Capitolo 13: Vacanza - parte 2
di
Prof_emily
genere
etero
Ovviamente essendo all’estero, i dialoghi con la gente del luogo dovrebbero essere in altre lingue, quantomeno in inglese, ma per altrettante ovvie ragioni, vengono tradotte in italiano.
Alla mattina seguente fui svegliato dallo scroscio dell’acqua della doccia, aprii gli occhi a fatica, quando misi a fuoco, presi il telefono, cazzo, erano appena le 8, controllai i messaggi, nulla, mia madre ha visualizzato ma non ha risposto quindi gettai il telefono sul comodino e cercai di riaddormentarmi, ma proprio in quel momento Paola uscì dal bagno, e mi vide,
“ti sei svegliato?” dissei lei con un asciugamano intorno al corpo mentre con un altro si asciugava i capelli.
Feci finta di essere ancora addormentato, ma lei insisté, ”Dai ti ho visto lanciare il telefono”
“Sì, ma ho ancora sonno, lasciami dormire Paola” dissi con la voce supplichevole
“Ma voglio andare alla spiaggia Gian, ti prego” questa volta la voce da sottomessa che chiede qualcosa al padrone ce l’aveva lei.
“Andiamoci più tardi, fammi dormire”dissi senza nemmeno aprire gli occhi
“Eh va bene, vorrà dire che andrò da sola, magari mi troverò qualche bell’uomo a farmi compagnia” rispose per farmi indispettire
Al pensiero che gli altri uomini possano provarci con la mia Paola mi girai subito verso di lei e dissi: “tu sei solo mia” “e allora datti da fare che voglio prendere un ombrellone vicino alla riva”, scattai, feci la doccia, quando uscii mi venne in mente che non aveva il costume dato che eravamo partiti in fretta e furia, allora glielo feci presente, “non mi servirà” disse lei facendomi l'occhiolino, non capii che intenzione aveva, starà in pantaloncini.
Ci vestimmo, lei un paio di mini gonne e una canottiera, tutto senza intimo, come faccio a saperlo? beh, gliel’ho imposto io come vendetta per aver fatto alzare così presto.
Lei prese la borsa, ci infilò il portafoglio, i telefoni, il crema solare e scendemmo nella hall, mentre io mi dirigevo verso l’uscita lei mi trascinò davanti alla reception per chiedere una macchina in noleggio, c’era un’altra ragazza, fui un deluso di non aver visto Juliet.
Ci consegnarono la macchina davanti all’entrata, l’inserviente che scese dalla macchina non tolse lo sguardo da Paola finché non salimmo in macchina, “Ma non dovevamo andare in spiaggia? cosa ci facciamo con la macchina se la spiaggia è di là” chiesi io indicando la spiaggia dell’albergo con una mano, “ma per andare in questa spiaggia non ho il requisito giusto”, “il requisito giusto? che cazzo stai dicendo” dissi io non capendo, “me l’hai detto tu, non ho un costume, e non voglio perdere la mattinata andando a comprarlo, quindi andiamo in una spiaggia per i nudisti, poi stasera facciamo spesa” disse inserendo un indirizzo nel navigatore, 20 km, per fortuna non era lontana.
“Ma sei sicura? spiaggia per nudisti?” dissi io seguendo le indicazioni del navigatore
“Sì” rispose lei seccamente
Rimasi in silenzio, non essendo mai stato in una spiaggia per i nudisti, mi eccitai parecchio per quello che potrà succedere, le donne nude che gireranno davanti a me come se fosse la cosa più normale al mondo, per fortuna avevo gli occhiali da sole, così le potrò osservare come voglio.
“Ma quando hai trovato sta spiaggia?” chiesi io dopo un paio di km.
“stamattina prima di andare a farmi la doccia, credi che sia venuta in mente solo a te che non ho un costume?” disse lei
Non risposi.
