Il regalo di laurea pt. 3
di
Prof_emily
genere
incesti
Mentre pensavo del fatto che la mamma si stia comportando come come se fossi mio padre, lei si era avviata verso il bagno, e si era preparata per uscire, quando era pronta, avevo notato che portava una gonna nera che le arrivava poco sopra il ginocchio e una maglietta con reggiseno nero leggermente scollata ma con il peso della sua quarta, sembra più scollata di quello che è. Quando ero pronto anch’io, le avevo chiesto: “Dove andiamo?”
“A fare shopping la mattina, visto che i miei costumi sono tutti vecchi e brutti, poi al pomeriggio andiamo al mare, va bene amore?” ””
“Si, ma fingiamo di non essere madre e figlio ”
“Perché? ” mi aveva chiesto incuriosita
“Perché così se voglio fissarti lo posso fare senza passare per un figlio pervertito” le avevo risposto
“Ma tu sei un figlio pervertito” aveva ribattuto
“Si ma è meglio che rimanga tra di noi, no?”
“Già, meglio così, va bene allora”
Quando siamo arrivati al centro commerciale, ci siamo subito infilati in un negozio di costumi, lei voleva comprarsi quelli interi mentre io mi ero opposto fermamente, imponendole di provare i bikini, dopo le mie insistenze, aveva deciso di provarne uno di color rosso bordeaux con dei motivi di color oro, il pezzo sopra le copriva abbastanza bene, il problema era sotto, perché lei era una pelosona da quello che ho visto stamattina, aveva ancora provato a farmi cambiare idea, ma ero rimasto fermamente convinto, perché con un corpo come il suo, se non si mette qualcosa che mostra di più, sarebbe un spreco, e visto non indosserebbe mai qualcosa di più sexy di bikini, ovviamente la scelta erano cadute su di essi.
Non ne era convinta nemmeno quando abbiamo pagato, la commessa prima di parlare ci aveva squadrati per bene, e aveva detto:”Signori, sono 19.99 euro”
Una volta pagati, le avevo chiesto se in quel centro commerciale ci fosse un centro estetica, mi aveva risposto di sì che si trovano al piano di sopra, sotto gli occhi indagatori di mia mamma, l’ho ringraziata, e ci siamo diretti al centro, mi ero anche ricordato che taglie portava.
“Monica, ti fidi di me?” le avevo chiesto
A un primo momento non avevo capito che mi riferivo a lei, anche perché era prima volta che la chiamavo per nome, poi aveva detto: “Perché mi chiami per nome? e comunque si, sei mio fi…”
“No, ti ricordi che avevamo deciso prima di uscire dall’albergo?” l’avevo fermato io
“Si, ok William”
“Allora aspettami qui”
Ero entrato nel centro, c’erano pochissimi clienti, forse per l’ora presto, ero andato al bancone, e avevo chiesto alla ragazza che era li se potessero fare una depilazione intima, le unghie. La risposta della ragazza era ovviamente positiva, così sono tornato da mia mamma, e l’avevo fatto entrare, mentre la ragazza la stava accompagnando in una camera continuava a girarsi e a guardarmi con lo sguardo indagatore.
Appena si era chiusa la porta, sono tornato nel negozio di costume, e avevo preso un paio costume formato da una tanga fucsia, che il pezzo davanti che è anche più piccolo del bikini di prima, e il reggiseno di una taglia minore, avevo messo insieme i due costumi ed ero tornato al centro estetico, dopo una buona mezzora, lei era uscita, avevo pagato nel frattempo, e ci ne eravamo andati.
Tornati in camera, abbiamo lasciato in camera, abbiamo mangiato qualcosa nel ristorante dell’albergo, e ci stavamo preparando per andare al mare quando lei dal bagno mi aveva chiamato: “Amore, cosa sono questi?”
