Sorpresa in chat

di
genere
etero

Quando racconterò questa mia vicenda, forse nessuno di voi mi crederà.
Questo perché non ho mai rispecchiato i canoni attuali di bellezza: sono un uomo di 39 anni piuttosto bassino (1,60 m) e pelato.
E purtroppo la maggioranza delle donne è attirata prevalentemente da altri tipi di uomini.
Spesso ho sentito dire che l’uomo più alto suscita più attrazione perché “fa sentire protette”.
La verità è che, così come molti di noi sono attratti dalle cosce lunghe e dai corpi che rispecchiano i modelli di bellezza attuali, anche le donne lo sono, solo che non vogliono ammetterlo per non mostrare la loro parte più animalesca e istintiva.
Comunque, visto ciò che mi è capitato, sarei passato sopra anche a una vita di rifiuti per la mia scarsa altezza…
Io faccio il segretario in un’associazione artistica, un lavoro molto stimolante ma anche pieno di tempi morti.
Da qualche anno ho un computer collegato a Internet che mi permette di non addormentarmi quando non c’è nulla da fare.
Così ho scoperto le chat…
L’ho sempre considerato un mezzo per chiacchierare e basta e non mi ha mai emozionato più di tanto.
Per colpa mia, delle altre o per colpa dell’ambiente stesso forse, le conversazioni sembrano sempre tutte uguali.
“Ciao, da dove dgt, quanti anni hai, che fai nella vita, sei fidanzata o sposata, hai una foto, devo andare ciao”
Questo finché non ho parlato con dolceluna.
L’ho contattata io, così come facevo con tutti gli altri nickname femminili che il giorno dopo erano solo una massa di nomi e cifre confuse nella mia testa.
Questa ragazza scriveva da Viterbo come me, aveva 28 anni ed era un’insegnante di disegno e pittura. Single.
Parlammo almeno per mezz’ora, di tutto, della nostra passione comune per l’arte, della nostra città, persino di politica, finché purtroppo non dovetti tornare al mio lavoro.
Il giorno dopo fui di nuovo in chat alla stessa ora e fortunatamente la ritrovai.
Non le chiesi la foto, mi sembrava brutto rovinare il feeling virtuale che si stava creando tra di noi, così raro (almeno per me).
In breve, per una settimana chiacchierai parecchio con la mia nuova amica virtuale e ebbi tanta voglia di incontrarla… di conoscerla dal vivo insomma.
Fu lei a propormelo, mi propose un appuntamento per sabato pomeriggio, in un noto bar al centro della città.
Devo ammettere che ero piuttosto scettico, avevo paura che fossero solo castelli in aria e che lei non esistesse davvero.
Finché non fu lei stessa a rivelarmi dove lavorava e scoprii che dolceluna era praticamente una mia collega, che teneva alcuni corsi presso l’associazione artistica dove ero impiegato!
C’era una sola insegnante di disegno e pittura che aveva 28 anni, il suo vero nome era Fabiola ed era una ragazza semplice, molto timida.
Alta circa 1,70, riccia, con i capelli castani e gli occhi verdi, colorito chiaro e corporatura normale… non si truccava quasi mai ma era ugualmente carina.
Portava gli occhiali, una brutta montatura spessa e scura che non le donava molto e copriva in parte i suoi bellissimi occhi.
Io e lei ci salutavamo e qualche volta parlavamo di lavoro, nulla di più.
Non avevo mai pensato di provarci con lei perché era… alta insomma! Anche se ammetto che l’avevo notata, mi era piaciuta, almeno fisicamente.
Decisi subito di rivelarmi, se non l’avessi fatto sarei passato per una persona insicura, uno che non si accetta e non si ama.
- Devo mancarti parecchio se vuoi rivedermi già dopodomani! – le scrissi in chat.
- Ma che dici sciocchino. Sabato ci vediamo dal vivo sarà diverso! -
- Ti piacerebbe se fossi lì adesso? -
- Si! Certo! Anche se non potrei darti tanta corda perché devo lavorare. Devo comunicare alcune cose al segretario e devo mostrargli il programma per un mio nuovo corso. -
Aspettai un minuto.
- Ci sei? Ci sei? – scriveva lei sullo schermo visto che non le rispondevo.
Di corsa andai verso l’ascensore e salii nel suo piccolo ufficio, dove lei veniva per preparare i suoi corsi.
La porta era socchiusa, non ci pensai due volte ed entrai senza bussare.
“Mi cercavi? Eccomi!”
Lei guardava lo schermo del computer e fece un balzo, come un bambino sorpreso a rubare le caramelle.
“Tranquilla, fai bene a chattare, spesso si conoscono persone interessanti. O al massimo uno sciocchino come me.”
Il mio sorriso un po’ spavaldo era eloquente.
“Ma, sei tu? Eri tu?” disse lei tutta rossa in viso.
“Si! Il caffé possiamo prendercelo anche adesso se vuoi. Ma non voglio parlare di lavoro, quello dopo, ok?”