Arrivammo in un parcheggio non molto grande, ci saranno stati 30-40 posti, ma era già per metà pieno, parcheggiai, e scendemmo.
Alla fine del parcheggio c’è un piccolo sentiero che conduce in mezzo ad una pineta, attraverso la quale si sentono i rumori delle onde, la presi per la mano e ci incamminammo.
Alla fine della pineta, comparve un piccolo bar, con una tettoia sotto al quale ci sono dei tavoli, oltre al bar c’è una spiaggia piuttosto grande, con gli ombrelloni e lettini. Al bar c’era poca gente, mentre ci sono parecchi ombrelloni già aperti sulla spiaggia, si vede che la gente si è già sistemata per prendere il sole.
Quando mi affacciai al bancone per prendere il caffè quasi mi venne un colpo: una donna con una faccia da angela, completamente nuda , sui 40, rossa, con un paio di tette che devono essere una terza abbondante, ornato da un capezzolo grosso e scuro.
“d..u...e c..af..f...è” dissi balbettando dopo aver visto una donna così bella, così milf, così da scopare.
“va bene carissimi sedetevi ” disse riferendosi a me e a Paola e si girò mostrando un culo fantastico, pelle liscia, senza segno di cellulite.
Paola che in tutto questo è rimasta in parte a me mi diede una piccola spinta, e disse ad alta voce:”se continui a guardarla così gli occhi ti usciranno delle orbite” ci sedemmo ad un tavolo vicino al bancone, tanto è che la bella signora si girò, commentò: “tranquilla, non mi offendo mica” e ci servì il caffè uscendo da dietro il bancone, mostrando una vagina totalmente depilata con le labbra carnose.
“Comunque piacere sono Helena” disse lei
“piacere nostro, io sono Gianluca e lei è mia fidanzata Paola” risposi
“lo sapete che questa è una spiaggia nudista vero? e non sono permessi chi non si adegua” disse lei squadrandoci dal capo ai piedi.
“Certo che lo sappiamo” rispose Paola un pò indispettita per il fatto che non la smettevo di guardare Helena, si alzò e si tolse la canottiera mostrando le sue tette ancora non totalmente mature, che per carità brutte non sono, ma in confronto ai meloni della milf, sono un bel pezzo indietro. Poi si tolse anche i pantaloncini mostrando a sua volta la fregna, mise i vestiti in borsa e si risedette, poi disse: “tocca a te amore, siamo tutti a regola, tranne te adesso”.
Avevo un’erezione imponente, dato che alla mattina non mi ero sgonfiato poi la visione di Helena non aiutò di certo, mi tolsi la maglietta senza esitazione, ma indugiai parecchio per i pantalonici, in tutto questo Helena non si allontanò nemmeno per un pò, “mica ti vergogni vero amore” disse Paola
“certo che no”
“allora cosa aspetti Gianluca” chiese Helena.
“Tanto devo farlo” pensai, allora mi alzai e mi tolsi i pantaloncini, il cazzo scattò in tutto suo splendore, leggermente umida alla capella
“che bell’attrezzo che hai” commentò Helena, ricevere un complimento da una bella signora mi rese molto fiero di me stesso, tuttavia risposi con un semplice grazie poi Helena si allontanò.
Finimmo il caffè, andai a pagare, ma prima di darmi lo scontrino, scrisse una serie di numero dietro allo scontrino, poi lo prese e se lo passò tra le gambe, e ne uscì un scontrino tutto appiccicoso, “mio numero di telefono, scrivimi appena puoi”
Tenni lo scontrino nella mano, poi ci sistemammo sotto un ombrellone vicino alla riva del mare, dove passa tutta la gente.
Mentre Paola era stesa con la pancia in giù a prendere il sole, presi il telefono e scrissi subito un messaggio :”Ciao Helena, sono Gianluca ;)”
la risposta arrivò dopo pochi secondi, “Quando la tua ragazza si addormenta, vieni al bar”
“Ok”
“Amore, mi metti la crema? non vorrei bruciarmi essendo tutta bianca” chiese Paola girandosi “ma sei ancora duro? non posso crederci, deve eccitarti parecchio quella milfona” e mi pose il tubetto del crema solare.