Ero andato alla porta, e vedo che lei, con le tette al vento, e un paio di mutandine bianche, con in mano il costume fucsia “Era il mio regalo per quello che hai fatto per me stamattina” l’avevo risposto guardandola, non aveva più i peli che spuntavano dai lati dell’intimo, “perfetto” pensai, “Si ma hai sbagliato la taglia del reggiseno anche”
“Nono, così si esaltano di più, dai provali”
“Ok, ma esci”
“Eddai, ti ho già vista tutta nuda”
“Si, ma non mi pare il momento” aveva risposto chiudendomi la porta in faccia, non volevo insistere troppo, altrimenti tutto potrebbe andare male.
Dopo due minuti aveva aperto la porta, e si mostrava con quelle due bocce che a malapena coperta dal reggiseno del costume, e le parti intime perfette, si notava un leggero arrossamento per la ceretta fatta in mattinata.
Dopo quasi dieci minuti, l’avevo convinta ad andare in spiaggia con i costumi che le avevo preso da solo.
Arrivati, ci siamo presi due lettini in riva al mare, il suo corpo ancora candido, emanava un’aura speciale, attirava l’attenzione di molte persone, gliel’avevo fatto notare, e lei mi aveva sorriso senza rispondere con le parole.
“Sei bellissima ” avevo rincarato la dose
Ha continuato a non rispondere, ma osservava le onde del mare sbattere contro la sabbia, col fare pensieroso, chissà cosa sta pensando, forse a mio padre o forse a noi due. Diopo qualche ora, quando il caldo si era fatto insopportabile,
“Andiamo in acqua?” avevo chiesto di nuovo
“Si dai ” finalmente avevo ottenuto la sua risposta
Avevo nuotato fino a non toccare il fondo con i piedi, eravamo vicini, quando con una bracciata fatta male, l’avevo preso sul culo, e presa dalla paura, stava bevendo un pò d’acqua, l’avevo afferrata da dietro, mettendo le mani esattamente sotto il tette, e le avevo chiesto scusa. Così ci siamo tornati ai lettini, lei si era seduta vicina a me, con la testa appoggiata sul mio petto, quando aveva capito dov’era appoggiata, si era alzata di colpo, arrossendosi di colpo in viso.
“Monica, che ne dici se torniamo in albergo? che ti sei dimenticata di metterti le creme per il sole, ti stai bruciare”
“Va bene amore”
Io sono un uomo, e il mio nickname è dovuto al mio sogno erotico delle superiori.
Se avete commenti, opinioni o fantasie simili ai racconti che scrivo, e volete raccontarmelo potete scrivermi al seguente indirizzo email:
profemily95@gmail.com
“A fare shopping la mattina, visto che i miei costumi sono tutti vecchi e brutti, poi al pomeriggio andiamo al mare, va bene amore?” ””
“Si, ma fingiamo di non essere madre e figlio ”
“Perché? ” mi aveva chiesto incuriosita
“Perché così se voglio fissarti lo posso fare senza passare per un figlio pervertito” le avevo risposto
“Ma tu sei un figlio pervertito” aveva ribattuto
“Si ma è meglio che rimanga tra di noi, no?”
“Già, meglio così, va bene allora”
Quando siamo arrivati al centro commerciale, ci siamo subito infilati in un negozio di costumi, lei voleva comprarsi quelli interi mentre io mi ero opposto fermamente, imponendole di provare i bikini, dopo le mie insistenze, aveva deciso di provarne uno di color rosso bordeaux con dei motivi di color oro, il pezzo sopra le copriva abbastanza bene, il problema era sotto, perché lei era una pelosona da quello che ho visto stamattina, aveva ancora provato a farmi cambiare idea, ma ero rimasto fermamente convinto, perché con un corpo come il suo, se non si mette qualcosa che mostra di più, sarebbe un spreco, e visto non indosserebbe mai qualcosa di più sexy di bikini, ovviamente la scelta erano cadute su di essi.
Non ne era convinta nemmeno quando abbiamo pagato, la commessa prima di parlare ci aveva squadrati per bene, e aveva detto:”Signori, sono 19.99 euro”
Una volta pagati, le avevo chiesto se in quel centro commerciale ci fosse un centro estetica, mi aveva risposto di sì che si trovano al piano di sopra, sotto gli occhi indagatori di mia mamma, l’ho ringraziata, e ci siamo diretti al centro, mi ero anche ricordato che taglie portava.
