi dirigo sulle scale e scendo di un piano. L’università già deserta è mia complice mentre percorro i suoi corridoi. Arrivo all’aula e con il cuore in gola apro la porta che schiude docile. Entro nell’aula trovandola, tranne per dei fogli sparsi sulla prima fila di banchi. Mi guardo più volte intorno, quindi, titubante, mi siedo su una delle sedie. Una voce femminile mi scuote dalle mie spalle, cristallina, armoniosa, eccitante…
Lei: “non ti voltare…”
Faccio come mi dice, cercando di dominare il mio istinto che mi indica di fare il contrario. Lei continua:
lei: “se vuoi rimanere qui con me sappi che staremo per tutta la notte…”
la pausa tra le sue parole mi da il tempo di pensare, riflettere alla situazione assurda in cui mi trovo, ma tremendamente eccitante. L’essere qui in questo posto con lei… il rischio… il gioco… qualcosa che solo nei miei sogni avrei potuto immaginare… la sua voce mi riporta alla realtà:
lei: “se te ne vai, capirò però poi non ci vedremo ne ci sentiremo pi…”
istintivamente rispondo interrompendola e dando voce ai pensieri che più urlano nella mia testa, quelli che danno voce alla mia vera anima perché non filtrati dalla testa:
io: “no rimango...”
Lei: “sicuro?”
Io: “e quando mi ricapita una cosa del genere?!? Poi…”
Faccio una pausa ad effetto quindi continuo:
io: “poi quando mi ricapiti tu?”
la sento sorridere e poi riprendere con la sua voce cristallina.
Lei: “beh ce ne sono tante come me…”
Io: “secondo te ce ne sono tante? Permettimi di dissentire…”
Sento i suoi passi muoversi dal fondo dell’aula per avvicinarsi a me. Dopo interminabili secondi in cui devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non girarmi mentre sento solo passi dietro di me, la sento improvvisamente sfiorarmi la schiena. Le sue labbra si posano sul mio collo dove inizia a farmi un succhiotto, mentre le sue mani mi abbracciano da dietro entrando direttamente nei miei pantaloni. Ad un mio accenno di movimento lei mi si mette dietro interrompendo il succhiotto.
Lei: “chiudi gli occhi”
Io eseguo. Sento le sue mani tirarmi per farmi alzare, quindi la sento spingermi delicatamente sul banco dell’aula fino a farmi sdraiare. Sempre con gli occhi chiusi la sento muoversi intorno a me fino a salire sul banco. Un’ondata di calore assale il mio viso, seguito da un profumo che già conosco, il profumo della sua eccitazione. Apro gli occhi ritrovandomi la sua fichetta fradicia sopra la faccia. Non aspetto altro e non chiedo altro. Semplicemente mi fiondo su di lei facendomi largo con la lingua tra la sua intimità, mentre le mani arpionano le sue natiche sode aprendole. Lei inizia ad ansimare pesantemente, e io incoraggiato continuo a muovermi ovunque, leccandola tra le labbra, poi salendo ed entrando prepotentemente nel suo buchetto posteriore con la lingua, quindi scendendo alla posizione iniziale e andando oltre a giocare col clito, leccandolo, poi stringendolo tra le labbra, succhiandolo e arrivando addirittura a mordicchiarlo. Da subito lei inizia ad ansimare forte godendosi ogni secondo del mio trattamento, godendosi le mie labbra e la mia lingua che la esplorano insieme alle mie dita che si alternano dentro di lei, oppure sul clito. Gli ansimi ben presto diventano respiro sempre più affannoso che si trasforma ben presto in un sospirare e gemere sempre più forte. Al culmine del piacere la percepisco mentre inarca la schiena lasciando le sue fantastiche tette nude e sode stagliarsi su di me, un urlo di piacere si espande nella stanza. Le sue gambe si serrano sulla mia testa in una presa fantastica, mentre copiosi i suoi umori mi inondano il viso regalandomi ancora momenti di pura estasi. Rimane in questa posizione per non so quanto finchè non si accascia su di me e con movimenti furiosi non mi toglie calzoncini e mutande, prendendo in meno il pene in stato di perenne erezione dal pomeriggio. Inizia con una sega decisa per poi dedicarsi a leccarlo partendo dalla base fino alla