Cacciatore UNO - Atto Primo
di
BadDog
genere
etero
In una città del nord-Italia, in una palestra, in un allenamento Krav Maga, i corpi si attraggono e respingono in una danza primordiale a suon di colpi quando il maestro, dopo lunghi minuti di combattimento, afferra il braccio dell'allievo e tirandolo a se, assesta un colpo controllato al mento.
Il Maestro rilascia il braccio dell'allievo, che colto alla sprovvista arretra barcollando.
L'allievo sovrasta il maestro di almeno 15 centimetri, fasce di muscoli e nervi tesissimi e vibranti per lo sforzo fisico, un corpo che però barcolla sbilanciato dall'improvviso colpo subito.
Questione di un secondo, l'uomo si appoggia con le mani al pavimento, compie una piroetta elevandosi e ruota il corpo statuario in volo per rimettersi in assetto di combattimento.
Si lancia con furia cieca contro il Maestro sferrando un terribile e micidiale colpo con un pugno a martello mirando alla testa.
Il colpo viene deviato dal Maestro, che però si abbatte poderoso sulla spalla facendogli esclamare un grido di dolore.
- Non si fà così Signore- lo elargisce il Maestro e l'allievo subito si mette a disposizione del suo mentore con capo chino -Non stiamo più giocando. Lei deve assolutamente essere consapevole della sua forza, altrimenti andiamo verso grossi problemi nell'allenamento.-
- Ha ragione Maestro mi scusi, ma non ho ragionato, ho solo reagito d'istinto- si scusa l'allievo
Il Maestro lo guarda fisso e grugnisce qualcosa -Ora vada a cambiarsi, la lezione è terminata- e così dicendo si gira e lascia la palestra.
La statua di carne, ancora il capo chino per il rimprovero, raccoglie l'asciugamano e si asciuga il viso imberbe e la testa completamente rasata, beve un lungo sorso d'acqua dalla bottiglietta e si avvia verso gli spogliatoi, esce dalla palestra e volta a sinistra per salire le scale.
Termina la lezione di GAG grondante di sudore, distrutta dal personal trainer che saltella felice e batte le mani per incoraggiarle,ansima sconvolta dall'intensità dell'allenamento appoggiandosi con entrambe le mani alle ginocchia.
Piegata in quella posizione per riprendersi guarda a destra e a sinistra compiacendosi del fatto che non è l'unica ad aver patito quella sessione, tutte, anche le più atletiche sono provate.
Lei, sulla quarantina, non è ne particolarmente bella ne tanto meno atletica, ha un fisico appesantito da due parti, i polpacci da calciatore, i fianchi larghi con conseguente sedere abbondante, un seno generoso e la pancetta, non si piace e non ha grilli per la testa.
Esce dalla palestra e si avvia verso gli spogliatoi quando sul pianerottolo si scontra con lui, altissimo (supera il metro e novanta) che la guarda dall'alto in basso (lei uno e sessanta). La mano di lei sul petto di lui nell'atto di difendersi dallo scontro che invece diventa un piacere interminabile di contatto con i muscoli tesi del petto dell'uomo.
-Mi scusi- fa lui mortificato -ero sovrappensiero- mentre un brivido gli percorre la schiena, un brivido ferino, un brivido che ricaccia.
-Ma scusi lei, chissà dove stavo guardando- risponde lei ridacchiando nervosamente, ma decisamente affascinata da quel maschio, aitante, sudato, sudato, sudato con quell'odore che le da alla testa come una fucilata.
Chiude gli occhi e aspira quell'odore inebriante e ascolta con la mano il cuore di lui.
Si dividono, si sorridono e ognuno va nei propri spogliatoi.
Lui apre l'armadietto, prende un docciaschiuma e il telo per asciugarsi che butta sulla panca mentre si denuda. Si avvia verso la doccia e pensa a quella donna, cosa l'aveva colpito? Non lo sa, non è bella, è sexy a modo suo, ma quella mano che non si toglieva dal suo petto e i suoi occhi di smeraldo.
Cosa l'aveva colpito? Si chiede anche quando entra nella doccia e si passa il bagnoschiuma sul corpo liscio completamente depilato, sulla testa rasata, come il viso imberbe senza nemmeno le sopracciglia, ricordando quel brivido lungo la schiena.
Cosa l'aveva colpito? Si chiede ancora quando prende un po' di bagnoschiuma nella mano per passarlo sul grosso cazzo floscio che deterge con delicatezza scappellandolo prima di dedicarsi alle palle lisce senza un pelo.
Lei apre l'armadietto e si spoglia della maglietta e dei leggings fradici rimanendo nuda, si annusa la mano e chiude gli occhi rivivendo quell'incontro, quello scontro contro il maschio, la sua carne durissima, muscoli e forza in un corpo statuario. Sospira.