Ci guardammo per una decina di secondi, in silenzio e poi corremmo l’uno verso l’altra, presi da una passione incontenibile, le nostre labbra si cercarono, si divorarono, un bacio appassionato, improvviso.
Le misi subito la lingua in bocca e lei ricambiò, con tanta passione, con ardore.
La poca razionalità che avevo era andata definitivamente a farsi fottere.
“Chiudi la porta a chiave...” disse lei tra un bacio e l’altro, tra una slinguazzata e l’altra.
Eseguii subito e poi tornai da lei, affondando di nuovo nelle sue labbra, le mie mani si fecero largo sotto il suo maglione e accarezzai le sue bellissime tette sode.
Aveva i capezzoli grossi e duri e non vedevo l’ora di vederli, succhiarli...
Ma non sapevo fin dove potevo spingermi.
Fu lei a prendere la situazione in mano e a farmi capire che voleva di più...
“Voglio fare l’amore con te...” mi sussurrò all’orecchio.
“Come??!” chiesi io un po’ stupito.
Lei si staccò dalle mie labbra e mi guardò dritto negli occhi.
“Prendimi. Voglio essere tua, adesso. Scopami. Ti desidero.”
Non mi trovai a disagio a saltare tutte le fasi del corteggiamento.
Come resistere ai suoi occhi verdi, alle sue labbra tumide che cedevano alle mie, sarebbe stato impossibile.
I suoi occhiali erano caduti da qualche parte e anche i vestiti stavano per cadere.
“Adesso ti scopo, adesso sarai mia. Sei bellissima. Sei un sogno.”
Le tolsi i vestiti e rimase in biancheria intima, non so come ma riuscii a non strapparglieli.
Le sue tette straripavano, sotto indossava reggiseno di pizzo nero e tanga, non immaginavo che fosse così sexy e fu una sorpresa molto piacevole.
“Stenditi sulla scrivania…”
Salii su di lei e percorsi ogni centimetro del suo corpo con le labbra e con la lingua… le tolsi il reggiseno e le leccai le tette e poi passai alle mutandine.
Lei però si vergognava molto, non capivo perché, e più cercavo di toglierle le mutande per scoprire la sua graziosa fica, più si copriva.
A un certo punto, complice l’eccitazione sempre più forte, sbottai.
“Ma si può sapere che c’è? L’hai detto tu che vuoi fare l’amore, io non sono un porco e non voglio fare l’accattone, se non ti va dillo subito.”
“È che, io sono vergine!”
“Davvero?”
“Si. È assurdo eh? Ho 28 anni e sono ancora vergine.”
“Non è assurdo. È bello invece, e romantico.”
”Che facciamo?”
Non sapevo cosa fare. Da una parte volevo prenderla subito, volevo scoparla… ma dall’altra avevo paura: e se dopo fosse andata male tra noi due e lei si fosse pentita di aver fatto l’amore con me la prima volta?
”Io direi di aspettare un po’. Possiamo frequentarci e poi vediamo, ok?”
Mi costò moltissimo fare il bravo ragazzo, avevo il cazzo durissimo e sfiorare la sua fica con un dito mi aveva fatto andare in estasi, non mi ammosciavo più.
La salutai con un bacio e la promessa di rivederci presto, rivederci presto intimamente, ovvio.
Come colleghi eravamo a contatto tutto il giorno.
Dopo un’ora ancora non ero riuscito a concentrarmi, pensavo sempre a lei e al suo corpo caldo.
“Sono stato proprio un coglione!” dicevo tra me e me “Ci dovevo fare l’amore. Tanto anche se aspettiamo, se deve andar male andrà male…”
Andai in bagno, con l’intenzione di farmi una sega e sborrare, così mi sarei calmato un po’.
Quale fu la mia sorpresa però quando incontrai lei che si stava lavando le mani.
Il nostro era un bagno unisex, non avevamo bagni separati.
Nonostante non me ne fosse mai fregato nulla, ora ero imbarazzatissimo….
“Io, devo, fare pipì, ok?”
”Si si, fai quello che vuoi, ci mancherebbe!”
Mi sorrise ancora, gentile e dolce.
Non seppi proprio resisterle, l’abbracciai, baciandola appassionatamente e la tirai dentro in bagno con me.
”Ma, che stai facendo?”
“Io ti voglio. Hai capito? Non ce la faccio più, se non vuoi fare l’amore adesso hai, ragione e mi sta bene, ma io sono troppo ecc… eccitato, devo stare un po’ con te, devo accarezzarti, leccarti tutta…”
”Anche io ti voglio. Non ho fatto altro che pensarti oggi, Scopami! Scopami, ti prego, voglio essere tua!”
Tra un bacio e l’altro, tra una leccata e l’altra – le avevo di nuovo tirato fuori le sue tette fantastiche e le stavo slinguazzando con passione – finalmente le tirai su la gonna e le tolsi le mutandine.
La sua fica era bagnata, pelosa, ma senza troppi peli, mi piaceva da impazzire!
