Cacciatore UNO - Atto Secondo

di
genere
fisting

Lui si riveste lentamente dopo la doccia.
Si infila la camicia bianca in piquet, i pantaloni meri e i mocassini in pelle.
Si mette al polso il cronografo Patek Philippe, prende la sua borsa di pelle e la sacca e lascia lo spogliatoio per dirigersi alla Club House per un caffè prima di tornare a casa e per due chiacchiere con gli altri soci del club ma anche per sperare di trovarla li.... e li è, seduta su un divano in pelle bianca, vede donna che ha per poco travolto qualche minuto prima sul pianerottolo.
Camicetta bianca generosamente aperta sul morbido seno, mollemente adagiata sul divano, i pantaloni color crema e un paio di décolleté nere, non la facevano apparire come quella che aveva incontrato prima, già era attraente in quel fortuito scontro, ma adesso era veramente molto intrigante.

Lei lo vede arrivare e si sorridono mentre lui si avvicina, sorriso che diventa risata nervosa quando lui si avvicina tendendole la mano -Ciao, io sono Marco-, lei stringe la mano sfoggiando uno dei sorrisi più belli e accoglienti che sia mai riuscita a fare -Io sono Sandra-.

Marco si siede vicino a lei, gli occhi si entrambi sembrano brace talmente brillano di luce particolare. I corpi si sfiorano e l'attrazione aumenta
-Frequenti da molto il circolo?- chiede lui
-No in realtà, forse per questo non ci siamo mai incrociati prima. Mi sono trasferita da poco-
-Anche io. Sarò due settimane che sono in città-

La chiacchierata prosegue con piccole indagini, poche rivelazioni, un sano alone di mistero vista l'attrazione trai due, sino a che Marco si accomiata con garbata gentilezza allontanandosi rapido verso il parcheggio. Anche lei si alza e prende la sua sacca uscendo dal Club.

Marco si infila il giubbotto in pelle nera e si cala sulla testa glabra un capellino di egual colore.
Una piovosa sera di ottobre, nebbie basse, aveva celato la sua Aston Martin Vantage nera sino a 10 metri da lui -La condizione ideale- pensa Marco mentre sale e parte immediatamente per percorrere i pochi metri necessari per raggiungere il corso.
Arrivato allo stop vede Sandra che si sta avviando verso il bus, lui la saluta, lei ricambia.
-Ottimo, 63 barrato- sorride e parte sgommando.