Mi inginnocchiai vicino a lei, spruzzai una striscia lungo la sua schiena e comincia a spalmarla con le mani, mentre la sua mano mi prese il cazzo e cominciò a segarmi lentamente.
“Anche sulle gambe e sul culo”
“va bene padrone” risposi io scherzando
Allora cominciai a spargere il crema sulle gambe, per poi passare alle chiappe, ci giocavo, le stringevo nelle mani, le allargavo mentre con un dito le stuzzicavo il buco del culo, per poi passare alla figa che trovai umida. Quando finii, tornai sul mio lettino, avevo il cazzo più duro che mai, cominciai ad accarezzarmelo, poi lei mi disse: “ti masturbi in pubblico? ma che pervertito, almeno vai in bagno...” e si girò con la testa, andai a farmi il bagno quando tornai girai intorno al suo lettino, controllai che fosse addormentata, e mi allontanai, direzione bar.
Arrivai e notai che c’era più gente, poi notai che Helena era dietro al bancone come prima, a fare il caffè mentre altri due: un ragazzo e una ragazza li servivano ai clienti seduti ai tavoli,ovviamente nudi entrambi, notai subito qualcosa di familiare nella ragazza, i suoi capelli biondi, e le sue meloni al posto delle tette… Juliettt !!!!
Mi avvicinai, con il cazzo leggermente afflosciato per la camminata e il bagno, la salutai: “Ciao Juliet, ma non lavori al hotel?” chiesi io
“ciao Gianluca, Sì, ma quando non lavoro li, cerco di aiutare la mia zia” rispose lei
“tua zia?” la incalzai
“Sì, Helena” disse lei raccogliendo delle tazzine da un tavolo piegandosi mostrando il suo culo marmoreo. mi incatai alla visione di quell’opera d’arte, e lei se ne accorse, “se continui a fissarmi Paola si arrabbierà”
“Se non lo viene a sapere non lo sarà” risposi io tornando al mondo reale
Lei si allontanò per portare le tazzine a lavare, quindi andai a Helena che mi stava osservando, “vedo che hai conosciuto anche Juliet adesso” “Sì”
“Ti piace?” chiese lei a tradimento
“E’ una bella ragazza, molto bella”
“La vuoi scopare?” mi incalzò nuovamente
“come? ” feci finta di non aver capito, ma il cazzo mi tradì sussultando quando sentii la parola scopare, che mi fece venire in mente anche il motivo per cui sono qui, quindi cambiai discorso:”perché mi hai fatto venire?” feci il finto tonto.
Chiamò il ragazzo e gli disse di stare alla cassa, prese un paio di chiavi e mi fece il segno di seguirla, andò verso il pineta, in mezzo al quale, si nascondeva un piccolo parcheggio per il personale del bar.
C’era due macchine e un camper, lo aprì con le chiavi e mi fece segno di entrare, la porta si chiuse dietro di lei, mi spinse su un divano letto, e cominciammo a limonare, la sua lingua si infilava nella mia bocca per raccogliere ogni goccia della mia saliva e se lo portava nella sua dimora, mentre la sua mano destra mi segava, ma non essendo molto lubrifficato, fece fatica, allora smise di baciarmi, sputò sulla mano e riprese a baciarmi e a segarmi contemporaneamente, nel frattempo le avevo infilato una mano tra le cosce, trovando un lago, cominciai infilando due dita nella figa senza nessuno ostacolo, “cazzo che figa larga che ha” pensai, e la masturbai con foga.