La penetrai con un dito, dolcemente, e lei era rilassata, pronta…
”Che bella fica che hai… “
Iniziai a sditalinarla sapientemente, massaggiandole il clitoride con il dito indice mentre con il medio la penetravo.
Intanto continuavo a leccarle le tette e a lei piaceva moltissimo… ansimava come una cagna in calore e mi tirava i capelli.
Mi toccò il cazzo da fuori ai pantaloni e cercò di tirarmelo fuori ma io la fermai, se mi avesse fatto una sega adesso sarei venuto e non volevo, prima volevo scopare, anche se non sarei durato moltissimo purtroppo.
“Non ti piace?” mi fece lei un po’ preoccupata.
“Al contrario tesoro, mi piace un po’ troppo, tu non ti preoccupare di niente, lascia fare a me…”
Ero un pochino nervoso perché era la prima volta che stavo con una ragazza ancora vergine e non volevo farle male o essere troppo porco.
È vero che a parole era piuttosto spinta, ma sapevo che questo significava poco.
”Quando ti senti pronta dimmelo che lo facciamo…”
“Toccami ancora un po’, mi piace. Aaaaah, sei bravissimo!”
”È la prima volta che un uomo ti masturba?”
”Si è la prima volta, che bello, è stupendo, aaaaah!”
“Lasciati andare piccola. Rilassati e pensa al tuo piacere…”
Volevo farla godere così sarebbe stata più bagnata e più rilassata e non le avrebbe fatto troppo male la penetrazione.
La sditalinavo sempre più veloce mentre continuavo a leccarle il collo e le tette… non le davo tregua, non le davo il tempo di pensare, volevo che godesse.
”Continua, si, aaaah è bellissimo, sono tutta bagnata, sto godendo, siii sto godendo, aaaaah, mmmmh. Che bello, godoooo vengo, siiiii!”
Quando capii che stava godendo, le misi il dito dentro, nella fica, e sentii tante contrazioni violente.
Doveva aver avuto un bellissimo orgasmo…
Quando tirai fuori il dito medio, era tutto bagnato, pieno dei suoi succhi di piacere e io glielo misi in bocca, poi lo leccai io.
“Ti piace il tuo sapore?”
“Si si, mi piace, ora scopami però!”
“Ma sei appena venuta, non ti basta mai vero?”
”Scopami e basta. Ho voglia di te non farmi aspettare!”
Subito mi abbassai la cerniera e tirai fuori il cazzo dai pantaloni.
“Mettiti contro il muro, allarga bene le cosce, alza una gamba, ecco così brava, sei pronta?”
”Scopami!!” urlò lei.
Puntai la cappella lucida contro la sua fica e gliela strofinai addosso, cercando il suo buchino.
Non appena lo trovai, lo spinsi dentro di lei, non fu difficilissimo entrare anche se era strettissima e mi stava scuoiando il cazzo!
“Come sei stretta tesoro, se ti faccio male dimmelo eh, che vado piano!”
Iniziai a pomparla lentamente ed era una sensazione meravigliosa.
La cappella si scopriva tutta, mi sentivo avvolto completamente da lei, un piacere molto più intenso delle scopate veloci.
Lei provava un po’ di dolore perché si mordeva le labbra, ma si lasciava penetrare e non voleva arrendersi così facilmente.
Entrai tutto con un colpo e lei mi morse la spalla per non urlare, l’avevo sverginata!
”Adesso sei una donna…” le sussurrai mentre continuavo a scoparla, con tanta dolcezza, e la baciavo.
Forse avrebbe preferito un letto comodo con tante candele profumate e l’incenso al sandalo, forse le sarebbe piaciuto essere spogliata tutta, il cesso di un luogo di lavoro non era la cornice ideale per la prima volta, ma lei non sembrava avere rimorsi, anzi.
Ricambiava i miei baci con tanta passione e si aggrappava a me.
“Se ti faccio male dimmelo che rallento!”
”No amore no, mi piace così, scopami tutta, prendimi, dai così, più veloce, spingi, spingi dai scopami!“
Feci come diceva lei, anche io mi lasciai un po’ andare, dopo poco non riuscii più a trattenere la mia eccitazione.
Tirai fuori il cazzo appena in tempo e sborrai per terra.
Restammo abbracciati per qualche minuto, ansimanti, ogni tanto qualcuno entrava in bagno ma nessuno si accorse di noi due.
“Mi piaci. Sono contenta di averlo fatto con te la prima volta.” Mi disse lei dopo un po’.
Non potevo sentire parole migliori.
Per un po’ ci baciammo, poi l’aiutai a pulirsi dal sangue e lei pulì me, adesso avevamo rotto il ghiaccio come si deve e non c’era più nulla di cui vergognarsi.
Un’esperienza davvero indimenticabile!
Adesso sono passati mesi e ancora ci frequentiamo, è davvero una ragazza d’oro e il sesso con lei è sempre più bello.
scritto il
2009-11-12
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