Una immeritata punizione
di
SILVER SOUL
genere
dominazione
continua da -Una gita al lago-
Nonostante i numerosi colpi di cinta di 2 giorni prima (l'umiliazione di fare da manichino per l'educazione sessuale delle mie cugine non mi avvalse alcuno sconto di pena circa il numero delle cinghiate), mi svegliai senza più alcun dolore, anche se il mio sedere recava ancora visibili i segni di quanto successo. Ma non ci badai più di tanto, indossai il costumino ed uscii. Ero addirittura contento perché quel pomeriggio saremmo ritornati al centro del lago per esplorare l'altra metà dell'isola, quella con la collinetta con il castello in cima e tutte le mura e le fortificazioni intorno. In quel periodo c'eravamo in pratica solo noi o quasi quindi tutte le rovine sarebbero state praticamente nostro esclusivo appannaggio.
Gli altri erano già andati a fare colazione quindi ero solo in quel momento. Non avendo particolarmente fame stavo temporeggiando ad ammirare il panorama quando sento qualcosa appoggiarsi sul davanti del mio costume. Abbasso lo sguardo e vedo le dita di Silvia risalire il profilo dei miei genitali, inserirsi nel bordo del mio costume e tirarlo verso l'esterno in modo da poterne osservare da sopra il contenuto. Era già arrivata ad appoggiare il viso sul mio ventre e probabilmente a raggiungere il suo scopo quando mi ritrassi dicendole con un tono abbastanza seccato -Ma cosa stai facendo?Cosa pensi di fare?-
Lei, tra il sorpresa ed il delusa, -Beh,Michele, lo sai che non sono mai stata molto brava nello studio. Mi serve un ripasso della lezione dell'altro ieri sull'anatomia maschile, si insomma su ciò che hai...- nel frattempo portava le mani sui miei fianchi mettendo i pollici all'interno del costume in modo da denudarmi con un unico movimento. Ma non gli diedi tempo di portare a compimento né frase né intento. E la scostai da me dicendole che quella di due giorni prima era una punizione che avevo subito ma che era ormai finita, quindi doveva stare lontana da tutto ciò che vi era fra le mie gambe o comunque dentro il mio costume. Lei rispose con un sorriso malizioso ed un -Vedremo-. Poi diede un ultimo sguardo, molto eloquente, alla sporgenza del mio costume, due piccoli colpetti con le dita sotto ai miei testicoli, si girò e se ne andò con un'aria da trionfatrice.
Poco dopo seppi che, un po' per un malessere di Salvo, un po' perché la maggior parte degli adulti non avevano interesse ad esplorare il castello e la parte restante dell'isola, saremmo andati solo io, Maria e Silvia dato che eravamo i soli abbastanza grandi da poter stare senza la supervisione di un adulto. Quella notizia non fece che aumentare la mia eccitazione. Senza grandi e bambini avremmo potuto giocare e divertirci molto di più. Mi sarei potuto immedesimare totalmente nei panni di un pioniere, nonostante le mie compagne di avventura sarebbero state Silvia, la quale mi stava un po' sulle palle da sempre ed ancor di più negli ultimi giorni, e Maria, che era ancora un po seccata per quel che era successo due giorni prima.
Più la nostra "spedizione" andava avanti e più mi convincevo che i miei timori erano del tutto infondati. avevamo remato in armonia durante la traversata, senza alcun problema messo il gommone al sicuro e poi attraversato appositamente una parte dell'interno dell'isola che non conoscevamo per raggiungere le rovine in modo da aumentare il senso di avventura della giornata.
Tutto andò bene fino al momento di entrare nella prima fila di fortificazioni del castello. Si doveva passare da un pertugio abbastanza stretto e molto inclinato, una via di mezzo tra un sentiero ed una scala scavata nella roccia che passava all'interno delle mura e portava all'interno di esse. Eravamo quindi disposti in fila indiana Maria che stava già risalendo il passaggio, io e dietro di me Silvia. Ad un certo punto vedo una mano scostarmi e passare al mio fianco, posare due dita lungo il solco delle natiche di Maria, in quel momento proprio davanti al mio naso,esattamente sul bordo del suo tanga e tirarlo giù, per poi sparire dietro di me. La reazione di Maria fu furibonda. Molto peggio di quella precedente. Era la seconda volta in tre giorni che, secondo lei, allungavo le mani sulle sue intimità. In più questa volta non c'era alcun adulto che avrebbe potuto testimoniare di un suo eccesso di violenza. In effetti l'unica persona sull'isola a parte me e la stessa Maria era silvia, la quale però reggeva sempre la versione di Maria, soprattutto se fosse stata contro di me. Così capii il comportamento che Silvia aveva avuto poche ore prima.Dovete figurarvi che Maria non perse neppure tempo a mettersi a posto il costume. Si girò di scatto e mi vide. scese subito dal sentiero dandomi subito due fortissimi schiaffi in volto e gridandomi contro tutti gli epiteti di cui era a conoscenza. Continuò strattonandomi e dandomi qualche altro colpo prima di calmarsi e rendersi conto che aveva il costume ancora sceso. In effetti però la differenza non era molta. la parte anteriore era rimasta a suo posto mentre le natiche erano esposte a prescindere da come fosse messo il tanga.
