Deca - La gita al lago
di
SILVER SOUL
genere
sadomaso
Durante gli anni della giovinezza mi trovai a fare una gita di alcuni giorni con la mia famiglia allargata, vale a dire i miei nonni materni, le loro 5 figlie, cioè mia madre e le sue 4 sorelle, i loro mariti e la rispettiva prole di questi ultimi.
Noi cuginetti eravamo cosi composti, la maggior parte ragazzi adolescenti, facevamo eccezione io con i miei 19 anni, mio cugino Salvo più giovane di quasi 2 anni, suo sorella silvia mia coetanea anche se trattata da tutti, da sempre, come se avesse la stessa età del fratello e la nostra cugina Maria che di anni ne aveva 21.
In parte per la sua fisicità in parte per il comportamento, entrambi privi dei tratti adolescenziali, Silvia era considerata così assimilabile al gruppetto degli adolescenti al di sotto dei 9-10 anni che penso lei portasse sempre e solo il costume intero per il timore di dover stare col il solo slip senza nulla a protezione dei capezzoli come le ragazzine più piccole di almeno 3 anni rispetto a lei. Maria in compenso dimostrava molto più della sua età, nel suo corpo non vi era un difetto, aveva un viso angelico da venticinquenne su di un collo candido e flessuoso con al di sotto una fisicità da far impallidire le modelle di playboy. Portava sempre bikini molto provocanti, i quali riempiva bene sia sia nel top, almeno quarta misura, sia nello slip vagamente perizomato, al punto che sia io che Salvo pensavamo spesso a come sarebbe stato poter sfiorare con le nostre dita i contorni di quel bikini, di tastare con le nostre mani la consistenza di un corpo cosi perfetto, privo del benché minimo difetto dalla punta dei piedi, ben curati come il resto, sino a a quella dei capezzoli e ancora oltre.
Avevamo deciso di passare una di quei giorni all'isoletta al centro del lago, raggiungibile solo con dei canotti nei quali c'era posto per tre file di tre persone. Maria si trovava nel posto centrale della seconda fila dell'ultimo canotto assieme a due delle ragazze, ovviamente con indosso uno dei suoi provocanti bikini che tanto facevano sognare noi maschietti, mentre la terza fila era occupata Silvia, che tanto avrebbe voluto potersi permettere di indossare quel tipo di costumi, me, che facevo una fatica bestiale al trattenermi dall'allungare le mie mani fino a raggiungere il provocante tanga che avevo davanti agli occhi e Salvo il quale . . . NON SI TRATTENNE.
Subito Maria -Ma che state facendo? Chi si è permesso di toccarmi il sedere?- e Silvia -È stato lui- indicando me nonostante avesse visto bene che il colpevole era suo fratello Salvo, o perlomeno così mi era sembrato. Maria stava per colpirmi con uno schiaffo quando fermando la mano ad un soffio dal mio visto esclamò -Ti potrei punire ora, ma sono certa che la zia possa farlo meglio di me- facendo intendere che avrebbe detto tutto a mia madre una volta arrivati all'isola.
Una volta arrivati all'isola passammo la mattina senza che mi successe nulla, così credetti che Maria avesse lasciato perdere lo scherzo fattole da Salvo ed avesse rinunciato a vendicarsi. Ma dopo pranzo, nel quale avevo mangiato poco e leggero in maniera da poter fare presto il bagno la vedo avvicinarsi assieme a Silvia a mia madre che stava conversando con le loro. Neanche 2 minuti e vedo mia madre che mi fa cenno con la mano di raggiungerla.(Dovete sapere che la mia famiglia materna ha una mentalità molto all'antica e rigida, in particolar modo sul rispetto che i maschi devono avere verso le donne, per prime quelle di casa, quindi la reazione di mia madre alle parole di mia cugina sarebbe stata aggravata dalla presenza delle sue sorelle che si aspettavano dei provvedimenti adeguati nei miei confronti).
Una volta lì, come mi aspettavo ricevetti una ramanzina sul rispetto verso le donne, il dover chiedere scusa a Maria eccetera, quello che non mi aspettavo è successo dopo essermi scusato , ovvero che mia madre indicasse un tronco lì vicino e mi dicesse di assumere la "posizione". La posizione non era altro che la postura nella la quale sia lei che le sorelle (immagino siano state le prime a subirla) facevano mettere figli e nipoti per sculacciarli. -Anche se sei ormai grande e grosso è questo che meriti dato il tuo gesto da immaturo- disse. La posizione altro non era che il piegarsi su qualcosa non più alto del sedere stesso con le gambe leggermente divaricate e flesse e con le mani dietro alla testa in modo da ricevere i colpi al sedere.