E sospira ancora quando entra nella doccia e si cosparge di bagnoschiuma insistendo sui seni e quando la mano scende sul ventre ed entra per lavarsi tra le cosce, trova, senza sorpresa, la fica gonfia, larga e bagnata di voglia.
Il Maestro rilascia il braccio dell'allievo, che colto alla sprovvista arretra barcollando.
L'allievo sovrasta il maestro di almeno 15 centimetri, fasce di muscoli e nervi tesissimi e vibranti per lo sforzo fisico, un corpo che però barcolla sbilanciato dall'improvviso colpo subito.
Questione di un secondo, l'uomo si appoggia con le mani al pavimento, compie una piroetta elevandosi e ruota il corpo statuario in volo per rimettersi in assetto di combattimento.
Si lancia con furia cieca contro il Maestro sferrando un terribile e micidiale colpo con un pugno a martello mirando alla testa.
Il colpo viene deviato dal Maestro, che però si abbatte poderoso sulla spalla facendogli esclamare un grido di dolore.
- Non si fà così Signore- lo elargisce il Maestro e l'allievo subito si mette a disposizione del suo mentore con capo chino -Non stiamo più giocando. Lei deve assolutamente essere consapevole della sua forza, altrimenti andiamo verso grossi problemi nell'allenamento.-
- Ha ragione Maestro mi scusi, ma non ho ragionato, ho solo reagito d'istinto- si scusa l'allievo
Il Maestro lo guarda fisso e grugnisce qualcosa -Ora vada a cambiarsi, la lezione è terminata- e così dicendo si gira e lascia la palestra.
La statua di carne, ancora il capo chino per il rimprovero, raccoglie l'asciugamano e si asciuga il viso imberbe e la testa completamente rasata, beve un lungo sorso d'acqua dalla bottiglietta e si avvia verso gli spogliatoi, esce dalla palestra e volta a sinistra per salire le scale.
Termina la lezione di GAG grondante di sudore, distrutta dal personal trainer che saltella felice e batte le mani per incoraggiarle,ansima sconvolta dall'intensità dell'allenamento appoggiandosi con entrambe le mani alle ginocchia.
Piegata in quella posizione per riprendersi guarda a destra e a sinistra compiacendosi del fatto che non è l'unica ad aver patito quella sessione, tutte, anche le più atletiche sono provate.
Lei, sulla quarantina, non è ne particolarmente bella ne tanto meno atletica, ha un fisico appesantito da due parti, i polpacci da calciatore, i fianchi larghi con conseguente sedere abbondante, un seno generoso e la pancetta, non si piace e non ha grilli per la testa.
Esce dalla palestra e si avvia verso gli spogliatoi quando sul pianerottolo si scontra con lui, altissimo (supera il metro e novanta) che la guarda dall'alto in basso (lei uno e sessanta). La mano di lei sul petto di lui nell'atto di difendersi dallo scontro che invece diventa un piacere interminabile di contatto con i muscoli tesi del petto dell'uomo.
-Mi scusi- fa lui mortificato -ero sovrappensiero- mentre un brivido gli percorre la schiena, un brivido ferino, un brivido che ricaccia.
-Ma scusi lei, chissà dove stavo guardando- risponde lei ridacchiando nervosamente, ma decisamente affascinata da quel maschio, aitante, sudato, sudato, sudato con quell'odore che le da alla testa come una fucilata.
Chiude gli occhi e aspira quell'odore inebriante e ascolta con la mano il cuore di lui.
Si dividono, si sorridono e ognuno va nei propri spogliatoi.
Lui apre l'armadietto, prende un docciaschiuma e il telo per asciugarsi che butta sulla panca mentre si denuda. Si avvia verso la doccia e pensa a quella donna, cosa l'aveva colpito? Non lo sa, non è bella, è sexy a modo suo, ma quella mano che non si toglieva dal suo petto e i suoi occhi di smeraldo.
Cosa l'aveva colpito? Si chiede anche quando entra nella doccia e si passa il bagnoschiuma sul corpo liscio completamente depilato, sulla testa rasata, come il viso imberbe senza nemmeno le sopracciglia, ricordando quel brivido lungo la schiena.
Cosa l'aveva colpito? Si chiede ancora quando prende un po' di bagnoschiuma nella mano per passarlo sul grosso cazzo floscio che deterge con delicatezza scappellandolo prima di dedicarsi alle palle lisce senza un pelo.
Lei apre l'armadietto e si spoglia della maglietta e dei leggings fradici rimanendo nuda, si annusa la mano e chiude gli occhi rivivendo quell'incontro, quello scontro contro il maschio, la sua carne durissima, muscoli e forza in un corpo statuario. Sospira.
E sospira ancora quando entra nella doccia e si cosparge di bagnoschiuma insistendo sui seni e quando la mano scende sul ventre ed entra per lavarsi tra le cosce, trova, senza sorpresa, la fica gonfia, larga e bagnata di voglia.
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