Sandra arriva a casa dopo una mezzora di pullman.
E' felice di essersi ritagliata un po' di tempo per se, l'iscrizione al Club le fa bene, si snerva faticando in palestra ma le permette anche di conoscere gente nuova, nuove idee, nuovi amici.
Quell'oretta solo per lei l'aiuta a vivere tutto il resto, la famiglia, il marito Christian, le due bimbe Agnese e Melissa e poi il lavoro, la sua missione, la sua vita, tanto ha desiderato quel lavoro...
Entra in casa e subito Max -il loro pastore bernese- la assalta salutandola e dandole il benvenuto, si toglie le scarpe, va in cucina dove tutto è pronto per cenare.
Le bambine giocano in sala e Christian, da ottimo cuoco qual'è sta cucinando.
-Ciao amore-
-Ti ho preparato un filetto di maialino al vino bianco e un contorno di verdure saltate- le dice sulle labbra baciandola
-Mi vizi- bisbiglia -avevo voglia di tornare a casa-
-Anche io avevo voglia del tuo rientro. Ora vai a sistemarti che tra poco si mangia-
Sandra, percorre la cucina, il grande salone da cui parte una scala in legno che la porta alla zona notte.
Al pianerottolo, sulla sinistra le camere delle bambine con il loro bagno a destra la loro camera da letto, entra, e si cambia, si libera degli abiti, si toglie il reggiseno massaggiando i grossi seni, si leva il perizoma accarezzando la fica liscia e gonfia di una voglia che non riesce a togliersi.
Si riveste con una t shirt e un pantalone morbido completa la sua tenuta da casa.
Ama vestirsi così, senza intimo, libera dalle costrizioni del tessuto, a volta lo fa anche quando esce di casa, per farsi vedere, per farsi notare, per godere di occhi estranei su di lei.
Ama queste fasi di vita quotidiana, normale, lei e la sua famiglia, le bambine, la cena preparata con amore, il divano dove tutti si accoccolano e poi i giochi e le risate.
Poi fa la mamma e porta le bambine a dormire e poi scende di nuovo dal suo uomo, sul divano, il caminetto acceso, sotto le coperte abbracciati mentre guardano una puntata della serie preferita.
La quiete dopo una giornata così nevrotica e stancante.
-Io vado amore- dice Sandra.
-Si amore, vai, ti raggiungo tra poco-
Sandra si alza, sale le scale, passa a vedere se le bimbe dormono, entra in camera, l'attraversa, apre l'armadio a muro, scosta gli abiti appesi ed entra nell'oasi di tranquillità che si è creata solo per loro due.
La stanzetta, tre metri per tre, senza finestre e completamente insonorizzata, è la loro stanza segreta, dove si rilassano e dove tolgono la maschera per essere finalmente quelli che sono realmente.
L'avevano ricavata ristrutturando l'appartamento con le loro mani, togliendo una cabina armadio e sacrificando un po' del bagno.
Si toglie i pantaloni rimanendo in maglietta, accende le candele spegnendo il troppo clinico lampadario a led, la luce si fa soffusa, si sdraia prona sul futon, prende un libro dalla pila sul pavimento e lo apre leggendo svogliatamente in attesa del marito. Si mette comoda, le gambe aperte, spinge il culetto all'infuori, ama quella sensazione di apertura e aspetta.
Christian arriva poco dopo, chiudendo sia la porta dell'armadio a muro che la porticina della stanza, si inginocchia dietro a Sandra che mugola sommessamente quando il suo uomo le apre le natiche con le mani esponendo il buco del culo aperto e la sua figa bagnata.
-Ti ho fatta aspettare troppo?- le chiede mentre passa la lingua sull'ano pulsante di lei.
-Mmmmmmm- mugola di nuovo -no, e poi sai che l'attesa del piacere è piacere- spinge in fuori il culo aprendolo a quella lingua esperta.
Christian le apre le chiappe con le mani leccandola piano, ammorbidendo l'ano e scendendo al perineo ad assaggiare la fica bagnata -Com'è andata oggi?- le chiede tra una leccata e l'altra.
-Bene- risponde lei -Al lavoro nulla di nuovo, ma ho avuto un'orgasmo involontario oggi- racconta tra mugolii e brividi di piacere.
Christian alza il capo e lascia il buco insalivato, punta il pollice e lo infila a fondo nel culo contemporaneamente a due dita nella fica -Hai orgasmato da sola?- muove le dita dentro di lei esplorandola.
-No, no... mmmmmm... il personal trainer, mi aiutava e mi ha presa per i fianchi sistemando la mia postura e.... già ero eccitata, l'odore dei corpi nudi negli spogliatoi, la vista delle mie amiche, i loro seni e i capezzoli duri, mi ha toccata.... e mi sono sciolta bagnandomi i leggings e venendo in silenzio in preda ai brividi.-
Christian lecca le labbra carnose e infila un terzo dito in quella fica vogliosa, lei sobbalza a quell'inserimento sentendosi sempre più dilatata -Ti era venuta voglia del cazzo del Personal Trainer?- le chiede cominciando un lento stantuffo in quella fica aperta e vogliosa.
-Mmmmmm nooo... Le amiche mi avevano parlato di lui, del suo cazzo e di come lo avevano succhiato nel parcheggio oppure nei locali tecnici del Club e te ne avrei parlato se avevo voglia di farmi scopare da lui- era da quando si erano sposati che lei gli parlava delle sue voglie e lui la accontentava sempre, perchè essendo impotente, l'unico modo per trarre piacere nel rapporto con la donna che amava era soddisfarla in ogni sua richiesta.
Infila anche il mignolo in quella fica spalancata e vogliosa strappandole un gridolino di goduria -E allora perchè sei arrivata a casa così tanto eccitata da essere bagnata tra le cosce?- la scopa con la mano aperta e tutte le dita fino a metà palmo a girare in quella caverna fradicia e calda e intanto ricorda quando l'aveva portata a farla sverginare, o quando per soddisfare la sua voglia di maternità l'aveva messa all'asta, una bestia da montare e inseminare, per una decina di volte in due anni finchè non erano nate le loro due meravigliose bimbe.
Ormai lei è in ginocchio, il culo completamente sollevato, il viso sul materasso e le mani sulle natiche per tenersi spalancata -TI sei accorto che ero eccitata e bagnata..... Non riesco a nasconderti nulla.... L'ho trovato.... mmmmmmm.... l'ho trovato- ripete trattenendo l'orgasmo che sente arrivare.
Lui estrae il pollice dal buco del culo, lo chiude nel palmo della mano che ficca nella fica affondando fino al polso, felice, un sogno che si avvera -Finalmente la mia puttana ha trovato la bestia? Quella schifosa bestia immonda? Quello che la mia puttana stava tanto cercando....- e così bofonchiando ritrae leggermente la mano, piega le dita a pugno dilatando la fica ancora di più, lei emette un prolungatissimo verso di godimento che si trasforma in urlo quando Christian la fotte con un ultimo affondo facendole raggiungere un liquido orgasmo che imbratta il futon.
di
scritto il
2018-11-06
6 K
visite
1
voti
valutazione
4
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Cacciatore UNO - Atto Primo

racconto sucessivo

Mamma Mignotta - Il Benzinaio
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.