Dopo qualche minuti, mi salì sopra a cavalcioni, puntandosi il cazzo verso la figa si penetrò lasciandosi cadere sulla mia verga dura, senza gli indugì cominciò a cavalcarmi forsennatamente, come se le mancasse il cazzo da una vita, anche se data la larghezza della sua figa non deve certo essere a digiuno di cazzi, dovetti cambiare il pensiero per non venire subito, ma non riuscii a trattenermi per molto, dopo pochi minuti della sua cavalcata folle, le dissi: “sto venendo” “vieni pure dentro” queste parole furono per me la via libera per aprire il rubinetto, e le allagai la vagina di sborra. Il cazzo nonostante la recente sborrata, rimase duro per quanto fossi eccitato, lei se ne accorse :”allora hai proprio un bel attrezzo” disse alzando il culo, pensai che volesse prendermelo in bocca, ma mi sbagliai, si mise a pecorina, e mi disse: “scopami nel culo” non mi feci ripetere due volte, e mi inginocchiai dietro di lei, puntai la capella, spinsi, e le entrai dentro facilmente, poi la scopai facendo avanti e indietro con la vita mentre la tenevo ferma con le mani sulla vita, lei gemeva di goduria, urlando: “finalmente un cazzo vero… oh siii, ohhhh scopami, scopami come se fossi ultima troia del mondo,... dai più forte, schiaffeggiami il culo, ti pregooohhh” e venne agitandosi tutta, come si fa a dire di no ad una richiesta come questa, tirai qualche sberla sulle chiappe abbronzate, lasciando dei segni, in tutto questo non smisi di scoparla con tutta la forza che avevo, fu più facile resistere dopo la prima sborrata, dopo quasi venti minuti, arrivai alla capolinea, e le sborrai dentro venne anche lei di nuovo, stanco, mi accascia sulla sua schiena e commentai: “che troia che sei Helena” “solo con chi voglio” rispose lei spossata. “E con chi altro fai la troia?” le chiesi con il cazzo ancora nel suo culo, “voglio farla con tua ragazza, sai sono bisex, mi piacciono le ragazze giovani, poi vado matta per le rosse, ma mi sembra che siamo partiti con il piede sbagliato tra me e lei...”
“stai tranquilla, ci penso io a portartela a letto” quindi mi alzai da lei perché era già passato parecchio tempo, Paola potrebbe svegliarsi da un momento all’altro, o peggio ancora, è già sveglia, allora chiesi a Helena dove potessi darmi una sistemata e mi indicò una porta, mi ci infilai, mi lavai il cazzo, pulendolo dal resto della sborra e liquidi seminali. Poi sentii bussare alla porta, Helena andò ad aprire: “zia, c’è Paola che sta cercando Gianluca, so che è qui con te, vi ho visti venire qua, dov’è” uscii di corsa dal bagno, e non sapendo che fare, “sono nei guai adesso… merda...”, ”stai tranquillo, le Aho detto che ti avevo visto andare verso il parcheggio, se adesso corri e fai finta di tornare dal li, non dovrebbe sospettare nulla” detto fatto, corsi verso il parcheggio, anche se non avevo le chiavi della macchina, “sicuramente non se la berrà, porca puttana”.
Arrivai alla macchina,mi infilai dietro, non sapendo cosa fare, mi venne in mente che lei si era addormentata che avevo il cazzo duro, eccolo, le dirò che mi sono appartato in macchina per farmi una sega in modo che si sgonfiasse il cazzo, cominciai a toccarmi, feci un po fatica a farlo diventare duro di nuovo, dopo le due mega sborrate che avevo fatto pochi minuti prima. Mi concentrai, poi sentii qualcuno bussare sul vetro della macchina, era Paola che mi stava sorridendo, aprì la portiera: “ti stai facendo una sega in macchina??”
“Sì, non potevo mica farmi una sega in spiaggia no? e in un bagno pubblico non mi va prorpio allora sono venuto qua” lei salì e chiuse la portiera.