Ero pronto a ricevere le sculacciate quando Maria, poco prima di tornare a con silvia dagli altri, alcuni metri dietro di me, disse -Cuginetto, mi dispiace ma le tue belle chiappette rosee meritano di essere accarezzate dalla cinta, mmm no in realtà non mi dispiace neanche un pò- E solo in quel momento ho capito il perché un'altra mia zia ne cercasse una e, non trovandola, avesse mandato il marito a procurarla. A quel punto ebbi davvero paura ma il peggio doveva ancora arrivare perché la madre di Silvia -Giusto, è bene che i colpi arrivino direttamente sul tuo bel sederino senza che siano attutiti da questo- Cosi dicendo prese entrambi i lembi del mio costume e lo abbassò fino alle caviglie. Subito silvia, nel vedere i miei genitali che, per la paura, si erano ritirati vicino al corpo -Guardate che pisellino piccolo ha, e poi le palline, addirittura ne ho viste di più grandi quando la zia cambia il pannolino a Michelino- seguita da risatine e, spero di sbagliarmi, anche qualche scatto di macchina fotografica. Io protestai interrompendo la posizione e alzandomi il costume più che potevo -Ma così mi si vede tutto, dietro ci sono le ragazze....Silvia... Maria...- E mia madre prima che riuscissi a portare il costume al di sopra delle ginocchia -Fermo lì e mantieni la posizione lasciando il costume lì dov'è ora, in effetti però hai ragione su una cosa, non è giusto che Maria guardi quel che porti sotto al costume, o perlomeno che si limiti a guardarlo, tu quel che lei ha sotto al suo lo hai toccato mi pare, Maria tesoro, vieni qui un attimo-.
Quando Maria venne, ovviamente seguita da silvia che come prima cosa mise il piede sul mio costume restato all'altezza delle ginocchia riportandolo alle caviglie e dandomi poi dei colpetti all'interno delle gambe in modo che i miei genitali fossero ancora più in vista per chiunque si trovasse nel raggio di 20 metri dietro di me, le fu detto -Maria, ci sembra giusto che ti sia permesso di toccargli l'intimità allo stesso modo in cui lui ha toccato te, anche tu eri di spalle in effetti e lui ha toccato il toccabile in quella posizione- ovviamente non tenendo conto che se anche lo avessi fatto davvero io sarebbe stata vestita ma soprattutto seduta su di una tavola e non nuda con i gioielli penzolanti alla mercé del vento.
Maria non se lo fece ripetere due volte emise subito la sua mano fra le mie cosce massaggiando i miei testicoli con un movimento circolare del palmo della sua mano in modo che ad ogni giro le sue dita toccassero il mio salsicciotto che ormai era ridotto al minimo ma che stava ancora su intirizzito per il freddo che era nel frattempo sceso e la paura di quello che stava capitando e quello che poteva ancora capitare.
Maria, nell'adoperare le sue più alte doti manuali sulle mie parti più private rispondeva all'invito di mia madre dicendo -Grazie zia, l'hanno scorso a scuola ci hanno fatto educazione sessuale, e poter fruire in questo modo di genitali maschili oltre che giusto e gratificante è davvero molto istruttivo per una giovane ragazza.... -come me-aggiunse Silvia -sono certa che anche per me, e per molte delle altre, sarebbe istruttivo poter conoscere meglio e toccare con mano queste cose- così dicendo Silvia, mentre ancora Maria proseguiva il suo massaggio fece il movimento di mettere una mano sui miei genitali da davanti con un movimento a cucchiaio, ma poi dirotto la sua mano sul mio interno coscia, probabilmente perché nessuno dei grandi aveva ancora dato la sua approvazione al tocco e se si fosse permessa avrebbero potuto decidere la fine della mia punizione o addirittura consentire a me di toccare lei, facendomi girare la gamba in modo da mostrare meglio ai suoi occhi il mio apparato riproduttore ed indicandolo con l'altra mano.