Dopo lo sfogo iniziale si calmò un po' e mi disse -Va bene, ho un porco per cugino e ne prendo atto, adesso però devo decidere il da farsi. Tornando subito indietro la gita sarebbe rovinata, ma lo sarebbe ugualmente se stessimo tutto il giorno qui noi tre da soli fino al momento di riferire tutto a tua madre. L'unica cosa sensata per me e che faccia io le sue veci decidendo ed eseguendo la tua punizione. Considera che la zia sarà severa almeno quanto la volta scorsa, di più dato che è successo due volte in così poco tempo. Ed in pratica due giorni fa ho deciso tutto io o quasi su quello che dovevi subire. Se accetti questo sbrigheremo tutto qui e ora e tua madre non verrà mai a sapere niente di tutto questo- A quel punto potevo solo scegliere tra una punizione crudele ed una ancora più crudele. Almeno facendomi punire da Maria la cosa sarebbe stata veloce e dopo avrei potuto passare il resto della giornata a divertirmi con il castello. -Maria, accetto la punizione che vorrai darmi, quello che succede all'isola rimane all'isola- Lei sembrò contenta di questa mia decisione, o meglio di questa mia sottomissione, Silvia sorrideva.
Per prima cosa Maria disse a Silvia di sistemarmi come aveva fatto la volta precedente, nudo con il costume che mi teneva le mani dietro la schiena, ed osservò la scena mettendosi le mani sui fianchi, accorgendosi così di avere ancora il costume abbassato dietro. Silvia, ovviamente, obbedì immediatamente, sussurrandomi piano -Hai visto cuginetto che sto avendo il mio ripasso sulla geografia dei tuoi genitali?- -Ma io non ho fatto nulla questa volta- -Non avevi fatto nulla nemmeno due giorni fa- e tentai di dire gridare tutto a Maria ma silvia mi strozzo la voce con una stretta ai testicoli -Stai zitto, tanto non ti crederà come non ti ha creduto la volta scorsa, e poi ormai hai accettato la punizione- Ormai non c'era più molto da fare, anzi nulla. Dovevo solo sottostare al volere di Maria, e a quanto pareva anche a quello di Silvia.
La prima cosa che mi fu ordinato di fare fu quasi un contrappasso al contrario. Dato che la mia colpa era quella di aver sceso il tanga a Maria, ella mi ordinò di rimetterglielo a posto, ma visto che avevo le mani legate dietro la schiena l'unica maniera per eseguire quell'ordine era usare i denti. Così dopo essere stato accusato due volte di aver toccato il sedere a Maria, e per questo essere stato due volte denudato e picchiato ebbi modo di toccare per la prima volta quel fondoschiena, con le labbra però. Prendendolo nella stessa maniera di come lo hai sceso, ha precisato. Vale a dire afferrando quella stessa intersezione di tessuto che aveva toccato Silvia doveva essere presa per fare il percorso inverso. Al primo tentativo, per sbaglio, presi le natiche con i denti, guadagnando un urlo di Maria e uno schiaffo ulteriore sul mio viso. Al secondo tentativo, non potevo rischiare un nuovo morso, andai sul sicuro premendo con la lingua il lato basso dell'elastico all'interno del solco delle natiche, potendo così inserire facilmente inserire gli incisivi tra il costume e le natiche di mia cugina. Così potetti farlo scorrere fino a rimetterlo a posto.
Pensai che così la punizione era finita. Ma Maria si allontanò dicendo -Silvia, fai un ripasso dei genitali maschili mentre io penso a quale punizione impartire a Michele- vedendomi incredulo aggiunse -Quello che ti farò fare sostituirà interamente la punizione di tua madre, compreso il fatto stesso che lei sappia che razza di porco ha messo al mondo, credevi che potesse essere così breve e veloce? e poi tutte e due ti abbiamo visto e toccato due giorni fa, rifarlo adesso non sarebbe punitivo come allora, si deve aggiungere altro, intanto entrate nelle mura che fra poco arrivo- E si allontano per pensare a quello che mi avrebbe fatto subire. CONTINUA Silvia apprende da Maria
Tutti i racconti di questo gruppo hanno come prima parola del titolo il termine deca Se la storia è stata di vostro gradimento lasciate un commento positivo, qualora invece non vi fosse piaciuta lasciate un consiglio su come migliorarla. L'autore sarà felice di leggere il vostro parere alla mail silversoul@virgilio.it
Nonostante i numerosi colpi di cinta di 2 giorni prima (l'umiliazione di fare da manichino per l'educazione sessuale delle mie cugine non mi avvalse alcuno sconto di pena circa il numero delle cinghiate), mi svegliai senza più alcun dolore, anche se il mio sedere recava ancora visibili i segni di quanto successo. Ma non ci badai più di tanto, indossai il costumino ed uscii. Ero addirittura contento perché quel pomeriggio saremmo ritornati al centro del lago per esplorare l'altra metà dell'isola, quella con la collinetta con il castello in cima e tutte le mura e le fortificazioni intorno. In quel periodo c'eravamo in pratica solo noi o quasi quindi tutte le rovine sarebbero state praticamente nostro esclusivo appannaggio.