Se avete commenti, opinioni o fantasie simili ai racconti che scrivo, e volete raccontarmelo potete scrivermi al seguente indirizzo email:
profemily95@gmail.com
Alla mattina seguente fui svegliato dallo scroscio dell’acqua della doccia, aprii gli occhi a fatica, quando misi a fuoco, presi il telefono, cazzo, erano appena le 8, controllai i messaggi, nulla, mia madre ha visualizzato ma non ha risposto quindi gettai il telefono sul comodino e cercai di riaddormentarmi, ma proprio in quel momento Paola uscì dal bagno, e mi vide,
“ti sei svegliato?” dissei lei con un asciugamano intorno al corpo mentre con un altro si asciugava i capelli.
Feci finta di essere ancora addormentato, ma lei insisté, ”Dai ti ho visto lanciare il telefono”
“Sì, ma ho ancora sonno, lasciami dormire Paola” dissi con la voce supplichevole
“Ma voglio andare alla spiaggia Gian, ti prego” questa volta la voce da sottomessa che chiede qualcosa al padrone ce l’aveva lei.
“Andiamoci più tardi, fammi dormire”dissi senza nemmeno aprire gli occhi
“Eh va bene, vorrà dire che andrò da sola, magari mi troverò qualche bell’uomo a farmi compagnia” rispose per farmi indispettire
Al pensiero che gli altri uomini possano provarci con la mia Paola mi girai subito verso di lei e dissi: “tu sei solo mia” “e allora datti da fare che voglio prendere un ombrellone vicino alla riva”, scattai, feci la doccia, quando uscii mi venne in mente che non aveva il costume dato che eravamo partiti in fretta e furia, allora glielo feci presente, “non mi servirà” disse lei facendomi l'occhiolino, non capii che intenzione aveva, starà in pantaloncini.
Ci vestimmo, lei un paio di mini gonne e una canottiera, tutto senza intimo, come faccio a saperlo? beh, gliel’ho imposto io come vendetta per aver fatto alzare così presto.
Lei prese la borsa, ci infilò il portafoglio, i telefoni, il crema solare e scendemmo nella hall, mentre io mi dirigevo verso l’uscita lei mi trascinò davanti alla reception per chiedere una macchina in noleggio, c’era un’altra ragazza, fui un deluso di non aver visto Juliet.
Ci consegnarono la macchina davanti all’entrata, l’inserviente che scese dalla macchina non tolse lo sguardo da Paola finché non salimmo in macchina, “Ma non dovevamo andare in spiaggia? cosa ci facciamo con la macchina se la spiaggia è di là” chiesi io indicando la spiaggia dell’albergo con una mano, “ma per andare in questa spiaggia non ho il requisito giusto”, “il requisito giusto? che cazzo stai dicendo” dissi io non capendo, “me l’hai detto tu, non ho un costume, e non voglio perdere la mattinata andando a comprarlo, quindi andiamo in una spiaggia per i nudisti, poi stasera facciamo spesa” disse inserendo un indirizzo nel navigatore, 20 km, per fortuna non era lontana.
“Ma sei sicura? spiaggia per nudisti?” dissi io seguendo le indicazioni del navigatore
“Sì” rispose lei seccamente
Rimasi in silenzio, non essendo mai stato in una spiaggia per i nudisti, mi eccitai parecchio per quello che potrà succedere, le donne nude che gireranno davanti a me come se fosse la cosa più normale al mondo, per fortuna avevo gli occhiali da sole, così le potrò osservare come voglio.
“Ma quando hai trovato sta spiaggia?” chiesi io dopo un paio di km.
“stamattina prima di andare a farmi la doccia, credi che sia venuta in mente solo a te che non ho un costume?” disse lei
Non risposi.
Arrivammo in un parcheggio non molto grande, ci saranno stati 30-40 posti, ma era già per metà pieno, parcheggiai, e scendemmo.
Alla fine del parcheggio c’è un piccolo sentiero che conduce in mezzo ad una pineta, attraverso la quale si sentono i rumori delle onde, la presi per la mano e ci incamminammo.