A questo punto mia madre era molto titubante a quella richiesta, anche per lei non sarebbe stato corretto che avessi dovuto concedere di toccarmi anche a ragazze che non c'entravano nulla con il fatto di cui ero accusato, come ad esempio Silvia, ma mentre stava per dire di no la madre di Silvia -Ma certo tesoro, una cosa così non potrebbe che essere due volte utile, servirà sia da istruzione per voi su come sono fatti i maschietti, sia a far ricordare meglio a tuo cugino che le donne si devono rispettare, non vorrei che fra 2-3 anni ci fossi tu al posto di Maria, anzi, segui attentamente tutto quello che lei ti dirà su questo- disse dandomi un colpetto sul pene con le dita -e non aver paura di chiarire ogni curiosità che ti possa venire su come sono i ragazzi, a proposito, fai in modo che questo bricconcello non cerchi di celarsi a te o alle altre e che sia collaborativo- poi rivolta alle altre -Credo che possiamo lasciarle sole, così non avranno timori o imbarazzi-.
Dopo quelle parole Silvia abbandonò ogni indugio e riprendendo il suo intento interrotto poco prima allontanò la mano di Maria dalle mie sferette, poggiando l'interno delle sue dita tese sulla punta del mio pene e facendolo scorrere su di esse fino alla base e continuando sulle sferette sostituendosi così al tocco di Maria ed indicandole un luogo non molto lontano dove potevano recarsi insieme a tutti gli altri piccoli, Salvo compreso per godere appieno di quanto era stato loro appena concesso. Per rispettare la promessa fatta alla madre sul non permettere che mi celassi tolse il mio costume dalle caviglie, e mentre tenevo ancora la posizione lo usò per legarmi le mani dietro la schiena per poi portarmi trascinandomi a tratti per i genitali sul luogo del supplizio Del primo supplizio, perché nonostante tutto quello che avevo subito e la dimostrazione di anatomia alla quale mi ero prestato a collaborare, la quale sarebbe stata davvero lunga e gravosa date le mille domande, fatte principalmente da Silvia, non per vera curiosità ma allo scopo di allungare e rendere più umiliante la mia pena, vi era ancora la cinta che mio zio era andato a cercare.
Quando dopo oltre due ore lui fu di ritorno(è dovuto andare fino al paese per trovarla ed eravamo su un'isolotto) la risposta delle mie zie che da un 20-30 metri seguivano l'istruzione delle loro figlie fu -Non c'è fretta, Maria e Silvia se la stanno cavando bene, c'è sempre tempo per la cinta, al massimo la useremo domani.CONTINUA Una immeritata punizione . . .
Tutti i racconti di questo gruppo hanno come prima parola del titolo il termine deca Se la storia è stata di vostro gradimento lasciate un commento positivo, qualora invece non vi fosse piaciuta lasciate un consiglio su come migliorarla. L'autore sarà felice di leggere il vostro parere alla mail silversoul@virgilio.it
Noi cuginetti eravamo cosi composti, la maggior parte ragazzi adolescenti, facevamo eccezione io con i miei 19 anni, mio cugino Salvo più giovane di quasi 2 anni, suo sorella silvia mia coetanea anche se trattata da tutti, da sempre, come se avesse la stessa età del fratello e la nostra cugina Maria che di anni ne aveva 21.
In parte per la sua fisicità in parte per il comportamento, entrambi privi dei tratti adolescenziali, Silvia era considerata così assimilabile al gruppetto degli adolescenti al di sotto dei 9-10 anni che penso lei portasse sempre e solo il costume intero per il timore di dover stare col il solo slip senza nulla a protezione dei capezzoli come le ragazzine più piccole di almeno 3 anni rispetto a lei. Maria in compenso dimostrava molto più della sua età, nel suo corpo non vi era un difetto, aveva un viso angelico da venticinquenne su di un collo candido e flessuoso con al di sotto una fisicità da far impallidire le modelle di playboy. Portava sempre bikini molto provocanti, i quali riempiva bene sia sia nel top, almeno quarta misura, sia nello slip vagamente perizomato, al punto che sia io che Salvo pensavamo spesso a come sarebbe stato poter sfiorare con le nostre dita i contorni di quel bikini, di tastare con le nostre mani la consistenza di un corpo cosi perfetto, privo del benché minimo difetto dalla punta dei piedi, ben curati come il resto, sino a a quella dei capezzoli e ancora oltre.
Avevamo deciso di passare una di quei giorni all'isoletta al centro del lago, raggiungibile solo con dei canotti nei quali c'era posto per tre file di tre persone. Maria si trovava nel posto centrale della seconda fila dell'ultimo canotto assieme a due delle ragazze, ovviamente con indosso uno dei suoi provocanti bikini che tanto facevano sognare noi maschietti, mentre la terza fila era occupata Silvia, che tanto avrebbe voluto potersi permettere di indossare quel tipo di costumi, me, che facevo una fatica bestiale al trattenermi dall'allungare le mie mani fino a raggiungere il provocante tanga che avevo davanti agli occhi e Salvo il quale . . . NON SI TRATTENNE.
