Federica in discoteca: il primo della serata (Cap. 1)

di
genere
pissing

Poteva finalmente darsi da fare. Camminò lentamente verso i ragazzi, che, notandola, cominciarono tutti a guardarla con sguardi assatanati, già pronti a contendersela. Lei cominciò a ballare nel modo più provocante e sexy possibile, piegandosi in pose che mettevano in risalto tutte le curve del suo splendido corpo tonico. Si passava le mani nei capelli, guardandoli tutti a turno. Vedendo he nessuno di loro osava fare il primo passo, si avvicinò a due di loro, appoggiando le mani per terra e rivolgendo il suo culo verso di loro. Cominciò a muoverlo e farlo vibrare a tempo di musica e in un battito di ciglia i due le erano addosso, strofinando i loro cazzi avvolti nei jeans addosso a quel ben di Dio. Gli altri si avvicinarono e cominciarono a toccarla ovunque, a partire dalle sue piccole ma meravigliose tette. Erano quelle di una adolescente ma sul corpo di una ventenne. Lei continuò a ballare, ora ancora più convinta di prima. Si alzò in piedi e lasciò che i ragazzi facessero il resto. Adorava la sensazione di mille mani che le accarezzavano tutto il corpo, da cima a fondo, ogni centimetro della sua liscia pelle. Guardò in alto in estasi, mentre i ragazzi continuavano a strofinarsi contro di lei. Ad un certo punto uno di loro decise che era il momento di infilarle una mano nelle mutande. Pessima decisione.
“Oh ma che cazzo fai!” sbottò lei, spingendolo via ed allontanandosi.
“Ma che cazzo di problemi hai?” fù la risposta del ragazzo, insieme alle facce attonite dei suoi amici.
“Forse non sapete come funziona qui dentro, ma ve lo spiego io: sono io che decido cosa cazzo fare e quando. Non voi. Peccato vi siate bruciati così, avrei voluto vedere più da vicino quelle vostre belle protuberanze…” torno verso il bar, dopo aver lanciato ai ragazzi un occhiolino di scherno.
“Andre mi fai un Old Fashioned? Quei deficienti hanno rotto il ritmo”
“Arriva subito”
Marco intanto sedeva lì di fianco, già a metà del secondo gin tonic. Lei lo ignorò completamente e, mentre aspettava il suo cocktail, fece un cenno ad uno dei buttafuori, che si diresse verso di lei.
“Sì?”
“Ciao, ascolta credo che dopo un paio di Old Fashioned sarò a posto quindi potresti cominciare a dire ai ragazzi di preparare?”
“Certamente!” l’energumeno si allontanò ed andò a parlare con un paio di colleghi. Un paio di sguardi nella direzione di Federica, ed uno di loro andò nel bagno degli uomini, uscendone poco dopo e facendole un cenno con la mano.
“Ecco” il barman posizionò il cocktail sul bacone.
“Grazie!” sorrise Federica cominciando subito a sorseggiarlo.
“Allora come procede?” si azzardò a chiedere Marco
“Cristo ma perché mi devi stare così addosso? Non lo vedi? Sono qui davanti a te, bevo e mi sono già scaldata un po’. Non ti basta?”
“Sì è vero scusa, ti faccio sempre domande stupide…” abbassò la testa lui.
“E poi invece che stare qui a fare lo sfigato perché non ti vai a divertire anche tu? C’è tanto spazio e tanta gente, cosa ci fai qui tutta la sera?”
“Ma tu mi hai detto di-“
“Eh vabbè ok, però non è che ti sparano a vista se ti alzi per ballare eh!” lei, nel nervosismo del momento, finì con un gorgo il suo drink
“Prossimo!” disse poggiando il bicchiere vuoto sul bancone.
“Già fatto!” fu la risposta. Ed un altro bicchiere, pieno, era stato sostituito al precedente. Federica riprese subito a bere.
“Cavolo certo che ti dai da fare…” commentò Marco
“Il fatto che tu non mi abbia mai vista ingoiare altro che alcol non ti permette di avere un metro di paragone” sorrise lei provocandolo
“Beh allora perché per una volta non mi fa-“
“Sese ti piacerebbe, ma non ci sperare.” Tagliò corto lei facendo un altro sorso.
Si girò verso l’entrata e la pista per valutare la popolazione: il posto, come al solito, era stato farcito di più persone possibile. La maggior parte erano ragazzi notò, pregustandosi una serata molto promettente. Decise che non valeva più la pena aspettare, lasciò il drink a metà sul bancone e si alzò, senza proferire parola. Una volta attraversata la pista da ballo, sulla quale si fermò un paio di volte per toccare un po’ di carne ed offrire un po’ della sua, si ritrovò nel corridoio che portava ai bagni. La fila per quello degli uomini era, come sempre, inesistente; quella per quello delle donne arrivava invece a metà corridoio. Federica si diresse senza esitazione verso quello degli uomini e vi entrò.