Alla fine della pineta, comparve un piccolo bar, con una tettoia sotto al quale ci sono dei tavoli, oltre al bar c’è una spiaggia piuttosto grande, con gli ombrelloni e lettini. Al bar c’era poca gente, mentre ci sono parecchi ombrelloni già aperti sulla spiaggia, si vede che la gente si è già sistemata per prendere il sole.
Quando mi affacciai al bancone per prendere il caffè quasi mi venne un colpo: una donna con una faccia da angela, completamente nuda , sui 40, rossa, con un paio di tette che devono essere una terza abbondante, ornato da un capezzolo grosso e scuro.
“d..u...e c..af..f...è” dissi balbettando dopo aver visto una donna così bella, così milf, così da scopare.
“va bene carissimi sedetevi ” disse riferendosi a me e a Paola e si girò mostrando un culo fantastico, pelle liscia, senza segno di cellulite.
Paola che in tutto questo è rimasta in parte a me mi diede una piccola spinta, e disse ad alta voce:”se continui a guardarla così gli occhi ti usciranno delle orbite” ci sedemmo ad un tavolo vicino al bancone, tanto è che la bella signora si girò, commentò: “tranquilla, non mi offendo mica” e ci servì il caffè uscendo da dietro il bancone, mostrando una vagina totalmente depilata con le labbra carnose.
“Comunque piacere sono Helena” disse lei
“piacere nostro, io sono Gianluca e lei è mia fidanzata Paola” risposi
“lo sapete che questa è una spiaggia nudista vero? e non sono permessi chi non si adegua” disse lei squadrandoci dal capo ai piedi.
“Certo che lo sappiamo” rispose Paola un pò indispettita per il fatto che non la smettevo di guardare Helena, si alzò e si tolse la canottiera mostrando le sue tette ancora non totalmente mature, che per carità brutte non sono, ma in confronto ai meloni della milf, sono un bel pezzo indietro. Poi si tolse anche i pantaloncini mostrando a sua volta la fregna, mise i vestiti in borsa e si risedette, poi disse: “tocca a te amore, siamo tutti a regola, tranne te adesso”.
Avevo un’erezione imponente, dato che alla mattina non mi ero sgonfiato poi la visione di Helena non aiutò di certo, mi tolsi la maglietta senza esitazione, ma indugiai parecchio per i pantalonici, in tutto questo Helena non si allontanò nemmeno per un pò, “mica ti vergogni vero amore” disse Paola
“certo che no”
“allora cosa aspetti Gianluca” chiese Helena.
“Tanto devo farlo” pensai, allora mi alzai e mi tolsi i pantaloncini, il cazzo scattò in tutto suo splendore, leggermente umida alla capella
“che bell’attrezzo che hai” commentò Helena, ricevere un complimento da una bella signora mi rese molto fiero di me stesso, tuttavia risposi con un semplice grazie poi Helena si allontanò.
Finimmo il caffè, andai a pagare, ma prima di darmi lo scontrino, scrisse una serie di numero dietro allo scontrino, poi lo prese e se lo passò tra le gambe, e ne uscì un scontrino tutto appiccicoso, “mio numero di telefono, scrivimi appena puoi”
Tenni lo scontrino nella mano, poi ci sistemammo sotto un ombrellone vicino alla riva del mare, dove passa tutta la gente.
Mentre Paola era stesa con la pancia in giù a prendere il sole, presi il telefono e scrissi subito un messaggio :”Ciao Helena, sono Gianluca ;)”
la risposta arrivò dopo pochi secondi, “Quando la tua ragazza si addormenta, vieni al bar”
“Ok”
“Amore, mi metti la crema? non vorrei bruciarmi essendo tutta bianca” chiese Paola girandosi “ma sei ancora duro? non posso crederci, deve eccitarti parecchio quella milfona” e mi pose il tubetto del crema solare.