“Monica, ti fidi di me?” le avevo chiesto
A un primo momento non avevo capito che mi riferivo a lei, anche perché era prima volta che la chiamavo per nome, poi aveva detto: “Perché mi chiami per nome? e comunque si, sei mio fi…”
“No, ti ricordi che avevamo deciso prima di uscire dall’albergo?” l’avevo fermato io
“Si, ok William”
“Allora aspettami qui”
Ero entrato nel centro, c’erano pochissimi clienti, forse per l’ora presto, ero andato al bancone, e avevo chiesto alla ragazza che era li se potessero fare una depilazione intima, le unghie. La risposta della ragazza era ovviamente positiva, così sono tornato da mia mamma, e l’avevo fatto entrare, mentre la ragazza la stava accompagnando in una camera continuava a girarsi e a guardarmi con lo sguardo indagatore.
Appena si era chiusa la porta, sono tornato nel negozio di costume, e avevo preso un paio costume formato da una tanga fucsia, che il pezzo davanti che è anche più piccolo del bikini di prima, e il reggiseno di una taglia minore, avevo messo insieme i due costumi ed ero tornato al centro estetico, dopo una buona mezzora, lei era uscita, avevo pagato nel frattempo, e ci ne eravamo andati.
Tornati in camera, abbiamo lasciato in camera, abbiamo mangiato qualcosa nel ristorante dell’albergo, e ci stavamo preparando per andare al mare quando lei dal bagno mi aveva chiamato: “Amore, cosa sono questi?”
Ero andato alla porta, e vedo che lei, con le tette al vento, e un paio di mutandine bianche, con in mano il costume fucsia “Era il mio regalo per quello che hai fatto per me stamattina” l’avevo risposto guardandola, non aveva più i peli che spuntavano dai lati dell’intimo, “perfetto” pensai, “Si ma hai sbagliato la taglia del reggiseno anche”
“Nono, così si esaltano di più, dai provali”
“Ok, ma esci”
“Eddai, ti ho già vista tutta nuda”
“Si, ma non mi pare il momento” aveva risposto chiudendomi la porta in faccia, non volevo insistere troppo, altrimenti tutto potrebbe andare male.
Dopo due minuti aveva aperto la porta, e si mostrava con quelle due bocce che a malapena coperta dal reggiseno del costume, e le parti intime perfette, si notava un leggero arrossamento per la ceretta fatta in mattinata.
Dopo quasi dieci minuti, l’avevo convinta ad andare in spiaggia con i costumi che le avevo preso da solo.
Arrivati, ci siamo presi due lettini in riva al mare, il suo corpo ancora candido, emanava un’aura speciale, attirava l’attenzione di molte persone, gliel’avevo fatto notare, e lei mi aveva sorriso senza rispondere con le parole.
“Sei bellissima ” avevo rincarato la dose
Ha continuato a non rispondere, ma osservava le onde del mare sbattere contro la sabbia, col fare pensieroso, chissà cosa sta pensando, forse a mio padre o forse a noi due. Diopo qualche ora, quando il caldo si era fatto insopportabile,
“Andiamo in acqua?” avevo chiesto di nuovo
“Si dai ” finalmente avevo ottenuto la sua risposta
Avevo nuotato fino a non toccare il fondo con i piedi, eravamo vicini, quando con una bracciata fatta male, l’avevo preso sul culo, e presa dalla paura, stava bevendo un pò d’acqua, l’avevo afferrata da dietro, mettendo le mani esattamente sotto il tette, e le avevo chiesto scusa. Così ci siamo tornati ai lettini, lei si era seduta vicina a me, con la testa appoggiata sul mio petto, quando aveva capito dov’era appoggiata, si era alzata di colpo, arrossendosi di colpo in viso.
“Monica, che ne dici se torniamo in albergo? che ti sei dimenticata di metterti le creme per il sole, ti stai bruciare”
“Va bene amore”
Io sono un uomo, e il mio nickname è dovuto al mio sogno erotico delle superiori.
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