All’interno c’era il deserto, nemmeno un’anima. Un po’ le dispiaceva ma sapeva che presto la situazione si sarebbe ribaltata. Si diresse verso l’ultimo bagno in fondo a sinistra, sul quale era appeso un cartello: OCCUPATO. Vi entrò e si chiuse dentro, chiuse il coperchio della tazza, vi si sedette, ed e poi infilò la sua testa in una fessura che dava sul bagno a fianco. Una fessura grande abbastanza da mostrare tutto il suo volto, ma non da fare passare le sue mani. Solo la sua testa dava sul bagno a fianco. Era arrivato uno dei suoi momenti preferiti finalmente! Non lo faceva per soldi, c’era il cornuto di Marco a pagarle sempre tutto. A lei non erano mai piaciuti quei volgari buchi dai quali passa solo il cazzo, lei voleva il contatto visivo mentre la sua bocca veniva usata ed abusata in tutti i modi e da qualsiasi persona. Le piaceva anche essere il pisciatoio pubblico degli uomini che passavano di lì, e ringraziarli dopo che avevano usato la sua bocca come orinatoio. L’attesa si fece un po’ lunga ma finalmente sentì la porta principale del bagno aprirsi e due ragazzi entrarono. Uno si diresse nel bagno opposto a quello dov’era Federica, l’altro invece fece centro.
Federica vide un ragazzo nero ebano entrare, altro e slanciato ma mingherlino. Lui si accorse della sua presenza e quasi urlò dallo spavento.
“Ma che cazz-?!”
“Ciao! Tranquillo non mordo, a meno che tu non me lo chieda” ammiccò lei. Il ragazzo rimase senza parole.
“Non credo di averti mai visto qui, devi essere nuovo. La cosa è semplice: usami” disse lei brevemente.
“Scusa?”
“Hai capito bene, usami. Fai quello che vuoi con la mia bocca. Stuprala, usala come fosse una figa che vuoi devastare, falla tua e sborra dove vuoi. Fammi ingoiare la tua sborra calda o mettimela come crema per il viso. Fa tutto ciò che vuoi, è tutta tua!” sorrise lei. Il ragazzo di colore era sempre più stupito, ma il viso di lei e il suo modo di parlare ebbero un certo effetto su di lui: una mezza erezione era visibile dal rigonfiamento dei suoi pantaloni.
“Wow sembri messo bene!” commentò Federica, ormai scalpitante per il primo cazzo della serata.
“uhm..ok, però quando devo pisciare sai…non riesco ad averlo proprio duro…” cercò di giustificarsi lui.
“Ho detto usami” disse con lo sguardo più serio e sexy che potesse lanciare. Allora il ragazzo recepì il messaggio. Si slacciò i pantaloni, li abbasso insieme alle mutande e il suo cazzo saltò fuori, sfiorando il naso di lei che strabuzzò gli occhi: erano almeno venticinque centimetri e non era nemmeno totalmente duro!
“E si che ne ho visti ma tu sei uno dei più dotati!” sorrise lei, poi aprì la bocca e lo guardò dritto negli occhi. Il ragazzo era leggermente in imbarazzo, ma non poteva più trattenersi e allora cominciò a pisciare. Federica sussultò per la gioia nel sentire quel liquido caldo e dorato toccarle la lingua e cominciare a riempirle la bocca. Cavolo il ragazzo aveva davvero bisogno di essere svuotato! Un getto fumante continuò a uscire dalla punta del suo enorme cazzo nero; quando lei sentì la bocca piena la chiuse un momento per deglutire quel delizioso nettare in un solo sorso, facendo così però il ragazzo le bagnò per un attimo la faccia, ma lei subito riaprì pronta la bocca, per assicurarsi che lui si svuotasse completamente. Il ragazzo finalmente finì, Federica ingoiò tutto come prima come se fosse il drink che aveva lasciato sul bancone.
“Mamma mia eri davvero al limite!” ridacchiò lei. Dal bagno provenne il rumore dello sciacquone: il suo amico aveva finito. Lo sentirono dirigersi verso i lavandini, lavarsi le mani e poi
“Ci vediamo in pista! Divertiti! Ah e prima che tu me lo chieda, sì ho sentito tutto. Ma tranquillo qui è normale, nulla che nessuno sappia!” e la porta si chiuse.
“Che ne dici di fermarti ancora un pochino?” chiese lei con sguardo voglioso.
L’unica risposta del ragazzo fu un mezzo sorriso, si prese il bastone in mano e lo diresse verso la bocca di lei.
“Quindi vuoi davvero fare la troia?”
“Sì, adesso ti prego dammelo, ne ho bisogno! Lo voglio! Fammelo assaggiare!” cominciò a parlare lei. Lui le avvicinò il cazzo ancora più vicino e lei allora cominciò a leccarglielo. Dalle palle fino alla punta della sua asta erano davvero parecchi centimetri per lei, e non era nemmeno in tiro! Pian piano, tra una leccata e l’altra, lo vide ergersi sempre più duro di fronte a lei. Alla fine non poteva crederci: a occhio e croce il bastone di quel ragazzo era diventato lungo e grosso almeno quanto un suo avambraccio! Rimase con gli occhi sbarrati per quella meraviglia che aveva davanti, voleva solo ingoiarlo tutto quanto e sentirlo arrivarle fino in fondo all’esofago!