Mi inginnocchiai vicino a lei, spruzzai una striscia lungo la sua schiena e comincia a spalmarla con le mani, mentre la sua mano mi prese il cazzo e cominciò a segarmi lentamente.
“Anche sulle gambe e sul culo”
“va bene padrone” risposi io scherzando
Allora cominciai a spargere il crema sulle gambe, per poi passare alle chiappe, ci giocavo, le stringevo nelle mani, le allargavo mentre con un dito le stuzzicavo il buco del culo, per poi passare alla figa che trovai umida. Quando finii, tornai sul mio lettino, avevo il cazzo più duro che mai, cominciai ad accarezzarmelo, poi lei mi disse: “ti masturbi in pubblico? ma che pervertito, almeno vai in bagno...” e si girò con la testa, andai a farmi il bagno quando tornai girai intorno al suo lettino, controllai che fosse addormentata, e mi allontanai, direzione bar.
Arrivai e notai che c’era più gente, poi notai che Helena era dietro al bancone come prima, a fare il caffè mentre altri due: un ragazzo e una ragazza li servivano ai clienti seduti ai tavoli,ovviamente nudi entrambi, notai subito qualcosa di familiare nella ragazza, i suoi capelli biondi, e le sue meloni al posto delle tette… Juliettt !!!!
Mi avvicinai, con il cazzo leggermente afflosciato per la camminata e il bagno, la salutai: “Ciao Juliet, ma non lavori al hotel?” chiesi io
“ciao Gianluca, Sì, ma quando non lavoro li, cerco di aiutare la mia zia” rispose lei
“tua zia?” la incalzai
“Sì, Helena” disse lei raccogliendo delle tazzine da un tavolo piegandosi mostrando il suo culo marmoreo. mi incatai alla visione di quell’opera d’arte, e lei se ne accorse, “se continui a fissarmi Paola si arrabbierà”
“Se non lo viene a sapere non lo sarà” risposi io tornando al mondo reale
Lei si allontanò per portare le tazzine a lavare, quindi andai a Helena che mi stava osservando, “vedo che hai conosciuto anche Juliet adesso” “Sì”
“Ti piace?” chiese lei a tradimento
“E’ una bella ragazza, molto bella”
“La vuoi scopare?” mi incalzò nuovamente
“come? ” feci finta di non aver capito, ma il cazzo mi tradì sussultando quando sentii la parola scopare, che mi fece venire in mente anche il motivo per cui sono qui, quindi cambiai discorso:”perché mi hai fatto venire?” feci il finto tonto.
Chiamò il ragazzo e gli disse di stare alla cassa, prese un paio di chiavi e mi fece il segno di seguirla, andò verso il pineta, in mezzo al quale, si nascondeva un piccolo parcheggio per il personale del bar.
C’era due macchine e un camper, lo aprì con le chiavi e mi fece segno di entrare, la porta si chiuse dietro di lei, mi spinse su un divano letto, e cominciammo a limonare, la sua lingua si infilava nella mia bocca per raccogliere ogni goccia della mia saliva e se lo portava nella sua dimora, mentre la sua mano destra mi segava, ma non essendo molto lubrifficato, fece fatica, allora smise di baciarmi, sputò sulla mano e riprese a baciarmi e a segarmi contemporaneamente, nel frattempo le avevo infilato una mano tra le cosce, trovando un lago, cominciai infilando due dita nella figa senza nessuno ostacolo, “cazzo che figa larga che ha” pensai, e la masturbai con foga.