Subito Maria -Ma che state facendo? Chi si è permesso di toccarmi il sedere?- e Silvia -È stato lui- indicando me nonostante avesse visto bene che il colpevole era suo fratello Salvo, o perlomeno così mi era sembrato. Maria stava per colpirmi con uno schiaffo quando fermando la mano ad un soffio dal mio visto esclamò -Ti potrei punire ora, ma sono certa che la zia possa farlo meglio di me- facendo intendere che avrebbe detto tutto a mia madre una volta arrivati all'isola.
Una volta arrivati all'isola passammo la mattina senza che mi successe nulla, così credetti che Maria avesse lasciato perdere lo scherzo fattole da Salvo ed avesse rinunciato a vendicarsi. Ma dopo pranzo, nel quale avevo mangiato poco e leggero in maniera da poter fare presto il bagno la vedo avvicinarsi assieme a Silvia a mia madre che stava conversando con le loro. Neanche 2 minuti e vedo mia madre che mi fa cenno con la mano di raggiungerla.(Dovete sapere che la mia famiglia materna ha una mentalità molto all'antica e rigida, in particolar modo sul rispetto che i maschi devono avere verso le donne, per prime quelle di casa, quindi la reazione di mia madre alle parole di mia cugina sarebbe stata aggravata dalla presenza delle sue sorelle che si aspettavano dei provvedimenti adeguati nei miei confronti).
Una volta lì, come mi aspettavo ricevetti una ramanzina sul rispetto verso le donne, il dover chiedere scusa a Maria eccetera, quello che non mi aspettavo è successo dopo essermi scusato , ovvero che mia madre indicasse un tronco lì vicino e mi dicesse di assumere la "posizione". La posizione non era altro che la postura nella la quale sia lei che le sorelle (immagino siano state le prime a subirla) facevano mettere figli e nipoti per sculacciarli. -Anche se sei ormai grande e grosso è questo che meriti dato il tuo gesto da immaturo- disse. La posizione altro non era che il piegarsi su qualcosa non più alto del sedere stesso con le gambe leggermente divaricate e flesse e con le mani dietro alla testa in modo da ricevere i colpi al sedere.
Ero pronto a ricevere le sculacciate quando Maria, poco prima di tornare a con silvia dagli altri, alcuni metri dietro di me, disse -Cuginetto, mi dispiace ma le tue belle chiappette rosee meritano di essere accarezzate dalla cinta, mmm no in realtà non mi dispiace neanche un pò- E solo in quel momento ho capito il perché un'altra mia zia ne cercasse una e, non trovandola, avesse mandato il marito a procurarla. A quel punto ebbi davvero paura ma il peggio doveva ancora arrivare perché la madre di Silvia -Giusto, è bene che i colpi arrivino direttamente sul tuo bel sederino senza che siano attutiti da questo- Cosi dicendo prese entrambi i lembi del mio costume e lo abbassò fino alle caviglie. Subito silvia, nel vedere i miei genitali che, per la paura, si erano ritirati vicino al corpo -Guardate che pisellino piccolo ha, e poi le palline, addirittura ne ho viste di più grandi quando la zia cambia il pannolino a Michelino- seguita da risatine e, spero di sbagliarmi, anche qualche scatto di macchina fotografica. Io protestai interrompendo la posizione e alzandomi il costume più che potevo -Ma così mi si vede tutto, dietro ci sono le ragazze....Silvia... Maria...- E mia madre prima che riuscissi a portare il costume al di sopra delle ginocchia -Fermo lì e mantieni la posizione lasciando il costume lì dov'è ora, in effetti però hai ragione su una cosa, non è giusto che Maria guardi quel che porti sotto al costume, o perlomeno che si limiti a guardarlo, tu quel che lei ha sotto al suo lo hai toccato mi pare, Maria tesoro, vieni qui un attimo-.
Quando Maria venne, ovviamente seguita da silvia che come prima cosa mise il piede sul mio costume restato all'altezza delle ginocchia riportandolo alle caviglie e dandomi poi dei colpetti all'interno delle gambe in modo che i miei genitali fossero ancora più in vista per chiunque si trovasse nel raggio di 20 metri dietro di me, le fu detto -Maria, ci sembra giusto che ti sia permesso di toccargli l'intimità allo stesso modo in cui lui ha toccato te, anche tu eri di spalle in effetti e lui ha toccato il toccabile in quella posizione- ovviamente non tenendo conto che se anche lo avessi fatto davvero io sarebbe stata vestita ma soprattutto seduta su di una tavola e non nuda con i gioielli penzolanti alla mercé del vento.