Gli altri erano già andati a fare colazione quindi ero solo in quel momento. Non avendo particolarmente fame stavo temporeggiando ad ammirare il panorama quando sento qualcosa appoggiarsi sul davanti del mio costume. Abbasso lo sguardo e vedo le dita di Silvia risalire il profilo dei miei genitali, inserirsi nel bordo del mio costume e tirarlo verso l'esterno in modo da poterne osservare da sopra il contenuto. Era già arrivata ad appoggiare il viso sul mio ventre e probabilmente a raggiungere il suo scopo quando mi ritrassi dicendole con un tono abbastanza seccato -Ma cosa stai facendo?Cosa pensi di fare?-
Lei, tra il sorpresa ed il delusa, -Beh,Michele, lo sai che non sono mai stata molto brava nello studio. Mi serve un ripasso della lezione dell'altro ieri sull'anatomia maschile, si insomma su ciò che hai...- nel frattempo portava le mani sui miei fianchi mettendo i pollici all'interno del costume in modo da denudarmi con un unico movimento. Ma non gli diedi tempo di portare a compimento né frase né intento. E la scostai da me dicendole che quella di due giorni prima era una punizione che avevo subito ma che era ormai finita, quindi doveva stare lontana da tutto ciò che vi era fra le mie gambe o comunque dentro il mio costume. Lei rispose con un sorriso malizioso ed un -Vedremo-. Poi diede un ultimo sguardo, molto eloquente, alla sporgenza del mio costume, due piccoli colpetti con le dita sotto ai miei testicoli, si girò e se ne andò con un'aria da trionfatrice.
Poco dopo seppi che, un po' per un malessere di Salvo, un po' perché la maggior parte degli adulti non avevano interesse ad esplorare il castello e la parte restante dell'isola, saremmo andati solo io, Maria e Silvia dato che eravamo i soli abbastanza grandi da poter stare senza la supervisione di un adulto. Quella notizia non fece che aumentare la mia eccitazione. Senza grandi e bambini avremmo potuto giocare e divertirci molto di più. Mi sarei potuto immedesimare totalmente nei panni di un pioniere, nonostante le mie compagne di avventura sarebbero state Silvia, la quale mi stava un po' sulle palle da sempre ed ancor di più negli ultimi giorni, e Maria, che era ancora un po seccata per quel che era successo due giorni prima.
Più la nostra "spedizione" andava avanti e più mi convincevo che i miei timori erano del tutto infondati. avevamo remato in armonia durante la traversata, senza alcun problema messo il gommone al sicuro e poi attraversato appositamente una parte dell'interno dell'isola che non conoscevamo per raggiungere le rovine in modo da aumentare il senso di avventura della giornata.
Tutto andò bene fino al momento di entrare nella prima fila di fortificazioni del castello. Si doveva passare da un pertugio abbastanza stretto e molto inclinato, una via di mezzo tra un sentiero ed una scala scavata nella roccia che passava all'interno delle mura e portava all'interno di esse. Eravamo quindi disposti in fila indiana Maria che stava già risalendo il passaggio, io e dietro di me Silvia. Ad un certo punto vedo una mano scostarmi e passare al mio fianco, posare due dita lungo il solco delle natiche di Maria, in quel momento proprio davanti al mio naso,esattamente sul bordo del suo tanga e tirarlo giù, per poi sparire dietro di me. La reazione di Maria fu furibonda. Molto peggio di quella precedente. Era la seconda volta in tre giorni che, secondo lei, allungavo le mani sulle sue intimità. In più questa volta non c'era alcun adulto che avrebbe potuto testimoniare di un suo eccesso di violenza. In effetti l'unica persona sull'isola a parte me e la stessa Maria era silvia, la quale però reggeva sempre la versione di Maria, soprattutto se fosse stata contro di me. Così capii il comportamento che Silvia aveva avuto poche ore prima.Dovete figurarvi che Maria non perse neppure tempo a mettersi a posto il costume. Si girò di scatto e mi vide. scese subito dal sentiero dandomi subito due fortissimi schiaffi in volto e gridandomi contro tutti gli epiteti di cui era a conoscenza. Continuò strattonandomi e dandomi qualche altro colpo prima di calmarsi e rendersi conto che aveva il costume ancora sceso. In effetti però la differenza non era molta. la parte anteriore era rimasta a suo posto mentre le natiche erano esposte a prescindere da come fosse messo il tanga.