Dopo qualche minuti, mi salì sopra a cavalcioni, puntandosi il cazzo verso la figa si penetrò lasciandosi cadere sulla mia verga dura, senza gli indugì cominciò a cavalcarmi forsennatamente, come se le mancasse il cazzo da una vita, anche se data la larghezza della sua figa non deve certo essere a digiuno di cazzi, dovetti cambiare il pensiero per non venire subito, ma non riuscii a trattenermi per molto, dopo pochi minuti della sua cavalcata folle, le dissi: “sto venendo” “vieni pure dentro” queste parole furono per me la via libera per aprire il rubinetto, e le allagai la vagina di sborra. Il cazzo nonostante la recente sborrata, rimase duro per quanto fossi eccitato, lei se ne accorse :”allora hai proprio un bel attrezzo” disse alzando il culo, pensai che volesse prendermelo in bocca, ma mi sbagliai, si mise a pecorina, e mi disse: “scopami nel culo” non mi feci ripetere due volte, e mi inginocchiai dietro di lei, puntai la capella, spinsi, e le entrai dentro facilmente, poi la scopai facendo avanti e indietro con la vita mentre la tenevo ferma con le mani sulla vita, lei gemeva di goduria, urlando: “finalmente un cazzo vero… oh siii, ohhhh scopami, scopami come se fossi ultima troia del mondo,... dai più forte, schiaffeggiami il culo, ti pregooohhh” e venne agitandosi tutta, come si fa a dire di no ad una richiesta come questa, tirai qualche sberla sulle chiappe abbronzate, lasciando dei segni, in tutto questo non smisi di scoparla con tutta la forza che avevo, fu più facile resistere dopo la prima sborrata, dopo quasi venti minuti, arrivai alla capolinea, e le sborrai dentro venne anche lei di nuovo, stanco, mi accascia sulla sua schiena e commentai: “che troia che sei Helena” “solo con chi voglio” rispose lei spossata. “E con chi altro fai la troia?” le chiesi con il cazzo ancora nel suo culo, “voglio farla con tua ragazza, sai sono bisex, mi piacciono le ragazze giovani, poi vado matta per le rosse, ma mi sembra che siamo partiti con il piede sbagliato tra me e lei...”
“stai tranquilla, ci penso io a portartela a letto” quindi mi alzai da lei perché era già passato parecchio tempo, Paola potrebbe svegliarsi da un momento all’altro, o peggio ancora, è già sveglia, allora chiesi a Helena dove potessi darmi una sistemata e mi indicò una porta, mi ci infilai, mi lavai il cazzo, pulendolo dal resto della sborra e liquidi seminali. Poi sentii bussare alla porta, Helena andò ad aprire: “zia, c’è Paola che sta cercando Gianluca, so che è qui con te, vi ho visti venire qua, dov’è” uscii di corsa dal bagno, e non sapendo che fare, “sono nei guai adesso… merda...”, ”stai tranquillo, le Aho detto che ti avevo visto andare verso il parcheggio, se adesso corri e fai finta di tornare dal li, non dovrebbe sospettare nulla” detto fatto, corsi verso il parcheggio, anche se non avevo le chiavi della macchina, “sicuramente non se la berrà, porca puttana”.
Arrivai alla macchina,mi infilai dietro, non sapendo cosa fare, mi venne in mente che lei si era addormentata che avevo il cazzo duro, eccolo, le dirò che mi sono appartato in macchina per farmi una sega in modo che si sgonfiasse il cazzo, cominciai a toccarmi, feci un po fatica a farlo diventare duro di nuovo, dopo le due mega sborrate che avevo fatto pochi minuti prima. Mi concentrai, poi sentii qualcuno bussare sul vetro della macchina, era Paola che mi stava sorridendo, aprì la portiera: “ti stai facendo una sega in macchina??”
“Sì, non potevo mica farmi una sega in spiaggia no? e in un bagno pubblico non mi va prorpio allora sono venuto qua” lei salì e chiuse la portiera.
Se avete commenti, opinioni o fantasie simili ai racconti che scrivo, e volete raccontarmelo potete scrivermi al seguente indirizzo email:
profemily95@gmail.com
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Alice e il senegaleseracconto sucessivo
Capitolo 14: Vacanza - parte 3
Commenti dei lettori al racconto erotico