“Sei sicura di poterlo gestire?” chiese lui provocandola
“Cacciami in bocca quel cazzone! Voglio che mi svergini la gola! Così potrò fare tutta la serata tranquilla!”
A queste parole lui non seppe più trattenersi e le impalò la testa su quel bastone d’ebano che aveva in mezzo alle gambe. Per lo shock Federica vide nero per un attimo, poi quando guardò davanti a sé video che ne aveva ingoiati solo due terzi! I suoi occhi si allargarono ancora di più per lo stupore. Lo sentiva già arrivarle quasi in fondo alla gola, sentiva la bocca piena e faceva fatica a respirare. Lo guardò e gli fece l’occhiolino, per dire che era tutto ok. Allora il ragazzo, non contento, diede l’ultima, secca spinta e fece entrare il suo cazzo fino in fondo alla gola di Federica, che ora sentiva lo scroto del ragazzo toccarle il mento. Si sentì soffocare, avrebbe voluto ritrarsi d’istinto ma le mani di lui le bloccavano la testa in quella posizione. Cominciò a vedere nero, i suoi occhi staccarono il contatto con quelli del ragazzo e cominciarono lentamente a ruotare all’indietro. Stava per svenire per il soffocamento! Ma non fece nulla per ritrarsi, le piaceva quella sensazione. Essere usata e abusata come un giocattolo svuotapalle era per lei l’estasi più grande. Il ragazzo però non voleva soffocarla del tutto quindi dopo un minuto tirò fuori il suo cazzone dalla sua gola e le diede tempo per riprendere fiato.
“Wow sei incredibile!” disse lui stupito
“Anche…T-tu…” cerco di dire lei mentre riprendeva fiato.
“Ti prego fallo ancora. Impala la mia testa su quel cazzo da cavallo e farciscimi finchè non mi esce la tua calda sborra dal naso!” riprese lei.
A queste parole il ragazzo perse totalmente il controllo e ripenetrò in una volta sola tutta la lunghezza della gola di Federica, che ebbe qualche conato ma riuscì a trattenersi. Questa vola però il ragazzo dal cazzo equino non la tenne ferma, ma iniziò a fare entrare e uscire il suo enorme arnese dalla bocca di lei, per tutta la sua lunghezza. Continuò con calma per un paio di minuti poi, quando anche lei sentì che lui era quasi sul punto di venire, cominciò a scoparle la bocca e tutta la gola violentemente, non lasciandole nemmeno un attimo di fiato. La bava cominciava a colare a terra dalla bocca di Federica, il suo rossetto era quasi tutto finito sul cazzo di lui, e gli schizzi di saliva che le arrivavano sul viso faceva colare il mascara dai suoi occhi sulle sue guance. Il ragazzo continuò a scoparle la bocca senza pietà per minuti interi, con lei che a malapena riusciva a mugolare per il piacere tanata era la sua foga. Ad un certo punto lui si fermò di colpo, le piantò tutto il suo cazzo fino in fondo alla gola e cominciò a dare dei piccoli colpi di bacino, e con ognuno di quei colpetti una immane quantità di sperma invadeva la gola di Federica. Lei sentiva la sua gola riempirsi fino all’orlo, poi iniziò a riempirsi la sua bocca e, proprio quando credeva che lui avesse finito e stesse per ritrarsi, il ragazzo diede un ultimo potente colpo col quale riversò un ultimo schizzo di caldo sperma nella bocca di Federica che, ormai piena, cedette e tossì. Sentì la sborra bruciarle nel naso prima che alcune gocce cadessero dalle sue narici. Con ciò il ragazzo estrasse il suo bastone dalla sua testa. Lei cercò di trattenere i conati ed ingoiare il più possibile di quel miele celestiale.
“Mhm…” mugolò in estasi “Ottima cena! Non voglio sprecarne nemmeno una goccia!” Sorrise mentre riprendeva fiato e si rileccava le labbra.
“Cazzo sei proprio troia” disse lui riallacciandosi i pantaloni. “Quanto vuoi?”
“Come scusa?” disse lei seria.
“N-non..non devo tipo…pagarti?”
“Guarda non ti insulto solo perché sei un novellino e qui e mi hai appena fatto vedere il paradiso.” Disse lei “Adesso vai a chiamare i tuoi amici va, che la serata è appena iniziata”
Guardò il suo primo della serata andarsene. Era cominciata ottimamente pensò tra sé e sé.
Decise di aggiornare il cornuto e gli mandò un’altra foto su Snapchat: il suo viso ricoperto di bava densa e sperma che colava a gocce, tutto misto al suo rossetto ovviamente. Sorrideva e la scritta recitava "Primo andato! Non vedo l'ora degli altri!"
Non vedeva l’ora davvero.
scritto il
2018-10-22
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