Dopo lo sfogo iniziale si calmò un po' e mi disse -Va bene, ho un porco per cugino e ne prendo atto, adesso però devo decidere il da farsi. Tornando subito indietro la gita sarebbe rovinata, ma lo sarebbe ugualmente se stessimo tutto il giorno qui noi tre da soli fino al momento di riferire tutto a tua madre. L'unica cosa sensata per me e che faccia io le sue veci decidendo ed eseguendo la tua punizione. Considera che la zia sarà severa almeno quanto la volta scorsa, di più dato che è successo due volte in così poco tempo. Ed in pratica due giorni fa ho deciso tutto io o quasi su quello che dovevi subire. Se accetti questo sbrigheremo tutto qui e ora e tua madre non verrà mai a sapere niente di tutto questo- A quel punto potevo solo scegliere tra una punizione crudele ed una ancora più crudele. Almeno facendomi punire da Maria la cosa sarebbe stata veloce e dopo avrei potuto passare il resto della giornata a divertirmi con il castello. -Maria, accetto la punizione che vorrai darmi, quello che succede all'isola rimane all'isola- Lei sembrò contenta di questa mia decisione, o meglio di questa mia sottomissione, Silvia sorrideva.
Per prima cosa Maria disse a Silvia di sistemarmi come aveva fatto la volta precedente, nudo con il costume che mi teneva le mani dietro la schiena, ed osservò la scena mettendosi le mani sui fianchi, accorgendosi così di avere ancora il costume abbassato dietro. Silvia, ovviamente, obbedì immediatamente, sussurrandomi piano -Hai visto cuginetto che sto avendo il mio ripasso sulla geografia dei tuoi genitali?- -Ma io non ho fatto nulla questa volta- -Non avevi fatto nulla nemmeno due giorni fa- e tentai di dire gridare tutto a Maria ma silvia mi strozzo la voce con una stretta ai testicoli -Stai zitto, tanto non ti crederà come non ti ha creduto la volta scorsa, e poi ormai hai accettato la punizione- Ormai non c'era più molto da fare, anzi nulla. Dovevo solo sottostare al volere di Maria, e a quanto pareva anche a quello di Silvia.
La prima cosa che mi fu ordinato di fare fu quasi un contrappasso al contrario. Dato che la mia colpa era quella di aver sceso il tanga a Maria, ella mi ordinò di rimetterglielo a posto, ma visto che avevo le mani legate dietro la schiena l'unica maniera per eseguire quell'ordine era usare i denti. Così dopo essere stato accusato due volte di aver toccato il sedere a Maria, e per questo essere stato due volte denudato e picchiato ebbi modo di toccare per la prima volta quel fondoschiena, con le labbra però. Prendendolo nella stessa maniera di come lo hai sceso, ha precisato. Vale a dire afferrando quella stessa intersezione di tessuto che aveva toccato Silvia doveva essere presa per fare il percorso inverso. Al primo tentativo, per sbaglio, presi le natiche con i denti, guadagnando un urlo di Maria e uno schiaffo ulteriore sul mio viso. Al secondo tentativo, non potevo rischiare un nuovo morso, andai sul sicuro premendo con la lingua il lato basso dell'elastico all'interno del solco delle natiche, potendo così inserire facilmente inserire gli incisivi tra il costume e le natiche di mia cugina. Così potetti farlo scorrere fino a rimetterlo a posto.
Pensai che così la punizione era finita. Ma Maria si allontanò dicendo -Silvia, fai un ripasso dei genitali maschili mentre io penso a quale punizione impartire a Michele- vedendomi incredulo aggiunse -Quello che ti farò fare sostituirà interamente la punizione di tua madre, compreso il fatto stesso che lei sappia che razza di porco ha messo al mondo, credevi che potesse essere così breve e veloce? e poi tutte e due ti abbiamo visto e toccato due giorni fa, rifarlo adesso non sarebbe punitivo come allora, si deve aggiungere altro, intanto entrate nelle mura che fra poco arrivo- E si allontano per pensare a quello che mi avrebbe fatto subire. CONTINUA Silvia apprende da Maria
Tutti i racconti di questo gruppo hanno come prima parola del titolo il termine deca Se la storia è stata di vostro gradimento lasciate un commento positivo, qualora invece non vi fosse piaciuta lasciate un consiglio su come migliorarla. L'autore sarà felice di leggere il vostro parere alla mail silversoul@virgilio.it
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