punta, e una volta in cima scende girandolo fino al filetto. Qui cambia direzione leccando intorno alla cappella per poi risalire ancora prendendola questa volta tutta in bocca iniziando il suo magistrale lavoro di risucchio, infilandoselo fino alla gola per poi risalire, per poi ripetere il tutto portandomi in paradiso. In questo stato di estasi mi rituffo tra le sue gambe dando vita a un contemporaneo 69 i cui effetti si iniziano a vedere presto: mentre ha lasciato momentaneamente l’asta dedicandosi alle palle, succhiandole e prendendole tutte in bocca, io le succhio il clito mettendo due dita dentro di lei applicandomi in furiosi ditalini. Quindi lei lo riprende in bocca iniziando di nuovo un fantastico lavoro con la lingua sulla cappella mentre io ritorno a entrare con la lingua in lei usando i miei diti sul suo clito gonfio di piacere. Improvvisamente il mio orgasmo monta prepotente esplodendo nella sua bocca sotto forma di quattro potenti getti. La sua reazione, stimolata dal mioorgasmo, non si lascia attendere e in un men che non si dica anche lei esplode nuovamente in un urlo liberatorio con le sue gambe che si chiudono intorno alla mia testa e il rilascio copioso di tutto il suo nettare a mio favore. Questa volta si accascia su di me ansimando.
Sono stanco per la performance appena provata, ma nono posso farne più a meno: la devo vedere! Mi alzo costringendola a sua volta ad alzarsi, e la guardo: è una delle ragazze più belle che vedo in facoltà da sempre, ma che non ho mai avuto ne il coraggio ne l’occasione per fermarla, parlarci. Ha un viso d’angelo dai lineamenti delicati, con i capelli mossi e castani, gli occhi nocciola tanto profondi da perdersi nella sua anima. Inizialmente lei si vergogna sorpresa dal mio movimento e si muove a sua volta per coprirsi, ma io la fermo, l’abbraccio e inizio a baciarla. Come è successo la mattina tra le labbra dell’altro ci perdiamo mescolando i nostri sapori, mentre anche solo il contatto con il suo corpo abbronzato e nudo mi fa salire nuovamente la voglia che ho sempre avuto di lei. La sollevo di peso prendendola per il culetto e l’appoggio sulla cattedra dell’aula, quindi mentre continuo a baciarla entro dentro di lei. Non oppone resistenza limitandosi ad abbracciarmi forte con gambe e braccia che si legano dietro la mia schiena. Inizio piano a fare l’amore entrando e uscendo da lei. Man mano che il mio ritmo aumenta si scioglie dallo shock ritornando la sconosciuta porca che avevo conosciuto fino a poco prima. Con le mani arpiona la mia schiena arrivando a graffiarmi mentre inizia ad ansimare e gemere incitandomi a continuare. Non lesino energie continuando a darci dentro sempre più forte, quando all’improvviso mi fermo. Esco da lei in un attimo con suo estremo disappunto, quindi prendendola di peso la giro portandola sul bordo della cattedra. A questo punto capisce e con uno sguardo a metà tra l’innocente e il malizioso sibila un:
Lei: “sei un porco!”
Io: “certo, proprio per questo ti piaccio!”
Senza darle tempo di replicare ricomincio il mio movimento dentro di lei entrando e uscendo ancora dalla sua fichetta che ormai gronda di umori. In questa posizione ho modo di osservare il suo bellissimo culetto e penso che quello sarà il prossimo passo: detto fatto!
Lascio l’accogliente fichetta e eccitato come non mai lo punto sul suo bellissimo culetto. Il pene è fradicio, quindi non mi perdo in convenevoli iniziando a spingere. Lei mormora tra un gemito e l’altro:
lei: “piano che non lo faccio mai li!!!”
io: “eh dobbiamo rimediare no!”
rido entrando fino in fondo dentro il suo intestino mentre le sue mani aprono per bene il culetto per agevolarmi una strada già spianata. Sto godendo al massimo e dopo un paio di entrate soft per farla abituare inizio ad aumentare il ritmo andando sempre più veloce e sempre più forte, fino al momento in cui mi ritrovo ad esplodere in lei, tra le sue incitazioni a continuare ad inondarla tutta.
