Il fisioterapista 2

di
genere
gay

… uscito il cliente che mi precedeva ecco il mio fisioterapista sulla porta invitarmi ad entrare nella piccola palestra. Una volta entrato mi indica un paravento invitandomi a spogliarmi. Mi spoglio nascosto da lui e resto con gli slip. Sono minidotato e mi vergogno di mostrare la mia minorità. Uscito quindi da dietro il paravento, mi guarda e “tolga tutto”, quasi mi ordina. Mi balena l’idea di andarmene, ma ormai non posso. Tolgo gli slip e coprendomi con le mani vado verso uno dei lettini. “non quello – mi dice – l’altro un po’ più basso… si stenda prono”. Ed eccomi disteso con il culo all’aria. Mi viene dietro e mette un telo di pannocarta sul sedere. Poi mi unge la schiena e le gambe con un olio e comincia a massaggiarmi. Prima piedi, polpacci, retroscosce, fino alle natiche che stringe tra le mani. Terminata pa parte bassa riprende dal collo, la schiena, il solco dorsale e giù ancora verso le natiche. Toglie quindi il pannocarta e mi massaggia i glutei. Fa un movimento rotatorio divaricandomi le due natiche e facendo emergere lo sfintere. “Le dispiace se mi libero dei panni?” mi dice. “Prego, faccia pure”. Ma non lo vedo.Penso si sia tolto il giubbetto della tuta per essere più libero o forse l’intera tuta. I sto con il volto in un buco del lettino e, pertanto, ho solo una visuale bassa verso il pavimento. Si da da fare su schiena e natiche che veramente sento sciogliersi. Poi viene sul lato della testa per massaggiarmi meglio la parte alta di collo e spalle. Vedo i suoi piedi e le gambe nude. Essendo il lettino più basso di un tavolo normale il suo bacino è al di sopra della mia testa ma, quando si stende verso la schiena avverto il calore del suo corpo, oltre quello delle mani che mi toccano. Non posso fare a meno di sollevare la tesa ed ecco che a pochi centimetri dal mio volto vedo il suo cazzo. E’ duro, nerboruto, grosso e anche abbastanza lungo, con vene violacee e la cappella che si affaccia dal prepuzio. Sono sconcertato. Lui smette di massaggiarmi e vedendo il mio viso con la mano orienta il cazzo verso la mia bocca. Mi viene naturale aprire le labbra e cominciare a leccarlo. Il suo odore mi piace. Ha pochi peli. Gli lecco la base pelosa, le palle, la pancia e mi posiziono meglio sul lettino. Lui si siede sul bordo e mi spinge la testa sul cazzo. Glielo prendo in bocca e comincio a succhiare come l’avessi sempre fatto. Mi fa smettere. “Aspetta” mi dice. Va via e torna cin un grosso dildo nero. “Ma cosa vuoi fare” gli dico timoroso. “Non temere, oliato come sei tu entra un treno”. Mi dice di mettermi a pecora con i piedi a terra piegato verso il lettino. Lui mi mette di nuovo il cazzo in bocca e mi chiede di succhiarlo. “Succhia troia, succhia”, sento mi dice. Io faccio del mio meglio mentre lui da il ritmo alla testa. Poi allunga la mano con il dildo verso il mio culo e tenta di infilarmelo dietro. Ma non siamo in un buona posizione. Ioora lo vorrei dentro, e tento di mettermi in modo che possa infilarmelo, ma lui ormai è incurante di me, ansima come un maiale. “Dai, dai, zoccola” mi ripete e me lo spinge in gola. Poi mi sento inondare. Vorrei sputare ma mi tiene la testa e spinge il cazzo ad ogni piccolo fiotto di sborra, per cui non posso che ingoiare. Un ultimo sospiro e si stacca. “Brava… sei stata brava”. Ci tengo a dirgli che è la mia prima volta. Sorride. “avevo già visto a casa tua che nelle mutande hai un cazzettino e che non potevi non essere femminuccia”. Accenno a una protesta e lui: “non temere presto mi darai anche il tuo culetto e credo tua moglie ne sarà contenta perché magari penserà che possa venire anche il suo turno”. Protestai ancora, ma per tutta risposta mi chiese di voltarmi. “Hai un bel culo – disse mentre mi metteva un dito nell’ano morbido per l’olio – e se, come dici, sei vergine, non lo hai mai fatto, presto lo apriremo… non puoi non realizzare la tua naturale femminilità”. Mi sentii felice.
di
scritto il
2018-10-26
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