Maria non se lo fece ripetere due volte emise subito la sua mano fra le mie cosce massaggiando i miei testicoli con un movimento circolare del palmo della sua mano in modo che ad ogni giro le sue dita toccassero il mio salsicciotto che ormai era ridotto al minimo ma che stava ancora su intirizzito per il freddo che era nel frattempo sceso e la paura di quello che stava capitando e quello che poteva ancora capitare.
Maria, nell'adoperare le sue più alte doti manuali sulle mie parti più private rispondeva all'invito di mia madre dicendo -Grazie zia, l'hanno scorso a scuola ci hanno fatto educazione sessuale, e poter fruire in questo modo di genitali maschili oltre che giusto e gratificante è davvero molto istruttivo per una giovane ragazza.... -come me-aggiunse Silvia -sono certa che anche per me, e per molte delle altre, sarebbe istruttivo poter conoscere meglio e toccare con mano queste cose- così dicendo Silvia, mentre ancora Maria proseguiva il suo massaggio fece il movimento di mettere una mano sui miei genitali da davanti con un movimento a cucchiaio, ma poi dirotto la sua mano sul mio interno coscia, probabilmente perché nessuno dei grandi aveva ancora dato la sua approvazione al tocco e se si fosse permessa avrebbero potuto decidere la fine della mia punizione o addirittura consentire a me di toccare lei, facendomi girare la gamba in modo da mostrare meglio ai suoi occhi il mio apparato riproduttore ed indicandolo con l'altra mano.
A questo punto mia madre era molto titubante a quella richiesta, anche per lei non sarebbe stato corretto che avessi dovuto concedere di toccarmi anche a ragazze che non c'entravano nulla con il fatto di cui ero accusato, come ad esempio Silvia, ma mentre stava per dire di no la madre di Silvia -Ma certo tesoro, una cosa così non potrebbe che essere due volte utile, servirà sia da istruzione per voi su come sono fatti i maschietti, sia a far ricordare meglio a tuo cugino che le donne si devono rispettare, non vorrei che fra 2-3 anni ci fossi tu al posto di Maria, anzi, segui attentamente tutto quello che lei ti dirà su questo- disse dandomi un colpetto sul pene con le dita -e non aver paura di chiarire ogni curiosità che ti possa venire su come sono i ragazzi, a proposito, fai in modo che questo bricconcello non cerchi di celarsi a te o alle altre e che sia collaborativo- poi rivolta alle altre -Credo che possiamo lasciarle sole, così non avranno timori o imbarazzi-.
Dopo quelle parole Silvia abbandonò ogni indugio e riprendendo il suo intento interrotto poco prima allontanò la mano di Maria dalle mie sferette, poggiando l'interno delle sue dita tese sulla punta del mio pene e facendolo scorrere su di esse fino alla base e continuando sulle sferette sostituendosi così al tocco di Maria ed indicandole un luogo non molto lontano dove potevano recarsi insieme a tutti gli altri piccoli, Salvo compreso per godere appieno di quanto era stato loro appena concesso. Per rispettare la promessa fatta alla madre sul non permettere che mi celassi tolse il mio costume dalle caviglie, e mentre tenevo ancora la posizione lo usò per legarmi le mani dietro la schiena per poi portarmi trascinandomi a tratti per i genitali sul luogo del supplizio Del primo supplizio, perché nonostante tutto quello che avevo subito e la dimostrazione di anatomia alla quale mi ero prestato a collaborare, la quale sarebbe stata davvero lunga e gravosa date le mille domande, fatte principalmente da Silvia, non per vera curiosità ma allo scopo di allungare e rendere più umiliante la mia pena, vi era ancora la cinta che mio zio era andato a cercare.
Quando dopo oltre due ore lui fu di ritorno(è dovuto andare fino al paese per trovarla ed eravamo su un'isolotto) la risposta delle mie zie che da un 20-30 metri seguivano l'istruzione delle loro figlie fu -Non c'è fretta, Maria e Silvia se la stanno cavando bene, c'è sempre tempo per la cinta, al massimo la useremo domani.CONTINUA Una immeritata punizione . . .
Tutti i racconti di questo gruppo hanno come prima parola del titolo il termine deca Se la storia è stata di vostro gradimento lasciate un commento positivo, qualora invece non vi fosse piaciuta lasciate un consiglio su come migliorarla. L'autore sarà felice di leggere il vostro parere alla mail silversoul@virgilio.it
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