A questo punto crollo ansante sulla sedia della cattedra guardando i suoi occhi nei miei. Per un tempo non quantificabile le nostre anime di mescolano come se ci stessimo baciando, e la parola è superflua, nulla serve se non io e lei. Poi in un attimo e lei si alza nuda, con i miei occhi che non ne vogliono sapere di smettere di guardarla. Si muove sinuosa fino davanti a me e si siede sulle mie gambe sorridendo. Il bacio tra le anime si trasforma in bacio reale con le sue mani sui miei capelli e le mie sul suo corpo tremendamente eccitante. In una pausa per riprendere fiato un pensiero che mi attraversa il cervello mi strappa una risata, subito colta da lei:
lei: “perché ridi?”
io: “perché sto passando il più bel giorno della mia vita con te e non so neanche come ti chiami…”
lei: “beh non mi dire che non mi hai mai cercata sui social…”
io: “beh in effetti…”
lei: “visto? Non fare il santerellino con me, Stefano…”
io: “mi scusi diavoletta Martina!”
un attimo di ilarità in cui entrambi scoppiamo a ridere. Poi la passione riscoppia sotto forma di un nuovo bacio che risveglia in me il desiderio per lei. Lei coglie subito la novità accostando ancora di più il suo corpo col mio. La guardo negli occhi mentre lei prende il mio pene di nuovo durissimo e se lo mette di nuovo dentro la fichetta facendomi chiudere ancora gli occhi per il contatto tra i nostri sessi. Inizia a farmi impazzire prima piano, facendolo scomparire ritmicamente in lei con le gambe che fanno perno sulla sedia, poi iniziando a dimenarsi più scompostamente agitandosi e godendosi ogni millimetro di me dentro di lei. I suoi movimenti fanno ballare i suoi seni in una danza dell’amore tremendamente eccitante, quasi ipnotica, che infatti mi attira ad essi. Mi avvicino e inizio a prendere in bocca i suoi capezzoli alternandomi tra il destro e il sinistro, facendola gemere ancor di più. Le sue mani arpionano la mia testa e le sue dita tra i capelli guidano il mio movimento tra i tuoi seni così sodi e sexy. Nonostante sia stanco, nonostante oggi sia alla quinta prestazione, il suo ritmo, il suo muoversi mi fa impazzire una volta di più portandomi ancora al limite dell’orgasmo, orgasmo che lesi si vuole godere insieme, dato che percepisce la mia prossimità, iniziando a muoversi come una matta sempre più forte e veloce, fino all’esplosione simultanea di entrambi. Siamo ormai sbramati entrambi, stanchi per la giornata di sesso in tutte le salse che abbiamo vissuto, e infatti ci addormentiamo come due bambini mentre ci facciamo le coccole post orgasmo, con il mio membro che ritorna alle normali dimensioni mentre ancora sono dentro di lei.
La mattina ci coglie ancora in questa posizione, quando da fuori si sentono i rumori dell’università che si inizia a svegliare. Le do il buongiorno ridendo per la situazione in cui siamo. Per evitare di dare spiacevoli spiegazioni è meglio che ci sbrighiamo, quindi in fretta e furia ci riassettiamo come meglio pssiamo. Puzziamo di sesso e siamo entrambi stanchissimi e provati dopo una notte passata così scomodamente, ma sul nostro viso si legge una complicità e una gioia che forse prima nessuno dei due era mai riuscito a raggiungere. Con rapidità e furtività raggiungiamo le macchine. Mentre la nostra alcova di questa notte termina la sua funzione ritornando alla sua normale vita di tutti i giorni, noi andiamo verso casa per riposarci, farci una doccia, e chissà, magari mandarci un messaggio…
scritto il
2018-08-01
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